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Orchestra Mario Gangi

 

Dal 2011 presso l’Accademia Novamusica & Arte   (direttore artistico Roberto Fabbri) ho dato vita a un'orchestra di chitarre con l’obiettivo di creare a Roma uno spazio dinamico in grado di coinvolgere chitarristi di ogni livello, età e genere musicale con tanta voglia di fare buona musica a 360°. Per favorire l’unione dei diversi generi  è previsto l’utilizzo della notazione tradizionale, del tabulato e dei “canovacci armonici” usati in ambito jazzistico. L'orchestra partecipa a numerosi concerti, concorsi e saggi presso Associazioni e Festival Internazionali di Chitarra (Roma, Fiuggi, Celano, Frascati).

 

Il nostro gruppo dal concerto di Fiuggi di luglio 2014 ha preso il nome di “Mario Gangi”. Ovviamente le motivazioni della nostra scelta non sono casuali: quasi tutti noi dell'orchestra siamo figli (allievi diretti) nipoti (il mio Maestro Bruno Battisti D'Amario si è diplomato con lui) o pronipoti di Gangi o della Scuola Romana di S. Cecilia. Altra motivazione a carattere più musicale è la condivisione della sua poetica cioè l’esigenza di voler suonare buona musica spaziando liberamente su tutti i generi. Siamo ben consapevoli che avere un nome simile è sicuramente impegnativo e che dobbiamo fare ancora molta strada prima di poterlo “meritare” ma questo sarà sicuramente un ulteriore stimolo per fare meglio. La presente decisione è stata condivisa anche dai Maestri Carlo Carfagna e Roberto Fabbri (storicamente a lui legati) e dalle figlie dello stesso Gangi Gigliola e Susanna. Un particolare ringraziamento ai Maestri Roberto Fabbri, Carlo Carfagna, Mauro Restivo, Riccardo Rocchi e Francesco Taranto che con il loro supporto permettono il proseguimento artistico della nostra attività.

 

I chitarristi di ogni genere musicale sono invitati a partecipare alla nostra Orchestra. Le prove si svolgono ogni settimana (il giorno viene stabilito all'inizio dell'ano) e la partecipazione è gratuita.

Per saperne di più si può contattare il sottoscritto Francesco Russo (ossurf@libero.it) o l'Accademia Novamusica & Arte (Via Tito Schipa 20 Roma - http://www.novamusica.it/pagine/orchestra.html).

 

 

Riporto qui alcuni brani del nostro repertorio con i rispettivi video realizzati nelle diverse esibizioni:

 

 

1.     Alma llanera (tradizionale Venezuelano)  - per il festeggiamento dei 90 anni di Alirio Diaz abbiamo unito le forze con l'Orchestra "Amici di Alirio"
 
 
1.     Spanish Tango (James Horner)
 
 

1.         St. James Infirmary (tradizionale)

 

 
1.     Mas que nada (Jorge Ben)
 
 
    Scarborough fair (tradizionale)
 
    Brian Boru's March (tradizionale)
 
1.     Ireland (Riccardo Nico)
 
 
1.     Geordie (tradizionale)
 
 
1.     La guerra di Piero (Fabrizio De André)
 
 
1.     La vita è bella (Nicola Piovani)
 
 
1.    
1.     Lady Jane (Mick Jagger/Keith Richards)
 
 
1.     Lady D’Arbanville (Cat Stevens)
 
 
1.     Happy Xmas (John Lennon)
 
 
    Cavalleria Rusticana - Intermezzo (Pietro Mascagni)
 
1.     Cantata 147 (Johann Sebastian Bach)
 
 
1.     Adagio dalla Suite Italiana (Mario Gangi)
 
 
1.     Rosa del deserto (Francesco Russo)
 
 
1.     Rainbow (Roberto Fabbri)
 
 

1.     What a wonderful world (Bob Thiele/George David)

 
 
1.     St. James Infirmary (tradizionale)

altra versione con il bravissimo sassofonista Marco Orfei

 
 

 

 

ELOGIO ALL’ORCHESTRA DI CHITARRE

 

Non possiamo certamente dar torto al caro Berlioz che nel suo trattato di orchestrazione affermò “la chitarra è una piccola orchestra” e al buon Wagner che mise il carico da novanta parafrasandolo con la dichiarazione “l’orchestra è una grande chitarra”. Queste sapienti affermazioni sono state fatte considerando le peculiarità della chitarra che possiamo così sintetizzare:

1.        polifonia: la chitarra è in grado di eseguire sia il contrappunto (sovrapposizione di più linee melodiche) che una melodia accompagnata (linea melodica + basso + armonia)

2.       estensione: avendo un’estensione di circa 4 ottave (in base al numero dei tasti: da 18 a 24) e oltre (considerando la possibilità di scordare lo strumento e di usare gli armonici), lo strumento copre il registro basso, medio e acuto

3.        timbrica: possiamo ottenere una grande tavolozza timbrica in base a dove (ponte, buca, tastiera) e come (tocco libero, appoggiato, teso ecc.) viene sollecitata la corda

4.       effetti: avendo un contatto diretto con le corde si possono ottenere un’infinità di effetti (rasgueado, tambora, pizzicato, glissato, pizzicato alla Bartok, corde accavallate, tremolo ecc.) spesso impiegati per imitare diverse situazioni o strumenti.

Se una chitarra è già di suo un’orchestra allora un’orchestra di chitarre cos’è… un’orchestra di orchestre? un’orchestra al quadrato? Giochi a parte sorge comunque spontanea la domanda: perché formare un’orchestra di chitarre se questa racchiude in se tutti i connotati orchestrali? Senza sminuire nessuna delle virtù sin qui analizzate, si può tranquillamente affermare che la chitarra, pur suonando splendidamente da sola, leghi benissimo con altri strumenti e… con se stessa.

Dopo tanti elogi voglio evidenziare nella tabella i limiti della chitarra e come questi possano essere ovviati grazie alla musica d’insieme:

 

Chitarra sola

Musica d’insieme

Se è pur vero che gode di una notevole estensione, spesso la scrittura chitarristica soffre del problema della “coperta tropo corta” per cui se si va sui suoni acuti si finisce spesso per inibire il registro grave e viceversa

Problema che non sussiste nel suonare insieme: mentre un chitarrista è sui registri acuti l’altro può rimanere in prima posizione ed eseguire tutti i bassi necessari

Uno dei grandi problemi della chitarra è lo scarso volume (a meno che non venga amplificata) specie se rapportato a quello degli strumenti dell’orchestra tradizionale (probabile motivo che ne ha precluso l’accesso). Il volume è da sempre stato cruccio dei liutai di ogni epoca

Se più interpreti eseguono la stessa parte si sovrappongono le intensità degli strumenti e la massa sonora sarà decisamente superiore rispetto a quella di una sola chitarra

Anche se la chitarra è uno strumento polifonico, spesso l’interprete riesce a concentrarsi prevalentemente su un singolo elemento (linea melodica, armonia o basso che sia)

Tale problematica non sussistono nella musica d’insieme  poiché i compiti sono suddivisi e ogni elemento ha la possibilità di mettere “tutto se stesso” nella sua parte

Per quanto concerne gli “effetti” possiamo dire che o facciamo una cosa o ne facciamo un’altra (virtuosismi estremi permettendo)

Ogni orchestrale può fare qualsiasi effetto senza che vengano limitati gli altri elementi musicali perché eseguiti da altri componenti

Il concetto della “coperta troppo corta” possiamo estenderlo anche nella timbrica: se stiamo suonando sul ponticello non possiamo ottenere contemporaneamente suoni scuri

Ognuno può diversificare il tocco e il punto di attacco (buca , ponte, tastiera) cercando di volta in volta la timbrica più appropriata

Il vantaggio di poter fare “tutto da soli” potrebbe essere al tempo stesso un limite: viene infatti preclusa la possibilità di condividere, socializzare, scambiare delle idee

Contrariamente suonare insieme vuol dire confrontarsi socializzare, condividere e ascoltare gli altri

Per ottenere dei risultati gratificanti da solista bisogna lavorare sodo per diversi anni e se non si raggiungono alti livelli è impensabile fare delle esibizioni

Suonando in gruppo si ottengono facilmente risultati gratificanti e c’è la possibilità di effettuare concerti anche se non si è dei professionisti (come avviene per i cori)

Le esibizioni solistiche possono essere spesso compromesse dalla forte emotività che quasi inevitabilmente emerge (a meno che non si è un concertista di alto livello)

Suonando insieme viene a prevalere il “piacere di suonare” e  “l’ansia da prestazione” è sicuramente sminuita

 

Sono consapevole che queste considerazioni possano essere “relativizzate”: mi viene a tal proposito in mente la scena del film di Fellini “Prove d’orchestra” nella quale ogni orchestrale esaltava le virtù del proprio strumento. Così come sono cosciente del fatto che un grande solista possa valere più di un’orchestra di mille elementi. I forti connotati solistici della chitarra non vogliono essere minimante sminuiti da quanto esposto, scopo del presente scritto è semplicemente quello di valorizzare l’enorme potenzialità della musica d’insieme e, nello specifico, dell’orchestra di chitarre.

Nella formazione di un’orchestra di chitarre è sicuramente proficua la possibilità di unire strumenti della famiglia delle chitarre: chitarra basso, baritona, standard, soprana, terzina (e perché no cavaquinho, ukulele ecc.) riuscendo così a coprire l’estensione dell’orchestra tradizionale. Possono inoltre sinergicamente convivere all’interno dello stesso organico chitarristi (e chitarre…) di diversi generi musicali con le loro rispettive tecniche. Tale comunione conferisce all’organico un ulteriore arricchimento del repertorio e della timbrica (grazie al diverso materiale delle corde - nylon o acciaio - e alla diversa cassa di risonanza). Ovviamente il tutto va fatto con sapiente equilibrio onde evitare pericolosi “calderoni musicali”. Non sono propenso all’inserimento del mandolino poiché il suo caratteristico timbro ricondurrebbe inevitabilmente alle “orchestre a plettro” che hanno sicuramente avuto, tra le altre cose, il grande merito di inserire la chitarra in un contesto orchestrale.

Le orchestre di chitarre essendo nate da non più di un trentennio, possono contare su una letteratura originale decisamente esigua (anche se di anno in anno si sta notevolmente arricchendo) pertanto hanno da sempre fatto ricorso a trascrizioni o elaborazioni di brani scritti per altri organici.

Personalmente ho sempre avuto felici esperienze nella musica d'insieme sia come interprete (ho fatto parte della gloriosa orchestra a plettro Berni e di diversi ensemble) che come direttore.