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GLI ARCANI DEI TAROCCHI |
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Le carte dei tarocchi sono state paragonate ad un libro muto che è potenzialmente in grado di rispondere ad ogni domanda come il liber mutus alchemico. Sotto l'apparenza di figure, colori, forme, gli Arcani Maggiori dei Tarocchi celano una fonte inesauribile di informazioni per conoscere la nostra psiche in profondità sia sul piano umano (motivazioni, timori,angosce) sia su quello spirituale (percorsi iniziatici).
I tarocchi si diffusero soprattutto in Europa verso la fine del 300, quale semplice gioco di carte importato dall'oriente. Nei secoli successivi, si affermò la teoria secondo la quale i tarocchi dovevano essere ricondotti alle tavole di thot:78- tavolette di origine egizia nelle quali sarebbe stato esplicitato l'antico testo della Conoscenza recante anche la storia dell'umanità nella sua completezza. COURT de GEBELIN (1728-1784) pioniere di questa teoria, nella rivista Monde primitif - Vol. VIII, scrive "Se si sapesse che ai nostri giorni sussiste un'opera degli antichi Egiziani, un loro libro uscito intatto dal famoso incendio della biblioteca di Alessandria...un libro sulle loro più pure ed interessanti dottrine, ognuno senza dubbio s'affretterebbe a studiare un così straordinario e prezioso oggetto". “Se dicessi che al giorno d’oggi qualcuno ha ritrovato il leggendario Libro di Toth, un’opera degli antichi egizi contenente una straordinaria dottrina magica.... E la sorpresa aumenterebbe se dicessi che quest’opera è nelle mani di tutti come fosse un mazzo di originali carte da gioco. Molti non crederanno...E tuttavia quanto sostengo è assolutamente vero. Il Libro di Toth e le carte dei Tarocchi sono una cosa sola.” Jean Françoise Alliette, conosciuto con lo pseudonimo di Etteilla sostenne che i Tarocchi furono ideati nel 2170 a.C. da Ermete Trismegisto. E proprio di origine egizia potrebbe essere anche l' etimologia della parola Tarocchi: essa deriverebbe infatti da "Ta" e "Rog" che significa "Via dei Re". Secondo altri il termine tarot sarebbe l'anagramma di Rota che significa ruota, cerchio. Papus riconduceva i Tarocchi, invece, alla creazione di popolazioni zingare che vi avrebbero condensato le loro conoscenze iniziatiche. Non è in questa sede rilevante, comunque, soffermarsi su tutte le tesi concernenti l'origine dei tarocchi. I tarocchi nella forma più conosciuta (I tarocchi di Marsiglia) sono costituiti da 78 differenti carte (o Lame): 22 Arcani Maggiori e 56 Arcani Minori. Gli Arcani Maggiori costituiscono l'insieme di carte più importante e significativo, poiché rappresentano il giusto percorso iniziatico per raggiungere la piena conoscenza di sé stessi: rappresentano l'intero ciclo di evoluzione spirituale dell'uomo. Nel Dogme et Rituel de la Haute Magie (Parigi 1855-56) E. Levi ritenne che i Tarocchi “marsigliesi” indicassero una serie di corrispondenze tra le figure, il simbolismo alchemico, astrologico, l'alfabeto ebraico e la Qabbalah ebraica. Conoscere e meditare sugli Arcani voleva dire compiere un lavoro interiore su stesso analogo a quello alchemico. "E' un'opera monumentale e singolare, semplice e forte come l'architettura delle piramidi, e di conseguenza duratura quanto le piramidi stesse; un libro che riassume tutte le scienze, e le cui infinite combinazioni possono risolvere tutti i problemi; un libro che parla e fa pensare; ispiratore e regolatore di tutte le concezioni possibili; forse il capolavoro dello spirito umano, e senza alcun dubbio una delle cose più belle che ci ha lasciato l'Antichità; chiave universale, il cui nome è stato compreso e spiegato soltanto dallo scienziato illuminato Gullaume Postel; un testo unico i cui primi caratteri sono bastati a mandare in estasi lo spirito religioso di Saint-Martin, ed hanno reso la ragione al sublime e sventurato Swedemborg." (E.Levi, "Dogma dell'Alta Magia"). "I Tarocchi sono una macchina filosofica, che evita alla mente di divagare, pur lasciandole iniziativa e libertà; si tratta di matematica applicata all’assoluto, l’unione di ciò che è logico con ciò che è ideale, come una combinazione di pensieri esatti tanto quanto i numeri, forse la concezione più semplice e più grande del genio umano" (Eliphas Levi, Dogme et Rituel). Come abbiamo visto nella pagina precedente Jung teorizzava la presenza di un incoscio collettivo, di un mare primordiale dove risiedono nuclei luminosi, centri energetici che fanno parte della natura più profonda dell'uomo. Questi Archetipi (la parola “archetipo” deriva del greco Arketipon che vuol dire primo tipo, prima forma,modello) che si esprimono in immagini e simboli risiedono in questo inconscio collettivo e consentono al singolo individuo di entrare in contatto col piano divino. Anche Platone poneva le idee ovvero i modelli ideali nell'iperuranio, in una realtà diversa da quella materiale. A seconda dei popoli e del tempo, cambia il modo di visualizzare gli archetipi: ad esempio, in occidente usiamo i tarocchi e in Cina usano l'I King. Ma gli archetipi sono identici. Meditare sugli Arcani dei tarocchi risveglia in noi sensazioni, verità, iluminazioni sulla nostra vita interiore e i processi di perfezionamento (cfr. Omar e Zaira in I Poteri magici dei Tarocchi pag.230 ed.Meb):le immagini dei tarocchi agiscono anche livello subliminale e con la loro potenza archetipale ci danno la possibilità di interpretare strati profondi del nostro subconscio, aprono un dialogo con l'Anima. "L’incontro con se stessi e’ una delle esperienze piu’ sgradevoli alle quali si sfugge proiettando tutto cio’ che e’ negativo sul mondo circostante. Chi e’ in condizione di vedere la propria ombra e di sopportarne la conoscenza ha gia’ assolto una piccola parte del compito” (Jung). I Tarocchi vanno oltre la conoscenza della "natura inferiore". "Consultare le carte equivale a situarsi di fronte all'unità dei mondi...distribuendole secondo tecniche di ripartizione in croce, in tre colonne ...equivale a materializzare le energie cosmiche nell'intento di decifrarle ...sul piano ontologico, queste strutture manifestano ed esplicitano la vita che muove la ruota dei mondi" (Mirabail). Gli arcani più significativi nella materia in esame (amore e sessualità) sono il VI e il XV..... L'arcano legato alla carta VI "L'innamorato" è ricollegato al mito di Ercole al bivio L'innamorato è tra due forze attrattive, come Ercole al bivio, deve scegliere tra due donne, la Virtù e la Mollezza. Ogni uomo affronta questo bivio. Colui che desidera un percorso di perfezionamento deve compiere una scelta d'amore superiore, e mettersi al servizio di esso e diventa come il sigillo di Salomone (il numero 6 dell'arcano richiama l'esagramma, due triangoli compenetrati).La carta richiama anche la favola di Amore e Psiche. L'abbraccio raffigurato dal Canova tra Amore e Psiche esprime la bellezza, la perfezione derivante dalla compenetrazione dei due pincipi, rappresenta l'esagramma, il sigillo di Salomone. Ecco perchè l'arcano VI è collegato anche alla sefirot Tipheret che rappresenta la Bellezza. Nell'arcano VI c'è dunque il momento del dover scegliere, ma c'è anche la scelta compiuta, infatti, Cupido o il Genio della Giustizia in alto scocca la freccia verso la Virtù. A questa carta è associato sul piano del'albero sefirotico, Tipheret (la Bellezza) e sul piano simbolico il Sagittario raffigurato come centauro alato con accanto un piccolo scorpione (cfr. pag. 89 del volume I Tarocchi di O.Wirth) animale quest'ultimo a cui risulta collegata, soprattutto, la carta XV recante il simbolo del bafometto dei Templari. La carta XV rappresenta il sesso nelle sue pulsioni elementari, la forza Kundalini, il serpente che è alla base della colonna vertebrale, il mondo astrale. La carta ammonisce a tener conto di queste forze che sono in noi, e delle loro caratteristiche fortemente attrattive. Quanti buoni propositi vacillano di fronte a questa energia:"Non c'è l'ho fatta è stato più forte di me".Questa frase, così frequente nei discorsi quotidiani, esprime la soccombenza rispetto al monito dell'Arcano. I moniti dell'Arcano sono quelli della nostra Natura Superiore e Divina la quale ci sospinge verso il perfezionamento. Per tali ragioni i tarocchi favoriscono in chi li consulta, sul piano spirituale, il contatto tra le due nature che albergono in noi. Ecco perchè la presa di coscienza dell'esistenza di queste energie è fondamentale nel lavoro di perfezionamento. Le caratteristiche fortemente attrattive, coagulanti dell'energia in questione spingono il discepolo ad una grande prudenza: evitare sia la repressione delle forze sia il libero sfogo. La carta XV potrebbe essere collegata al sentiero dell'albero sefirotico tra Iesod (la purezza) e Tiferet (la bellezza). La purezza è la base, il fondamento del lavoro spirituale. Cfr I Misteri di Iesod di O.M.Aivanhov. Il monito evangelico "Siate prudenti come serpenti e candidi come colombe"potrebbe riassumere la condotta da assumere (cfr. per approfondimenti i volumi Centri e corpi sottili e la Forza sessuale o il drago alato di O.M.Aivanhov). Per quanto attiene all'aspetto divinatorio in un'ottica psicologica ci limitiamo a segnalare il principio di sincronicità (Jung) che presiede alla disposizione delle monete dell' I King o delle carte dei Tarocchi... Un'ultima notazione: i colori dei tarocchi sono legati alla Tradizione Ermetica per cui essi, lungi dall'essere casuali, esprimono il linguaggio vivente della Natura (cfr R.Gilles in Il simbolismo nell'Arte religiosa).
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