Il tramonto dell'Impero Romano (193-476) 


Dizionario dell'impero

 

Atlante

Cronologia

 

a

aerarium erario, il tesoro dello Stato, inizialmente in mano al senato ma praticamente sotto controllo imperiale.

aderatio conversione in moneta di tasse che lo stato richiede in natura. Durante la crisi del III secolo i cittadini preferivano pagare le imposte in moneta, sempre più svilita, piuttosto che in beni naturali. Sempre più spesso, infatti, lo stato richiede come tassazione la consegna di grano, cavalli, etc. oppure delle prestazioni lavorative.

ala reggimento di cavalleria da 500 o 1000 uomini (circa). Chiamato così perché tradizionalmente stava alle ali del corpo centrale dell'esercito, nello schieramento di battaglia. Nel tardo impero tale termine divenne desueto.

annona specificamente: raccolto annuale di frumento. Era una tassazione in natura per scopi militari, già adottata anche precedentemente, che prese piede in maniera evidente sotto Severus (193-211). Ogni anno dovevano essere raccolte le scorte di grano per l'esercito e per le distribuzioni gratuite a Roma. Se non disponeva di grano, si poteva pagare in contanti oppure si veniva coscritti nell'esercito.

antoniniano moneta d'argento nominalmente da 2 (o quattro) denari (ma contenente in proporzione meno argento). Chiamato così perché emesso da Caracalla, il cui vero nome era Marco Aurelio Antonino. Un nuovo antoniniano con un differente rapporto rispetto al denario fu coniato nel 274 da Aurelianus. Vedi La crisi economica.

aquila simbolo dell’esercito romano, indicante forza e astuzia.

arvali uno dei 4 ordini di augures, sacerdoti tradizionali romani

arùspici "indovini". Sacerdoti, di origine etrusca, che predicevano il futuro analizzando le viscere di animali. (Simili, ma da non confondersi con gli auspici.)

asse "lira di rame". Unità di misura economica e ponderale. Deriva dal latino aes = rame (inizialmente le "monete" erano lingotti di rame, in teoria del peso di una libbra, cioè 327 grammi). Un asse è la quarta parte di un sesterzio. Quindi 4 assi fanno 1 sesterzio. Durante l'impero l'asse è del tutto privo di valore. Almeno dal II secolo i prezzi vengono calcolati in denari. Con riferimento al peso, un asse equivale a una libbra, cioè circa 327 grammi.

assolutismo "dittatura" o "monarchia".  Comando assoluto, cioè unico e senza limitazioni. Termine storiografico che indica la dottrina e il sistema politico in cui il potere del monarca corrisponde alla sua volontà, al di là di controlli giuridici e parlamentari (riferito in particolare al 1600-1700).

assumere la porpora "farsi eleggere imperatore". Dal III secolo in poi il mantello rosso (o di porpora) tipico dei comandanti militari venne riservato esclusivamente all'imperatore. Da qui l'espressione idiomatica.

augurale la parte destra della tenda del generale (legatus), dove si prendevano gli auspici, cioè si consultavano gli indovini che predicevano il futuro osservando il volo degli uccelli, il canto o il loro modo di mangiare.

àugures  sacerdoti della religione tradizionale romana. Si può tradurre come "divinatori", "indovini", o "profeti".  Interessante la connessione col verbo augeo, con significato di "crescere, fecondare, arricchire", che rimanda contemporaneamente alla potenza creatrice della terra e all'importanza di saper prevedere il futuro. Ne esistevano 4 ordini diversi (aruspici, auspici, flamini, arvali).

augusto “sovrano”.  Etimologicamente: “aumentato”, potente, sublime, degno di venerazione. Come augures connesso al verbo augeo, con significato di crescere, fecondare, arricchire. Appellativo di Ottaviano, comandante supremo dell'esercito (imperator) che fondò l'impero (auctor novi status: 27 a.C.-14 d.C) e, patteggiando col senato - rappresentante la nobilità di sangue, riunì in sé più cariche repubblicane. Al termine di una lunga guerra civile Ottaviano venne riconosciuto dal senato come “primo cittadino” (princeps) di Roma e legittimo “sovrano” (augustus). L'istituzione di "Augusto" dava vita a quella  monarchia che gli aristocratici romani avevano sempre detestato. Ad ogni modo gli imperatori dei primi due secoli dovettero rispettare la ricchezza e la tradizione della civilitas fondata dai senatori. I romani, in generale, erano diffidenti sia nei confronti del rex sia nei confronti della esagerata religiosità orientale. Il titolo di augustus, però, aveva sia un'evidente aurea regale sia un'evidente aurea di sacralità: ricordava infatti la fondazione di Roma da parte di Romolo. Ottaviano si mostrava come un nuovo Romolo (auctor novi status), da onorare e venerare per le sue gesta risolutive. Anche se per la mentalità pratica latina non poteva in alcun modo essere considerato una divinità spirituale, Augusto promosse il culto della sua persona e della dea Roma in tutto l'impero, soprattutto in oriente. L'appellativo passò ai suoi successori, i quali assunsero costantemente anche la carica militare di imperator e molti altri titoli come, per esempio, caesar oppure dominus. Con l'avanzare del II e del III secolo augustus si contrappose proprio a caesar, che iniziò ad assumere l'accezione di “imperatore giovane” o, se vogliamo,  “principe ereditario”.

aureo o aureus “pezzo d’oro” o “moneta d'oro” (nummus aureus) equivalente nominalmente a 25 denari (o 100 sesterzi, o 400 assi).  Nel III secolo d.C. le zecche coniarono denari il cui contenuto di argento scese dai 12 grammi iniziali fino a 1 grammo finale. Così nel 260 un aureo valeva almeno 400 denari. Dopo la crisi economica, sotto Costantino (313-337) gli aurei furono sostiuiti da una nuova unità di misura, il solidus aureus

ausiliari  “battaglioni provinciali”, in latino auxilia.  Corpo dell'esercito romano reclutato - nel primo impero - fra le popolazioni sottomesse non ancora assimiliate ("provinciali"). Gli effettivi degli auxilia ammontavano a circa 100.000 - 150.000 uomini ed equiparavano nel numero il contingente dei legionari. Soprattutto all'inizio dell'impero gli ausiliari erano obbligati a prestar servizio, mentre i legionari erano volontari reclutati fra gli uomini aventi cittadinanza romana, in maggior parte italiani. Il corpo non fu mai suddiviso nelle grosse unità di 6000 uomini tipiche delle legioni, ma solo in battaglioni di 500-1000 uomini circa, le coorti di fanti e le ali di cavalleria. La loro funzione non era quella di essere richiamati al momento del bisogno, come il termine ausiliario farebbe supporre: erano invece sempre presenti sul campo di battaglia - attaccavano per primi - e rispondevano agli ordini dello stesso comandante di legione (legatus) di quel settore strategico (ogni provincia aveva da 1 a 3 legioni). La cittadinanza romana era l'ambìto privilegio acquisito al termine della carriera negli auxilia. Fin dal II secolo però anche negli ausiliari si arruolavano uomini, che già erano cives romani. Dal III secolo in poi, con l'unificazione civile di tutti gli abitanti dell'impero (212), la differenza fra " legionari = cittadini romani" e " ausiliari = provinciali" divenne obsoleta. Volendo, tutti potevano arruolarsi nelle legioni, che avevano un orientamento più professionale e garantivino una paga più alta, ma c'era chi preferiva gli auxilia, proprio perché a tal corpo era concessa una preparazione più morbida. Intanto, col termine delle conquiste (117), e con l'inizio di una lunga strategia difensiva, si andava costituendo la nuova divisione reale che verrà istituzionalizzata solo nel IV secolo: quella fra l'esercito di manovra (il futuro comitatus) e le guarnigioni fisse di frontiera (limitanei).

auspici (da aves-spes) “indovini“ che predicevano il futuro osservando il volo degli uccelli, il loro canto o il modo di mangiare. Sacerdoti tipici del periodo arcaico, anche durante l'impero accompagnarono le legioni in battaglia. (Simili, ma da non confondersi con gli aruspici.)

autocrazia "governo di sé stessi", sinonimo di potere personale, unico, assoluto, monarchia.

auxilia fino al III- IV secolo con questo nome si indicava il corpo militare degli ausiliari, battaglioni dell'esercito reclutati nelle province (vedi). Nel IV secolo, dopo che  la distinzione fra legionari cittadini e ausiliari provinciali era definitivamente sparita, sotto Costantino (312-337) si utilizzarono nuove unità (piccoli battaglioni) con questo nome che avevano il ruolo effettivo di ausiliari dell'esercito, cioè venivano richiamati solo al momento del bisogno.

 

b

 

basilica nei primi tempi dell'impero era una specie di “tribunale imperiale” o “reggia” (dal greco basilikè): grande edificio pubblico dove si riunivano le personalità per le discussioni d'affari e dove venivano svolti i processi, una sorta di forum al coperto. Da Costantino (312-337) in poi fu riservato alle funzioni religiose.

c

 

caesar vedi cesare.

 

castra peregrina “palazzo dei forestieri” (sudditi di Roma).  Accampamento fortificato costruito in Roma per ospitare battaglioni di ausiliari (provinciali), divenne poi la sede dei frumentari, un corpo di intelligence.

centuria “compagnia”. Unità dell'esercito formata da 80-120 uomini, a seconda delle epoche.

centurione ufficiale dell’esercito il cui grado variava più o meno da “capitano” a “colonnello”. Il centurione della centuria comandava 80-120 uomini. Il centurione della prima centuria della coorte (centurio pilus prior), dirigeva tutta la coorte, quindi era a capo di 480-1000 uomini e si può paragonare a un moderno “maggiore”. Infine il primo centurione della legione, chiamato primus pilus, probabilmente dirigeva sul campo circa 6000 uomini, ed è assimilabile a un “colonnello”. I ruoli erano ben delineati, legalmente riconosciuti e meritocraticamente retribuiti. I plebei (humiliores) fino a metà del III secolo dopo Cristo non potevano per leggere superare il grado di "colonnello". Per l'attenzione che gli dedicò la letteratura di allora, la figura del buon vecchio centurione è una delle principali icone del periodo classico (II sec. a.C. - II d.C. circa)

centurione pilus prior  più o meno “capitan maggiore”, comandante della prima centuria di tutta la coorte (ufficiale a capo del battaglione di 480-1000 uomini).

centurione primipilo o primus pilus  si può tradurre come “maggiore capo” o “tenente-colonnello” o “colonnello”. Il centurio primus pilus era il comandante della prima centuria della prima coorte di ogni legione. Il significato etimologico è proprio simile a quello di “colonnello”:  il primo armato di lancia, come “ quello che sta davanti alla colonna”. Il primus pilus era tradizionalmente (fino al II secolo) il più alto grado cui potessero aspirare le persone di umili origini divenuti centurioni. Nel corso del III secolo, sparita la distinzione fra senatori, cavalieri e plebei, tutta la carriera divenne accessibile anche ai contadini o ai nullatenenti. L'esercito era ormai formato da professionisti del mestiere. Sembra che in battaglia i primipili svolgessero effettivamente il ruolo di “colonnelli”: in casi operativi erano probabilmente a capo dell'intera legione. Durante il primo impero, i tribuni, che nella gerarchia corrispondevano al grado successivo, quello di “colonello comandante di reggimento”, al contrario, più che dei militari altamente esperti, erano dei membri della classe senatoriale che facevano le prime esperienze nell'esercito, a causa del corso obbligato della carriera da "cittadino".

cesare nel tardo impero: “imperatore giovane” nel senso di “principe erede al trono”. Nome proprio del generale (100-44 a.C.) che cercò di abbattere la repubblica, dapprima assunto come titolo generico, nel III secolo divenne l'appellativo specifico dell'erede al trono. Sotto Diocleziano (284-305) ci furono due imperatori augusti e due imperatori cesari.

cinghiale simbolo di molte legioni, indica forza e mistero.

clan termine celtico che indica un gruppo di persone derivanti da un antenato comune e che hanno usi e tradizioni comuni. Dovrebbe corrispondere alla gens romana e alla sippen germanica, gruppo sociale a metà strada fra la famiglia e la tribù.

clienti  1. "vassalli" (individui dipendenti o sottomessi a un capo).  Cittadini romani che per legge o consuetudine dovevano trattare affari con un patrono.

clienti 2. stati sovrani alleati dell’Impero (stati vassalli).

cohors vedi coorte

colonia città fondata da Roma per insediarvi veterani come coloni, ossia cittadini con a disposizione un pezzo di terra. Nei primi secoli dell'impero alcune città preesistenti assunsero il titolo onorifico di Colonia Augusta. Vedi anche colono.

colono dal III secolo divennero coloni tutti quelli cui era affidato un pezzo di terra da coltivare. Siccome i medi proprietari erano sempre di meno, il termine divenne sinonimo di contadini. Vedi anche colonia. Confronta La crisi economica.

comes letteralmente "compagno", usato anche nel senso di "accompagnatore", finirà poi per significare "conte". Prima era un nome ufficiale usato dagli accompagnatori di alcuni magistrati. Dal III secolo in poi fu sempre più spesso usato per i titoli militari e poi per quelli di governo. Nel IV secolo c'erano, ad esempio, un "conte della costa sassone" (comes litoris saxonici) che era il comandante militare adetto alla difesa contro i pirati sassoni, e poi un "conte delle sacre elargizioni" (comes sacrarum largitionum), che era un ministro con varie mansioni finanziarie e di controllo. Nel IV e V secolo i comes erano praticamente i comandanti generali di divisione, avendo a disposizione le truppe stanziate nelle diocesi.

comitatenses unità del tardo impero, costituenti il comitatus.

comitatus uno dei due corpi principali in cui fu diviso l'esercito, dal tempo di  Costantino (313-337) in poi. Il termine era usato da parecchio tempo per identificare il “seguito” dei capi germanici, e i comitatensi assunsero la medesima funzionalità di “truppe mobili” al seguito dell'imperatore, ovvero riserva strategica, pronta ad entrare in azione nel momento cruciale. Confronta con limitanei, l'altro corpo principale del tardo impero.

consilium principis consiglio privato dell'imperatore che acquistò ufficialità nel III secolo. I membri, forse, si riunivano seduti intorno a un tavolo. Nel tardo impero il consilium diventa così importante da essere considerato il “consiglio generale dello Stato”.

consolare cittadino di altissimo rango della classe senatoriale, che aveva già svolto il ruolo di console. 

console massima tappa della carriera senatoria come magistrato annuale della repubblica (509-31 a.C.). Verso la fine della repubblica, furono stabilite delle regole fisse per la carriera senatoria. L'età richiesta per essere console (aetas consularis ) fu stabilita a 43 anni. A Roma - anche durante l'impero - si indicava la data attraverso il nome dei due consoli, che erano diversi per ogni anno. Vedi anche proconsole.

coorte suddivisione di una legione. Unità militare, in latino cohors, composta da circa 480-1000 soldati. Si può considerare un  “battaglione” di fanteria (o “reggimento” se la legione è una “divisione”). Nel tardo impero anche la cavalleria fu divisa in cohortes ( “reggimenti” di 120-720 cavalieri). Principale unità tattica, cioè nella disposizione sul campo di battaglia, divisa in 6-10 centurie, era comandata dal centurio pilus prior (“maggiore”). Il comandante della prima coorte della legione era il centurione primipilo (“colonnello”) che dirigeva sul campo tutti i battaglioni del reggimento (legione).

corrector "governatore". Titolo utilizzato dal III secolo in poi.

d

denario o denarius "pezzo d’argento" o "moneta d’argento" molto diffusa all'inizio dell'impero. 25 denari valevano 1 aureo ("pezzo d'oro"). 1denario vale 16 assi di rame.  Conteneva circa 4 grammi d’argento, che però diminuirono notevolmente col passare degli anni. Sotto Gallieno (260-268) il denario si svalutò ulteriormente: il contenuto d'argento scese dal 20% al 5%. Il resto era rame. Vedi La crisi economica.

diocesi nuovo raggruppamento amministrativo creato da Diocleziano (284-305) che comprendeva un certo numero di province. Il nome significa "circoscrizione". In estensione corrispondono, vagamente, alle odierne nazioni. Erano affidate a funzionari (ai prefetti del pretorio o ai vicari), con compiti intermedi fra i governatori di provincia e i quattro imperatori. All'inizio c'erano 12 diocesi e un po' meno funzionari "vice" (in alcune diocesi comandavano i prefetti del pretorio). Poi il numero di diocesi fu aumentato.

dirigismo  indirizzo politico che prevede l'intervento diretto dello stato nella vita economica, organizzando le attività produttive e la distribuzione delle ricchezze, al fine di mantenere stabile la struttura sociale. Viene usato spesso per indicare l'operato di Diocleziano (284-305)

 

e

ecumenico "mondiale" o "universale" (da oikumene, in greco "terra abitata") usato soprattutto, ma non solo, in campo religioso, ad esempio per i concilii, ovvero le riunioni dei vescovi. L'idea di formare un'unica "terra abitata", dove tutti i cittadini fossero "uguali", si diffuse già attorno al III secolo avanti Cristo, in seguito alle conquiste di Alessandro detto il Grande, re dei macedoni, che in pochi anni arrivò dalla Grecia fino in India.

editto ordinanza, o decreto legge, emessa da un'autorità pubblica (in special modo l'imperatore) con validità immediata. Spesso redatto su una tavola di legno e appeso in tutte le città, indicava la volontà dell'imperatore, in generale. Poi era compito dei governanti locali applicare tale "decreto legge" nel rispetto del codice vigente.

ellenico termine che dovrebbe riferirsi alla Grecia ("Hellas" in greco) in senso stretto, ma che può essere utilizzato come sinonimo di ellenistico

ellenistico "di cultura greca in senso esteso", cioè riguardante la politica, la cultura e la mentalità del territorio grecizzato nell'antichità, che nel IV sec. a.C. fu esteso da Alessandro Magno fino alla Mesopotamia e l'Egitto e che successivamente, fra III sec a.C. e I d.C. fu conquistato dalle legioni di Roma. In termini storiografici i tre secoli che vanno dal III avanti Cristo all'anno zero sono una fase politica e culturale "intermedia" fra il mondo greco "classico" e il mondo romano, la cui cultura, in senso ristretto, si può considerare totalmente greca o di ispirazione greca. Infatti prima del III secolo a.C., prima cioè che i romani venissero in contatto con la civiltà della Magna Grecia, a Roma non fu prodotto alcun tipo di attività culturale che andasse al di là della tradizione orale, che si esprimeva soprattutto in satire sferzanti. Fra parentesi un aspetto interessante dei romani e degli italiani è che sanno scherzare su di sé da quasi tre millenni. Nonostante la pomposità e formalità delle cerimonie, anche quando ricoprivano cariche di potere assoluto, i romani erano ironici e sapevano - tendenzialmente - accettare le critiche.

eresia dottrina religiosa contraria a una verità di fede sostenuta dalla chiesa ufficiale, e quindi non ammissibile all'interno della cultura e della mentalità dell'organizzazione ecclesiastica. Inizialmente significava "scelta", "opinione diversa" e non aveva carattere negativo. Vedi Eresie e diatribe teologiche

 

f

flamines  il più importante fra gli ordini sacerdotali romani. Pregava Giove, Marte e Romolo. Il nome deriva forse da flare (soffiare) in quanto tradizionalmente questi sacerdoti provvedevano a ravvivare il fuoco sacro, soffiando alla base dello stesso.

 

g

 

h

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Nota alcune definizioni non sono traduzioni letterali, ma al contrario un'interpretazione e una spiegazione del significato in chiave medievale o moderna. Questo è stato fatto perché a volte, a seconda dell'uso fatto dei termini nel corso dei secoli, l'attuale parola italiana che coincide col termine latino ha assunto un significato del tutto diverso.

Confronta

 

Le diatribe teologiche e le 'eresie'

 

I nemici dell'Impero: germani, nomadi asiatici, persiani

Popoli e territori

alamanni o alemanni tribù germanica, che si sviluppò nel III secolo d.C. e raccolse attorno a sé altre tribù - fra cui gli suebi (o svevi) - abitanti nei territori della attuale Germania meridionale. Il loro nome significa "tutti gli uomini". Nel III secolo gli alamanni compirono numerose incursioni verso la Gallia e l'Italia. Alcuni passarono il Reno coi franchi nel 406, stabilendosi in Spagna. Altri rimasero nelle terre originarie, dando il nome alla attuale regione tedesca della Svevia. 

alani popolazione iranica (di lingua indoeuropea) appartenente al gruppo dei sarmati. Si insediarono nel territorio a nord del mar Nero nei primi tre secoli dopo Cristo, succedendo in queste terre a sauromati, iazigi e roxolani (tutti della medesima stirpe sarmatica), e precedendo gli unni, coi quali si scontrarono nel IV secolo. Alcuni alani furono sottomessi, altri migrarono in Gallia e in Spagna nel 406 o si dispersero per l'Europa. L'ultimo gruppo conosciuto di alani (e di sarmati) fu quello che penetrò in Italia nel 464 e fu sconfitto dal generale Ricimero.

angli

aorsi tribù iranica minore appartenente al gruppo dei sarmati.

burgundi popolazione che parlava un dialetto germanico orientale. Giunse sul Reno verso la metà del IV secolo. Una parte di essi passò il Reno nel 406 e si stanziò come alleata di Roma nelle terre immediatamente adiacenti al fiume. Nel 461 occuparono Lione ed estero il loro dominio nella Gallia centro-meridionale. Il regno che costituirono dopo la caduta dell'impero fu conquistato dai franchi nel 532. Importante la lex burgundionum, codice giuridico di precoce redazione.

Ercinia, selva la Foresta Nera, in Germania.

franchi gruppo di germani occidentali. Erano una confederazione di varie tribù (fra cui i chatti) formatasi attorno al 250 d.C. Alcuni di essi si arruolarono nell'esercito romano e a lungo difensero l'impero, rimanendo nei territori del medio Reno. Altri migrarono nella Gallia Belgica, altri nella Gallia meridionale. Verso il 476 i franchi erano suddivisi in due gruppi principali: i "ripuari" e i "salii".

Dalmazia territorio corrispondente alla costa slava che si affaccia sul Mar Adriatico. Vedi l'atlante.

goti tribù germanica che assunse notevole importanza nel III secolo d.C. Dalle sponde del Mar Nero compirono numerose incursioni contro le città dei Balcani e dell'Asia Minore, divenendo in breve tempo abili anche nella pirateria. Sconfitti pesantemente dall'imperatore Claudio II (268-270), si ammansuirono e si stabilizzarono politicamente, differenziandosi in due entità separate, i visigoti e gli ostrogoti. Vedi Guerrieri goti (196-300).

iazigi popolazione iranica (di lingua indoeuropea) appartenente al gruppo dei sarmati. Si insediò nel territorio a nord del Danubio fra il III secolo avanti Cristo e il II dopo Cristo. Alleati coi romani nei primi due secoli di pax romana, invasero l'impero assieme a marcomanni e roxolani sul finire del II secolo d.C. Sconfitti, furono insediati come contadini in Illyria e in Italia settentrionale.

Illiria o Illyricum territorio comprendente la penisola balcanica, la ex-jugoslavia, Albania, Serbia, Dalmazia, parte della Bulgaria e a volte anche Grecia e Macedonia. Confina a nord col Danubio. Deve il suo nome alla prima tribù che i romani incontrarono in questa zona quando la conquistarono. Vedi l'atlante.

illiri popolazione di lingua indoeuropea (analoga per classificazione a germani, celti e alcuni italici) abitante la zona fra Danubio e Balcani fino alla conquista romana, avvenuta prima della fase imperiale.

marcomanni antica tribù germanica, conosciuta sin dal I secolo d.C. sotto la protezione degli svevi. Interruppero per primi - in modo serio - la pax romana avviando nel 166 un lunghissimo periodo di migrazioni verso ovest. Nel III secolo una parte di essi confluì nell'esercito imperiale e un'altra probabilmente infoltì le schiere degli alamanni.

ostrogoti tribù di goti che nel III e IV secolo abitavano a est del fiume Dnstr (Tyras per i romani), in Ucraina. Insieme ad altri goti compirono numerose incursioni nei Balcani, in Grecia e Asia Minore. Nel 372 furono assorbiti dagli unni e combatterono contro i fratelli visigoti. Successivamente diedero vita a diversi reami, anche in Italia, ma tutti destinati a scomparire. Dopo che nel 552 il re Teia fu ucciso in battaglia dai romani d'oriente (bizantini), i superstiti si fusero con altre genti e scomparvero dalla scena storica. Vedi Gli ostrogoti (300-552).

Pennino, monte Alpi pennine.

roxolani o rossolani popolazione iranica appartenente al gruppo dei sarmati, che si insediò nel territorio a nord del Danubio fra il III secolo avanti Cristo e il II dopo Cristo. Inizialmente alleati coi romani - nei primi due secoli di pax romana - in seguito invasero l'impero assieme a marcomanni e iazigi sul finire del II secolo d.C. Sconfitti, molti di essi furono insediati come contadini in Illyria e in Italia settentrionale.

sarmati nome comune di antiche popolazioni iraniche (di lingua indoeuropea) - conosciute fin dal V sec. a.C. - che si insediarono nel territorio a nord del mar Nero mentre si formava l'impero romano. Tipici cavalieri combattenti, usavano sia l'arco sia il kontos, la lunga lancia a due mani, il cui uso fu introdotto nell'impero verso il IV secolo d.C. Comprendevano probabilmente le tribù di sauromati, alani, aorsi, roxolani, iazigi. 

sassoni

sauromati antica tribù di sarmati conosciuta fin dal V secolo a.C. Mentre nel III sec. a.C. roxolani e iazigi avanzarono verso l'impero, i sauromati restarono nelle pianure dell'Ucraina, finendo - molto più tardi - per essere assorbiti dagli unni (nella seconda metà del IV secolo).

slavi grosso gruppo di popolazioni indoeuropee (gruppo analogo a quello di germani, celti, illiri, sarmati e altri), caratterizzato da una lingua ancestrale comune. Partendo dalla Russia le prime tribù conosciute dalla storia scritta arrivarono sul Danubio attorno al 500 d.C. Mentre alcuni popoli si muovevano verso gli Urali,  a est, altri assieme ai nomadi delle steppe continuarono a spingere i germani verso ovest, occupando le loro sedi nell'attuale Polonia e anche più a sud incontro al Danubio. Verso il 580 le tribù meridionali completarono la loro penetrazione nell'impero romano, stabilendosi definitivamente nella penisola balcanica.

suebi o svevi popolazione che aveva il predominio sulle tribù germaniche durante la formazione dell'impero (I sec. a.C.). Stanziata nella attuale Germania meridionale comandava anche su marcomanni e quadi. Nel III secolo d.C. prese importanza in queste terre il gruppo guerriero degli alamanni che eclissò l'influenza diretta degli suebi. Alcuni di loro passarono il Reno assieme ai franchi nel 406, stabilendosi in Spagna. Altri rimasero nelle terre originarie, dando il nome alla regione della Svevia. 

turingi popolazione germanica alleata degli unni. Nel V secolo costituirono un regno nella Germania sud-occidentale, che si estendeva dal magdeburgo al fiume Meno, dalla Franconia all'Elba, dando a questa terra il loro nome. Nel 531, mentre da oriente si stavano avvicinando gli slavi,  i turingi furono sconfitti dai franchi e dai sassoni, che si spartirono il regno.

Tyras nome romano del fiume Dnestr, in Ucraina. Vedi l'atlante.

unni popolazione asiatica che nella seconda metà del IV secolo arrivò in Europa, sbaragliando altre tribù nomadi e i germani stanziati in Ucraina. La loro pressione provocò il movimento di numerosi germani verso ovest, spingendoli spesso oltre il confine Reno-Danubio. Fra il 440 e il 453 formarono una vasta e potente confederazione alla guida di Attila. Sconfitti pesantemente da Ezio, si ritirarono e in breve tempo scomparvero, mischiandosi alle altre genti.

vandali

visigoti goti che nel IV secolo abitavano a ovest del fiume Dnstr (Tyras per i romani), all'incirca nell'attuale Romania. Spesso alleati coi romani, nel 376 si stanziarono all'interno del confine col Danubio. Tradotto tradizionalmente come "goti dell'ovest", il nome forse significa "goti saggi", assunto per differenziarsi dagli altri goti, che compivano incursioni di pirateria in Grecia e Asia Minore. All'inizio del V secolo i visigoti comandanti da Alarico invasero l'Italia e poi, sotto il nuovo re si stabilirono fra la Gallia del sud e la Spagna.

 

i

indictiones  erano delle richieste straordinarie di raccolta di grano (o altre tasse sulla proprietà) adottate nel III secolo per le esigenze dell'esercito. In seguito divennero un'imposta regolare, sempre di natura fondiaria.

 

l

laeti "immigrati". Profughi o prigionieri di guerra stranieri (barbari), che avevano l'obbligo di coltivare la terra e fornire reclute per l'esercito imperiale

 

legato delegato imperiale o luogotenente dell'imperatore. Nella gerarchia militare è il comandante “generale”. Il legatus augusti legionis, infatti, era il più alto ufficiale in grado, che dirigeva l'intero reggimento legionario (5-6000 uomini ai quali bisogna aggiungere circa lo stesso numero di "ausiliari"). Il legatus augusti pro praetore era il governatore di provincia, che fino al III secolo aveva a disposizione le legioni della provincia (da 1 a 3), e nella gerarchia militare può essere paragonato a un “comandante generale di divisione, o di armata”. L'imperatore Gallienus (260-268) abolì del tutto il reclutamento dei "generali" dalla classe nobiliare. L'avanzamento nei gradi dell'esercito avvenne esclusivamente con modalità meritocratica. Furono creati correctores, duces, comites e altri funzionari con compiti analoghi ai vari livelli cui potevano accedere i vecchi legati (da semplice generale di reggimento a generale d'armata con ampia giurisdizione amministrativa)

legionario “soldato corazzato”, membro della legione, nel periodo classico prevalentemente volontario. Dal III secolo in poi il legionario non indossava più la tipica corazza segmentata , ma fu dotato di una comune cotta di maglia, cui si aggiungevano elmo conico, spatha (cioè la spada lunga al posto del gladio), scudo prevalentemente ovale, oltre a vari tipi di lancia. Alcuni contigenti assunsero così un aspetto quasi medievale già dal 235. Vedi anche legione e auxilia.

legione “reggimento”, brigata” o “divisione". Gli imperatori ne ebbero ai propri ordini una trentina, composte da circa 6000 uomini. Il confronto col termine moderno di “brigata” e “divisione” vale per la prima fase imperiale (I-III secolo d.C.) e anche per la precedente fase tardo-repubblicana (dal III sec. a.C. in poi).  Quando Roma era un villaggio, la legione era tutto l'esercito (da legio = scelta, leva). Ai tempi della monarchia (753-509 a.C.) i romani erano divisi in tre gruppi (tri-bù) e formarono tre legioni. Da Diocleziano (286-305) e Costantino (313-337) in poi le legioni non furono più dei grandi reggimenti: al contrario erano molto più piccole, formate da circa da 1000-1500 effettivi, e a volte anche poche centinaia, finendo per essere dei piccoli reggimenti o dei grossi battaglioni. Confronta con ausiliari.

limitanei “truppe di guarnigione”, truppe fisse di confine: uno dei due corpi in cui fu diviso l'esercito da Costantino (313-337) in poi. Erano chiamate anche riparienses o ripenses, cioè truppe stanziate lungo i fiumi. Confronta con comitatus.

 

libbra unità di peso equivalente a circa 330 grammi, ma a volte anche di più (da lira = bilancia).

 

m

magister militum letteralmente "maestro dei soldati", era una specie di "ministro della guerra", un vero e proprio comandante supremo delle forze armate che dirigeva le operazioni anche sul campo di battaglia. La carica fu usata a partire dalla seconda metà del IV secolo, e fu spesso ricoperta da uomini di origine settentrionale. Il magister militum sostituiva i compiti militari dei prefetti del pretorio e a volte il suo ruolo fu più importante di quello dell'imperatore stesso, soprattutto in occidente.

n

o

p

pilus prior  vedi centurione pilus prior.

prae- vedi pre-

prefetto "funzionario responsabile", nel senso di "addetto". Tipicamente scelti dall'imperatore, i praefecti, spesso provenienti dall'ordine equestre, avevano compiti ben delineati, per sopperire alle esigenze di amministrazione che gli imperatori mano a mano tolsero alla vecchia aristocrazia senatoria, durante i primi III secoli d.C. Indicativa a questo proposito l'istituzione da parte di Augusto, il fondatore dell'impero, di "province a statuto speciale", come l'Egitto e due secoli dopo la Mesopotamia, amministrate non da legati senatoriali ma da prefetti equestri, considerate totalmente proprietà dell'imperatore, al punto che i senatori non potevano recarvisi senza renderlo noto ufficialmente.

prefetto dell'annona "responsabile dell'approvvigionamento", in particolar modo di frumento, base dell'alimentazione romana, ma anche di altri generi alimentaril, come olio, vino e carne. Carica del primo impero, era un ruolo molto importante spesso ricoperto o controllato dal prefetto del pretorio, il secondo uomo dell'impero dopo l'imperatore.

prefetto del pretorio inizialmente fu un altissimo ufficiale di stato, "comandante della guardia imperiale" o "capo di stato maggiore", cioè era il comandante supremo dell'esercito, dopo l'imperatore (letteralmente "responsabile del comando"). Nel tardo impero divenne una specie di "primo ministro", senza poteri militari, ma comunque molto influente. Nei primi tre secoli il ruolo del prefetto del rpetorio fu fondamentale, proprio perché era il secondo titolo dell'esercito dopo quello di imperator, e praticamente la seconda carica dell'impero. Spesso il praefectus praetorio, a capo di circa 5000 soldati (praetorianes) altamente professionali, svolse un ruolo di primo piano nelle vicende politiche romane, magari agendo nell'ombra, dietro a un imperatore "debole", o al contrario arrivando ad eliminare il suo capo per prenderne il posto. A volte i prefetti del pretorio erano due: non è ben chiaro se avevano lo stesso ruolo, come i due vecchi consoli senatoriali che dirigevano la repubblica rinnovandosi ogni anno, oppure se uno si occupasse specificamente dell'approvvigionamento di frumento, in luogo del prefetto dell'annona, oppure di questioni giuridiche. Infatti nel corso del II, III e IV secolo, mentre l'impero era in mano a dinastie o governi solidi, i prefetti del pretorio furono spesso fedeli dipendenti degli imperatori e acquistarono importanti funzioni legislative, difendendo l'impero dall'attacco legale dei vecchi senatori che si vedevano usurpati i loro antichi diritti. In questo periodo, al posto di uomini d'arme i prefetti del pretorio erano piuttosto degli uomini di legge e di amministrazione. All'inizio del IV secolo, sotto la tetrarchia di Diocleziano (284-305), ne furono creati quattro, uno per ogni imperatore, del quale divennero anche ministri finanziari. Dopo l'immediata scomparsa della tetrarchia, le quattro parti dell'impero create da Dioclezioano rimasero sotto la giurisdizione amministrativa dei prefetti con la fondamentale differenza che persero i loro compiti militari. Nel frattempo le quattro tetrarchie assunsero il nome di prefetture. Costantino (312-337) infine cancellò il vecchio corpo dei pretoriani, sostituendolo con le sue guardie private e con un esercito di manovra. Al prefetto del pretorio, la cui carica non venne abolita, restarono poteri amministrativi, rilevantissimi, riguardanti la gestione dei vasti territori compresi nelle prefetture. Praticamente divvene una sorta di primo ministro. Non di rado infatti, anche se teoricamente privo di potere militare, continuerà a tramare in associazione con le truppe, a danno dell'imperatore. Da Costantino, in poi, la vecchia funzione del prefetto del pretorio, ovvero di comandante dell'esercito in assenza dell'imperatore, fu ricoperta da un nuovo responsabile di Stato, che tornò ad essere esclusivamente un militare di mestiere, come era stato prima della fondazione dell'impero, il magister militum.

pretoriani traduzione letterale di praetorianes: soldati delle cohortes praetoriae, "membri dei battaglioni della guardia imperiale", oppure "cadetti imperiali", oppure "guardia dell'imperatore", (letteralmente "comandanti") scelti ovviamente fra i migliori soldati in circolazione. Erano suddivisi più o meno in dieci unità tattiche (coorti = battaglioni di 500 soldati), prevalentemente di stanza a Roma, e rappresentavano la créme dell'esercito. Il praetorium, da cui prendevano il nome, era la tenda del vecchio generale repubblicano e anche del precedente comandante supremo che nel V secolo a.C. si chiamava praetor, che sifnifica proprio "comandante", nel senso etimologico di "colui che va innanzi".

pretorio era la tenda del vecchio generale repubblicano, da cui prendevano il nome i pretoriani, che seguivano il generale come sua guardia personale. In seguito il praetorium fu costruito in muratura, continuando a svolgere la funzione di "comando generale" sia del "comandante supremo" (nel senso antico di imperator) sia dei vari generali (legati), sia ovviamente dell'apposito funzionario imperiale,  praefectus praetorio, il "comandante della guardia". Così anche i palazzi dove soggiornavano i governatori di provinci vennero chiamati in questo modo.

primipilo vedi centurione primipilo.

primo impero praticamente sono i primi due secoli dopo Cristo. Termine storiografico con cui ci si riferisce all'impero romano dai tempi di Augusto (27 a.C.-14 d.C.) più o meno a quello dei Severi (193-235). Nel III secolo ci fu una fase intermedia, chiamata di "anarchia militare", che sfociò in quello che viene definito tardo impero, che qui viene preso in considerazione nella sua globalità.

primus pilus vedi centurione primipilo.

proconsole “governatore” di provincia di classe senatoriale. A lui erano affidate le province senatorie, in cui svolgeva lo stesso ruolo dei legati augusti pro pratore. Nel primo impero riscuoteva i tributi che, amministrati dall'erario, erano inizialmente in mano al senato ma in pratica sotto giurisdizione imperiale. Era anche un “giudice” rappresentante dello stato in ogni provincia. Va sparendo nel terzo secolo, sostituito da legati e successivamente da duces di classe non nobile cui erano attribuiti solo compiti militari. Infine nel IV secolo l'amministrazione della giustizia fu afffidata ai vicari e ai prefetti.

provincia  “distretto imperiale”, regione sottomessa da Roma, che deve pagare allo stato un tributo. Ottaviano Augusto (27 a.C.-9 d.C.) stabilì che le province dovevano essere di due tipi: quelle senatorie, governate da un proconsole e quelle imperiali, governate da un legato, ossia da un "delegato" dell'imperatore. In pratica la differenza era minima. Ogni governatore era sia il comandante militare sia il giudice civile, e rispondeva sia al proprio entourage famigliare sia direttamente all'imperatore. Dopo il disfacimento dell'ordinamento del primo impero, Diocleziano (284-305) divise quasi tutte le vecchie province in due parti più piccole, formandone in tutto 107, raggruppate in dodici vaste divisioni amministrative, chiamate diocesi, comandante da vicari.

q

r

rescritto risposta dell'autorità pubblica (in special modo l'imperatore) alle domande che provenivano da ogni parte dell'impero in merito all'attuazione delle leggi imperiali. Ci è giunta una discreta quantità di tali fonti del diritto.

riparienses o ripenses altro nome con cui erano chiamati i limitanei (vedi), in quanto stavano lungo le rive dei fiumi Reno e Danubio, che segnavano il confine con i popoli stranieri.

s

senato massimo organo legislativo dello stato repubblicano, ("cosa pubblica") espressione politica dei vecchi patrizi come della successiva  nobilitas, comunque rappresentante l'aristocrazia proprietaria terriera. Esso perse importanza a cause delle lotte interne che portarono la repubblica in crisi e sfociarano nei tentativi "dittatoriali" di Cesare e del suo successore Augusto. Nei primi secoli dell'impero tutti gli imperatori dovevano essere di classe senatoriale. Ad ogni modo l'opinione dell'esercito in generale, degli ufficiali, e soprattutto quella dei pretoriani era decisiva per l'elezione. Così il princeps del senato non fu sempre un aristocratico "dei vecchi tempi" e non agì costantemente in conformità col senato stesso. Per di più, nel corso dei decenni, i compiti dei funzionari statali aumentavano continuamente, fino a che nel terzo secolo essi divennero una vera e propria burocrazia. La classe senatoriale, che doveva essere la nobiltà di sangue, perse mano a mano importanza, ogni tanto alcuni governi procedevano a rimpasti o epuraioni e le grandi famiglie antiche scomparvero del tutto. Nel III secolo la vecchia classe privilegiata dei senatores (letteralmente "i più anziani") fu accorpata con i cavalieri (equites) in un'unica categoria giuridica, già esistente sulla carta, che era quella degli honestiores. Ai plebei di un tempo succedettero i poveri humiliores. Gli imperatori del III secolo provenivano spesso dall'ordine degli equites, e alcuni erano addirittura di famiglia humiliores. Nonostante i rimpasti imperiali, il senato - ormai quasi privo di poteri - tendeva a difendere ancora i vecchi diritti aristocratici. Nel frattempo, fra II e III secolo, non erano pochi i senatori che si convertirono al cristianesimo. Il nuovo senato creato da Costantino (313-337) a Costantinopoli recuperò una certa importanza nella gestione amministrativa, ma comprendeva in un solo insieme anche i “cavalieri”, diventati ormai grandi proprietari terrieri. Intanto a Roma metà del senato (cui fu lasciato il governo sulla città) continuò ad essere politeista fino alla caduta dell'impero d'occidente (476).

 

Severi dinastia di imperatori romani (193-235). vedi L'inizio della crisi

 

t

tardo impero termine storiografio che si riferisce all'impero romano dalla fine del III secolo in poi. Caratterizzato dalle riforme amministrative di Diocleziano (284-305) e da quelle religiose del cristianeggiante Costantino (312-337).

teocrazia forma di governo in cui il potere civile e politico sono sottomessi a quello religioso, in quanto questo deriverebbe direttamente da Dio.

tetrarca imperatore di una delle quattro parti in cui era suddiviso l'impero sotto Diocleziano (284-305).

tetrarchia suddivisione politica del territorio di uno stato in quattro ripartizioni principali, rette da altrettanti governatori. Vedi Il progetto di Diocleziano (284-305). (in generale comandante di uno stato diviso in quattro parti. Ce ne furono alcuni fra quelli succeduti alla conquista di Alessandro Magno e precedenti all'impero romano)

 

tribuno il nome arcaico di tribunus militum significa letteralmente "comandante dell'armata tribale di mille soldati" (ancora più letteralmente "l'uno della tribù sul gruppo-mille"). Ai tempi dell'impero il tribunus legionis era una sorta di  “colonnello comandante di reggimento” o  “supervisore generale”. Ogni legato legionis (“generale di reggimento”) ne aveva a disposizione sei, che avevano soprattutto compiti di sorveglianza e controllo. Sembra che in battaglia il ruolo effettivo di “colonnello” (quello che indicava realmente alle truppe dove andare e come disporsi durante l'azione) venisse svolto invece dai centurioni primipili, professionisti del mestiere. Da Augusto  (27 a.C.-14 d.C.) e fino al III secolo, infatti, piuttosto che esperti comandanti di carriera i “tribuni imperiali” furonodei nobili che facevano le prime esperienze di cose militari, ricoprendo una carica obbligatoria per lo svolgimento della carriera senatoria (corsus honorum). Nell'esercito italiano attuale non manca il ruolo di “colonnello comandante di reggimento”, ovvero di colonnelli che svolgono gli stessi identici compiti dei generali, pur non avendone il grado.

u

v

vexillationes  (da vexillum, stendardo) "distaccamenti" presi da una legione e adoperati per una battaglia su un altro fronte, con legioni differenti, o per compiti particolari (di solito si distinguevano perché portavano con sé  il vexillum della legione originaria). Gallienus (260-268) creò un corpo di cavalleria centrale utilizzando differenti vexillationes delle varie legioni e riunendoli a Milano. Costantino (313-337) istituì delle vexillationes (squadroni) di cavalieri per ampliare il suo comitatus.

 

vicario “vice” nel senso di vice-imperatore, ma senza compiti militari. Funzionario imperiale creato da Diocleziano (284-305), addetto al governo di una diocesi, cioè della regione amministrativa a metà fra  provincia e prefettura, che per estensione corrispondono più o meno alle odierne nazioni. In tutto l'impero c'erano 12 diocesi, ma i vicari erano un po' meno, essendo alcune diocesi amministrate direttamente dai prefetti del pretorio.

 

vigiles corpo di 7000 schiavi affrancati ( liberti) creato da Augusto per proteggere Roma dai frequenti incendi (agiva anche come polizia notturna).  Era organizzato in coorti. Da Settimio Severo (193-207) in poi i vigiles furono compresi nell'esercito professionista regolare.

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