Le principali vie costruite dai Romani
nella Valle Padana
Le vie romane che attraversarono in pochi decenni tutta la Cisalpina furono
costruite per consentire in primis i collegamenti militari tra le colonie
e tra l'Italia e i paesi transalpini. Sebbene non fossero costruite in vista
di un traffico molto intenso, possedevano caratteristiche costruttive che in
molti casi ne hanno prolungato la durata fino ai giorni nostri: percorso rettilineo,
minima pendenza, dimensioni standard della carreggiata. Strabone elogiava la
sapienza di Roma nella costruzione di vie "percorribili da carri attraverso
tutto il territorio, così che i carri potessero accogliere i carichi delle imbarcazioni."
Le principali vie romane nella Gallia Cisalpina erano:
via Flaminia - Fatta costruire tra il 220 e il 218 in seguito alla
centuriazione del territorio riminese-cesenate avviata
dal censore Gaio Flaminio (vedi supra, anno
232). La strada collegava Roma a Rimini unendo vari percorsi preesistenti
in un unico asse viario. Il tratto iniziale, che attraversa su di un altopiano
il territorio di Veio e Falerii, era etrusco. La strada attraversava poi tutta
l'Umbria e passava ad ovest degli Appennini al passo di Cagli (mentre la strada
umbra passava ad est nella direzione Camerino-Sentino). La via risaliva la
valle del Metauro e toccava il mare Adriatico a Fano. Poi, entrata nell'ager
Gallicus, attraversava Sena Gallica e giungeva a Rimini. Fu la
prima grande arteria a mettere in comunicazione Roma con la Gallia Cisalpina.
Dopo la costruzione della Via Aemilia perse gradualmente d'importanza
a favore di quest'ultima. Wikipedia
via Aemilia Lepidi
- Nel 187 viene ultimata sotto il comando del console Marco Emilio
Lepido la costruzione della via pedemontana di collegamento con
Piacenza, i cui lavori erano stati progettati più di vent’anni prima.
Nascendo a Rimini, era la naturale prosecuzione della via Flaminia. La sua lunghezza totale era di 262 km. In alcuni tratti, specialmente
tra Bologna e Modena, la sede stradale venne costruita su di un terrapieno
alto un paio di metri, poiché il terreno era costituito prevalentemente
da selve fittissime e da paludi. Divenne l'asse portante della centuriazione
nella Cispadana, di cui costituì il decumano massimo. La regione da
essa attraversata prese il nome di "Emilia" con Augusto (Regio
VIII Aemilia). La rete di centri urbani costruita dai romani si è conservata intatta fino ad oggi, con le sole eccezioni di Tannetum e Claterna.
Esisteva un'altra via Aemilia fatta realizzare dallo stesso Marco
Emilio Lepido nel suo secondo consolato del 175. Il tracciato, partendo da
Modena, toccava Este, Padova, Altino, Concordia ed Aquileia. Gli studiosi
moderni la chiamano "altinate" o minor.
via Flaminia minor
- Fatta costruire dall'altro console in carica nel 187 (il primo era
Lepido), C. Flaminio Népote (figlio di Gaio Flaminio), collegava
Bologna con la piazzaforte di Arezzo (prima di Firenze, fu Arezzo il
principale capolinea delle direttrici che collegavano la Cispadana con
l'Etruria) via Pistoia e Firenze, seguendo la valle del Reno. Era il
principale passaggio appenninico dall'Etruria a Bologna. La costruzione
di questa via doveva rendere stabile la conquista del territorio tolto
ai Celti ed "accerchiare" la zona della dorsale appenninica occupata
dalle tribù liguri. (Da
Bologna ad Arezzo in bicicletta sulla Flaminia minor)
via Postumia - Altra spina dorsale del sistema viario padano, fu
costruita attorno al 148-47 sotto la guida del console Postumio Albino, andava
da Genova ad Aquileia, collegando i due mari. Da Genova toccava Tortona e
Piacenza: qui si collegava con la via Emilia. Il percorso proseguiva per Cremona,
Verona, Vicenza, Concordia e Aquileia (in quest'ultimo tratto coincideva con
la via Emilia "seconda").
via Popilia - Venne realizzata nel 132 per decisione del console
Publio Popilio Lenate (lo stesso che darà origine a Forum Popili);
assolveva alla necessità funzionale di collegamento diretto tra gli
approdi di Rimini e Adria. Toccava Ravenna e Spina. Questa via venne poi prolungata
da Annio, che costruì il tratto chiamato Annia, che giungeva
fino ad Altino e Aquileia. (L'antico
tracciato della Via Annia da Adria ad Aquileia)
via Fulvia - Realizzata nel 125, collegava Tortona con Torino passando
per Asti, sulla riva destra del Po. Nel 25 a.C. venne realizzato un altro
tracciato, questa volta lungo la riva sinistra del Po, che, partendo da Pavia,
raggiungeva Torino e proseguiva lungo la val di Susa fino al passo del Monginevro.
via Aemilia Scauri - Nel 109 il censore Marco Emilio Scauro costruì una strada che congiungeva Pisa con la Liguria, partendo dal punto in cui
terminava la via Aurelia. Il tracciato seguiva la costa tirrenica e toccava
Luni, Genova (dove si collegava con la via Postumia) e quindi terminava a
Savona. Divenne il principale collegamento via terra tra l’Etruria, Genova
e il porto di Marsiglia.
via Aurelia - Meno famosa della strada che costeggiava il Tirreno,
andava da Padova ad Asolo, nei pressi del delta del Po (75 a.C.).
via Julia Augusta occidentalis - Partiva da Piacenza, coincideva
con la via Postumia fino a Tortona, con la via Emilia Scauri fino a Savona
e poi procedeva per Albenga, Ventimiglia, fino alla gallica Arles, dove partiva
la via Domizia (13-12 a.C.). Sarà per lungo tempo l’asse portante dell’Impero
verso le Gallie, tagliando fuori Genova e facendo di Tortona lo snodo delle
vie commerciali di terra.
via Claudia Augusta Altinate - Fatta costruire da Druso, partiva
da Verona e, seguendo il percorso della vallata dell'Adige, giungeva a Trento,
a Bolzano e penetrava nel territorio dei Reti.
Esisteva un'altra via Claudia che da Modena andava a Ostiglia, Verona
e, forse, raggiungeva Trento.
via Julia orientalis - Costruita da Augusto nel 3 d.C., da Aquileia
raggiungeva Gemona (poco più a nord di Udine) e, attraverso il passo
di Monte Croce carnico, penetrava nel Norico (l'odierna Austria).
via Flavia - Costruita nel 78 d.C., partiva da Aquileia, toccava
Trieste e costeggiava tutta l'Istria per risalire fino a Fiume.