adisonline - Redazione

 

       
     
     

Stampa, ricordati di impostare l'orientamento orizzontale

Home

 

Torna indietro

 

 

     

 

 

 

 

PRIMA PAGINA archivio 2010

archivio 2011

 

 
Nel web della proloco Jelsi:...
Il tapiro di oggi lo assegniamo al...
Dovrebbe essere il cuore della...
Esiste iniquità tra nucleo familiare
Denunciamo apertamente, ...
Trasparenza amministrativa, ...
Non possiamo stare zitti
Jelsi, il sindaco risponde
Quando il potere meschino danneggia
Ora usciamo dall'alcova
Manifestazione per la libertà di stampa
"L'ammucchiata"

 

    

pasta delle traglie®
pasta delle traglie


 


©diritti riservati




mail redazioneadis@libero.it




La sua estrema fragilità risiede nell'insicurezza...
Il profilo di un "politico" fifone.


Ascolta con webReader


Martedì  2 novembre 2010


JELSI
(Cb). 

Il profilo di un "politico" fifone è anche un essere fragile e vulnerabile. Vive nella paura e nella competizione continua. Si sente minacciato e per difendersi attacca. In ogni soggetto vede un nemico potenziale, in ogni collega un competitor capace di affossarlo, in ogni relazione affettiva un imminente tradimento, in ogni amicizia scorge la delusione. Insomma, un fifone non si gode la vita. Ha un bisogno viscerale di controllo preventivo. Così cerca continuamente rassicurazioni sulla fedeltà, sulla credibilità, sull'affidabilità. Sottopone le persone a continue prove, sempre più difficili e impegnative. Vive nel timore che si parli male di lui, che i suoi stessi “soci” non lo valorizzino a sufficienza. Così chiede ai suoi fedelissimi di riferire tutto quanto viene detto su di lui. E' alla ricerca delle maldicenze, ed è attraversato da ondate di rabbia violenta che non si placano facilmente.

Grazie al suo ruolo di potere, cerca di organizzare una banda di gregari, a cui chiede continue prove di fedeltà. La sua estrema fragilità risiede nell'insicurezza del suo operato, nel timore di non essere all'altezza del compito, nel terrore di non essere all'altezza degli obiettivi. Nel caso di critiche, di dissensi, di rifiuti, può scatenare aggressività esplicita e violenta. Questa tipologia, prospera nella comunità dove la competenza è totalmente secondaria, la strategia fumosa e improvvisata. Non avendo a cuore competenza e qualità, il controllo di potere sulle relazioni diventa l'attività prevalente. Ma questo sistema induce a produrre proprio ciò di cui si paventa la minaccia. Per sopravvivere le persone sono costrette prima o poi ad allontanarsi dall'....... (stronzo infinito).

Non rendendosene conto, (ricordiamo che il fifone non ha nessuna consapevolezza della sua stronzaggine), il cacasotto predispone l'altro al conflitto, all'allontanamento, al tradimento e alla rottura. Ma ciò, ben lungi dal rinsavirlo, lo rafforza nella convinzione che deve controllare di più mettendo in atto un circolo vizioso esasperante per tutti. Il suo paradigma è:"Se non c'è controllo, c'è trasgressione". Al  fifone non interessa conoscere la realtà, non gliene frega nulla di incontrare e scambiare ideali con i propri esseri, il suo unico scopo è verificare che i propri sospetti siano fondati.

Libertà di pensiero, spregiudicatezza intellettuale, ironia sono le armi che teme di più e che al tempo stesso invidia perchè non se le può permettere. Il titanico sforzo di controllare sostituisce in lui anche il più semplice dei desideri (vivere con serenità il proprio lavoro). Difendersi da questo  fifone sistemico, è impresa molto ardua. Stiamo parlando di una persona ossessionata dalla paura di essere tradita. Un'ossessione che scatena un'inesauribile energia e un'impossibilità strutturale di dialogo, scambio, possibilità di rinsavire. Un cacasotto del genere andrebbe dimesso immediatamente. Ma purtroppo è lui stesso oggetto e prodotto della cultura che lo ha preso e promosso. Eppure bisogna difendersi.

Essere accondiscendenti con tutte le sue richieste sarebbe far mostra della propria potenziale stronzaggine e idiozia. La sua banda è un'accolita di idioti, destinata a vivere tragicamente la propria avventura politica. Bisogna starne alla larga. D'altra parte scatenare una contrapposizione frontale da una posizione di subordinazione gerarchica, significherebbe operare una guerra infinita con dimissione finale. Il confronto testa a testa, la vendetta, la risposta a tono alimenterebbero un conflitto la cui unica finalità è la distruzione dell'avversario … Su una cosa non si deve mai cedere: il rispetto umano. Ogni insulto va rintuzzato, pena la perdita della propria dignità personale … Chi non ha incontrato una persona così????? Io si!!!!!!!!!

G.Testa
---------

adisonline.it testata registrata presso il tribunale di Campobasso  n°247/2000

 

 

 

© Copyright 2002 - 2010 - adisonline.it -per la pubblicità - All rights reserved - [Credits]