Permette di vedere sul proprio pc alcuni bouquet
a pagamento ma non D+
"Tv satellitare, hanno vinto i
pirati" titolava qualche giorno fa il settimanale Panorama
una sua inchiesta sui portoghesi della pay-tv.
Niente di più falso. Primo, perché nessuno
è ancora riuscito a bucare il Seca2 (il
sistema di codifica satellitare utilizzato da Tele+ da qualche mese).
Secondo, perché il sistema di codifica Nds
utilizzato da Stream è tutt'ora inviolato.
Terzo perché, a conti fatti, per vedere
a sbafo qualche canale satellitare si spende di più che fare un classico
abbonamento dal rivenditore autorizzato.
Ma andiamo per ordine. "L'ultima sfida dei portoghesi della parabola",
secondo Panorama, è stata lanciata grazie all'uso di un pc, di alcune
schede per la ricezione del segnale digitale sul computer e di alcuni
software specifici. Abbiamo fatto una piccola controinchiesta: hardware
e software esistono e funzionano davvero, ma con alcune limitazioni.
Vediamole insieme. Innanzitutto il software attualmente più utilizzato
per vedere i canali criptati a sbafo si chiama Multidec
e non freeDec:
è arrivato alla versione numero 9. È un
programma che si basa su una filosofia molto semplice: emulare un
decoder. Permette insomma di vedere la tv
satellitare sul proprio computer senza comprarne uno. Sviluppato
da un programmatore di nome "Espresso" permette
di ricevere sul proprio pc (munito di scheda per la ricezione del
segnale digitale) sia i canali satellitari in chiaro che quelli criptati.
Per capirne il funzionamento dobbiamo aprire una piccola parentesi.
Esistono due tipi di decoder. Quelli "aperti"
a diverse codifiche (Common Interface) e
quelli invece in grado di decriptarne una sola (è il caso del goldbox
che si usa per vedere D+). I decoder "aperti"
decriptano le diverse codifiche (seca1, seca2, irdeto, viaccess ecc...)
grazie a moduli hardware (cam) che si comprano
separatamente. Ogni codifica ha il proprio modulo. All'interno del
modulo poi l'utente può inserire la schedina (smart
card) per la quale ha sottoscritto un abbonamento dal rivenditore.
In principio Multidec è stato concepito come un emulatore del decoder
Common Interface. Sviluppato per una scheda pc-sat tedesca (la hauppauge
dvb-s) riusciva a leggere cam e smart card di diverse codifiche.
Ma l'autore non si è fermato qui: ha emulato via software anche le
cam hardware e le smart card (gli abbonamenti), necessarie per vedere
la pay-tv. Questi emulatori aggiuntivi si
chiamano "softcam" e lavorano in coppia
con Multidec.
Ecco il nodo della questione: il software
funziona per tutte quelle codifiche aperte (bucate)
in precedenza dagli hacker. E cioè: seca1 (vecchia
codifica di Tele+), viaccess, irdeto e altre utilizzate
da molti bouquet a pagamento europei. Stream continua a trasmettere
in irdeto a favore dei vecchissimi abbonati e, con questa tecnica,
è tutt'ora visibile in chiaro. Ma per poco tempo ancora: per contrastare
la pirateria sta infatti per passare alla codifica irdeto2. Seca2
e Nds, le due codifiche "ufficiali"
utilizzate da D+ e Stream sono, lo ripetiamo, tutt'ora inviolate.
Con o senza pc. Infine, per gli appassionati è opportuno fare un paio
di precisazioni: vedere in chiaro (a sbafo) tv a pagamento è un
reato perseguibile dalla legge italiana. Se volete comunque
provarci ricordate che la scheda per pc in questione costa circa 250
euro. A cui dovete aggiungere il costo di un computer abbastanza potente
(non meno di 1000 euro), il costo della connessione internet che vi
serve per scaricare i software, i manuali, le softcam e quant'altro.
In compenso la qualità del segnale digitale
sul pc è ottima: mpeg2, pari al dvd. In pratica con pochi click è
possibile registrarsi un film e comprimerlo magari in standard divx:-)
pronto per essere scambiato
in rete.
L'inchiesta di Panorama termina con un laconico
"in attesa che un pirata brevetti il decoder universale che, per intenderci
dovrebbe funzionare senza alcuna smart card" che lascia intedere chissà
quali meraviglie future. In realtà il soft-decoder
universale esiste già ma permette di vedere solo pochi bouquet
e di certo non D+. Nessuna novità in vista sulla pirateria satellitare
insomma, almeno secondo Panorama. L'unica novità degna di nota, trascurata
naturalmente da Panorama, sembra essere un programmino di nome "Amilo"
sviluppato secondo la filosofia del file sharing. L'idea di fondo
è quella di "condividere" un abbonamento originale tramite la rete.
L'intuizione sembra buona anche se, a onor del vero, non l'abbiamo
visto funzionare con i nostri occhi. Non ci rimane che aspettare:
D+, Stream, la sfida è lanciata.
P.S.
La maggioranza delle persone che studia i sistemi di codifica satellitare
lo fa per passione, per hobby, e per sfida. Diffidate dai dialer che
imperversano sulla rete e da chi vi chiede soldi per rivelare le proprie
conoscenze.
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