1.
Introduzione.
L'inizio
della lunga carriera di Wright: il prairie style.
Frank
Lloyd Wright nacque l’8 giugno 1867 nel Wisconsin. A vent’anni si
trasferì a Chicago: l’impatto con la metropoli fu drammatico. “Egli
da un lato ne rimase ammaliato, dall’altro maturò una forte
avversione per le concentrazioni urbane”.
Nello
stesso anno fu assunto nel prestigioso ufficio di Adler & Sullivan.
Il rapporto con Louis Sullivan, detto “Lieber Meister”, fu una tappa
fondamentale della sua vita. I pochi edifici residenziali che Adler e
Sullivan accettavano di costruire venivano affidati a Wright. Per Wright,
così come per Sullivan, lo stile monumentale, da quest’ultimo
utilizzato nelle tombe , non era adatto ad ospitare la vita ed a
rappresentare la cultura del Nuovo Mondo. Essi si rivolsero quindi
all’opera di un collega celta, Owen Jones, nella cui “Grammar
of Ornament” del 1856 erano raccolti esempi ornamentali per la
maggior parte di origine esotica (India, Cina, Egitto, ecc.).
Qualche
anno dopo, essendo Wright divenuto ormai noto nel campo dell’edilizia
residenziale, molti committenti si rivolgevano direttamente a lui,
scavalcando l’ufficio di Adler e Sullivan. Egli iniziò così a
progettare
le cosiddette
“case di contrabbando”
che non facevano prevedere il futuro genio. Quando, nel 1893, il
“Lieber Meister” ne venne a conoscenza rescisse il contratto di
lavoro.
Nella
Winslow House del 1893, il
suo primo incarico ufficiale, per la prima volta apparve il tetto poco
inclinato in stile “prateria” e le superfici furono animate da
decorazioni che ricordano quelle di Sullivan. Già in quest’opera il
camino era diventato un centro rituale della casa. L’emergere
definitivo del Prairie Style
coincise con la maturità teoretica di Wright. Gli elementi principali
erano un piano terra aperto contenuto in un involucro orizzontale
comprendente tetti poco inclinati e bassi muri perimetrali, in contrasto
con i camini verticali e i volumi interni a doppia altezza.
L’intento era quello di “portare
nella casa il mondo esterno e, insieme, permettere che il suo interno si
espandesse all’esterno”. Egli voleva elevare lo standard
qualitativo dell’architettura residenziale .
L’emergere
dello stile maturo di Wright è rappresentato dal “Larkin
Building” e dalla “Martin House”, entrambi costruiti per la
famiglia Martin nel 1904, seguiti dallo “Unity Temple” del 1906. In
questi edifici la pianta era modulata come un Tartan
scozzese. I due edifici pubblici comprendono un
singolo spazio interno, illuminato dall’alto e circondato sui
quattro lati da gallerie. Wright, come molti dei suoi contemporanei
europei (W. Gropius, E, Mendelsohn, A. Meyer, B. Taut, ecc.) aveva come
scopo il raggiungimento di un ambiente totale che abbracciasse tutta la
società.
Nel
1905 compì il suo primo viaggio in Giappone. La casa giapponese gli si
rivelò come un “tempio di
suprema pulizia ed essenzialità”. L’influenza su Wright
dell’architettura giapponese è evidente nella suddivisione interna
tramite schermi anziché pareti divisorie e nella traduzione del tokonama,
fulcro del cerimoniale domestico giapponese, nel focolare, il suo
corrispettivo occidentale.
L’espressione
del Prairie Style oscillava
costantemente tra due poli: uno tortuoso, asimmetrico e pittoresco
esemplificato dalla “Avery Coonley House”(1908); l’altro compatto,
modulare e simmetrico rappresentato dalla “Robie House”
(1909).
Dopo
un improvviso abbandono del lavoro e della famiglia e una fuga in
Europa, forse dovuti a insofferenza verso il mondo suburbano di Oak
Park, nel 1911 tornò nel Wisconsin dove fondò la comunità di Taliesin,
un cantiere in perenne mutamento che sarebbe stato più volte distrutto
dal fuoco.
La
diffusione della sua opera in Europa, nel 1910, avvenne in un periodo in
cui si sentiva il bisogno di apporti formali liberatori, che aiutassero
a spezzare la secolare associazione tra cultura classica e pratica
costruttiva. Egli, essendo nato negli Stati Uniti e quindi libero dai
pregiudizi stilistici che condizionavano i maestri europei, possedeva
una straordinaria libertà nelle scelte formali e diventò così un
preziosissimo riferimento per la ricerca in corso.
“Il
frutto della ripresa”
fu il progetto per i Midway Gardens, inaugurati nel 1915. Nello stesso
anno ricevette l’incarico di progettare l’Imperial Hotel di Tokyo e
tornò in Giappone. Quando, nel 1923, l’edificio resistette al
terremoto che devastò larghi settori della città, avvalendosi del suo
impianto strutturale bilanciato, la fama di Wright acquistò ulteriore
prestigio. Questi due progetti furono l’ultimo tentativo di affermare
la propria visione come espressione universale. I Midway Gardens
costituirono il tentativo più convincente compiuto in direzione di una
cultura popolare mentre l’Imperial Hotel fu l’ultimo edificio del Prairie
Style. |
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La
"Disappearing City".
L’impatto
con la Depressione
e la produzione di massa dell’automobile economica da parte di
Henry Ford, indussero Wright a formulare un nuovo ruolo per
l’architettura, individuandolo nella ristrutturazione dell’ordine
sociale negli Stati Uniti.
Inizialmente
egli, sostenendo la superiorità dei metodi e dei materiali
tradizionali, aveva adattato la macchina alla creazione di una cultura
artigianale di alto livello, l’aveva applicata alla formazione del Prairie
Style. Solo a partire dagli anni Venti, costretto a riconoscere i
limiti economici dei materiali e dei metodi tradizionali, egli prese in
considerazione l’utilizzo di elementi artificiali prodotti in serie,
come il
sistema modulare a curtain-wall
progettato per chiudere le strutture monolitiche in calcestruzzo.
Nel
1928 coniò il termine Usonia
che denotava una cultura egualitaria che sarebbe emersa spontaneamente
negli Stati Uniti e che avrebbe realizzato una nuova forma dispersa di
civiltà, resa possibile dalla proprietà generalizzata
dell’automobile.
Nel
1932 fu pubblicato il libro “The
Disappearing City” a completamento del suo studio su “Broadacre
City”. La polemica antiurbana è un connotato costante della cultura
americana poiché la città europea è sinonimo di congestione ed
autoritarismo. L’automobile consentiva di vincere le distanze
conquistando l’intero territorio.“Broadacre
City” era distribuita su una griglia reticolare a scala regionale che
si autogovernava. Wright fu l’unico a prevedere il degrado delle
concentrazioni urbane e ad indicare una seria alternativa,
“l’urbanesimo rurale”, inizialmente giudicato dagli urbanisti
frutto di uno spirito romantico ottocentesco.
Dopo
un decennio di crisi professionale, l’opera di Wright acquista nuovo
vigore mentre si diffonde il repertorio razionalista europeo. Con la
“casa Kauffmann”, la celebre Fallingwater
(1936) ed il “Johnson
Wax Administration Building”,
inizia un periodo di straordinario recupero. L’assimilazione della
casa d’abitazione ai processi della natura e dell’edificio
lavorativo all’idea di un sacramento costituivano la sostanziale
polarità che aveva caratterizzato l’opera di Wright. Con la “casa
Kauffmann” e il “Johnson
Wax Administration Building” questa polarizzazione venne
riformulata. Il termine “organico” venne a significare l’uso dello
sbalzo in calcestruzzo come se fosse una forma naturale, simile ad un
albero. Il luogo sacro del lavoro fu reinterpretato in chiave organica
con sottili colonne cave che costituivano il supporto principale del
locale a pianta libera, alto nove metri, e che contenevano gli impianti.
Fallingwater incarnava
l’ideale di Wright della fusione dell’abitazione con la natura. E’
una fusione totale poiché la natura permea ogni angolo.
Egli
agiva parallelamente al Movimento Moderno ma era distaccato dalla società
contemporanea, accoglieva solo quella parte di realtà che gli serviva
per tradurre in concreto il suo mondo ideale. Il Movimento Moderno
doveva tenere conto di numerose variabili che potevano perturbare la
coerenza dei risultati e costringevano a difficili compromessi, mentre
Wright non aveva vincoli e quindi la sua architettura appariva integra,
compatta, priva di esitazioni.
Da
questo momento in poi, ad esclusione delle funzionali case usoniane
inaugurate dalla “casa Jacobs”(1937), egli continuò ad elaborare un
genere di architettura fantascientifica in cui l’ardimento strutturale
e tecnologico si fonde con quello funzionale e poetico. Le Usonian
Houses dovevano essere piccole case accoglienti, a pianta libera,
progettate per la comodità , l’economicità ed il comfort. Esse
dovevano diventare la sostanza architettonica di Broadacre City.
In
questo ultimo periodo egli esplora le forme curve. Dalla spirale della
"Sugarloaf
Mountain" nel Maryland, a quella del "Morris Shop"
di San Francisco, alla casa per il figlio David, la ricerca del
continuum spaziale sfocia nella spirale del Guggenheim Museum del
1946.
Nel
libro “The
Living City” (1958) egli identifica le forze che avrebbero
trasformato la civiltà: l’Elettrificazione, la possibilità di
Movimento Meccanico (dato da automobile ed aeroplano) e l’Architettura
Organica.
Morì
nel 1959 a novantadue anni.
[continua] |