1
b.
Progettare
il
territorio
interstiziale:
OfftheRoad.
Il
progetto
Off-the-road/103.8
Mhz
è
stato
ideato
nel
1998
su
commissione
dello
Stadbeeld
Committee,
un
piccolo
comitato
interdisciplinare
di
Eindhoven
che
studia
nuove
possibilità
per
affrontare
i
problemi
della
città.
Si
trattava
di
realizzare
una
barriera
anti-rumore
tra
l’autostrada
A58
e
il
quartiere
di
Blixembosch,
alla
periferia
di
Eindhoven.
Per
affrontare
il
problema
in
modo
innovativo,
i
NOX
progettano
una
modellazione
del
territorio,
attuata
proprio
dallo
stesso
suono
su
quella
che
era
fino
ad
allora
una
“terra
di
nessuno”.
Invece
di
nascondere
il
problema,
i
NOX
scelgono
di
metterlo
in
mostra.
Con
un
software
d’animazione
trasformano
il
profilo
della
barriera
antirumore
preesistente
in
un
sistema
di
strisce,
cinque
in
basso
e
due
più
spesse
sopra.
Nel
modello
digitale
alle
strisce
vengono
assegnate
le
medesime
proprietà
di
uno
strumento
musicale,
facendole
vibrare
al
passaggio
delle
automobili.
I
segni
delle
onde
sonore
sono
registrati
a
intervalli
regolari
e
sommati
per
formare
un
paesaggio
sonoro.
Il
diagramma
risultante
è
la
letterale
rappresentazione
di
un
suono.
Questo
tentativo
di
rendere
abitabile
un’autostrada,
che
ha
un
precedente
illustre
nel
Plan
Obus
di
Le
Corbusier,
ha
la
particolarità
di
giocare
con
il
suono,
trasformando
il
nuovo
insediamento
urbano
in
un
media
tra
l’autostrada
ed
il
quartiere
preesistente.
La
superficie
ottenuta
dalla
registrazioni
delle
onde
sonore
costituisce
la
base
dell’insediamento.
Pensando
che
questo
“soundscape”
non
fosse
abbastanza,
Spuybroek
vi
introduce
uno
speciale
modello
abitativo,
una
rilettura
del
suono
attraverso
forma
e
tipologia
architettonica.
Ognuna
delle
208
case
è
la
deformazione
sonora
di
un
volume
iniziale
di
500
m³,
stirato
e
piegato
in
molteplici
direzioni
seguendo
le
inflessioni
della
superficie
sonora
creata
in
precedenza.
Il
numero
dei
piani
varia,
secondo
la
disposizione
del
volume
in
altezza
o
in
larghezza,
ed
ogni
abitazione
è
diversa
da
tutte
le
altre.
Ogni
casa
può
essere
raggiunta
in
macchina,
facendo
però
in
modo
che
non
si
possa
prendere
velocità.
Il
suono,
principio
ordinatore
del
progetto,
entra
anche
nelle
abitazioni:
un
sistema
sonoro
collegato
ad
un
computer
centrale
converte,
in
tempo
reale,
i
rumori
interni
(l’abbaiare
del
cane,
il
tintinnio
delle
posate,
il
fruscio
di
un
giornale,
la
televisione…)
in
una
composizione.
Il
suono,
trasmesso
sulla
frequenza
di
103.8
Mhz,
può
essere
ascoltato
alla
radio
dagli
automobilisti
che
percorrono
l’autostrada.
Vi
è
dunque
una
interferenza
biunivoca:
il
rumore
delle
auto
interferisce
nella
forma
delle
case,
mentre
quello
all'interno
delle
case
risuona
nelle
auto,
rompendo
così
la
barriera
antirumore
e
ciò
che
simboleggiava.
Qualche
mese
più
tardi
la
TRUDO,
una
cooperativa
edilizia
locale,
avendo
visto
il
progetto
e
trovandolo
interessante,
commissiona
lo
sviluppo
del
progetto
per
quanto
riguarda
le
tipologie
edilizie.
Questo
approfondimento
progettuale
offre
a
Spuybroek
l’occasione
per
un’autocritica
riguardo
la
disposizione
delle
case
nel
primo
schema
progettuale:
essenzialmente
una
griglia
posizionata
sopra
il
soundscape.
Così
decide
di
utilizzare
la
velocità
delle
stesse
automobili
per
generare
la
struttura
dell’insediamento
urbano.
La
griglia
diventa
una
struttura
moiré,
una
wet
grid.
La
velocità
dei
corpi,
in
seguito,
diviene
il
motore
che
genera
sempre
più
dettagli,
dall’organizzazione
urbanistica
agli
interni.
Il
progetto
è
infatti
caratterizzato
dall’integrazione
tra
il
progetto
urbanistico,
quello
delle
singole
abitazioni
e
degli
interni.
Sistemi
sensibili,
variabili
e
interattivi
regolano
tutti
i
livelli
di
scala
progettuale,
dalla
scala
urbana
a
quella
degli
interni.
Il
primo
livello
di
progettazione
prevede
la
suddivisione
del
terreno,
lungo
due
chilometri
e
mezzo,
in
un
insieme
di
cento
linee
perpendicolari
all’autostrada
A58.
Ogni
linea
è
suddivisa
in
venti
“punti
di
controllo”
in
modo
da
rendere
il
sistema
un
insieme
di
punti
mobili
e
linee
a
curvatura
variabile.
Quindi
al
sistema
sono
state
aggiunte
due
forze
radiali,
ottenendo
così
uno
schema
di
interferenza
in
cui
entrambi
gli
insiemi
di
linee
sono
in
realtà
la
variazione
di
un
unico
insieme.
Lo
schema
che
si
ottiene
non
è
una
griglia
strutturata
da
una
direzionalità
(nord-sud
o
est-ovest),
ma
una
wet
grid,
cioè
una
griglia
variabile.
Il
secondo
livello
di
progettazione
è
quello
del
collegamento
tra
una
residenza
e
la
griglia
di
base.
A
ogni
punto
di
controllo
è
collegata
una
“tipologia
residenziale”
di
ventitré
metri
per
sei,
ruotata
nella
direzione
del
reticolo
in
quel
punto,
che
costituisce
la
spina
dorsale
di
ogni
abitazione.
Nel
successivo
livello
la
tipologia
di
connessione
è
stata
suddivisa
in
tre
linee
distinte
che
fungono
da
percorso
dinamico
di
tre
diverse
forze
radiali,
ognuna
con
il
proprio
ritmo.
Tutte
le
linee
che
costituiscono
la
superficie
esterna
delle
tipologie
residenziali
sono
collegate
da
legami
elastici:
una
volta
immesso
il
fattore
tempo
nel
sistema,
tutte
le
forme
risultano
differenti.
Sono
state
ottenute
tremilaseicento
case
diverse,
di
cui
millecinquanta
sono
state
usate
per
il
progetto.
Il
quarto
livello
progettuale
è
quello
costruttivo.
Essendo
ogni
abitazione
diversa
da
tutte
le
altre
era
necessario
disporre
di
un
sistema
di
prefabbricazione
flessibile.
La
forma
di
ogni
abitazione
è
matematicamente
espressa
in
ventiquattro
curve
complesse
(NURBS)
longitudinali.
Questa
informazione
può
facilmente
essere
trasferita
in
forma
digitale
ad
un
sistema
di
pistoni
agenti
su
costolature
flessibili
collegate
ad
un
cappuccio
modellabile
in
materiale
sintetico.
Una
volta
che
la
“macchina
modellante”
a
pistoni
ha
posizionato
secondo
una
certa
curvatura
il
cappuccio,
il
quale
non
è
altro
che
uno
stampo
flessibile,
vi
viene
iniettato
del
poliuretano
ad
alta
densità.
A
contatto
con
l’aria
questo
materiale
si
espande,
riempiendo
l’intero
volume
dello
stampo,
e
solidifica
quasi
immediatamente.
La
superficie
può
poi
essere
trattata
con
verniciatura
a
spruzzo
per
renderlo
impermeabile
e
pronto
da
assemblare.
L’ultimo
livello
di
progettazione,
infine,
riguarda
l’adeguamento
alle
esigenze
dell’utente,
cioè
la
personalizzazione:
bagni,
cucine,
autorimesse
aggiuntive,
studi
professionali.
Lo
stesso
progettista,
contattato
personalmente,
afferma
che
il
progetto
non
è
stato
ideato
per
essere
costruito:
lo
sviluppo
della
“macchina
modellante”
avrebbe
richiesto
milioni
di
euro,
mentre
la
committenza
era
una
piccola
cooperativa
edilizia
che
non
se
lo
sarebbe
potuto
permettere.
Solo
per
un
breve
periodo
sembrò
delinearsi
la
possibilità
di
costruire
alcuni
prototipi,
ma
poi
l’idea
si
rivelò
irrealizzabile.
Il
sistema
è
stato
comunque
progettato
fin
nei
minimi
dettagli,
trattandosi
di
un
progetto
sperimentale.
Per
lo
sviluppo
della
“macchina
modellante”
sarebbe
servita
la
collaborazione
di
aziende
produttrici
di
poliuretano,
di
costruttori
di
macchine
e
di
programmatori
di
computer,
magari
sfruttando
anche
finanziamenti
statali
o
europei.
Lars
Spuybroek
afferma
di
non
tenere
assolutamente
in
considerazione
la
forma
durante
la
progettazione:
essa
è
semplicemente
il
risultato
di
scelte
progettuali
dettate
dalle
esigenze
funzionali
e
dalle
relazioni
con
il
contesto.
Inoltre,
se
il
progetto
avesse
avuto
possibilità
di
realizzazione,
egli
avrebbe
cercato
di
realizzarlo
come
combinazione
di
tecnologie
costruttive
esistenti.
Una
interessante
qualità
di
questo
progetto
è
costituita
dall’inedita
modalità
d’instaurazione
di
un
dialogo
tra
insediamento
residenziale
e
infrastrutture,
la
quale
sollecita
riflessioni
che
mettono
in
crisi
i
sistemi
consolidati.
Una
delle
peculiarità
del
progetto
OfftheRoad
è
infatti
l’insolito
luogo
in
cui
è
ubicato
l’insediamento:
un’area
ai
bordi
dell’autostrada.
L’autostrada,
invece
di
essere
interpretata
come
elemento
di
disturbo,
viene
utilizzata
per
generare
l’insediamento
abitativo.
Il
materiale
con
cui
le
abitazioni
avrebbero
dovuto
essere
costruite,
il
poliuretano
ad
alta
densità,
avrebbe
svolto
anche
la
funzione
di
protezione
acustica
mentre
l’interazione
tra
autostrada
e
case
si
sarebbe
tradotta
in
un
suono
diffuso
su
una
frequenza
radiofonica.
In
un
Paese
come
l’Olanda,
in
cui
il
territorio
è
una
preziosa
risorsa
da
utilizzare
con
oculatezza
dopo
averlo
faticosamente
strappato
al
mare,
l’idea
di
edificare
edifici
residenziali
anche
in
prossimità
di
un’autostrada
interpreta
le
esigenze
contemporanee.
Abitare
un
territorio
che
altrimenti
sarebbe
rimasto
un
ritaglio
tra
la
periferia
urbana
e
l’autostrada
permette
di
non
sprecare
una
preziosa
risorsa
e
contemporaneamente
aggiunge
un
nuovo
significato
alla
concezione
dell’abitare.
Instaurando
una
relazione
tra
l’autostrada
e
l’abitazione,
due
realtà
abitualmente
considerate
incompatibili,
viene
sovvertito
il
pensiero
comune.
L’autostrada
non
è
più
un
elemento
da
nascondere
e
mascherare
alla
vista
e
all’udito,
nonostante
l’innegabile
utilità,
ma
diventa
addirittura
l’elemento
generatore
dell’insediamento.
I
campi
di
forze
costituiti
dalle
preesistenze
e
dal
progetto
interagiscono
fino
al
raggiungimento
di
un
equilibrio
in
continua
trasformazione.
Questo
interessante
esperimento,
rimasto
sulla
carta
per
mancanza
di
fondi
economici,
potrebbe
essere
applicato
anche
in
Italia
per
sfruttare
aree
ubicate
in
zone
a
traffico
intenso.
In
questo
modo
si
ricaverebbero
delle
aree
edificabili
presso
i
raccordi
o
gli
svincoli
stradali:
lotti
che
normalmente
rimarrebbero
inutilizzati.
Con
la
costruzione
di
un
insediamento
residenziale
il
valore
di
tale
aree
aumenterebbe,
quindi
la
proposta
è
interessante
anche
dal
punto
di
vista
economico.
Dato
che
il
progetto
dei
NOX
non
è
giunto
alla
realizzazione
proprio
per
il
mancato
coinvolgimento
di
industrie
che
fabbricano
poliuretano
e
imprese
immobiliari,
cercare
di
attirare
tali
forze
con
interessi
economici
è
fondamentale
per
il
buon
esito
del
progetto.
Industrie
che
fabbricano
poliuretano,
costruttori
di
macchine
e
programmatori
di
computer
dovrebbero
collaborare
per
lo
sviluppo
della
macchina
a
pistoni
alla
base
del
sistema
costruttivo.
Questa
fase
verrebbe
a
costare
milioni
di
euro
che
potrebbero
essere
ammortizzati
sfruttando
il
sistema
per
costruire
insediamenti
edilizi
in
molte
zone
affette
da
analoghi
problemi
di
traffico.
Questo
non
sarebbe
difficile
dato
che
il
sistema
è
flessibile
e
può
essere
adattato
agli
specifici
luoghi
producendo
edifici
sempre
diversi. |
Fig.
1_
Planivolumetrico
dell'area
di
progetto:
a
destra
si
nota
la
linea
retta
dell'autostrada
A58.
Figg.
2-3_
Vista
dall'alto
del
modello
digitale
del
soundscape
con
le
unità
abitative.
Figg.
4-5_
Pianta
e
sezione
di
una
delle
unità
abitative.
Figg.
6-7_
Sezioni
del
sistema
costruttivo:
cassaforma
flessibile
mediante
da
pistoni
Fig.
8_
Modello
digitale
di
un
edificio
di
tipo
A
con
ampie
finestre
solo
su
fronte
e
retro.
Fig.
9_
Modello
digitale
di
un
edificio
di
tipo
B
con
finestre
lungo
tutta
la
lunghezza
della
casa..
Fig.
10_
Una
vista
interna. |