Seduzioni di Satana


Lotta spirituale

Monastero

Le tentazioni di Satana
Satana cerca di allontanare le anime da Dio attraverso la tentazione.

I cristiani, attraverso la lotta spirituale, la preghiera, le fede e l'obbedienza ai comandamenti di Dio, non devono accettare Satana attraverso le sue suadenti sollecitazioni al male.

La strategia di Satana è sempre la stessa nel convincere l'uomo che una vita vissuta nella disubbidienza e nel peccato è migliore di quella vissuta nell'obbedienza a Dio.

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Satana opera per separare l'uomo da Dio

"L’ultima astuzia del diavolo fu quella di spargere la voce della sua morte». L’agnostico francese André Gide (1859-1951): «Non credo nel diavolo; ma è proprio quello che il diavolo spera: che non si creda in lui".
(Giovanni Papini - Scrittore, terziario francescano)

L’azione ordinaria di Satana è tentare l’uomo per farlo ribellare a Dio e trascinarlo dove lui si trova. E cadere è estremamente facile, tanto che anche il Signore ci ammonisce: «vigilate e pregate per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto ma la carne è debole» (Mt 26,41). Anche la vigilanza più attenta non è sufficiente per evitarci la caduta nella colpa, in quanto è necessaria la grazia di Dio. Infatti molti cadono proprio perché si sono allontanati dagli insegnamenti del Vangelo, dalla preghiera, e dai sacramenti. Senza la preghiera è impossibile resistere alle tentazioni del demonio; Sant’Alfonso de’ Liguori diceva: «chi prega certamente si salva, chi non prega certamente si danna».

Il demonio è astuto e la sua tecnica si ripete sempre identica, come per il “caso” di Adamo ed Eva. La tentazione inizia con un avvicinamento apparentemente innocente, ma che nasconde in sé pericolose insidie: «perché non mangiate di quel frutto?», ed Eva risponde: «possiamo mangiare di tutti i frutti che ci sono, ma non di quest’albero. Il Signore ci ha detto che se ne mangeremo moriremo». Il serpente insinua il veleno del dubbio, asserendo come non vere le verità di Dio.

Satana ci trascina al male, facendoci negare le parole di Dio: non è vero, non subirai alcun danno a fare ciò che ti è stato proibito, anzi sperimenterai cose che prima non sapevi, vincerai ogni tabù. Il sobillatore cercherà di convincerci che il peccato non esiste, ma esistono solo esperienze utili e benefiche, e ci inciterà a provarle tutte. Ed è così che il demonio soffia principalmente sul fuoco delle nostre tre grandi passioni: il sesso, la ricchezza, il successo; ed è così che la sua azione, incontrastata, si può far strada attraverso quegli accessi che le si spalancano davanti e che sono rappresentati da tutti gli altri vizi.

Dio, però, ci ha dato a nostra difesa e salvezza l’osservanza del Decalogo, di cui sicuramente il più disatteso dei comandamenti è il primo: «io sono il Signore Dio tuo». Dovremmo rivolgere continuamente il pensiero a Dio e riflettere sul fatto che tutto ciò che ci è stato dato viene da Lui, che Dio è amore e misericordia, che ha inviato e sacrificato suo Figlio per riscattarci dal peccato, che ci ha creati per il paradiso, per salvarci.

E anche nel caso in cui dovessimo nuovamente peccare, ci ha dato il modo di pentirci, di confessarci per essere assolti dalle nostre miserie. Se non riusciamo a pensarLo, come è possibile amarLo con tutto il cuore, con tutta la mente con tutte le forze? Se non amiamo Dio e non siamo uniti a Lui, cadremo in ogni forma di idolatria e di credenza in falsi dei.

Un altro dei comandamenti più violati è il sesto: «non commettere atti impuri». Anche se in sé non è il peccato più grave, perché i peccati più gravi sono quelli di orgoglio e di superbia, tuttavia per la debolezza umana è il peccato più comune e più facile in cui cadere. Se, inoltre, nel Decalogo è scritto di non commettere adulterio è altrettanto vero che ci sono tanti passi della Bibbia, come dei Vangeli, in cui sono elencate altre colpe contro la castità, che non sono derivate da atti diretti di adulterio.

Ll Signore è esigente, vuole il nostro cuore puro e, quando Gesù ci dice «chi guarda una donna con desiderio avrà commesso adulterio con lei», è tremendo nell’esprimere il giudizio che tale precetto sottende; e allora certe ragazze che vanno vestite in modo non consono oppure certi film che propongono scene estremamente provocanti, sono tutte “fonti” di adulterio che comportano, a cascata, tutte le altre colpe contro la castità.

Beati i puri di cuore perché vedranno Dio, gli altri non lo vedranno: non vedere Dio significa andare all’inferno. È così facile cadere in questa colpa che occorre sempre tanta e diligente osservanza. Il Signore ci esorta a vigilare e a pregare per non cadere in tentazione: con le sole nostre forze non possiamo resistere alle spinte del male e siamo destinati a soccombere pertanto, con questa consapevolezza, dobbiamo ricercare l’aiuto di Dio attraverso la preghiera e i sacramenti.

Non dobbiamo assolutamente cadere nell’errore irrimediabile e tremendo di giustificare il peccato, di indorarci la pillola, ritenendo che ciò che è male sia in realtà bene, perché con questa convinzione non ci sarà più niente da fare, sarà impossibile qualunque atto di pentimento, ravvedimento e conversione.

Un’azione particolare del demonio è anche quella di dare a mente e corpo disturbi di carattere malefico, che si presentano con una certa frequenza. Come si può fare a evitarli, come si fa a liberarsene? Con gli insegnamenti che da sempre ci vengono caldamente suggeriti: la preghiera, il digiuno, le rinunce, la frequenza dei sacramenti, l’adorazione eucaristica e il sacramento sovente della confessione. «Vigilate e pregate […]. Lo spirito è pronto ma la carne è debole».