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a Glasgow

autore:

dott. arch. Laura C. Corna

data di pubblicazione:

09/03/04

data ultima modifica:

07/01/10

Informazioni pratiche

per visitare le opere di Mackintosh:

the Glasgow School of Art: 

167, Renfrew Street - Glasgow

La biblioteca, da non perdere, si può visitare solo con la guida.

Orari inizio visita guidata

(a pagamento):

lun-ven 11:00 e 14:00

sab 10:30 e 11:30

In estate ci sono visite aggiuntive: per informazioni tel.+44.141.353.4526 oppure www.gsa.ac.uk


the Willow Tea Rooms:

217, Sauchiehall Street - Glasgow

apertura (ingresso gratuito): 

lun-sab 9:30-16:30

dom 12:00-16:00

Al piano terra c'è il negozio "Henderson The Jewellers" entrando nel quale raggiungerete il ristorante-bar e la sala da the al primo piano.

P.S.: Si mangiano delle buonissime "Backed potatoes" (patate bollite ripiene a scelta).


the Hill House:

Upper Colquhoun Street - Helensburgh

Orari (a pagamento):

dal 01/04 al 31/10 h13:30-17:00

All'interno ci sono tutti gli arredi originali.

Per informazioni tel.+44.1436.673.900


House for an Art Lover:

Bellahouston Park, Dumbreck Road - Glasgow

Orari (a pagamento):

APR-SET

sab-gio h10:00-16:00

OTT-MAR 

sab-dom h10:00-16:00

Si tratta di una ricostruzione del 1996, realizzata seguendo fedelmente i disegni di Mackintosh. La casa include un'esposizione permanente di arredi realizzati da artisti contemporanei e artigiani.

Per informazioni tel.+44.141.353.4770 oppure www.houseforanartlover.co.uk

info@houseforanartlover.co.uk 


The Lighthouse

11, Mitchell Lane - Glasgow

orari (a pagamento):

lun, mer, ven, sab 10:30-18:00

mar 11:00-18:00

gio, dom 10:30-20:00

Attualmente questo edificio è la sede dello Scotland's Centre for Architecture, Design and the City.

Prima di andarci, vi consiglio di visitare il sito internet per sapere quali esposizioni si stanno svolgendo: quando lo visitai nel 1999 c'era una interessante mostra sul celebre designer Philippe Starck.

Per informazioni tel.+44.141.221.6362 oppure www.thelighthouse.co.uk

enquiries@thelighthouse.co.uk 


Per ulteriori informazioni:

www.crmsociety.com 

sito della C.R.Mackintosh Society

Mappa di GLASGOW

 

Concezione architettonica.

Charles Rennie Mackintosh è il più celebre architetto scozzese e, secondo alcuni critici [1], fu l’ispiratore della Sezession, il movimento Art Nuveau viennese. Se “al nome belga Art Nuveau corrisponde in Francia Art Moderne, in Germania Jugendstil, in Spagna Modernismo, in Italia Liberty e in Austria Secession[2], in Gran Bretagna l’unico inimitabile antagonista delle idee Arts and Crafts fu Mackintosh.

Il suo riconoscibile segno, declinato in numerose varianti nei suoi pezzi unici, si opponeva alla ripetizione della manifattura in serie, che invece conquistò i suoi connazionali per la sua sobrietà.

La sua indagine estetica "attraversa la natura, le sue forme e colori, per trarne in un processo di progressiva astrazione (reso manifesto nel simbolo) gli stilemi del proprio linguaggio architettonico" [3].

Egli capì che il nuovo deve derivare da uno sviluppo della tradizione, come farà in seguito anche Frank Lloyd Wright.

Mackintosh operò nel periodo in cui nacque il concetto di comfort nella città al centro di tale mutamento, Glasgow. Verso la fine dell'Ottocento la città è teatro di una notevole rinascita artistica favorita dalla prosperità economica. A questa rinascita partecipano anche numerose donne, incoraggiate dalla Glasgow School of Art.

Per Mackintosh lo spazio architettonico e l’arredamento erano un tutt’uno (un Gesamtkunstwerk), da armonizzare attraverso luci e colori. Il suo principale obiettivo era rendere l'ambiente un opera d'arte totale. Perciò la sua progettazione comprendeva ogni elemento che contribuiva a creare l'ambiente stesso: dall'architettura agli arredi, dalla carta da parati ai lampadari.

Alcuni dei mobili da lui progettati hanno riscosso un tale successo da essere ancora oggi in produzione (vedi figg. 9-10) ed anche i caratteri dell'alfabeto Mackintosh (quelli del titolo di questo articolo) sono tutt'oggi utilizzati dagli artigiani di Glasgow. 

Egli viene infatti ricordato più spesso per i suoi oggetti di design o per i disegni decorativi piuttosto che per la sue opere architettoniche: forse perché per comprendere il valore di un'opera architettonica sono necessarie conoscenze più vaste che non per cogliere la bellezza di un oggetto d'uso.

Tuttavia egli ha apportato importanti innovazioni all'architettura, grazie alle quali si è sviluppato il Movimento Moderno.


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Fig. 1 - Il fronte principale della "Glasgow School of Art"

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Fig. 2 - La stessa facciata al crepuscolo, vista da un altro punto.

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Fig. 3 - Il portale d'ingresso della "Glasgow School of Art"

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Fig. 4 - La biblioteca della "Glasgow School of Art"

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Fig. 5 - Esterno delle "Willow tea rooms"

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Fig. 6 - Fotografia dell'originale "Willow tea room"

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Fig. 7 - L'attuale room de luxe della "Willow tea room".

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Fig. 8 - Specchio decorato nella room de luxe della "Willow tea room".

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Figg. 9-10 - The Argyle street tea rooms' high-backed chair  e The Hill House high-backed chair, che si vede spesso esposta nelle vetrine dei negozi di mobili di design.

Biografia.

Mackintosh nacque nel 1868, primo degli undici figli di un poliziotto. La sua famiglia viveva nella zona vicino alla cattedrale di Glasgow.

Non potendo svolgere molte attività fisiche a causa di una deformazione congenita al piede, i genitori lo mandano spesso in campagna: probabilmente lì imparò ad osservare attentamente la vegetazione che poi riprodusse nei suoi disegni.

A 16 anni iniziò a lavorare come apprendista nello studio dell'architetto Hutchison, dove rimase cinque anni. Contemporaneamente egli frequentò i corsi serali alla Glasgow School of Art dove strinse una forte amicizia con Herbert MacNair e con le sorelle Margaret e Frances Macdonald, che in seguito sarebbero diventate le loro consorti.

Nel 1891, grazie a una borsa di studio, poté visitare l'Italia e durante il viaggio schizzò sul suo taccuino molti dettagli architettonici. L'intero viaggio, da Napoli a Pavia, è accuratamente descritto in un diario. Egli punta l'attenzione sui particolari (la cornice di una finestra, un rilievo lapideo o un cancello) piuttosto che che sui monumenti più conosciuti.

Insieme a Margaret Macdonald, a Frances Macdonald e ad Herbert MacNair, egli incominciò ad occuparsi di arredamento fin dal 1894. Le sorelle Macdonald progettavano complementi d’arredo come specchi, candelabri e orologi, mentre i due uomini si dedicavano al mobilio.

Nel 1896 “The Four” (cioè "I quattro"), come si facevano chiamare, allestirono la loro prima mostra presso la London Arts and Crafts Exhibition Society. L'ostilità con cui fu accolta segnò per sempre il loro destino in patria: le loro opere successive furono ignorate. "In Inghilterra l'Art Nuveau veniva considerata come una manifestazione della decadenza continentale, qualcosa che la gente rispettabile doveva respingere" [4].

Nello stesso anno Mackintosh vinse il concorso per la progettazione di quello che sarà il suo capolavoro, la Glasgow School of Art, e progettò la prima tea house per Miss Catherine Cranston.

La freddezza dei compatrioti fu riscattata con i successi strepitosi della mostra nella Secession di Vienna (1900) e a Torino nel 1902. Dopo questi trionfi "the four" furono invitati ad esporre anche a Dresda, Mosca e Berlino. Tuttavia il successo nel continente non cambiò la situazione in patria dove gli incarichi furono sempre più scarsi.

Dopo che Frances e Herbert, sposatisi nel 1899, si furono trasferiti Liverpool, Mackintosh e la moglie continuarono a lavorare insieme a Glasgow. Margaret è l'ispiratrice, il supporto e lo stimolo del marito, anche quando non lavorano insieme.

Mackintosh era un perfezionista, curava ogni dettaglio e la sua idea dell'ambiente architettonico come opera d'arte totale implicava l'intromissione del progettista in ogni scelta, fatto che richiedeva una totale sintonia con il cliente. Egli non accettava lavori di cui non poteva avere il completo controllo e questo portò ad una graduale riduzione delle commesse.

Nel 1914 Mackintosh abbandonò temporaneamente l'architettura e con la moglie si recò dai Newbery nel Suffolk, dove si dedicò alla pittura "con lo stesso scrupoloso perfezionismo" [5]. Nel clima di guerra, la sua corrispondenza con degli amici tedeschi destò dei sospetti che portarono al suo arresto come spia.

Trasferitosi a Londra l'anno seguente, egli tentò di riprendere il lavoro come architetto e designer ma quasi tutti i progetti rimasero sulla carta. In questo periodo egli si dedicò anche ai disegni per tessuti, di cui ne rimangono più di un centinaio.

Nel 1923 i Mackintosh si trasferirono nel sud della Francia. Egli morì nel 1928, a 60 anni, per un tumore alla lingua.


The Glasgow School of Art.

Nel 1896 Mackintosh vinse il concorso per la progettazione della nuova scuola d’arte di Glasgow (vedi figg. 1-4), la cui realizzazione iniziò l’anno seguente.

Questo edificio è considerato il suo capolavoro e "l'unica vera costruzione moderna di tutta l'opera di Mackintosh" [6].

La sua formazione si era compiuta in un “clima di Gothic Revival [7] che inizialmente influenzò il progetto di questo edificio. La facciata principale verso nord, in granito grigio locale, è infatti caratterizzata da timpani e torrette sporgenti, che le conferiscono un carattere neogotico. La massa muraria è alleggerita dalle grandi finestre in ferro e vetro delle aule da disegno. La facciata occidentale invece fu radicalmente riprogettata nel 1906 durante la seconda fase dei lavori e, secondo il Frampton (pag. 78), “rappresenta il vertice delle capacità di Mackintosh, che in nessun altra opera riuscì a raggiungere una grandiosità e un’autorevolezza simili”.

Egli esprime un'architettura che combina materiali tradizionali, come la pietra e il mattone, con nuovi materiali, come il cemento armato e l'acciaio. Inoltre l'edificio era dotato di impianti assolutamente nuovi per quell'epoca: l'illuminazione elettrica ed il riscaldamento centralizzato.

All’interno le aule da disegno sono separate da tramezzi spostabili, anticipando la pianta flessibile dei razionalisti. La maestosa biblioteca (1907-1909), rivestita in legno scuro, è caratterizzata da un atrio centrale a doppia altezza su cui aggetta un ballatoio, sorretto da montanti che si ergono da pavimento a soffitto. Egli inserì nell’edificio i più moderni sistemi di controllo ambientale allora disponibili, come il sistema di riscaldamento e ventilazione forzata. 

Si riscontra un altro chiaro segnale della sua modernità nell’utilizzo dell’illuminazione elettrica negli edifici da lui progettati, in un periodo in cui essa era ancora una fonte d’illuminazione insolita. L’avvento dell’illuminazione elettrica ha contribuito alla trasformazione degli spazi interni, precedentemente illuminati da lampade a gas (e prima ancora da candele e lampade ad olio), essendo la prima fonte d’illuminazione pulita, non prodotta da combustione. Gli interni bianchi progettati da Mackintosh, come quelli della sua casa e quelli della Hill House, si sarebbero presto scuriti se fossero stati illuminati con lampade a gas, perdendo quel candore che metteva in risalto gli arredi e le piccole decorazioni colorate. 


The Willow Tea Rooms.

Verso la fine dell’Ottocento a Glasgow si diffusero le sale da tè   come alternativa alle “Gin Houses”, su promozione del “Temperance Movement” per combattere l'alcolismo.

Le Willow Tea Rooms di Miss Cranston aprirono nel 1903.

Quella di Sauchiehall Street fu la quarta sala da tè aperta da Miss Cranston: mentre nelle altre tre l’intervento di Mackintosh si limitava agli interni, in questo caso egli poté progettare sia l’edificio che l’arredamento.

Il nome della via su cui prospetta l’edificio significa “alley of willows”, cioè “il vicolo dei salici“ e infatti il tema dei salici ricorre nelle decorazioni stilizzate. La bianca facciata è mossa da leggere modanature che si notano meglio con la luce del sole radente (fig.5).

Mackintosh sperimenta una raffinata sintassi architettonica nella disposizione e nel dimensionamento delle parti vetrate e dei leggeri ornamenti.

L’ingresso è situato al piano terra (che originariamente ospitava due sale da tè): attraverso il negozio "Henderson The Jewellers" si accede al ristorante-bar decorato in rosa e grigio, the gallery, e alla sala da tè al primo piano con decorazioni viola e argento, the room de luxe (vedi fig. 6-8).

La room de luxe era l’attrattiva principale dell’edificio, tanto esclusiva da richiedere un sovrapprezzo di un penny sulla consumazione: si entrava da due porte decorate con vetrate colorate, alle pareti c’erano specchi decorati e l’arredamento aveva un elegante stile femminile.

Mackintosh e la moglie progettarono ogni singolo dettaglio delle Willow Tea Rooms, dai vasi centrotavola alle sedie, dalle lampade e alle posate. 

Nel 1928 le sale da tè furono chiuse e vennero utilizzate come magazzino dal “Daly’s Department” che aveva sede nell’edificio adiacente. Fu così che molti degli arredi originali andarono distrutti.

Fortunatamente la room de luxe, in quel periodo utilizzata come sala per banchetti di nozze, restò pressoché illesa.

Verso la fine degli anni Settanta l’edificio fu ristrutturato dai nuovi proprietari e fu occupato dalla gioielleria, la room de luxe fu riportata all’antico splendore e riaperta il 1° dicembre 1983, mentre la gallery riaprì solo nel febbraio del 1996. Gli arredi attuali riproducono fedelmente gli originali.


Gli arredi.

Ma Mackintosh è soprattutto celebre per i suoi mobili, molti dei quali sono tuttora in produzione.

Per ogni singolo edificio, egli progettava il rispettivo arredamento, sicché i mobili sono conosciuti con il nome dell'edificio per cui furono progettati.

L'elegante sedia con schienale alto progettata nel 1902 per la Hill House di Helensburgh (vedi fig.10), con la sua semplice geometria, è ancora così attuale da essere spesso esposta nelle vetrine dei negozi d'arredamento di alto livello.


NOTE:

[1] K. Frampton (pag. 80), D. Sudjic (pag.24), P. Kidson, P. Murray e P. Thompson (pag.311).

[2] B. Zevi, Storia dell’Architettura moderna, pag.63.

[3] G. Laganà, Charles Rennie Mackintosh, ed. Electa , Milano 1997 (pag. 7).

[4] J. Grigg, "Vita di artista" in G. Laganà, Charles Rennie Mackintosh, ed. Electa , Milano 1997 (pag. 17).

[5] J. Grigg, "Vita di artista" in G. Laganà, Charles Rennie Mackintosh, ed. Electa , Milano 1997 (pag. 20).

[6] A. MacMillian, "Architetto e designer" in G. Laganà, Charles Rennie Mackintosh, ed. Electa , Milano 1997 (pag. 9).

[7] K. Frampton (pag. 76).

 

 


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