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Pay-tv a sbafo: ecco il soft decoder universale 2 aprile 2003
Permette di vedere sul proprio pc alcuni bouquet a pagamento ma non D+
"Tv satellitare, hanno vinto i pirati" titolava qualche giorno fa il settimanale Panorama una sua inchiesta sui portoghesi della pay-tv. Niente di più falso. Primo, perché nessuno è ancora riuscito a bucare il Seca2 (il sistema di codifica satellitare utilizzato da Tele+ da qualche mese). Secondo, perché il sistema di codifica Nds utilizzato da Stream è tutt'ora inviolato. Terzo perché, a conti fatti, per vedere a sbafo qualche canale satellitare si spende di più che fare un classico abbonamento dal rivenditore autorizzato.

Ma andiamo per ordine. "L'ultima sfida dei portoghesi della parabola", secondo Panorama, è stata lanciata grazie all'uso di un pc, di alcune schede per la ricezione del segnale digitale sul computer e di alcuni software specifici. Abbiamo fatto una piccola controinchiesta: hardware e software esistono e funzionano davvero, ma con alcune limitazioni. Vediamole insieme. Innanzitutto il software attualmente più utilizzato per vedere i canali criptati a sbafo si chiama Multidec e non
freeDec: è arrivato alla versione numero 9. È un programma che si basa su una filosofia molto semplice: emulare un decoder. Permette insomma di vedere la tv satellitare sul proprio computer senza comprarne uno. Sviluppato da un programmatore di nome "Espresso" permette di ricevere sul proprio pc (munito di scheda per la ricezione del segnale digitale) sia i canali satellitari in chiaro che quelli criptati.

Per capirne il funzionamento dobbiamo aprire una piccola parentesi. Esistono due tipi di decoder. Quelli "aperti" a diverse codifiche (Common Interface) e quelli invece in grado di decriptarne una sola (è il caso del goldbox che si usa per vedere D+). I decoder "aperti" decriptano le diverse codifiche (seca1, seca2, irdeto, viaccess ecc...) grazie a moduli hardware (cam) che si comprano separatamente. Ogni codifica ha il proprio modulo. All'interno del modulo poi l'utente può inserire la schedina (smart card) per la quale ha sottoscritto un abbonamento dal rivenditore. In principio Multidec è stato concepito come un emulatore del decoder Common Interface. Sviluppato per una scheda pc-sat tedesca (la hauppauge dvb-s) riusciva a leggere cam e smart card di diverse codifiche. Ma l'autore non si è fermato qui: ha emulato via software anche le cam hardware e le smart card (gli abbonamenti), necessarie per vedere la pay-tv. Questi emulatori aggiuntivi si chiamano "softcam" e lavorano in coppia con Multidec.

Ecco il nodo della questione: il software funziona per tutte quelle codifiche aperte (bucate) in precedenza dagli hacker. E cioè: seca1 (vecchia codifica di Tele+), viaccess, irdeto e altre utilizzate da molti bouquet a pagamento europei. Stream continua a trasmettere in irdeto a favore dei vecchissimi abbonati e, con questa tecnica, è tutt'ora visibile in chiaro. Ma per poco tempo ancora: per contrastare la pirateria sta infatti per passare alla codifica irdeto2. Seca2 e Nds, le due codifiche "ufficiali" utilizzate da D+ e Stream sono, lo ripetiamo, tutt'ora inviolate. Con o senza pc. Infine, per gli appassionati è opportuno fare un paio di precisazioni: vedere in chiaro (a sbafo) tv a pagamento è un reato perseguibile dalla legge italiana. Se volete comunque provarci ricordate che la scheda per pc in questione costa circa 250 euro. A cui dovete aggiungere il costo di un computer abbastanza potente (non meno di 1000 euro), il costo della connessione internet che vi serve per scaricare i software, i manuali, le softcam e quant'altro. In compenso la qualità del segnale digitale sul pc è ottima: mpeg2, pari al dvd. In pratica con pochi click è possibile registrarsi un film e comprimerlo magari in standard divx:-) pronto per essere scambiato in rete.

L'inchiesta di Panorama termina con un laconico "in attesa che un pirata brevetti il decoder universale che, per intenderci dovrebbe funzionare senza alcuna smart card" che lascia intedere chissà quali meraviglie future. In realtà il soft-decoder universale esiste già ma permette di vedere solo pochi bouquet e di certo non D+. Nessuna novità in vista sulla pirateria satellitare insomma, almeno secondo Panorama. L'unica novità degna di nota, trascurata naturalmente da Panorama, sembra essere un programmino di nome "Amilo" sviluppato secondo la filosofia del file sharing. L'idea di fondo è quella di "condividere" un abbonamento originale tramite la rete. L'intuizione sembra buona anche se, a onor del vero, non l'abbiamo visto funzionare con i nostri occhi. Non ci rimane che aspettare: D+, Stream, la sfida è lanciata.

P.S.
La maggioranza delle persone che studia i sistemi di codifica satellitare lo fa per passione, per hobby, e per sfida. Diffidate dai dialer che imperversano sulla rete e da chi vi chiede soldi per rivelare le proprie conoscenze.

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