Claudio Amendola
in smoking che legge una poesia d'amore?
Naaaaaaa..... Metti
un burino in tv. Vestilo con abiti firmati
Armani.
Fallo parlare d'amore, cantare ballare in compagnia di due splendide
vallette. Risultato? Un vespaio
all'italiana. Di polemiche, numeri, dichiarazioni e guerre sotterranee.
Politiche, naturalmente. Perché per chi non l'avesse capito la
tv italiana non solo fa schifo, ma continua a essere anche
e soprattutto politica, alla pari di una
legge finanziaria. E "Amore mio... diciamo così"
(in onda in prima serata il sabato sera su Rai
uno da Claudio Amendola in compagnia
di Roberta
Lanfranchi e Matilde Brandi) è soltanto una delle tante
occasioni per continuare a fare politica, soprattutto fuori dal Parlamento.
Infischiandosene del pubblico, naturalmente.
I colori non si dimenticano mai e quello
di Amendola («Sono più rosso del rosso» avrebbe detto tempo fa) è
ben noto a tutti. Così a Giovanna Melandri (DS)
l'attore piace al punto da affermare che se fosse nato a Brooklyn
sarebbe diventato un Al Pacino. A Gasparri
invece (AN) fa schifo: ha chiesto (pare così, tanto per ridere) la
sua testa e la fine del programma. Chissà se entrambi l'hanno visto
per almeno due minuti due in tv.
Alla conferenza stampa per la presentazione del programma il "vitello
romano" (alcune su fans lo chiamano così) si è stupito dell'insistenza
di alcuni cronisti sull'amore omosessuale.
I giornalisti erano più interessati ai gay che
alla trasmissione. Pare che anche gli omosessuali siano colorati in
maniera ben precisa: loro probabilmente, non se ne sono mai accorti.
Chi si aspettava un gran successo si
è sbagliato di grosso. Tre puntate, una media di ascolto
intorno al 25% di share pari a circa 6 milioni
di spettatori. La collaudatissima "Corrida"
di Jerry
Scotty (Canale 5) ha battuto tutti nella guerra
dell'audience del sabato sera: ha raggiunto il
30% di share con circa 7 milioni e mezzo di telespettatori.
Eppure non tutto è da buttare. Da conservare
con cura il tentativo di parlare
d'amore, di farlo senza volgarità, con un pizzico di ingenuità.
Da incorniciare il simpatico Amendola versione
poeta-chic della prima puntata: con lo smoking
mentre legge una poesia d'amore.
Decisamente troppo per lui: in maglietta a maniche corte con un pallone
sotto braccio sarebbe stato più credibile. Ma tant'è: apprezziamo
lo sforzo di far qualcosa di diverso. Da conservare anche il suo self-control:
niente
mutande, per adesso, contro l'auditel (Gianni
Morandi è stato sufficente, grazie). E niente polemica
con il ministro Gasparri,
forse spera di incontrarlo per strada, chissà. Insomma ode
al coatto genuino. Sta rischiando molto in un'avventura che,
evidentemente, è fuori dalla sua portata. Parte del pubblico apprezza,
parte no ma fa lo stesso.
Piccola nota conclusiva. Pare che Agostino
Saccà (direttore generale della Rai) abbia tentato di affidare
a Giuliano
Ferrara la conduzione del "Fatto". Niet, ha risposto Giulianone.
Peccato. Forse il direttore generale l'aveva scelto per "riequilibrare"
il servizio pubblico verso destra, chissà. E ora, chi sceglierà? Misteri
del tubo catodico. Rassegnamoci. Per ora
la tv è questa... diciamo così.
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