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Un business di nome Matrix 23 maggio 2003
Secondo gli esperti la pellicola incasserà più a bottega che al botteghino
Piccolo sondaggio amatoriale, senza alcuna pretesa di oggettività. Prendete tre riviste a caso, che non hanno niente in comune tra di loro, e sfogliatele bene. Se scovate tre volte la stessa notizia, cominciate a preoccuparvi: stanno cercando di vendervi qualcosa. Che cosa hanno in comune "Io donna" (il "femminile" del Corriere della Sera) "Economy" (supplemento economico di Panorama) e "Il venerdì" (supplemento generalista de "La Repubblica") di questa settimana? Un prodotto. Non è una macchina, non è una crema, non è una moto, non è un computer. È un film e si chiama "Matrix reloaded", il sequel di "Matrix". Non rivoluzionerà il cinema per la trama e gli effetti speciali questo è sicuro: li abbiamo già visti qualche anno fa. In compenso sarà ricordato come un "gioiosa" macchina per far soldi: farà felici più o meno tutti. I produttori, che alla fine della fiera saranno immensamente più ricchi di prima. Le attrici e gli attori, che sono stati strapagati per le loro interpretazioni. Il pubblico che comprerà occhiali, cappotti, videogames, pupazzi, merchandising e riviste fino alla prossima sbornia filmica collettiva.

"Matrix reloaded" assomiglia un po' ad una slot machine scassata che sputa quattrini a più non posso. E ne sputa tanti: nel primo week-end di programmazione il sequel di Matrix ha incassato 93,3 milioni di dollari, meno di "Spiderman" (115 milioni) ma più di "Harry Potter" nella classifica di tutti i tempi. Ma i dati interessanti devono ancora venire, state a sentire: "Matrix" (n.1) è costato 65 milioni di dollari e ne ha incassati 459. "Matrix the reloaded" e "Matrix revolution" (secondo e terzo episodio della saga), girati contemporaneamente, sono costati complessivamente 250 milioni di dollari. Per rendere quanto il primo episodio (7 volte l'investimento iniziale) dovranno incassare, insieme, una cifra superiore al miliardo e mezzo di dollari. Non solo grazie al botteghino però, che raccoglie soltanto il 20% dell'incasso totale. Il 45% dei guadagni infatti deriva dai diritti tv, il 25 dall'home video e il 10% dal merchandising. Quest'ultima percentuale aumenta notevolmente nei casi di film cult come "Jurassic park", "Guerre stellari" e Matrix naturalmente (il ricavato può raggiungere anche il 40% - 50% del totale).

Con un giro di soldi di tali dimensioni, non c'è da stupirsi allora che Keanu Reeves abbia preteso 30 milioni di dollari più il 15% degli incassi per interpretare Matrix 2 e 3; né che gli ultimi 20 minuti del terzo episodio siano costati (per gli effetti speciali impiegati) 40 milioni di dollari, nè infine che "Matrix reloaded" sia citato praticamente ovunque: su quotidani, riviste, in televisione, su internet. Una slot scassata, che distribuisce quattrini a più non posso, fa gola a tutti; che sia anche un buon film non interessa a molti. Anzi: qualcuno, sottovoce, è pronto a giurarvi che la questione è del tutto irrilevante
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