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T E R L I Z Z I  NELLA PREISTORIA : I MENHIR   Le misteriose pietrefitte di oscuro significato

 

I MENHIR NELL’AGRO TERLIZZESE

Il gruppo classe delle Terze C/D della Scuola Elementare "San Giovanni Bosco" di Terlizzi inizia un affascinante “viaggio” alla ricerca e alla scoperta del passato… la preistoria:

I MONUMENTI MEGALITICI TERLIZZESI.

Pronti…si parte

 


GIROVAGANDO, PER I “PODERI” NEL TERRITORIO TERLIZZESE, CI SIAMO IMBATTUTI SULLE TRACCE…DEL PASSATO: I MENHIR, , GRANDI PIETRE CALCAREE FORMATE DA UN UNICO BLOCCO CONFICCATO PERPENDICOLARMENTE NEL TERRENO, CHE RACCONTANO QUALCOSA DELLA NOSTRA STORIA.

SONO MONUMENTI, ASSIEME AI DOLMEN, DI SIGNIFICATO ANCORA IGNOTO, ANTICHISSIMI, DI CUI LA PUGLIA E’ DISSEMINATA.

                             men = pietra

          MENHIR =

                             hir   =  lunga


LA COLLOCAZIONE:

 

SI TROVANO A SUD DI TERLIZZI A CIRCA DUE CHILOMETRI DA SOVERETO, LUNGO UN TRATTO DEL CONFINE TRA IL COMUNE DI TERLIZZI E QUELLO DI BITONTO IN SUCCESSIONE E QUASI ALLINEATI.

SONO ORIENTATI CON LE FACCE PIU’ LARGHE VERSO EST-OVEST

 


I MENHIR IN PRIMO PIANO

 

GIUNTI AL BIVIO TRA LA VIA APPIA-TRAIANA E LA STRADA CHE SI STACCA DA ESSA PER ANDARE A “BOSCARIELLO”, SULLA SINISTRA, SI STAGLIA  ALTO (m2,48) E MAESTOSO IL PRIMO DEI QUATTRO MENHIR.   

 

MENHIR IN LOCALITA’ “CAPPELLA DEL VICO”


 

DOPO CIRCA UN CHILOMETRO, PROCEDENDO LUNGO LA STRADINA DI CAMPAGNA, SI PRESENTA IL SECONDO MENHIR  CHIAMATO “LA BALLERINA”.

 

 

MENHIR IN LOCALITA’  “BOSCO SAN NICOLA”

 

A 500 METRI DAL PRECEDENTE, AL CENTRO DELLA STRADA E’ SITUATO IL TERZO MENHIR. E’ PRESUMIBILE CHE IN QUESTA ZONA DOVETTE ESISTERE UNA STAZIONE NEOLITICA, PERCHE’ FURONO RITROVATI E RACCOLTI, DA MICHELE QUERCIA, RESTI DI COCCI DI CERAMICA

 

MENHIR IN LOCALITA’   “BOSCO GINESTRA”

 

CONTINUANDO IL CAMMINO, AL BIVIO CON LA STRADA CHE VA ALLA RISERVA MARINELLI, A 700 METRI DI DISTANZA DAL PRECEDENTE, IL QUARTO MENHIR, CHIUDE LA SERIE DELLO PSEUDO-ALLINEAMENTO. PURTROPPO PRESENTA VISTOSE SCRITTE CON VERNICE DI COLORE ROSSO.

 

MENHIR IN LOCALITA’  “BOSCARIELLO”

 

... ANCORA MENHIR

 

CHE CONCLUDONO IN MANIERA IDEALE L’ALLINEAMENTO CHE COMINCIA DALLA “CAPPELLA DEL VICO”, ANDANDO PER ALTRI 3 CHILOMETRI NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI BITONTO.

            

SE LI VUOI AMMIRARE DA VICINO TI INDICHIAMO IL PERCORSO:

 

Partendo da Terlizzi bisogna raggiungere, seguendo la Provinciale per Mariotto, la  via “Appia Traiana”.

Qui svoltare a sinistra e continuare fino al secondo incrocio, precisamente con la strada che porta a Boscariello denominata “Vicinale Cappella del  Vico”.

Svoltando a destra, già all’imbocco si trova il primo Menhir o Monolitico (Foto n°1).

Proseguendo per 1000 metri sul lato destro si trova il secondo Menhir (Foto n°2). Successivamente dopo altri 500 metri sul lato sinistro è possibile ammirare il terzo Menhir (Foto n°3) fino ad arrivare, dopo ulteriori 700 metri, al quarto Menhir posto sul lato destro della carreggiata, all’incrocio con la Provinciale Ruvo – Palombaio (Foto n°4).

Svoltando a sinistra (per Palombaio) e successivamente entrando nella prima strada a destra bisogna proseguire per un totale di 1500 metri, giungendo ad un incrocio a T. Da tale incrocio occorre svoltare a destra e continuare il percorso per ulteriori 1250 metri. Si arriva nei pressi di una strada privata, a sinistra della carreggiata,  chiusa da una sbarra di ferro. Percorrendo, a piedi, questa strada privata per un 300 metri si intravede il quinto Menhir all’interno di un ciliegeto. (Foto n°5)

per una migliore risoluzione, si consiglia di salvare e visualizzare  l'immagine ingrandita separatamente

Ritornando sulla strada comunale, è necessario proseguire per 1200 metri (oltrepassando la Provinciale Terlizzi-Mariotto) fino a raggiungere l’incrocio con  la strada denominata “Monteleone”. Svoltando a sinistra e percorrendola per ulteriori 1900 metri e precisamente un 200 metri circa prima dell’Acquedotto del Pertusillo, bisogna svoltare a sinistra e addentrarsi per 300 metri.

Giunti al bivio bisogna svoltare a sinistra , subito dopo a destra e proseguire per ulteriori 200 metri. Qui è possibile vedere sulla destra un sesto Menhir su cui è incisa una croce (foto n°6).

Ritornando indietro  e giungendo al bivio sopra citato, percorrendo la strada,  al secondo incrocio è possibile svoltare a destra in una stradina sterrata fino ad arrivare all’incrocio con la stradina adiacente la condotta del Pertusillo, oltrepassando questa  e addentrandosi per un 100 metri sulla sinistra, si trova il settimo Menhir (Foto n°7).

Ripercorrendo il cammino sulla strada denominata “Monteleone” è necessario svoltare a sinistra e risalire la strada per un 150 metri fino ad arrivare alla “Casina Ruta”. Qui si può costeggiare la strada laterale a sinistra e percorrerla per intero fino ad arrivare al suo limite. A questo punto è possibile raggiungere i prossimi due Menhir a piedi. Il primo (ottavo Menhir) si trova su un alto muretto a secco confinante con il territorio di Bitonto nei pressi della “Casina Scalera” (Foto n°8)

L’altro(nono Menhir) si trova costeggiando il limite  di confine del territorio seguendo, la pendenza in discesa del terreno. (Foto n°9).

Si fa ritorno così nuovamente sulla strada di “Monteleone” e precisamente all’ingresso della “Casina Ruta”.  Continuando detta strada in salita e percorrendola per circa 1400 metri fino 

ad arrivare ad un bivio, si svolta a destra e si continua il percorso su tale strada per tutta la sua interezza, fino ad arrivare ad un incrocio a T che delimita il territorio di Terlizzi con quello di Bitonto a sinistra e quello di Ruvo frontalmente. A questo incrocio, a destra, ai piedi di un pagliaio, troviamo il decimo Menhir, l’ultimo del percorso (Foto n°10).


IL SIGNIFICATO

 

A DISTANZA DI MILLENNI IL GIALLO MEGALITICO NON E’ ANCORA STATO RISOLTO.
ANCORA OGGI MOLTE SONO LE IPOTESI SUL LORO SIGNIFICATO.
POTEVANO SERVIRE COME:
 *  luogo di culto e o di riunione;
 *  punti di riferimento astronomico;
 *  monumenti sepolcrali;
 *  monumenti eretti in onore del Dio sole;
 *  delimitazione dei confini dei territori.

 

LA CRISTIANITA’ DISAPPROVO’ I POPOLI CHE ADORAVANO LE “PIETRE” E VISTA L’IMPOSSIBILITA’ DI DEBELLARE I RITI MAGICI CHE SI SVOLGEVANO INTORNO AI MENHIR, FECE INCIDERE SU ALCUNI DI ESSI LA CROCE LATINA, ANCORA OGGI VISIBILE.


ENIGMA DA RISOLVERE

 

ANCORA OGGI, CON L’APPROSSIMARSI DELLA PRIMAVERA, QUALCUNO SI RECA PRESSO I MENHIR E DEPONE AI LORO PIEDI PIETRE CONCAVE PIENE DI LEGUMI (CECI), GHIRLANDE DI FIORI DI CAMPO E ACCENDE UN PICCOLO FALO’ CON LE STOPPIE.

RITI PROPIZIATORI PER OTTENERE BUONI RACCOLTI, COME ACCADE ANCORA OGGI IN MOLTI PAESI DEL SALENTO (il giorno delle Palme e  Pentecoste, i contadini si recano in processione cantando l’Osanna, presso i menhir, e li adornano con ghirlande di fiori)

RITI MAGICI?      O………….?


I NOSTRI ANTENATI

 

LA PRESENZA DEI NUMEROSI MENHIR E IL VICINO DOLMEN ,OGGI IN AGRO DI GIOVINAZZO, RAPPRESENTA LA TESTIMONIANZA DELL’INSEDIAMENTO DELL’UOMO PRIMITIVO NEL NOSTRO TERRITORIO.
GLI SCAVI EFFETTUATI NEI DINTORNI DI TERLIZZI, HANNO DIMOSTRATO CHE LA NOSTRA CAMPAGNA 3000 ANNI a.C.,CIOE’ NELL’ETA’ NEOLITICA, ERA ABITATA DA UNA COMUNITA’ DI PASTORI-AGRICOLTORI CHE VIVEVANO IN CAPANNE, RAGGRUPPATE IN PICCOLI VILLAGGI.
IL VASELLAME INTERO RECUPERATO DURANTE GLI SCAVI, E’ OGGICONSERVATO NEL MUSEO ARCHEOLOGICO DI
BARI,MENTRE NEL MUSEO DEL SEMINARIO VESCOVILE DI MOLFETTA SONO CONSERVATI SOLTANTO DEI COCCI

BARI

MOLFETTA


I LUOGHI DI MAGGIORE INTERESSE ARCHEOLOGICO SONO STATI QUELLI DELLE CONTRADE MONTEVERDE E FONTANE.

IN QUESTE CONTRADE SONO STATE SCOPERTE STAZIONI NEOLITICHE DI GRANDE INTERESSE SCIENTIFICO, CON RITROVAMENTO DI TOMBE A GALLERIA, OSSA UMANE, STOVIGLIE E CERAMICHE VARIE.

Collocazione delle Contrade: FONTANE e MONTEVERDE

TOMBA A GALLERIA

 

IMMAGINIAMO COSI’ LA VITA DEI NOSTRI ANTENATI

DOVE VIVEVANO:

  * costruivano capanne;

 

 

 


* allevavano animali domestici;
 

 


* seminavano il grano: erano agricoltori;
 

 


* lavoravano le pelli per confezionare abiti;

 


*costruivano vasi di argilla e li cuocevano;

 


* si ornavano di monili costruiti con conchiglie e denti di animali;

 


* andavano a caccia;
 

 


* allevavano le pecore:erano pastori;

 


* utilizzavano il fuoco anche per cuocere la carne;
 

 


* gli uomini avevano la clava;

 


* trasportavano enormi pesi sulle spalle.

 


* vivevano in villaggi di capanne.

 


UNA FINALITA’ DEL PROGETTO E’ LA VALORIZZAZIONE DEI MENHIR SITI NELL’AGRO TERLIZZESE CHE TESTIMONIANO L’ESISTENZA DI REPERTI PALEOLITICI NEL NOSTRO PAESE.

CI AUGURIAMO CON TALE LAVORO DI COINVOLGERE L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E TUTTA LA CITTADINANZA AD INTRAPRENDERE INIZIATIVE ATTE A VALORIZZARE E RENDERE NOTI TALI TESORI GIUNTI FINO A NOI.

 

HANNO PARTECIPATO AL PROGETTO I SEGUENTI ALUNNI:
ALTAMURA PAOLO
CALO’ ROBERTO
DE BARTOLO FLORIANA
DE CHIRICO FRANCESCA
DE CHIRICO RAFFAELLA
DELL’AQUILA SILVIA
DE SARIO CATERINA
DI TERLIZZI MARIO
MEMOLA MASSIMILIANO
MORGESE FELICIA
RUGGIERO MARCO
TOMADON VIRGINIA
VISAGGI GIOACCHINO A.
VOLPE MARCO

 

E LE INSEGNANTI:
CAGNETTA ANNA MARIA E GIACOMANTONIO GIACOMA
 
PER ESPLETARE IL LAVORO SONO STATI CONSULTATI I SEGUENTI TESTI:
-I MENHIR DEL TERRITORIO DI TERLIZZI DI VITO BERNARDI;
-DOLMEN E MENHIR DI PUGLIA DI PAOLO MALAGRINO’;
-PIETRE DI PUGLIA DI EDWARD ALLEN;
-SCOPERTE DI ANTICHITA’ PREISTORICHE A TERLIZZI:……. DI A. MOSSO E  F.SAMARELLI.
-TERLIZZI SINTESI DI STORIA CIVILE E RELIGIOSA DI G. GUASTAMACCHIA.
I DISEGNI SONO STATI REALIZZATI DAGLI ALUNNI.
LE FOTOGRAFIE SONO STATE SCATTATE DURANTE SOPRALLUOGHI EFFETTUATI DA ALUNNI E INSEGNANTI.
SI RINGRAZIANO PER LA LORO DISPONIBILITA’ E COLLABORAZIONE:
I GENITORI DEGLI ALUNNI, IL CONSORZIO DELLE GUARDIE CAMPESTRI IL GEOMETRA D’ABRAMO GIUSEPPE E LE INSEGNANTI CAMPANALE ISABELLA E GIANGASPERO ANGELA.
 
    
 

 

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