quarto secolo
284 - 375 |
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Il tentativo di salvare l'impero. Il nuovo corso burocratico e religioso |
Le quattro parti del "tardo impero"
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Confronta Istituzioni e mentalità prima del declino Le origini della crisi economica Germani, persiani e nomadi asiatici
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Nel 284 viene eletto un sovrano proveniente dai ranghi, un ufficiale balcanico di nome Diokles, romanizzato in Diocleziano per l'occasione. Sotto Diocleziano lo stato viene inquadrato attraverso quell'amministrazione e burocrazia, che noi consideriamo tipiche di un impero, ma che quello romano "classico" non ha mai avuto.
A metà del III secolo l'impero è andato incontro a una profonda crisi. Si sono manifestate tendenze autonomiste e secessioniste. Per controllare meglio tutte le contrade "romane" Diocleziano aumenta le divisioni amministrative e gli amministratori: il territorio viene spartito fra due imperatori, cui si associano due vice-imperatori. Tutti e quattro i sovrani, o tetrarchi, vengono forniti di una solida struttura civile e militare alle spalle, più organizzata e meritocratica che in passato. Le armate imperiali finalmente riescono a respingere gli assalti nemici.
Dopo le conquiste l'impero romano aveva incontrato una lunga fase di stabilità, nel I e II secolo, che è quella più rappresentativa del concetto di "impero romano". Ma in realtà i vecchi proprietari terrieri, i nobili senatori erano riusciti a mantenere parte del loro antico potere. Nel II e III secolo, l'impero viene minacciato da una crescente pressione esterna e perde la sua supremazia militare. Ufficiali e imperatori provenienti dai ranghi, mentre si difendono dai germani, spazzano via ciò che restava degli antichi privilegi senatoriali.
Nel IV secolo, il senato, che aveva conquistato tutto il mondo nella fase repubblicana (509-31 a.C.) e successivamente promosso un impero di città "libere" governato dai "migliori per nascita", è ormai del tutto privo di poteri. Resta solo come un'appendice inutile e fino al V secolo sarà una struttura totalmente parassitaria. A parte il cambio di classe al potere, ciò che cerca di fare Dicoleziano è una ristrutturazione che unisca le nuove esigenze di riforma militare e sociale con la vecchia tradizione greco-romana, ispirata a una filosofia razionale. Ma lo scontento della popolazione non diminuisce e la pressione del nemico nemmeno. Lo spirito dei tempi avanza inarrestabile. |
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La nuova mentalità è quella monoteista, diffusa in tutto l'impero dai seguaci di Gesù, detto il Cristo (la parola greca per l'ebraico Messia). Anche il cristianesimo, però, si è trasformato. Dalle origini "pacifiste" le cose sono molto cambiate e nel IV secolo, cresciuta la struttura organizzativa, la nuova religione si rivela tutt'altro che una forza spirituale non-violenta. Fra l'altro i cristiani, assieme ad altri monoteisti, militano anche nell'esercito. A un certo punto, nel 312, si svolge una vera e propria battaglia armata, in cui gli scopi politici e religiosi si equiparano. I successori di Diocleziano, difensori dello stato e della spiritualità antica, vengono sconfitti da Costantino, il "rivoluzionario", il "nuovo che avanza", colui che ha capito come andranno le cose in futuro. |
La diffusione della militia christi | |
Le nuove fondamenta della società, caratteristiche del «medioevo», europeo e bizantino, vengono poste in questo momento, e dureranno per più di mille anni, fin quasi ai giorni nostri. L'uomo della "tarda antichità", crollato il governo delle realtà locali, avversato dallo stato o dai nemici esterni, persa la fiducia nelle proprie possibilità di affermazione, si affida all'idea che l'individuo possa sopravvivere, o vivere, almeno dopo la morte. La fede e la speranza di salvezza religiosa penetrano nella mente umana. Il fatto che credenze e dubbi siano controllati e diretti da una vasta organizzazione, la chiesa cattolica, sembra del tutto secondario e ovvio. Dato che questa è la volonta di Dio. Dato che, insomma, è una forza di ordine superiore a governare la natura degli eventi.
Anche prima della nascita di Cristo la gente, oppressa dallo stato e dai nemici esterni, soprattutto in oriente, richiedeva «salvezza», o pace. Con l'avvento dell'impero si è avuto un periodo di "pace sociale" e sicurezza interna, durato due secoli e che ha portato all'unificazione della civiltà greco-romana. Nel terzo secolo, all'arrivo di nuovi nemici, l'organizzazione aristocratica delle città autonome, già in crisi dalla fondazione dell'impero, si è totalmente sfaldata. La cultura espressa attualmente nelle città – pallide ombre delle città-stato antiche – non offre più alcuna sicurezza, né sociale, né economica, né religiosa. Le esigenze globali prendono il sopravvento su quelle locali.
Nel quarto secolo, mentre l'impero diventa un "vero e proprio impero", all'orientale, cioè gerarchico e burocratico, la chiesa riempe il vuoto sociale offerto dalle carenze della struttura urbana in disfacimento. Si affermano monarchia e monoteismo. Si passa da tanti Stati a un solo Stato. Da tanti dèi a un solo dio. Lo stato si è ingrandito e la romanità è diffusa in tutto il mondo. La religione, offrendo un regno spirituale eterno, ha gratificato l'intimo bisogno di fiducia nel proprio essere, necessario ad ogni uomo, od organizzazione di uomini, per poter andare avanti. |
Il tentativo di salvare l'impero 284. La carriera militare viene nettamente separata da quella civile e la gestione dello Stato affidata a un nuovo apparato amministrativo. Per la prima volta nella storia uno stato si occupa del bilancio economico annuale. 312. Le esigenze religiose prendono il sopravvento sulla conduzione politica. Gli imperatori accettano che il cristianesimo sia più diffuso del vecchio politeismo. Cronologia (in questa finestra)
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