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Le ultime dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti : l'audizione del dr.Antonio Guerriero, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli.

Il 5/10/2000 scorso la Commissione ha sentito il dr.Guerriero, sostituto procuratore che svolge la sua attività di magistrato in una zona calda del paese, non solo per il traffico illecito di rifiuti. Ne riportiamo ampi stralci, quelli che più riteniamo significativi. Per chi fosse interessato al resoconto stenografico e quindi completo della seduta non resta che consultare il sito della Camera all'indirizzo della Commissione, in questo modo potrà prendere buona nota anche delle altre audizioni, dei documenti approvati, delle relazioni presentate.

"PRESIDENTE.

L'ordine del giorno reca audizione di Antonio Guerriero, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, che ringrazio per essere intervenuto. La Commissione è consapevole della difficoltà e della complessità connesse alle indagini che riguardano i reati contro l'ambiente e in particolare il settore dei traffici illeciti dei rifiuti. È quindi con particolare soddisfazione che ascolteremo oggi - e questo è uno dei motivi dell'audizione - dal nostro interlocutore informazioni su un'azione svolta con successo, che ha portato all'arresto di esponenti della criminalità organizzata, del clan dei Casalesi. Proprio la difficoltà delle indagini e l'inadeguatezza da noi tante volte denunciata degli strumenti sanzionatori e quindi anche di indagine disponibili rendono sempre molto difficile cogliere l'obiettivo, per cui si parla parliamo di ecomafie, ma certe volte si ha la sensazione che esista un mondo invisibile che opera e che non si riesce a raggiungere. L'azione che prima richiamavo, invece, è uno dei casi in cui si è riusciti a raggiungere questa realtà ed è quindi - ripeto - con estremo interesse che ascolteremo il dottor Guerriero. Ricordo ancora che le riflessioni e le valutazioni che svilupperemo in questa audizione potranno utilmente essere inserite nelle integrazioni in via di predisposizione alla bozza di documento sui traffici illeciti e le ecomafie di cui la Commissione ha iniziato l'esame e attraverso il quale vorremmo ricostruire un quadro sinottico di tutti gli illeciti presenti nel settore, non solo quelli perpetrati dalla criminalità organizzata ma anche quelli delle amministrazioni e delle imprese, in modo da disegnare un quadro dello stato di salute, in questo caso dello stato di malattia, del ciclo dei rifiuti nel nostro paese. L'odierna audizione sarà quindi particolarmente utile anche sotto questo profilo, perché andrà ad integrarsi nel quadro che vogliamo fornire al Parlamento, al Governo e all'opinione pubblica sulla condizione del paese rispetto agli illeciti in questo settore ed alla presenza in esso delle ecomafie.

ANTONIO GUERRIERO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli.

Vorrei innanzitutto ringraziare la Commissione ed esprimere un vivo apprezzamento, anche a nome del procuratore della Repubblica, dottor Agostino Cordova, e del coordinatore della DDA, dottor Guglielmo Palmeri, che attesta la rilevanza delle indagini trattate dalla procura di Napoli, per la sensibilità e l'attenzione che tutti i componenti di questa Commissione manifestano alle sue attività..........

Occorre altresì tenere conto delle difficoltà delle indagini derivanti dalla normativa vigente, fra cui il decreto Ronchi, che pur risultando particolarmente evoluta sotto il profilo tecnico, risulta piuttosto carente sul piano dei controlli per l'accertamento del danno ambientale e nel sistema sanzionatorio sia nell'ambito amministrativo che in quello penale. In tal senso risulta utile il disegno di legge di iniziativa governativa recante modificazioni al codice penale mediante l'introduzione dei delitti ambientali nonché una serie di modifiche alla normativa processuale, ove sia dimostrata la presenza di interessi della criminalità comune e di quella organizzata. In particolare risulterebbe particolarmente proficua una normativa che, tenendo in adeguato conto i principi di legalità e di tassatività previsti anche a livello costituzionale nella formulazione delle fattispecie penali, fornisca uno strumento più adeguato alla gravità dei fatti accertati. Infatti un potenziamento delle tipologie delle sanzioni previste sia in sede amministrativa che penale risulterebbe conforme al rango elevato dei beni giuridici tutelati anche dai principi costituzionali, nonché alla necessità di sempre meglio tutelare l'ambiente dalle continue e gravissime aggressioni provenienti da impresi criminali che utilizzano sistemi sempre più sofisticati per camuffare il danno ambientale, anche attraverso una sistematica falsificazione della documentazione prevista nel settore.

La recente riforma sul giudice unico, che ha determinato la fusione degli uffici della procura presso la pretura e di quelli presso il tribunale, nonché le competenze della DDA su tutto il distretto, hanno consentito alla procura di Napoli di creare un gruppo di sostituti che si interessano di reati contro l'ambiente verificando di volta in volta gli eventuali collegamenti con le varie organizzazioni criminali presenti sui territori interessati. Più problematico risulta invece il coordinamento fra la procura di Napoli e le altre procure del distretto, difficoltà che potrebbero superarsi attraverso un'intesa tra i responsabili dei vari uffici giudiziari che preveda, tra l'altro, un incontro periodico fra i magistrati del distretto che si occupano del settore dello smaltimento illecito dei rifiuti. Risulta altresì, a mio avviso, opportuno un potenziamento non solo degli organi investigativi, ed in particolare del NOE, ovvero del nucleo operativo ecologico, che si occupano specificatamente della materia, ma anche degli altri organismi che si interessano di criminalità organizzata nell'ambito dei singoli corpi, in quanto molto spesso si perviene all'accertamento del fenomeno dell'illecito traffico di rifiuti anche attraverso l'esame di tutte le altre attività imprenditoriali illecite ad essa strettamente collegate, come, ad esempio, la gestione illecita dei pubblici appalti nei vari comuni, la gestione delle cave, il controllo degli autotrasportatori e le connivenze all'interno delle pubbliche amministrazioni.

Invero, a mio sommesso avviso, per adeguatamente comprendere il fenomeno dello smaltimento illecito dei rifiuti in Campania occorre tenere conto di tutte le attività imprenditoriali posti in essere dalle imprese di mafia in Campania. Infatti, quasi sempre questa attività criminosa rientra nella più ampia gestione imprenditoriale del territorio da parte delle organizzazioni camorristiche anche con riferimento ai pubblici appalti. Nel settore dei rifiuti, come nelle altre attività illecite gestite dalle imprese mafiose nel territorio campano, il ruolo della criminalità organizzata non è di tipo parassitario, ovvero non si limita a trarre un lucro dalla protezione che viene assicurata alle imprese, quanto piuttosto è lo stesso sodalizio criminoso a gestire in prima persona, attraverso i suoi imprenditori di fiducia, l'illecito smaltimento di rifiuti nei territori controllati dal clan. Pertanto, anche nel settore dell'illecito smaltimento dei rifiuti, l'organizzazione criminale, attraverso il controllo del territorio, si pone di fronte al sistema industriale che produce rifiuti come un soggetto in grado di offrire un servizio più vantaggioso perché a costo infinitamente più ridotto, assicurando il superamento di qualunque ostacolo di tipo burocratico, attraverso l'immediato deflusso degli scarti di produzione nei depositi e nelle cave gestite da persone di sua fiducia.

Queste prerogative pongono l'organizzazione criminale e l'imprenditore mafioso, talora, come l'unico interlocutore effettivo del sistema industriale ed in grado di risolvere una serie di problemi connessi al trasporto, allo stoccaggio ed al deposito che in certe aree del territorio campano, come ad esempio la provincia di Caserta, non possono essere risolti da imprese che non risultino in qualche modo legate da sodalizi criminosi. Così la provincia di Caserta e parte dei territori delle altre province campane risultano esposti a gravi rischi di "crisi ambientale", proprio in quanto su di essi vi è la presenza di organizzazioni criminali che gestiscono con criteri imprenditoriali tutte le attività esistenti, compresa quella relativa allo smaltimento dei rifiuti. Detta attività, infatti, presuppone il controllo degli autotrasportatori, delle cave nonché una serie di connivenze anche nell'ambito della pubblica amministrazione, tali da evitare i controlli previsti dalla normativa del settore.

Fattori questi che pongono talora l'organizzazione criminale come l'unica in grado, attraverso le imprese di sua fiducia, di gestire un fenomeno in territori da essa controllati. Inoltre, la gestione dei sodalizi criminosi delle cave, discariche e depositi di vario genere, abusivi e non, nonché l'influenza sui comuni esistenti nei territori da essa controllati pongono le organizzazioni criminali nelle condizioni di poter lucrare contemporaneamente sia attraverso la gestione dei siti preposti allo smaltimento dei rifiuti sia pilotando solo alle imprese di sua fiducia gli appalti effettuati nei comuni per lo smaltimento dei rifiuti. In tal senso l'impresa legata all'organizzazione mafiosa si pone in una condizione di privilegio rispetto alle altre non solo per la protezione offertagli dal sodalizio criminoso in sede di aggiudicazione dell'appalto ma anche perché può smaltire a condizioni molto più vantaggiose e senza adeguati controlli i rifiuti nei siti gestiti dalle persone di fiducia dei clan camorristici.

La gestione delle cave, delle discariche e dei depositi da parte dell'organizzazione criminosa gli consente di utilizzare questi siti prima per prelevare, abusivamente, il materiale che dovrà essere utilizzato per i lavori che effettueranno le imprese legate al clan e successivamente per effettuare uno smaltimento dei rifiuti speciali e non, ricavando in entrambe le predette situazioni utili e enormi, anche attraverso il sistema della sovrafatturazione e della falsificazione della documentazione prodotta, come si preciserà in seguito. Talvolta, ad esempio, troviamo che nei costi dell'opera si mette il procedimento di innocuizzazione del materiale e poi vediamo che il materiale non viene innocuizzato ma illecitamente smaltito, per cui questa presunta innocuizzazione diventa una giustificazione per frodare ulteriormente l'ente pubblico.

Nell'area di Caserta abbiamo un ulteriore sistema. Le cave, con la forza dell'intimidazione, vengono consorziate; così, ad esempio, è il CORIN. Tutte le cave vengono indotte a consorziarsi e la "tassa camorra" viene prelevata a monte dall'organizzazione criminale attraverso lo stesso prelevamento degli inerti. Il costo degli inerti viene caricato a monte, per qualsiasi cittadino della provincia di Caserta che intenda acquistare quegli inerti con il "costo camorra". Ogni metro cubo di materiale costa qualcosa in più per la "tassa camorra", per cui quel cittadino nel momento in cui compra quegli inerti, attraverso il consorzio gestito direttamente dall'organizzazione criminale, paga direttamente a quella organizzazione criminale un costo aggiuntivo per la "tassa camorra". Spesso le cave sono completamente abusive; utilizzando l'omertà totale esistente in quei territori, vengono creati dei veri e propri buchi nel terreno; poi si procede con un sistema di sovrafatturazioni per i materiali, per il trasporto, sempre da parte di persone legate al clan, magari anche per la innocuizzazione, ma in realtà tutto questo non è vero; vi è solo una serie gigantesca di falsificazioni e sovrafatturazioni.

Con questo giro l'impresa legata all'organizzazione criminale si pone in una condizione di privilegio rispetto alle altre e diventa un primo tassello del meccanismo; diventa prima l'impresa di fiducia del clan e poi l'impresa legata al clan. Alla fine - ed è questa la realtà dell'intera Campania - l'oligarchia di questi imprenditori mafiosi gestisce ai vertici delle organizzazioni criminali l'intero business delle attività criminali e quindi nell'ambito di queste attività criminali anche lo smaltimento, che diventa solo uno dei meccanismi di questo ciclo chiuso, che, come credo avrete tutti sicuramente compreso, non consente materialmente alle imprese non legate alle organizzazioni criminali di poter entrare in questi settori. L'impresa non legata al clan in certe aree delle province di Caserta e Napoli non può operare in questi settori; gli è preclusa la possibilità materiale di farlo; dove sversa il materiale? Dove trova gli autotrasportatori in grado di lavorare per lei? Dove trova le amministrazioni comunali che gli diano gli appalti per lo smaltimento dei rifiuti? È un giro per cui solo se hai l'appoggio del clan, puoi lavorare e, si badi bene, è l'esperienza che verificheremo di qui ad un attimo con riferimento all'indagine per cui ritengo che la Commissione mi abbia convocato, anche l'imprenditore mafioso deve versare all'organizzazione criminale un determinato importo mensile per l'attività, perché tutti debbono portare il contributo al bilancio dell'organizzazione criminale. Il clan dei Casalesi ha un esercito di almeno dieci mila uomini, che prende parte del Lazio, l'intera provincia di Caserta, parte della provincia di Napoli e si pone rispetto ad organizzazioni criminali più piccole, presenti ad esempio nella provincia di Avellino e Benevento, come i baroni con i feudatari, per cui chi lavora, deve dare una parte degli utili, in cambio della protezione assicurata da quell'esercito di dieci mila uomini.

È un'impresa che necessariamente - perché ognuno ha il suo stipendio, ognuno deve essere finanziato con mezzi, uomini, armi, macchine e per difese nel caso di incidenti di tipo giudiziario - ha bisogno di bilanci miliardari, e dunque anche l'imprenditore camorrista deve versare. Però, come abbiamo verificato per l'indagine dei Regi Lagni (che riguarda ben 300 indagati), che sta per concludersi con una sentenza presso il tribunale di Santa Maria, e come abbiamo riscontrato in un'altra indagine, gli utili che in realtà poi l'impresa ricava con l'appoggio del clan - attraverso il gonfiamento dei lavori, attraverso la sovrafatturazione, attraverso la gestione di fatto, perché sponsorizzata dal clan in una situazione di monopolio - sono ben maggiori di quelli che poi versa all'organizzazione criminale. Ciò che versa è una specie di corrispettivo per il servizio offerto dal clan per sponsorizzare tutte le attività criminali e lecite che avvengono su quel territorio.......

GIOVANNI IULIANO

........vorrei fermarmi un attimo sulla seconda parte delle riflessioni che faceva il dottor Guerriero e cioè sull'ingresso di queste organizzazioni camorristiche nella gestione dei rifiuti solidi urbani, soprattutto attraverso i servizi appaltati a terzi da parte dei comuni. In effetti, in Campania abbiamo una divisione per zone a seconda delle zone di influenza e questo induce contiguità, con complicità anche a livelli amministrativi in molti comuni. A questo riguardo, nel corso dell'esame del provvedimento legislativo in materia di servizi pubblici locali, già approvato purtroppo dal Senato, ho cercato in tutti i modi di spiegare ai colleghi parlamentari che, fatto in quel modo, il provvedimento avrebbe semplicemente consegnato legalmente nelle mani dell'imprenditoria camorristica o mafiosa i servizi pubblici che, finché erano svolti in economia dai comuni, comportavano forse con maggior dispendio di risorse (non sempre, però), ma almeno erano sotto un controllo legale.

Ora questo obbligo che il Parlamento dà di affidare a terzi i servizi pubblici locali, fra cui quello relativo agli rifiuti solidi urbani, indurrà senz'altro nelle quattro regioni più a rischio (Calabria, Campania, Sicilia e Puglia) un affidamento diretto alla malavita organizzata. È questa una riflessione che faccio, nella piena consapevolezza di ciò che dico, perché credo che questa sarà una legge dagli effetti incalcolabili dal punto di vista della legalità.

PRESIDENTE.

Più che altro effetti criminogeni, mi pare questo il suo timore.

GIOVANNI IULIANO.

Sì, effetti criminogeni; speriamo che si riesca a non a farla passare. A questo proposito, dalle notizie che lei ha, dottor Guerriero, l'ingresso delle ditte nei comuni sta ancora avvenendo, è già stabilizzato, ci sono conflitti, ci sono contrasti, si riesce a sapere qualcosa e come si potrebbe fare per intervenire dal punto di vista della legislazione vigente?

ANTONIO GUERRIERO, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli.

Quanto lei diceva è un'ulteriore dimostrazione di come il fenomeno dell'illecito sversamento dei rifiuti rientri in un discorso in realtà molto più complesso, che va affrontato globalmente; secondo me anche attraverso una serie di controlli di tipo amministrativo. Pur essendo un pubblico ministero, so perfettamente che la nostra attività in sede penale è estremamente rozza nel senso che non consente di modellare adeguatamente l'intervento statale in base alla gravità e all'entità dei fatti. In ossequio al principio costituzionale che la strada penale è comunque quella residuale, fisiologicamente si dovrebbe predisporre una serie di controlli effettivi a livello amministrativo, in misura più incisiva di quanto non avvenga attualmente......

GIUSEPPE LO CURZIO.

Prima di svolgere qualche riflessione, vorrei ringraziare il dottor Guerriero per il taglio forte e determinato dal punto di vista giudiziario che ha dato al suo intervento. Volesse il cielo che i suoi colleghi fossero tutti così! Le rivolgo dunque i miei complimenti. Desidero ora porle un quesito. Lei ha parlato di "tassa camorra" versata dalle imprese operanti nel settore dello smaltimento, ha accennato al "sistema chiuso" che non consente di operare alle imprese agenti legalmente ; di fronte a tutto questo, mi interrogo, ci interroghiamo, come politici, come Commissione, come forze politiche e partiti per capire come si possa aggredire questa criminalità che ci preoccupa e ci spaventa, anche per le future generazioni perché in queste condizioni un'impresa pulita e corretta non si impegna sul territorio, ma fugge altrove.

In questo quadro, vista la necessità di favorire ogni soluzione che permetta al Parlamento di varare una normativa adeguata a combattere e sconfiggere i fenomeni attualmente ricorrenti, mi chiedo se il nostro interlocutore possa suggerirci - la domanda potrà sembrare ingenua - alcune modifiche normative per inaugurare una nuova era nelle regioni meridionali nella lotta alla criminalità organizzata e per permettere alle imprese operanti legalmente di agire senza condizionamenti malavitosi; questo al di là delle iniziative che pure stiamo portando avanti perché, come ho già avuto modo di sottolineare, questa Commissione va oltre dimidium ed affronta i problemi in unità d'intenti tra sinistra e destra perché tutti comprendiamo le difficoltà del momento; mi chiedo dicevo se il nostro interlocutore possa darci il suo consiglio, come magistrato e come uomo della giustizia.

ANTONIO GUERRIERO, Sostituto procuratore presso il tribunale di Napoli.

Ringrazio innanzitutto il senatore per i complimenti che non vanno alla mia persona ma al mio ufficio, all'impegno di tutti noi perché il nostro è un lavoro di gruppo, non a caso l'immagine che ho descritto non è stata sviluppata solo da me ma anche da altri colleghi della Procura di Napoli. Il discorso dei consorzi purtroppo è addirittura più esteso di quanto accennavo prima. Attraverso varie indagini, ormai in gran parte note, abbiamo individuato come il sistema dei consorzi è stato applicato anche nelle truffe alla CEE, ad esempio nel settore della frutta, dei pomodori e financo nei beni di prima necessità, nel latte e nei suo derivati, dal burro alla mozzarella. Quando fu sequestrato il consorzio del calcestruzzo nella provincia di Caserta, da un giorno all'altro il prezzo si ribassò di tre mila lire la metro cubo; erano le tre mila lire che venivano date alle organizzazioni criminali, attraverso il sistema che spiegavo prima della "tassa camorra" a monte.....

Consigli certamente non ne devo dare al mondo politico, faccio però una considerazione: tempo fa diversi esponenti di primo rilievo del mondo politico hanno rappresentato l'importanza di fare una svolta nel Mezzogiorno. Io sono uno dei magistrati che hanno fiducia nel mondo politico, perché ritengo che solo voi potete risolvere il problema del nostro meridione martoriato nel modo cui prima accennavamo; solo voli potete incidere sulle difficoltà strutturali della nostra società, sulle sacche di disoccupazione, l'arretratezza culturale e sociale. Noi possiamo di volta in volta individuare la punta dell'iceberg ma certamente non possiamo assolutamente rimuovere le cause di questi fenomeni. Nel Casertano ci sono sacche di disoccupazione che fanno paura, interi strati della popolazione disoccupati che trovano però gli sportelli della camorra con la fila.........

PRESIDENTE.

Grazie a lei anche per queste appassionate ma lucide considerazioni rivolte alla Commissione. La invito inoltre a far pervenire alla Commissione ogni integrazione della documentazione che si renderà disponibile. Anche a seguito delle notizie e dei dati acquisiti nell'odierna seduta, avverto che predisporrò, quale relatore, nelle prossime ore alcune integrazioni alla bozza di documento sui traffici illeciti e le ecomafie attualmente in esame, che saranno immediatamente fatte pervenire ai commissari. Trattandosi di integrazioni che non modificano il corpo del documento, credo che possa rimanere confermato il termine per la presentazione degli emendamenti già fissato per le 19 dei martedì prossimo."

 

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