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UN CONTADINO DI BARENGO
IN AMERICA:
GIUSEPPE TRAVAGLINI
Giuseppe Travaglini è nato a Cavaglietto nel 1898 da una famiglia di agricoltori affittuari.
Pochi anni dopo la sua nascita si è trasferito alla cascina San Clemente per poi stabilirsi definitivamente a Barengo nella casa dei nonni paterni in Via Solarolo.
A 17 anni è partito per l’America spinto dal desiderio di cambiare vita e di conoscere nuove mentalità, tradizioni e lingue.
Si è stabilito a Detroit, dove lavorava in diversi posti in cui veniva pagato a fine giornata.
Ha svolto il suo primo lavoro fisso in una rosticceria di due anziani signori e alla loro morte ha deciso di acquistarla.
Da qui ha iniziato la sua attività, che è cresciuta sempre più e fino a consentire di acquistare un’intera catena di ristoranti, a possederne più di dieci.
Nel 1929, con la caduta di Wall Street, è stato costretto a vendere tutto il suo patrimonio, e ha finito per fare il capo cuoco in un’azienda.
Dopo la grave perdita subita, ha ricominciato la sua attività acquistando un altro ristorante e diventando molto popolare grazie alla produzione di sorbetti e gelati, molto apprezzati dagli americani.
Gli affari stavano andando bene e così ha deciso di aprire una gelateria a livello industriale.
Ha continuato la sua attività fino al 1953 quando si è ammalato a causa di una forma di aritmia che lo ha costretto a limitare il suo lavoro.
Nel 1954 è tornato per la prima e unica volta a Barengo con la moglie Elisabetta e ha trascorso nel nostro paesino circa un anno passando anche un breve periodo ad Alassio.
Ma per volontà della moglie è tornato definitivamente ad Endicott: la sua casa era situata vicino alla super strada che porta a Buffalo, vicino alle cascate del Niagara, ed ha iniziato una nuova attività, dopo avere conosciuto alcuni ingegneri della IBM che gli avevano proposto di acquistare le loro azioni.
Grazie a tale investimento e allo sviluppo su scala mondiale della Società di informatica, il suo capitale è cresciuto enormemente e ciò gli ha consentito altri investimenti fino a ricavarne una vera fortuna.
Il signor Travaglini è morto nel 1977 e sua moglie nel 1979, senza lasciare nessun erede.
Nel suo testamento c’era l’obbligo di non toccare il capitale fino alla morte della moglie; successivamente sarebbe stato gestito dal suo avvocato italo-americano Jimmy Barbera.
Giuseppe Travaglini ha donato una parte del suo capitale al monastero di S. Rita da Cascia, a diversi orfanotrofi in America, e ha stanziato fondo per la costruzione di una scuola in Africa.
Non ha dimenticato i suoi parenti e i suoi compaesani tanto che ha lasciato una
borsa di studio da destinare ogni anno agli studenti delle scuole superiori e
universitarie, residenti a Barengo e a Cavaglietto.
Questa sua iniziativa è stata sempre l’espressione del suo amore per la cultura e per le lingue: ne conosceva sei tra cui il russo.
Dal 1987 l’avvocato Jimmy Barbera ha inviato ogni anno nel nostro paese diverse migliaia di dollari che, grazie alla disponibilità e all’impegno del Direttore Didattico, dott. Rosario Sciametta vengono destinati agli studenti con i requisiti richiesti.
Dopo il crollo delle Torri Gemelle l’avvocato Jimmy Barbera non ha più mandato i soldi per le borse di studio.
A causa dell’indebolimento della Borsa di New York gli investimenti in Borsa hanno accusato gravi perdite e di conseguenza le borse di studio non sono più arrivate.
L’ex sindaco di Barengo, Rosario Sciametta ha cercato di sollecitare Jimmy Barbera ma non ha avuto alcuna risposta.
Secondo lui Giuseppe Travaglini merita di essere ricordato come un vero benefattore della Comunità di Barengo.
Nel 1998, riconoscente, l’Amministrazione Comunale dedica al Suo nome una piazza con la volontà di onorare la Sua memoria e il Suo altruismo.
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