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INTERVISTE

  Intervista a VLAD GHIMP (classe 1B - Fontaneto) 

Vlad è originario della Moldavia: suo padre è arrivato in Italia cinque anni fa per motivi di lavoro, poi un anno fa circa lo ha raggiunto anche il resto della famiglia. Il padre ha lavorato per tre anni in Israele, poi si è trasferito in Italia.
Vlad ci ha raccontato che la Moldavia è un piccolo Stato confinante con la Romania e l’Ucraina, e la lingua parlata è il rumeno, di origine neolatina come l’italiano. Vlad ha visitato qualche città della provincia di Novara, come Arona e Omegna.
Lui è venuto a Fontaneto a dodici anni, a metà della quinta elementare.
Vlad ha avuto modo di conoscere bene il suo Paese d’origine, perché è giunto qui da noi già grandicello.
Ci ha raccontato in particolare di alcuni cibi tipici, in particolare i primi piatti costituiti da minestre: “Borç” a base di verdure come patate, finocchi e barbabietole che le conferiscono il tipico colore rosso, “Zamà”, minestra a base di verdure con pasta fatta a mano, “Supa” minestra con piselli e pasta.
Il secondo piatto è costituito dalla polenta “Maliga” , con carne di maiale cotta con aglio e cipolle e completata da una specie di mozzarella locale.
Vlad non ricorda abiti tipici ma solo costumi popolari.
Il nostro alunno ha frequentato dalla prima alla sesta classe a
Chişinău, la capitale: La scuola moldava è differente da quella italiana, in quanto non c’è distinzione tra materna, elementare e media, ma c’è un ciclo unico dalla prima alla dodicesima classe; la scuola è obbligatoria fino alla nona classe.
Nella scuola moldava si sceglieva un laboratorio unico dalla prima in poi e Vlad aveva scelto quello musicale, in cui suonava il cembalo e cantava nel coro, per poter così diventare bravo e girare l’Europa.
Le ore scolastiche duravano solo quarantacinque minuti e alla fine di ogni ora c’erano dieci minuti di intervallo. La disciplina era severa, anche se dipendeva dai professori. La mensa era gratuita fino alla quinta classe, mentre dalla sesta in poi era a pagamento, e si svolgeva al termine delle lezioni, verso le tre del pomeriggio.
La scuola era molto grande, un edificio enorme di sette piani; l’impegno richiesto era maggiore e davano molti compiti.
Vlad ha avuto qualche difficoltà con la lingua italiana, soprattutto con le doppie e gli accenti , difficoltà dovute anche al fatto che alcune parole sono uguali, ma hanno significato diverso: quando tornava a casa le controllava sul dizionario.
Una volta imparata la lingua, non ha avuto difficoltà a fare amicizia. Nel tempo libero guarda la televisione, gioca, legge e ama disegnare. Da grande non sa ancora cosa farà, forse l’attore o l’architetto. 
Vlad è cristiano ortodosso e festeggia il Natale, la Pasqua e, in patria, la festa della capitale e la festa della lingua. A Pasqua non ci sono le uova di cioccolata, ma uova sode colorate di rosso che simboleggiano la Passione di Cristo. Poi si preparava il pranzo a casa, compresa la colomba, e si portava a benedire in Chiesa.
La mattina di Natale i bambini vanno di casa in casa a cantare le tradizionali canzoni natalizie e ricevono in cambio caramelle.
La mattina dopo il Natale “Jorkava” si va per le strade con delle teste di capra finte fissate su dei bastoni , cantando e gettando in giro manciate di orzo.
Vlad ritorna d’estate in Moldavia, ma non sa se potrà restarci definitivamente.
Degli Italiani lo ha colpito il fatto che salutano sempre con il “ciao” ogni volta che incontrano una persona, anche ripetutamente e che qui da noi ci sono molte più donne al volante.
In Moldavia a scuola gli alunni indossavano la divisa e scarpe classiche, qui invece i ragazzi si vestono in modo più informale, con scarpe sportive, pantaloni a vita bassa e stropicciati, usano il gel per i capelli.
Inoltre gli Italiani si sposano tardi, dopo lunghi fidanzamenti e convivenze, mentre in Moldavia le nozze avvengono in età più giovane, al massimo entro i venticinque anni, dopo un breve fidanzamento.

 

RICORDANDO IL MIO PAESE: LA MOLDAVIA

Mi chiamo Vlad, e provengo dalla capitale della Moldavia, Chişinău, una città molto grande che conta più di 650.000 abitanti. Quando, un anno fa, sono arrivato a Fontaneto, quello che più mi ha colpito sono state le costruzioni, che mi apparivano tutte molto vecchie. Nella mia città la maggior parte delle case ha nove-dieci piani, e le più grandi ne hanno ventiquattro e si trovano all’ entrata della città, una di fronte all’ altra. Non ci sono montagne e il paesaggio è pianeggiante con qualche collina.
Un altro aspetto che mi ha stupito è il saluto, poiché da noi si fa soltanto una volta al giorno, mentre qui tutte le volte che ci si incontra.
In paese ho visto tante donne che guidano l’ automobile, invece in Moldavia se ne trovano poche. 
Un altro aspetto di diversità è la ricchezza, che da noi hanno in pochi, perché è abbastanza difficile trovare un lavoro. 
Nella mia città di bambini ce ne sono tanti ( pensate che nella casa di nove piani dove vivevo abitano 100 bambini), invece qua è difficile trovarne qualcuno con cui giocare al pomeriggio. 
Noi abbiamo usanze diverse dagli italiani. L’ 80% dei moldavi si sposa entro i 25 anni, invece constato che la maggior parte delle persone italiane si sposa tra i 30 e i 40 anni. Da noi ci si sposa subito e non dopo anni e anni di fidanzamento. 
In Italia quasi tutti i ragazzi si acconciano i capelli con il gel, e ciò sembra normale, invece una persona moldava non capirebbe, e alla domanda: "come sto?" ti direbbe che sembri un gallo. 
Da noi le famiglie sono molte numerose, ad esempio mia mamma ha 11 fratelli. Anche nella mia classe c'erano compagni che avevano più di 8 fratelli.
Un altro aspetto di differenza sono i cellulari: da noi la gente ne ha pochi, invece qua adulti e ragazzi ne hanno uno o più. Anch’ io, da poco, ne ho ricevuto in regalo uno! 
Da noi le scuole sono grandi , possono avere anche 7 piani, ed includono elementari, medie , superiori e talora la materna. In Moldavia, a differenza che qui, i ragazzi delle elementari non sono separati da quelli delle medie o delle superiori, ma sono uniti, così spesso capita che una classe di prima elementare sia vicina a quelle delle medie o delle superiori. 
In Moldavia non ci sono i pulmini che fanno il servizio per gli scolari, e quindi gli alunni vanno a scuola a piedi, con l’automobile del genitore, col filobus o con l’ autobus. Le lezioni durano 45 minuti e tra una lezione e l’ altra c’ è un intervallo di 10 minuti. In questi 10 minuti si può mangiare la merenda o andare da soli in cortile a giocare. 
Anche da noi c’ è la mensa. Alle ore 12,00 ci vanno, gratuitamente, i bambini fino alla quarta elementare, invece i più grandi devono pagare e ci vanno alla fine delle loro lezioni. 
All’inizio del percorso scolastico occorre scegliere un laboratorio, che sarà definitivo per i 12 anni di scuola successiva, ovvero non lo si può più cambiare. . La scelta può cadere tra musica, danza, teatro e disegno. 
Io avevo scelto musica, e quindi suonavo anche uno strumento ( il cembalo) e cantavo nel coro. I miei insegnanti mi dicevano che ero bravo nel canto, il migliore tra i maschi! 
Da noi ogni Istituto scolastico ha la propria divisa e partecipa a gare di abilità con altre. Il coro della scuola, se ritenuto valido, può partecipare a competizioni che si tengono in numerosi paesi europei. 
Con il mio gruppo corale sono stato in Romania, e là abbiamo ottenuto un premio. Altre gare in altri paesi erano già in calendario, io, però, non vi ho potuto prendere parte, essendo venuto a vivere in Italia.

Vlad Ghimp


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UNA FAVOLA MOLDAVA

 


L’orso ingannato dalla volpe


Una volta un orso vide una volpe che portava un mucchio di pesci. L’orso pensò tra sé: - Come mai la volpe ha del pesce? E’ inverno e il lago è gelato!
Allora le chiese: - Da dove hai preso tutto questo pesce?
- L’ho preso dal lago, caro amico!
- Ma come hai fatto se il lago è congelato?
- Ho scavato un buco nel ghiaccio, vi ho messo la coda e ho aspettato un po’. Così tutti i pesci sono venuti alla mia coda e adesso li ho nelle mie mani. 
L’orso, sentendo questo, corse al lago. La volpe rise tra sé della stupidità dell’orso e, sorridendo, andò via.
L’orso fece come gli aveva detto la volpe, ma non prese neanche un pesce. Rimase ancora un po’, poi, vedendo che aveva freddo, si decise ad andare via. La coda si era però incastrata nel ghiaccio. Con tanti sforzi riuscì a tirarla fuori, ma, purtroppo, non era più intera, vi era solo la metà. Con dolore e rabbia l’orso andò dalla volpe, che era nel buco di un albero ad assaporare i suoi pesci.
- Perché tu hai la coda intera insieme ai pesci, invece io non ne ho neanche uno e per giunta ho la coda rotta?
- Tu, stupido, credi forse che te lo dirò? Mai!
Questa favola ci insegna che la stupidità può trarre in inganno. La favola vuole anche insegnare perché l’orso non ha la coda lunga. 

 

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Illustrazioni di Lorenzo Duso (1B - Fontaneto)

 

(Questa favola ci è stata raccontata ed è stata scritta dal nostro compagno, Ghimp Vladislav, il quale al momento del ricordo era in Italia da appena sei mesi) 

 

 

 

 

  

 

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