La sezione di Imperia di
Italia Nostra onlus, in conformità con l'art. 13 della Legge 196/2003 e
successive modifiche, dichiara che gli eventuali dati personali raccolti hanno
la sola finalità di registrazione dell'utente, di attivazione nei suoi
confronti il servizio richiesto e fornitura delle informazioni richieste,
nonché sulle iniziative e le attività promosse dalla stessa. Tali dati
verranno trattati elettronicamente in conformità con le leggi vigenti; si
garantisce la riservatezza degli stessi e che non saranno oggetto di
comunicazione o diffusione a terzi. L'interessato può esercitare in qualsiasi
momento i diritti di cui all'art. 7 della suddetta legge (accesso, correzione e
cancellazione dei dati), alla sezione medesima via posta o email.
| |
Comunicato
stampa
CONDONO E FIDUCIA:
IL GOVERNO TRADISCE IL BELPAESE
Animalisti
italiani, Acli – Anni Verdi, Ambiente e Lavoro, Amici della Terra, Bianchi
Bandinelli, Comitato per la Bellezza, Fare Verde, Greenpeace, INU, Italia
Nostra, LAC, LAV, Legambiente, LIPU, Pro Natura, Società Geografica Italiana,
VAS, WWF
Decine di
migliaia le firme raccolte dagli ambientalisti: Un sondaggio indica che il 91%
degli italiani è contro il condono
A
nulla sono valsi gli appelli, le osservazioni giuridiche, le
considerazioni etiche, il Governo ha chiesto anche alla Camera dei
Deputati il voto di fiducia per impedire che il provvedimento venisse
modificato. Ritirati gli emendamenti della maggioranza, che
incredibilmente e chiaramente insicura sulla sua tenuta aveva per prima
chiesto che venisse posto il voto di fiducia, decaduti gli emendamenti
dell’opposizione, il testo passa dunque senza modifiche nella versione
approvata dal Senato.
Le
18 Associazioni Ambientaliste
oggi alle 12 hanno espresso la loro protesta a Roma davanti al Ministero
dell’Economia. Ricevuti dal Capo di Gabinetto del Ministro Tremonti, gli
ambientalisti hanno presentato oltre 30.000 firme di cittadini che hanno
aderito alla protesta contro il condono partecipando e sottoscrivendo gli
appelli presentati in occasione delle iniziative delle Associazioni ed in
particolare da Legambiente e anche dal WWF, LIPU, Italia Nostra e Istituto
Nazionale di Urbanistica. Inoltre è stato presentato un sondaggio
realizzato dal WWF in collaborazione con il Corriere on
line che ha coinvolto via internet oltre 11.000 persone che per il 91%
si sono espresse contro il
nuovo condono edilizio.
La
protesta contro il condono è andata ben al di là dello schieramento
ambientalista. Ha coinvolto in modo trasversale le forze politiche,
sociali, culturali del Paese.
Il Governo non ha saputo rispondere e le garanzie che ha cercato di dare
sono deboli e facilmente eludibili. Il nuovo condono infatti, il terzo in
meno di vent’anni, viola il principio dell’intangibilità del demanio;
infatti il demanio dello Stato non è solo quello marittimo, lacuale e
fluviale escluso dalle sanatorie. Il
condono sana anche i grandi abusi: non altrimenti si possono definire
gli abusi di 3.000 metri cubi, corrispondenti a palazzine di 10
appartamenti per tre piani. Il condono consente l’alienazione dei
terreni appartenenti al patrimonio disponibile dello Stato se su questi
sono state realizzate opere abusive. Non risolve i problemi del passato:
è consentito condonare opere abusive realizzato su immobili abusivi
condonati con le precedenti leggi, non mette i comuni nelle condizioni di
esprimere in modo congruo pareri oggettivi se non in via burocratica,
introduce meccanismi di silenzio assenso tutti a favore degli abusivi
Né si può pensare che servisse il condono per reperire i fondi
necessari agli interventi di abbattimento: questi
sono obbligatori per legge e possono essere fatti a carico dell’abusivo.
Un
condono scellerato dunque, che giunge senza che siano ancora state
ultimate le pratiche giacenti dei condoni passati.
Un
condono che obbligherà i Comuni a nuove spese di urbanizzazione che si
riverseranno tutte sulle tasche dei cittadini. Un condono approvato
con una procedura scorretta e poco rispettosa: inserito in un Decreto
Legge in parallelo alla legge Finanziaria, viene approvato con due voti di
fiducia.. Il Governo dunque sottrae al Parlamento ed alla sua stessa
maggioranza la possibilità di rappresentare il profondo dissenso degli
italiani rispetto a questa misura. Si tratta di un tema che coinvolge
anche un piano etico della politica e della vita civile, condurlo e
trattarlo solo sotto il profilo economico delle entrate è sbagliato e
pertanto il voto di fiducia corrisponde, in questo caso, come un bavaglio
messo per impedire di esprimersi. La scelta del voto di fiducia appare poi
ancor più grave perché messa in un momento in cui tutto il Paese, i
media, l’attenzione era giustamente spostata sui gravissimi
fatti dell’Iraq. Una scelta inopportuna ed immotivata visto che
la scadenza della manovra finanziaria e’ la fine di dicembre: si sarebbe
potuto andare per la via ordinaria del confronto parlamentare.
Roma,
19 novembre 2003
Uffici
stampa: WWF, 06.84497377-266 – Legambiente, 06.8628385 – Italia
Nostra, 06.84406323
|
|