Il tramonto dell'impero (193-610)


Mutazione di mentalità 

 


Culti e cultura fra antichità e medioevo

 

 

Glossario

Cronologia

Atlante

 

 

 

 

Confronta

La storia di una lunga agonia (193-476)

 

La crisi economica del mondo romano

 

I nemici dell'impero: germani, persiani e nomadi asiatici

 

 

 

 

La nuova religione

 

Lo sviluppo delle prime comunità cristiane 33-144

 

Le prime piccole "comunità di accoglienza" erano in netta e dichiarata antitesi con la società romana. Come tutte le religioni che si opponevano al potere imperiale, anche quella cristiana fu oggetto di repressione, con frequenti condanne a morte.

Nel terzo secolo la cultura classica, politeista, era al tramonto. Anche nel mondo non cristiano si diffuse una tendenza al monoteismo.

A partire dai primi tempi dell'impero, nel primo e secondo secolo, gli intellettuali avevano organizzato e unificato tutto il pensiero cresciuto nella vasta area ellennizzata e romanizzata, dando vita a una filosofia "sincretica". Nel periodo in cui inizia la crisi dell'impero, l'estensione della cittadinanza romana a tutti i popoli conquistati (212) testimonia l'unità raggiunta dalla civiltà antica nel III secolo dell'era cristiana. 

In quest'epoca di guerre e militarizzazione la cultura "pagana" si distribuì universalmente, o "democraticamente", nei vasti territori imperiali. Tutti adesso erano "romani", ma la romanità e la classicità erano già in declino. Se la struttura politica traballava, le parole d'ordine divennero concordia, armonia ed unità. Nei circoli politici e intellettuali, come nelle comunità religiose, si parlava spesso di "potere unico", ovvero di monarchia, di regno, di unità. Così come si aspirava all'unificazione civile dell'impero, si ricercava anche l'unificazione della sfera intellettuale e della sfera divina. 

Da una parte tutto questo era in evidente contrasto con l'antica cultura delle città-stato, la cultura tradizionale, poli-teista ed aristocratica. Ma la mentalità generale non era ancora totalmente monoteista, né cristiana. Si può anzi dire che nel II e III secolo i "romani" giunsero ad elaborare una propria cultura autonoma, che si differenzia e si pone come separazione fra la vecchia mentalità greco-romana e quella "nuova" monoteista e cristiana. Tale cultura fu comunque la prosecutrice della cultura ellenistica che già tendeva ad essere ecumenica, una parola greca che significa "diffusa in tutto il mondo conosciuto". La cultura romana fu dunque sincretica per definizione e tendeva ad unificare religione e filosofia, politeismo e monoteismo.

Sebbene a volte fosse necessario uno sdoppiamento del potere politico, con la presenza di un co-imperatore, in generale si difendeva il mito di un solo impero e un solo sovrano. Il pensiero unificato derivava in buona parte da quello dei greci, ma aveva subìto influssi anche dalle teorie "magiche" egiziane e dalle religioni orientali. Così, nonostante si propagandasse una cultura dell'uomo, già alcuni imperatori del passato avevano cercato di farsi adorare come dèi, "all'orientale". 

Il cristianesimo si opponeva sicuramente e palesemente alla cultura dominante, ma d'altra parte anche i suoi intellettuali erano impegnati nella rielaborazione dei sistemi filosofici ellenici e nella loro unificazione col monoteismo. 

Molti intellettuali "classici" avevano nettamente separato la loro filosofia dalla religione, affermando esplicitamente che gli dèi non esistevano. Ma nel III secolo la società intera fu pervasa da uno spirito religioso talmente forte che i vecchi culti, per nulla sopiti, si ridestarono, si trasformarono e si unificarono anch'essi, rispondendo in modo creativo alla sfida monoteista. Ma, proprio quando il monoteismo divenne un fenomeno di massa, gli imperatori reagirono in modo aggressivo e perseguitarono i cristiani violentemente quanto in passato. 

Quando Costantino si pose alla testa del movimento monoteista, all'inizio del secolo successivo, ci fu ancora una fase di discussione fra intellettuali di ogni categoria e di ogni confessione religiosa. Alla fine del IV e nel V secolo, però, la crisi multilivello dell'impero arrivò a un grado talmente alto da portare sconforto in ogni settore: militare, politico, civile, economico e culturale. Per l'uomo non sembrava esserci più alcuna speranza in questa terra. L'unica salvezza era in Cielo. Il cristianesimo divenne l'unica religione legale. La Chiesa divenne intollerante e autoritaria. La lotta alle idee divenne fondamentale per la gestione sociale. La libertà di pensiero fu resa impossibile.

   
La crisi della cultura greco-romana
Le correnti di pensiero del Mediterraneo orientale
La filosofia sincretica: sintesi di culti e cultura 

 

La diffusione del cristianesimo

La "militia christi" 145-260

La diffusione del cristianesimo fu favorita dal fatto che anche fra i "pagani" si svilupparono esigenze di natura intima od emotiva, come la preoccupazione per l'anima e la sua salvezza nell'oltretomba. 

A differenza delle altre, l'organizzazione sacerdotale cristiana fu molto capillare, e si occuppò dell'assistenza agli emarginati e dell'insegnamento. Il pensiero cristiano era sempre stato "contro-corrente", in netta opposizione allo stato. In seguito ai violenti tentativi di eliminarlo dalla faccia della terra, però, la Chiesa non potè far altro che adattarsi alla convivenza con la realtà terrena. Così, sempre più volentieri, anche funzionari imperiali e gli stessi militari, già attratti da vari culti monoteisti orientali, poterono professare il cristianesimo e affidarsi alla nuova organizzazione.

 

   L'incontro con lo Stato 260-373

 

Grazie al sostegno che offriva alla popolazione, scarsamente tutelata dalla politica imperiale, la Chiesa - sebbene avversata da alcuni governi - si guadagnò il ruolo di una grande istituzione sociale.  

 

Ormai diventata una forma di "controllo sul popolo", quando il principe Costantino decise di sostenerne la causa contro i vecchi imperatori politeisti, ci fu un vero e proprio scontro armato. Grazie alla sua enorme diffusione, e all'abilità militare del principe e generale balcanico, la nuova religione riuscì a sconfiggere il vecchio stato.

   
 
  Il trionfo della Chiesa 373-476

Dopo la svolta di Costantino a favore del cristianesimo, la nuova organizzazione monoteista divenne una struttura legalmente riconosciuta. Fin da subito le furono assegnati compiti di gestione della popolazione. E in breve tempo prese le redini di un impero - almeno in occidente - ormai fuori controllo. 

A livello militare, gli imperatori non riuscirono più ad arginare l'irruenza delle popolazioni germaniche e asiatiche, così come a livello sociale non poterono fermare la richiesta di una giustizia migliore, "più giusta", assoluta, in qualche modo divina. 

Da secoli le guerre avevano sconvolto gli abitanti dell'impero, l'insicurezza si annidava negli animi e la repressione governativa aveva fatto crescere la diffidenza verso la vecchia cultura e i vecchi valori. L'unica speranza era il nuovo Dio unico e la salvezza, almeno nell'al di là.

 

 

 

Approfondimenti

  Dispute, controversie teologiche ed eresie