Passione di Gesù
La Madre di Gesù
Importante è la presenza di Maria nel cammino della Croce. Gesù l'ha voluta accanto nei momenti più cruciali: l'incontro sulla via per avere da lei l'incoraggiamento a proseguire, sotto la croce per associarla alla sua immane sofferenza e renderla Madre di ogni uomo.
(cfr Gv 19,26).cite>
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Vergine Maria Madre di Gesù
Forse noi cristiani non abbiamo ancora compreso del tutto quanto siamo costati a Gesù e alla Madre sua.
Forse, meditando sulla passione, siamo ingannati dal pensiero che ormai tutto si è concluso con la morte in croce.
Invece le sofferenze del Figlio dell'Uomo e di Maria non sono ancora compiute perché non sono finiti i peccati degli uomini.
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Finché ci sarà un uomo sulla faccia della terra che pecca si aggiungerà una ferita nel corpo di Gesù e nel cuore di Maria.
Continua l'orrendo supplizio. La salita al Golgota era lunga e resa ancor più dura dalla condizione fisica e dalla pesantezza della croce che, in quello stato, mi gravava come un macigno sino a far sanguinare la spalla.
Il male del peccato oscurava le menti ed io ero sospinto come una bestia da portare al macello.
Il baccano della folla ai lati della strada fatto con lazzi e insulti, si sommava al gran dolore, così, ovunque girassi gli occhi, vedevo soltanto odio, rancore, perfidia e un piacere crudele nel gioire della mia sofferenza.
Ero solo in un mare di sofferenza.
Il popolo che mi aveva osannato come il loro Re ora era assetato di sangue e desiderava con odio la morte dell'innocente.
Dov'era, dunque, il ricordo del loro Dio? Con i cuori induriti erano pronti, come iene, a scagliarsi sulla preda.
In quella bolgia e nel tremendo incedere ecco l'incontro con la mia Mamma terrena.
Era ad attendere il figlio condannato a morte. Quale atto d'amore seppe esprimere!
Incurante del furore di popolo voleva essermi vicino, ma tremenda fu la sorpresa nel vedermi in quello stato.
Con gli occhi ormai privi di pianto vide le ferite con il sangue che colava dalle spine conficcate nel capo e dalla spalla.
Vide il tremore del mio corpo febbricitante e l'intenso dolore.
Ella stessa, inorridita da tanto, indebolita dalla notte insonne, dalle copiose lacrime e dal dolore di sapere il figlio condannato a morte, era lì.
Non poteva abbandonare il figlio generato dal ventre, il suo Dio.
Nel suo sguardo compresi l'intenso amore, la pietà, il desiderio di sostituirsi, se fosse stato possibile, al mio sacrificio.
La Mamma, che da bimbo mi cullava teneramente sul cuore, ora non poteva stringermi tra le sue braccia.
Vedendola così accasciata e addolorata pronunciai la parola più bella: Mamma!
Il mio fu un grido del cuore, il traboccare di tanta sofferenza, amarezza e umano calore.
Ella comprese tutto questo e il suo cuore si unì al mio.
Il suo dolce amore stillò come una goccia di rugiada su un petalo arso dal sole e rispose: Figlio!
In quella dolce e straziante parola c'era amore, adorazione, infinita pietà, immensa tenerezza, in altre parole tutto se stessa.
In quel mare di odio avevo ritrovato la persona più cara e più amata.
L'istante, però, era trascorso ed il cammino doveva riprendere e con il pesante legno mi trascinai nel salire.
Grazie Mamma per quello che hai fatto, ora riprendo la strada del dolore, ma ti ho nel cuore.
Tratto dal libro: "Aprirò una strada nel deserto"..
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