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    Comunicato stampa

CONDONO E FIDUCIA:
IL GOVERNO TRADISCE IL BELPAESE

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Animalisti italiani, Acli – Anni Verdi, Ambiente e Lavoro, Amici della Terra, Bianchi Bandinelli, Comitato per la Bellezza, Fare Verde, Greenpeace, INU, Italia Nostra, LAC, LAV, Legambiente, LIPU, Pro Natura, Società Geografica Italiana, VAS, WWF

 

Decine di migliaia le firme raccolte dagli ambientalisti: Un sondaggio indica che il 91% degli italiani è contro il condono

A nulla sono valsi gli appelli, le osservazioni giuridiche, le considerazioni etiche, il Governo ha chiesto anche alla Camera dei Deputati il voto di fiducia per impedire che il provvedimento venisse modificato. Ritirati gli emendamenti della maggioranza, che incredibilmente e chiaramente insicura sulla sua tenuta aveva per prima chiesto che venisse posto il voto di fiducia, decaduti gli emendamenti dell’opposizione, il testo passa dunque senza modifiche nella versione approvata dal Senato.

 

Le 18 Associazioni Ambientaliste oggi alle 12 hanno espresso la loro protesta a Roma davanti al Ministero dell’Economia. Ricevuti dal Capo di Gabinetto del Ministro Tremonti, gli ambientalisti hanno presentato oltre 30.000 firme di cittadini che hanno aderito alla protesta contro il condono partecipando e sottoscrivendo gli appelli presentati in occasione delle iniziative delle Associazioni ed in particolare da Legambiente e anche dal WWF, LIPU, Italia Nostra e Istituto Nazionale di Urbanistica. Inoltre è stato presentato un sondaggio realizzato dal WWF in collaborazione con il Corriere on line che ha coinvolto via internet oltre 11.000 persone che per il 91% si sono espresse contro il  nuovo condono edilizio.

 

La protesta contro il condono è andata ben al di là dello schieramento ambientalista. Ha coinvolto in modo trasversale le forze politiche, sociali, culturali del Paese. Il Governo non ha saputo rispondere e le garanzie che ha cercato di dare sono deboli e facilmente eludibili. Il nuovo condono infatti, il terzo in meno di vent’anni, viola il principio dell’intangibilità del demanio; infatti il demanio dello Stato non è solo quello marittimo, lacuale e fluviale escluso dalle sanatorie. Il condono sana anche i grandi abusi: non altrimenti si possono definire gli abusi di 3.000 metri cubi, corrispondenti a palazzine di 10 appartamenti per tre piani. Il condono consente l’alienazione dei terreni appartenenti al patrimonio disponibile dello Stato se su questi sono state realizzate opere abusive. Non risolve i problemi del passato: è consentito condonare opere abusive realizzato su immobili abusivi condonati con le precedenti leggi, non mette i comuni nelle condizioni di esprimere in modo congruo pareri oggettivi se non in via burocratica, introduce meccanismi di silenzio assenso tutti a favore degli abusivi  Né si può pensare che servisse il condono per reperire i fondi necessari agli interventi di abbattimento: questi sono obbligatori per legge e possono essere fatti a carico dell’abusivo.

 

Un condono scellerato dunque, che giunge senza che siano ancora state ultimate le pratiche giacenti dei condoni passati. Un condono che obbligherà i Comuni a nuove spese di urbanizzazione che si riverseranno tutte sulle tasche dei cittadini. Un condono approvato con una procedura scorretta e poco rispettosa: inserito in un Decreto Legge in parallelo alla legge Finanziaria, viene approvato con due voti di fiducia.. Il Governo dunque sottrae al Parlamento ed alla sua stessa maggioranza la possibilità di rappresentare il profondo dissenso degli italiani rispetto a questa misura. Si tratta di un tema che coinvolge anche un piano etico della politica e della vita civile, condurlo e trattarlo solo sotto il profilo economico delle entrate è sbagliato e pertanto il voto di fiducia corrisponde, in questo caso, come un bavaglio messo per impedire di esprimersi. La scelta del voto di fiducia appare poi ancor più grave perché messa in un momento in cui tutto il Paese, i media, l’attenzione era giustamente spostata sui gravissimi  fatti dell’Iraq. Una scelta inopportuna ed immotivata visto che la scadenza della manovra finanziaria e’ la fine di dicembre: si sarebbe potuto andare per la via ordinaria del confronto parlamentare.

Roma, 19 novembre 2003

 

Uffici stampa: WWF, 06.84497377-266 – Legambiente, 06.8628385 – Italia Nostra, 06.84406323

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