BATTAGLIA NAVALE DI SANTA CRUZ

NAVAL BATTLE OF SANTA CRUZ

(26 OTTOBRE 1942)

La Battaglia di Santa Cruz fu una delle battaglie navali  più cruente della Seconda Guerra Mondiale. Si fronteggiarono mettendo praticamente in campo tutto quello che avevano sia gli americani che i giapponesi, con l'intento specifico di annientare definitivamente l'avversario. Questo scontro navale non fu un episodio isolato, come ad esempio la Battaglia di Midway, ma si pone cronologicamente nella fase centrale di quell'interminabile scontro che fu la campagna di Guadalcanal. Tralasciando l'epopea dei combattimenti terrestri citiamo tutti gli scontri navali che hanno caratterizzato la campagna di Guadalcanal:

DATA

BATTAGLIA

VINCITORE

9 agosto 1942

DI SAVO

nettissima vittoria Giapponese

24 agosto 1942

DELLE SALOMONE ORIENTALI

pareggio ma vittoria tattica Americana

11 -12 ottobre 1942

 DI CAPO ESPERANCE

vittoria Americana

26 ottobre 1942

DI SANTA CRUZ

vittoria tattica Giapponese ma strategica americana

12 - 13 novembre 1942

DI GUADALCANAL

vittoria tattica Giapponese ma strategica americana

14 - 15 novembre 1942

DI GUADALCANAL II

vittoria sul campo americana

30 novembre - 1° dicembre 1942

 DI TASSAFARONGA

vittoria Giapponese

Dall'analisi fredda dei dati sopra esposti emerge una sostanziale parità negli scontri navali cui va però aggiunta il "massacro" di navi americane della Battaglia di Savo. Allora perché i giapponesi persero la campagna di Guadalcanal? La persero perché gli americani si dimostrarono superiori nello scontro terrestre (per ogni morto americano si contarono almeno tre morti giapponesi). La persero soprattutto perché non riuscirono a rifornire adeguatamente via mare le provate truppe di terra e contemporaneamente non furono in grado di impedire totalmente il rifornimento delle truppe americane. Gli scontri navali evidenziarono la situazione di stallo quasi assoluto che esisteva allora tra la marina americana e quella giapponese. Se infatti prima di Midway la marina nipponica era meglio addestrata, fornita ed armata di quella americana, durante la campagna di Guadalcanal le due forze si equivalevano in maniera assoluta. Gli americani avevano due portaerei moderne, Enterprise ed Hornet, cui i giapponesi rispondevano con le velocissime Zuikaku e Shokaku. Gli americani possedevano una buona portaerei leggera, la Wasp, cui i giapponesi rispondevano con la Junio. Delle portaerei più antiche rimaneva solo la gloriosa Saratoga. Sul piano delle corazzate, degli incrociatori e dei cacciatorpediniere vi era una leggera prevalenza nipponica. L'equilibrio assoluto regnava invece sulla situazione aerei (gli Hellcat non era ancora stati introdotti). Dopo la campagna di Guadalcanal l'equilibrio cominciò invece a pendere in maniera inesorabile dalla parte degli americani. Infatti mentre gli americani sapevano che  ogni pilota o nave persa sarebbe stato rimpiazzato immediatamente, i giapponesi erano consci che ogni pilota o nave persa non sarebbe stato più sostituito. Per questo si giocarono tutto quello che avevano a Santa Cruz. Pensavano, infatti, che distruggendo l'intera flotta americana prima che arrivassero le portaerei della classe Essex, avrebbe potuto indurre gli americani a chiedere una pace onorevole. Così misero in campo le migliori portaerei (le veterane Shokaku e Zuikaku) e richiamarono i migliori piloti. La battaglia dimostrò che la Shokaku e la Zuikaku non erano inferiori alla Hornet ed alla Enterprise (chissà cosa sarebbe successo se ci fossero state anche loro alle Midway!) e che i piloti giapponesi combattevano alla pari con i migliori assi americani.

I giapponesi vinsero si la battaglia (affondarono la Hornet, vendicando parzialmente la batosta Midway) ma non riuscirono ad affondare l'Enterprise, lasciandola libera di diventare per lungo tempo una spina del fianco costante del proprio traffico navale. Oltretutto persero 121 dei propri migliori piloti, questi non furono più rimpiazzati. Le nuove leve si dimostrarono nettamente inferiori ai veterani e così le future battaglie dei giapponesi persero l'incisività proverbiale degli attacchi aerei. Si ricorda che la flotta giapponese dopo Santa Cruz  rimase per due anni rintanata nei porti in attesa della battaglia decisiva che a giudizio dei suoi capi avrebbe capovolto le sorti della guerra. In quei due anni i rapporti di forza furono capovolti a favore degli americani. Ad aiutare l'Enterprise arrivarono una ventina di portaerei della classe Essex e furono immessi in battaglia centinaia di nuovi ed addestrati piloti che utilizzavano nuovi aerei superiori a quelli giapponesi. Si può così ben dire che dopo Santa Cruz i giapponesi persero definitivamente la supremazia aerea ed inevitabilmente compresero di aver ormai perso la guerra! (Shinano).


FORZE IMPEGNATE
Navi Marina Imperiale U.S. Navy
portaerei pesanti 3 2
portaerei leggere 1 0
corazzate 4 2
incrociatori pesanti 9 4
incrociatori leggeri 3 5
cacciatorpediniere 30 18
sommergibili 2 0
navi affondate 0 2
aerei imbarcati 212 171
aerei con base a terra 220 261
aerei abbattuti 99 81
morti 266 400
comandanti vice ammiraglio Chuiki Nagumo contrammiaglio Thomas C. Kinkaid

LA FINE DELLA PORTAEREI HORNET

I giapponesi sembravano decisi a volerla fare finita con la Hornet, perché, alle 17.02, un nuovo gruppo aereo della ]unyo, composto da 4 bombardieri e da 6 caccia, riuscì a piazzare una bomba che esplose nella rimessa degli aerei. La nave era ormai finita e l'ordine di abbandono era già stato dato. 

Si lamentavano 111 morti e 108 feriti. Il caccia torpediniere Mustin lanciò 8 siluri per finire la Hornet, ma soltanto tre colpirono la grande portaerei senza causarle avarie fatali. Il caccia torpediniere Anderson gliene inviò altri 8 alle 19.20 e 6 giunsero a segno. 

La Hornet era fortemente sbandata, ma continuava a galleggiare. Aerei da ricognizione giapponesi segnalarono il fatto all'ammiraglio Kondo e questi decise l'invio del gruppo dell'ammiraglio Abe. 

Le navi nipponiche si misero in moto, mentre i caccia torpediniere americani Ariderson e Russell si accanivano contro la Hornet colpendola con più di 430 proiettili, senza riuscire ad affondarla. Alle 20.40 la portaerei ardeva sempre furiosamente da prora a poppa, ma non affondava.

La notte, scesa già da molto tempo, era tenebrosa, cosa che permise alle navi dell'ammiraglio Abe di scorgere il bagliore lontano della Hornet in fiamme e, naturalmente, ciò servi loro da guida. I cacciatorpediniere americani fuggirono all'avvicinarsi delle navi giapponesi, lasciando solo l'enorme braciere. 

L'ammiraglio Abe arrivò poco dopo e, constatato che non gli era possibile prendere a rimorchio la portaerei nemica, incaricò due dei suoi cacciatorpediniere, l'Akigumo e il Makigumo, di finire la Hornet.  Quattro siluri nipponici furono più efficaci di tutti i proiettili americani, perché, l'indomani, 27 ottobre, all'1.35 del mattino, la Hornet affondò e scomparve in un enorme risucchio. 


CONSIDERAZIONI SULLA BATTAGLIA NAVALE DI SANTA CRUZ

La flotta nipponica si ritirò quindi verso nord con due sole portaerei fuori combattimento: la Shokaku e la Zuiho; ciò le assicurava un vantaggio tattico sugli americani, vantaggio del resto soltanto apparente, dato che i danni maggiori riguardavano l'aviazione. Infatti, la flotta imperiale aveva perduto un gran numero di apparecchi e con essi la maggior parte dei suoi migliori equipaggi. 

Le perdite si aggiravano intorno ai 120 uomini tra i più valorosi che la marina nipponica fosse riuscita a mettere insieme appositamente per quell'operazione, radunando veterani di Midway e andandoli a cercare addirittura nelle scuole di addestramento. Il Giappone avrebbe dovuto aspettare quasi due anni prima di poter nuovamente disporre di gruppi aerei efficaci, i quali, ciononostante, sarebbero stati privi dell'esperienza e della capacità tattica di quelli distrutti durante i combattimenti del mar dei Coralli, di Midway e di Santa Cruz. Questa battaglia si concludeva quindi senza che fossero stati ottenuti risultati realmente decisivi. 

Certo, i giapponesi non avevano annientato le forze navali americane, com'era nei loro propositi, ma la portaerei Hornet, la più recente della marina americana, era andata perduta. Tale perdita, in verità, era estremamente grave per gli Stati Uniti, che possedevano ormai una sola nave di questo tipo, e per di più danneggiata, l'Enterprise.  La situazione era drammatica, poiché nessuna nuova portaerei stava per uscire dai cantieri navali e l'Enterprise sarebbe rimasta ancora per parecchi mesi la sola portaerei americana da combattimento nel teatro operativo. Questo fatto ispirò tutta una letteratura: tra patriottica e romanzesca, che attribuiva ogni speranza e ogni timore americano alla sopravvivenza stessa dell'Enterprise. 

Nonostante qualche esagerazione giornalistica, del resto naturalissima, la cosa rimaneva malinconicamente esatta. e, parlando dell'Enterprise, Eugene Burns scrisse: « Se anche ne resta una sola, sarà quella » .


STORIA DELLA BATTAGLIA DI SANTA CRUZ / HISTORY

PROLOGO / THE BEGINNING

"L'operazione doveva essere sincronizzata con l'offensiva terrestre in corso, e l'occupazione dell'aeroporto Henderson Field da parte delle truppe del generale Hyakutake avrebbe dato il segnale del via. Yamamoto metteva in linea una quota considerevole della flotta imperiale e cioè: 4 corazzate, 4 portaerei, 13 incrociatori e 31 cacciatorpediniere, unità suddivise come sempre in diversi gruppi indipendenti, tutti però al comando supremo dell'ammiraglio Kondo". 

"Halsey poteva quindi disporre della Task Force 16, del contrammiraglio Kinkaid, raggruppata intorno alla portaerei Enterprise, della Task Force 17, del contrammiraglio Murray, intorno alla Hornet, e della Task Force 64, del contrammiraglio Lee, cosituita da corazzate e incrociatori; tutto ciò rappresentava globalmente una fona navale di 2 corazzate, 2 portaerei, 9 incrociatori e 19 cacciatorpediniere, molto meno, quindi, di quanto fosse in grado di mettere in campo l'Ammiraglio Yamamoto.  Halsey aveva deciso di tenersi a nord delle isole Santa Cruz per qualche ora, poi di scendere a sud-ovest per impedire ogni attacco da parte della marina nemica a Guadalcanal".

NUOVA BATTAGLIA ALL'ORIZZONTE (26 OTTOBRE 1942) A NEW BATTLE

"Mentre le navi giapponesi si nascondevano in una cortina di nebbia artificiale, un gruppo di 8 caccia Zero intercettò i Dauntless e li attaccò. Le mitragliatrici americane riuscirono ad abbattere tre degli assalitori e i Dauntless si rifugiarono in una nube provvidenziale.  Il messaggio di contatto da essi inviato aveva messo in allarme altri due Dauntless, che si diressero sul punto segnalato. Entrambi non ebbero esitazioni; attaccarono alle 7-4° la forza nemica ed ebbero la fortuna di centrare con le loro bombe la portaerei Zuiho.  Uno squarcio enorme, del diametro di più di 15 metri, si aprì nel ponte di volo, rendendo inutilizzabile questa unità".

"Verso le 9 un piovasco avvolse l'Enterprise nascondendola così alla vista degli aviatori nipponici, ma la Hornet rimase allo scoperto e attirò fatalmente su di se tutti gli aerei giapponesi.   Alle 9.10 i bombardieri in picchiata Val attaccarono in forze e sebbene la difesa contraerea ne avesse abbattuto ancora qualcuno, quasi tutti gli altri riuscirono a portarsi in una buona posizione.   Pochi secondi dopo, la Hornet fu colpita da una bomba a poppa sulla dritta, mentre altre due cadevano in acqua e a contatto con lo scafo squarciandolo in vari punti.   Qualche istante dopo, un Val, in apparenza smantellato, discese in picchiata ma non riuscì a raddrizzarsi; urtò il fumaiolo, sfasciandosi e finalmente si fracassò sul ponte di volo.   Le sue due bombe esplosero aprendo un grande squarcio e provocando un violento incendio alimentato dalla benzina dei serbatoi.  Questi disgraziati incidenti assorbirono l'attenzione delle vedette, le quali non riuscirono ad avvertire in tempo dell'arrivo degli aerosiluranti Kate che giungevano di poppa.   La difesa contraerea riportò il tiro su di essi, ma la Hornet non poté manovrare abbastanza in fretta e ricevette, uno dopo l'altro, due siluri, che esplosero al livello dei locali macchine.   Questi ultimi furono invasi quasi istantaneamente dal vapore e i macchinisti li dovettero precipitosamente abbandonare.   La Hornet si fermò allora accusando 8 gradi di sbandamento".

LA SECONDA ONDATA NIPPONICA / THE SECOND JAPANEESE ATTACK

"I 44 apparecchi scoprirono il gruppo dell'Enterprise verso le 10, nel momento in cui quest'ultima stava fronteggiando l'attacco del sommergibile nipponico I.21, che aveva lanciato un fascio di siluri, per fortuna evitati dalla portaerei.   L'artiglieria di tutte le navi americane si scatenò, facendo di conseguenza strage nei ranghi degli assali tori.   Questo muro di fuoco non impedì però a una parte di essi di raggiungere la portaerei: ciononostante, soltanto tre bombe la colpirono.   La prima esplose a prua, sul ponte di volo; la seconda penetrò fino al terzo ponte ed esplose provocando un incendio.   La terza cadde vicino allo scafo, a poppa, deformando uno degli alberi porta-eliche".

L'EPILOGO DELLA BATTAGLIA / THE END OF THE BALLE

"L'ammiraglio Abe arrivò poco dopo e, constatato che non gli era possibile prendere a rimorchio la portaerei nemica, incaricò due dei suoi cacciatorpediniere, l'Akigumo e il Makigumo, di finire la Hornet.  Quattro siluri nipponici furono più efficaci di tutti i proiettili americani, perché, l'indomani, 27 ottobre, all'1.35 del mattino, la Hornet affondò e scomparve in un enorme risucchio." 

"Infatti, la flotta imperiale aveva perduto un gran numero di apparecchi e con essi la maggior parte dei suoi migliori equipaggi.  Le perdite si aggiravano intorno ai 120 uomini tra i più valorosi che la marina nipponica fosse riuscita a mettere insieme appositamente per quell'operazione, radunando veterani di Midway e andandoli a cercare addirittura nelle scuole di addestramento. Il Giappone avrebbe dovuto aspettare quasi due anni prima di poter nuovamente disporre di gruppi aerei efficaci, i quali, ciononostante, sarebbero stati privi dell'esperienza e della capacità tattica di quelli distrutti durante i combattimenti del mar dei Coralli, di Midway e di Santa Cruz. Questa battaglia si concludeva quindi senza che fossero stati ottenuti risultati realmente decisivi.  Certo, i giapponesi non avevano annientato le forze navali americane, com'era nei loro propositi, ma la portaerei Hornet, la più recente della marina americana, era andata perduta.  Tale perdita, in verità, era estremamente grave per gli Stati Uniti, che possedevano ormai una sola nave di questo tipo, e per di più danneggiata, l'Enterprise.   Questo fatto ispirò tutta una letteratura: tra patriottica e romanzesca, che attribuiva ogni speranza e ogni timore americano alla sopravvivenza stessa dell'Enterprise.   Nonostante qualche esagerazione giornalistica, del resto naturalissima, la cosa rimaneva malinconicamente esatta. e, parlando dell'Enterprise, Eugene Burns scrisse: « Se anche ne resta una sola, sarà quella » .


CARTINA DELLA BATTAGLIA DI SANTA CRUZ /MAP OF THE BATTLE


LE NAVI PROTAGONISTE:

USS HORNET CV8

La settima USS Hornet (CV-8) della United States Navy fu una portaerei classe Enterprise della seconda guerra mondiale, famosa per aver trasportato i bombardieri dell'incursione aerea su Tokyo, come partecipante alla battaglia delle Midway e per azioni nelle Salomone prima di essere affondata nella battaglia delle isole di Santa Cruz. Venne varata il 14 dicembre 1940 dal cantiere di Newport News Shipbuilding di Newport News, Virginia, battezzata da Annie Reid Knox (moglie del Segretario alla Marina Frank M. Knox) ed entrò in servizio a Norfolk il 20 ottobre 1941, al comando del capitano Marc A. Mitscher. Alle 1:35 della notte del 27 ottobre 1942 la Hornet affondò al largo delle Isole Santa Cruz durante l'omonima battaglia. Non ebbe la gloriosa storia delle altre due "gemelle" della stesa classe (Enterprise e Yorktown) ma entrò comunque nella storia per il "Doolittle Raid", il quale dimostrò per la prima volta ai giapponesi che potevano essere attaccati anche sul proprio territorio.(Shinano)


USS ENTERPRISE CV6

La gloriosa storia di questa unità non meriterebbe ulteriori commenti. La portaerei Enterprise (CV6), denominata "Big E" è e rimarrà senza dubbio la più grande e gloriosa portaerei della storia! Per rendere un'idea della sua vita bellica basta il dato dei successi che fu esposto durante la visita a New York nell'ottobre del 1945, quindi a guerra finita: 20 battaglie, 911 aerei distrutti, 71 navi affondate

Costituì con le due gemelle Hornet e Yorktown il nucleo centrale del Pacifico allo scoppio delle ostilità coi giapponesi. Si dimostrò alla prova del fuoco una portaerei solida, difficilmente affondabile,duttile e potente, al contrario delle ben più grosse Akagi e Kaga giapponesi che furono miseramente affondate alle Midway.  Dal punto di vista storico può essere paragonata alle gemelle terribili giapponesi Zuikaku e Shokaku, con la differenza che riuscì ad uscire indenne da tante battaglie dolorose ed eroiche, basti pensare alle tre bombe incassate a Santa Cruz....., per entrare nell'Olimpo delle grandi navi della storia, paragonabile solo alla Victory di Nelson e forse superiore, per fama, alla leggendaria Bismarck.  Come ben si vede la sua storia sconfina nella leggenda!  Non dimentichiamoci, però, che al contrario di una corazzata, una portaerei non dipendeva solo dal proprio equipaggio e dalla sua contraerea, ma per sopravvivere doveva fare affidamento soprattutto sulla propria squadriglia aerea (caccia e bombardieri) che ospitava. L'Enterprise seppe, tramite i propri comandanti, forgiare i migliori gruppi aerei della Seconda Guerra Mondiale ed utilizzarli al meglio in maniera letale e terribile, diventando l'incubo degli ammiragli giapponesi. Dalla fine della Battaglia di Santa Cruz  all'avvento della classe Essex resse quasi da sola lo sforzo bellico americano, rimanendo l'ultimo bastione difensivo.  Dopo l'avvento delle nuove grandi portaerei della classe Essex continuò a forgiare, tramite l'aiuto dei propri veterani, i migliori piloti della U.S. Navy e combattè come portaerei notturna fino alla battaglia di Okinawa ed allo schianto del kamikaze Tomi Zai con onore e ferocia. Leggendaria. (Shinano).


SHOKAKU

La portaerei di classe Zuikaku furono probabilmente le migliori portaerei costruite dal Giappone. Velocissime, potenti, ben difese e corazzate erano in grado di scatenare una poderosa forza di offesa aerea. Combatterono eroicamente in tutte le battaglie in cui parteciparono e si dimostrarono difficilmente affondabili (al contrario della Akagi e della Kaga, le quali al primo serio attacco saltarono in aria). Diedero filo da torcere quasi da sole all'intera flotta americana. Non è un caso che parteciparono alle vittorie navali più prestigiose del Giappone. Per due anni, dopo Pearl Harbour, rappresentarono il sogno più ambito e prestigioso di ogni pilota di bombardiere e di areosilurante della flotta americana. Furono sopraffatte solo quando si trovarono di fronte soverchianti forze nemiche e non furono più supportate da piloti veterani e abili ma solo da principianti (non dimentichiamoci mai che alle Midway il Giappone perse sì due portaerei pesanti e due leggere ma soprattutto duecento cinquanta espertissimi piloti che non furono più degnamente sostituiti). Se il Giappone nel 1942 avessero avuto il potenziale industriale per costruire una decina di portaerei della classe Zuikaku (come fecero gli americani con le Essex) e naturalmente avesse avuto validi piloti per armarle avrebbe potuto davvero sperare di vincere la guerra! Eroiche. La Shokaku fu affondata, come abbiamo visto nella battaglia delle Marianne il 20 agosto del 1944 e non assistette al crollo definitivo della marina giapponese avvenuto nella battaglia di Leyte dell'ottobre del 1944. Questo almeno le fu evitato! (Shinano)


ZUIKAKU

La Zuikaku (in giapponese: 瑞鶴 "Gru volante, appartenente alla Classe Shokaku, fu una portaerei della Marina dell'Impero Giapponese varata nel 1939. La portaerei Zuikaku, se non la più rappresentativa a buon titolo tra le più le più importanti portaerei della flotta giapponese, era dotata di un doppio hangar sovrapposto e pesanti corazzature sulla linea di cintura (che non si estendevano al ponte di volo). Fu impiegata tra il 1941 e il 1944 quando andò perduta  durante la battaglia di Capo Engano (battaglia di Leyte) dopo aver partecipato a tutte le principali battaglie aeronavali del Pacifico.


ZUIHO

La Zuiho fu una portaerei leggera in servizio con la marina imperiale giapponese nel corso della seconda guerra mondiale. Costruita originariamente come petroliera Takasaki nel 1934 e successivamente riclassificata come tender, fu convertita in portaerei nel 1940, quando la marina imperiale giapponese riconobbe l'importanza delle portaerei. Identica alla propria nave gemella Shoho, la Zuiho disponeva di 12 caccia Mitsubishi A5M e 12 Nakajima B5N armati di siluri. La Zuiho fu affondata nel corso dell seconda guerra mondiale da forze statunitensi in seguito alla Battaglia del Golfo di Leyte (battaglia di Capo Engano).


JUNYO

La Junyo (隼鷹 Jun'yō?, in giapponese "Falco pellegrino") era una portaerei classe Hiyo di costruzione giapponese, che partecipò come unità della Marina imperiale giapponese alla Guerra del Pacifico, all'interno delle vicende belliche della Seconda guerra mondiale.

Sebbene impostata nel 1939 come nave passeggeri con il nome di Kashiwara Maru, condividendo l'evoluzione alla capoclasse Hiyo e alle portaerei di scorta classe Taiyo, venne acquistata dalla Marina imperiale e convertita al nuovo ruolo nel 1940.

Fu una delle poche unità maggiori della flotta imperiale giapponese a non essere affondate durante il conflitto. Impostata come veloce e lussuosa nave passeggeri venne ordinata con il nome di Kashiwara Maru dalla compagnia di navigazione Nippon Yusen kaisha, la compagnia delle navi a vapore delle Poste Giapponesi dell'epoca, ma fu acquistata dal governo assieme alla nave gemella nel 1940 e convertita in portaerei. La gemella Idzumo Maru, che era in costruzione nel cantiere Kawasaki di Kobe, divenne la portaerei Hiyo, la Kashiwara Maru venne ribattezzata Junyo. Entrambe le unità al momento dell'acquisto erano ancora sullo scalo in fase di costruzione per cui la trasformazione avvenne senza dover intervenire pesantemente nella rimozione delle strutture ritenute non necessarie. L'apparato motore venne modificato solo in parte; le turbine rimasero quelle scelte per la propulsione mercantile mentre le caldaie vennero sostituite con un modello in grado di fornire una potenza superiore, soluzione necessaria a raggiungere la velocità massima di 25,5 kt prefissata in fase di progetto, 1,5 kt più di quelli previsti nella versione mercantile. In realtà, nel normale impiego operativo, furono in grado di raggiungere i 23 kt, superati raramente e per breve tempo. Il ponte di volo venne costruito a tribordo ed il fumaiolo rimase incorporato nell'isola, soluzione anticonvenzionale nel panorama giapponese, venendo comunque fortemente inclinato verso l'esterno per evitare che i fumi caldi potessero interferire provocando inattese turbolenze nelle operazioni di decollo ed appontaggio dei velivoli. Le dimensioni del ponte di volo erano di m 172,04 x 23, gli elevatori erano solo due, quello prodiero si trovava un poco a proravia dell'isola e quello poppiero circa fra le plancette dei cannoni da 127 mm poppieri.. L'isola. a differenza di quella della precedente portaerei, era costituita da una sovrastruttura alta un interponte, sormontata da una seconda sovrastruttura più corta, alta due interponti, nella cui parte prodiera vi era la plancia. 


LE FORZE IMPEGNATE / FORCES


GIUDIZIO FINALE DELLO SHINANO / FINAL SENTENCE OF THE SHINANO


LE PIU' GRANDI BATTAGLIE NAVALI / NAVAL BATTLES


NAVI DA GUERRA / WARSHIPS AND BATTLESHIPS


PORTAEREI NELLA STORIA

PORTAEREI NELLA STORIA - LE PIU' GRANDI BATTAGLIE NAVALI - SANTA CRUZ -