Secondo gli esperti la pellicola incasserà più a
bottega che al botteghino
Piccolo sondaggio amatoriale, senza alcuna pretesa
di oggettività. Prendete tre riviste a caso,
che non hanno niente in comune tra di loro, e sfogliatele
bene. Se scovate tre volte la stessa notizia, cominciate
a preoccuparvi: stanno cercando di vendervi qualcosa. Che cosa hanno
in comune "Io donna" (il "femminile" del
Corriere della Sera) "Economy" (supplemento
economico di Panorama) e "Il venerdì"
(supplemento generalista de "La Repubblica") di questa settimana?
Un prodotto. Non è una macchina, non è una crema, non è una moto,
non è un computer. È un film e si chiama "Matrix
reloaded", il sequel di "Matrix". Non rivoluzionerà il cinema
per la trama e gli effetti
speciali questo è sicuro: li abbiamo già visti qualche
anno fa. In compenso sarà ricordato come un "gioiosa" macchina
per far soldi: farà felici più o meno tutti. I produttori,
che alla fine della fiera saranno immensamente più ricchi di prima.
Le attrici
e gli attori, che sono stati strapagati
per le loro interpretazioni. Il pubblico che
comprerà occhiali, cappotti, videogames, pupazzi, merchandising
e riviste fino alla prossima sbornia filmica collettiva.
"Matrix reloaded" assomiglia un po' ad
una slot machine scassata che sputa quattrini
a più non posso. E ne sputa tanti: nel primo week-end di programmazione
il sequel di Matrix ha incassato 93,3 milioni di dollari, meno di
"Spiderman"
(115 milioni) ma più di "Harry
Potter" nella classifica di tutti i tempi. Ma i dati
interessanti devono ancora venire, state a sentire: "Matrix"
(n.1) è costato 65 milioni di dollari
e ne ha incassati 459. "Matrix
the reloaded" e "Matrix
revolution" (secondo e terzo episodio della saga), girati
contemporaneamente, sono costati complessivamente
250 milioni di dollari. Per rendere quanto il primo episodio
(7 volte l'investimento iniziale) dovranno incassare, insieme, una
cifra superiore al miliardo e mezzo di dollari. Non solo grazie
al botteghino però, che raccoglie soltanto il 20%
dell'incasso totale. Il 45% dei
guadagni infatti deriva dai diritti tv, il 25
dall'home video e il 10% dal merchandising.
Quest'ultima percentuale aumenta notevolmente nei casi di film cult
come "Jurassic
park", "Guerre stellari" e Matrix naturalmente (il ricavato
può raggiungere anche il 40% - 50% del totale).
Con un giro di soldi di tali dimensioni, non c'è da stupirsi allora
che Keanu
Reeves abbia preteso 30 milioni di dollari più il 15%
degli incassi per interpretare Matrix 2 e 3; né che gli ultimi 20
minuti del terzo episodio siano costati (per gli effetti speciali
impiegati) 40 milioni di dollari, nè infine che "Matrix reloaded"
sia citato praticamente ovunque: su quotidani, riviste, in televisione,
su internet. Una slot scassata, che distribuisce
quattrini a più non posso, fa gola a tutti; che sia anche un buon
film non interessa a molti. Anzi: qualcuno, sottovoce, è pronto
a giurarvi che la questione è del tutto irrilevante.
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