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3.4 Incidenti

W.K.Storage, J.H.Ganter, "Psicological factors and cascading errors: a fatal accident case study", NSS News, n. 48 (1990) p. 241-243 http://nerve-net.zocalo.com/jg/c/pubs/AccidentMyCave/
G.Badino, "Rischi e reazioni agli incidenti nell'attivita` speleologica", Dispense SSI N. ... [FIXME: Erga Ed., ???]


6. Toujour prét: essere pronti a reagire nelle situazioni inaspettate.

Tante sono le situazioni che possono produrre incidenti in grotta:

Gli incidenti cono dovuti a fattori fisici (condizioni ambientali), tecnici (materiali) e umani (preparazione). I primi sono oscurita`, umidita` e bassa temperatura, presenza di acqua, zone scivolose (acqua, fango, ghiaccio), strettoie, labirinti, verticali, instabilita`. I fattori tecnici sono cedimento di metariali, incorreto uso e scarsa conoscenza. I fattori umani comprendono la scarsa formazione e preparazione, disorganizzazione, imprudenza e irresponsabilita`, demotivazione e demoralizzazione, nervosismo stanchezza fatica e sonnolenza, errata valutazione delle proprie capacita`.

[FIXME: ci vorrebbe una appendice sulla casistica degli incidenti.]

In grotta (come altrove) gli incidenti possono essere prevedibili o imprevisti. I primi sono il risultato di tante piccole decisioni sbagliate che portano ad una situazione grave. I secondi invece sono dovuti ad una singola causa (o quasi), come il cedimento di un armo. Gli incidenti sono inevitabili. Pero` abbiamo tre modi per far fronte ad essi: prevenzione, protezione, e reazione appropriata all'emergenza (per evitare che l'incidente diventi piu` grave).

La prevenzione consiste nel ridurre le cause che potrebbero portare ad incidenti. Pulire i sassi sopra un pozzo e` l'esempio piu` immediato. Anche le gallerie devono essere pulite dai massi. Armare in modo da evitare passaggi pericolosi. Tener in conto le condizioni atmosferiche quando si entra in grotta, poiche gli incidenti possono succedere anche all'uscita durante il ritorno. La prima regole di prevenzione e` non entrare in grotta se non ti senti in buona forma fisica. Questo non e` un invito a non andare in grotta, bensi` a mantenere un grado di allenamento adeguato e una condizione biofisica regolare.

La protezione consiste, ad esempio, nel fare armi doppi (con sicura) e corrimani, nell'usare materiali adeguati, nel tenere sempre il casco sotto e sui pozzi, nel non sostare sotto un pozzo. Controlla gli armi: la tua sicurezza non è delegata ai compagni.

La reazione all'imprevisto e` importante per limitare la gravita` dell'incidente. Nel momento in cui succede un incidente, siamo soli. Nell'emergenza che seguira` ci saranno i compagni. Una tecnica per sviluppare reazioni adeguate agli imprevisti richiede conoscere meglio gli incidenti (per sapere quando possono insorgere, per comprenderne la dinamica, le cause e le conseguenze) e, soprattutto, sperimentare le situazioni di incidente che possono succedere, in modo controllato.

L'emergenza dipende anche da come questa viene gestita. Una piccola emergenza puo` evolvere in un risultato tragico se gestita male. In caso di incidente, ogni altra attivita` speleologica passa in second'ordine, e la cosa principale da fare e` cercare di far uscire di grotta l'infortunato. Anche se l'incidente sembra una cosa da poco e` meglio sospendere la spedizione: proseguire potrebbe essere un errore fatale che trasforma una piccola emergenza in una tragedia.

  1. Per prima cosa bisogna rimuovere la persona colpita dall'esposizione alla situazione di pericolo. Questo vuol dire togliere la persona dall'acqua, o dalla corda (se e` su un pozzo), o altro.
  2. Poi si procede ad una valutazione dei danni subiti, cioe` l'analisi del ferito.
  3. Quindi si decide come intervenire: cure temporanee, attivazione del soccorso speleologico, etc.
  4. In ogni caso tutte le operazioni sono volte a far in modo che la persona (o le persone) che ha subito l'incidente escano fuori dalla grotta quanto prima possibile, e meglio possibile.

Al riguardo rimando alla Sez. 10.1 sulle tecniche di primo soccorso.

Questa sezione tratta le situazioni in cui si possono verificare incidenti e in particolare le cadute, le piene, e le frane.

Sulla caduta di massi e sassi ricordo solo che la via deve essere pulita al fine di prevenire possibili incidenti. Questo vuol dire pulire i pozzi, ma anche pulire le gallerie. Far cadere i massi instabili, prima che si muovano da soli quando ci si appoggia il piede sopra, [FIXME: continua ...]

Perdersi in grotta, non e` proprio un incidente, ma e` una situazione che puo` condurre ad un incidente. Se ti perdi, fermati e aspetta che venga qualcuno che conosce la grotta a prenderti: i tuoi compagni piu` esperti, gli amici fuori che non ti vedono uscire o il soccorso.

3.4.1 Cadute

Ci sono due tipi di cadute: quelle che si anticipano, seppur per un solo millisecondo (per esempio si "sente" che l'appiglio cede), e quelle che proprio non si sente arrivare. Nel primo caso ti puoi preparare al volo (la durata di un volo dipende da quanto si cade; in genere per cadute di pochi metri dura una frazione di secondo, 0.2-0.3 sec), per esempio spingedo il corpo fuori dalla parete, posizionandoti tenendo la testa in su, e stando pronto col corpo. La caduta a sorpresa e` la piu' pericolosa: prima che il cervello si accorga di cadere il corpo sta gia` cadendo. Percio` in ogni progressione bisogna evitare posizioni che potrebbero risultare pericolose in caso di caduta. In particolare non si deve mai arrampicare con la corda dietro una gamba: in caso di caduta questo provoca un ribaltamento del corpo. Dunque tenere sempre la corda davanti a se`.

Arrampicando inevitabilmente prima o poi si cade: un piede scivola, oppure un appiglio cede, etc. Si puo cercare di trasformare le cadute in voli. Il pensiero della caduta non deve preoccupare: l`imbrago e gli atrezzi sono sicuri, l'armo e` ben fatto, non c'e` pericolo! Pero` la caduta provoca una dispersione di molta energia: dopo tutto siamo esseri pesanti (80 Kg) e la gravita` e` forte (9.81 m/sec2). Inoltre la forza massima di carico (detta anche forza d'arresto) e` trasmessa e arriva all'armo quasi raddoppiata (come spiegato piu` sotto) e ogni elemento della catena di sicura, piastrina, moschettone, nodo, corda, etc. deve sostenere questa forza senza cedere.

Il fattore di caduta e` definito come il rapporto fra la lunghezza della caduta e la lunghezza della corda su cui si cade, e che quindi assorbe l'energia della caduta,

Fc = H / L

In speleologia il valore massimo di Fc e` percio` 2 e si ha in caso di arrampicate (valori piu` alti si hanno sulle vie ferrate). Scendendo e risalendo un pozzo il fattore di caduta arriva al massimo ad uno; e cio` succede quando siamo ad un frazionamento con tratto cortissimo di corda sopra. Sfortunamtamente un armo ha maggior probabilita` di cedere quando si e` vicini allo spit. Questo perche` c'e` meno corda che assorbe la tensione indotta dalle oscillazioni di risalita o da brusche frenate in discesa.

Le corde dinamiche sono designate per assorbire cadute con fattori di cadute fino a 2, quelle statiche solo fino a Fc=1; ecco perche` e` molto pericoloso fare risalite assicurandosi su corde statiche.

Durante le risalite e` importante assicurarsi una buona lunghezza di corda, sufficiente per assorbire eventuali "shock" per caduta. Pertanto e` bene che la persona che fa sicura dal basso lasci molta corda tra se` e l'armo di sicura. Inoltre ogni tanto lungo la risalita mettere degli armi assolutamente sicuri in modo che la caduta risulti sempre di pochi metri al piu'. La parte piu' pericolosa di una risalita e` allora nei primi metri, quelli in cui si potrebbe cadere su poca corda. Piu` si sale piu` diventa sicura la progressione. E` altresi` importante che la corda scorra bene nei rinvii posizionati lungo la risalita.

Fettucce ed anelli sono potenzialmente pericolosi: una breve caduta su di essi li sottopone a grosse forze di caduta. Essi sono molto rigidi (perche` corti), e trasmettono tutto la forza all'armo.

Il corpo umano puo' sopportare (per un breve tempo) una forza di 12 KN (kilonewton) senza rischiare severi danneggiamenti. Le forze in genere si misurano in kilonewton (KN). Per esempio la gravita` agisce su una persoma di 80 Kg con una forza (di gravita` appunto: il peso) di circa 0,8 KN (pari a 80 Kg per 9.8 m/sec2). L'energia dissipata in una caduta e` pari al peso per la lunghezza della caduta,

E = P H = M g H

La forza di caduta massima che provoca sugli atrezzi e sulla persona che cade dipende da come questa viene frenata. Una corda statica e` poco elastica e dissipa questa energia piu` velocemente (circa il doppio) di una dinamica, producendo pertanto una forza di doppia intensita`. Il tempo di dissipazione dipende dalla elasticita` della corda, da quanto essa puo estendersi. La forza massima (impropriamente detta "forza di choc") cui viene sottoposto il corpo che cade si raggiunge al massimo allungamento della corda, momento in cui l'energia della caduta e` assorbita nell'elasticita` della corda,

E = 1/2 A Fmax

dove A e` l'allungamento della corda. Esso e` proporzionale alla lunghezza L della corda (legge di Young, in prima approssimazione e per forze contenute), ed alla forza

A = X L Fmax

Il coefficiente di proporzionalita` X e` denominato elasticita` e si misura in 1/N. Dalle precedenti relazioni si ricava

P H = 1/2 X L F2
F = sqrt( 2 P H / X L )


In effetti non tutta l'energia della caduta va ad estendere la corda. Una buona percentuale viene assorbita dall'imbrago e dal corpo umano (che e` abbastanza deformabile e plastico): tra il 20 e 40 %. Una parte viene dissipata per attriti interni ed esterni della corda; questi dipendono dalla velocita` con cui avviene lo stiramento / scorrimento della corda. Infine una parte viene assorbita dalla corda per plasticita`, cioe` deforma irreversibilmente la corda. La distribuzione percentuale dell'energia fra elasticita`, attriti e plasticita` dipende da moltepolici fattori:


Tutto questo contribuisce a ridurre la forza massima agente sullo speleologo, e anche sull'ancoraggio.

Pertanto la forza massima risulta

Fmax = k sqrt( 2 Fc P/X )

dove k denota un fattore di riduzione per tener conto di questi effetti. Quindi la forza massima e` tanto maggiore quanto maggiore e` il fattore di caduta e quanto minore e` l'elasticita` della corda. L'elasticita` delle corde statiche e` di 0.04 (per corde di diametro 8 e 9 mm) e di 0.025 (per quelle di diametro 10 mm), con un carico di 80 Kg. Per le corde dinamiche l'elasticita` e` circa 0.06. Incredibilmente sono piu` rigide le corde da 10 che quelle da 8 o 9; dunque sembrerebbe meglio far risalite con corde statiche da otto che da 10, se non fosse che si spezza la corda in caso di caduta! (Meglio una dinamica!) Per una persona di 80 Kg, e un fattore di caduta Fc=2, risulta

Fmax = 18 KN (per corda statica)
Fmax = 9 KN (per corda dinamica)

I limiti dei carichi di rottura UIAA degli atrezzi sono

ancoraggi2500 Kgp maniglia2000 Kgp
moschettoni 2000 Kgp croll 1700 Kgp
fettucce 2200 Kgp discensore 2200 Kgp
imbraghi 1500 Kgp   
spit 2500 Kgp fix 1300-1500 Kgp
corda 8 mm 1600 Kgp   
corda 9 mm 2000 Kgp   
corda 10 mm 2500 Kgp   

Nota: la maniglia scorre su corda con un carico di 4-6 KN.

Cosa succede all'ancoraggio durante la caduta? Di solito la forza sull'ancoraggio e` accresciuta di circa il 66% rispetto alla forza sulla persona. Infatti la forza si trasmette (un po attenuato dall'elasticita`) dallo speleologo che cade lungo la corda a quello che lo assicura. Entrambi le forze hanno lo stesso verso (cioe` verso l'alto, contro la gravita`). Percio` sul punto di ancoraggio queste due forze si sommano risultando in una forza pari a circa 1,66 volte di quella sullo speloelogo che cade. Quindi sull'ancoraggio i 18 KN diventano 30 KN (con corde statiche e fattori di caduta 2). Questo e` troppo! Meglio usare corde dinamiche, con cui la forza sull'ancoraggio e` di 15 KN e l'ancoraggio, se e` buono, riesce a sopportarla.


La fisica delle cadute e` approfondita nella Appendice 3.a


3.4.2 Piene

Fortunatamente nelle grotte basso-alpine i pericoli di piena sono limitati. Le piene sono dovute a forti temporali, oppure a pioggia su neve accompagnata da un improvviso innalzameto della tempertaura. La copertura della vegetazione puo` aiutare a tamponare l'effetto della piena diluendo nel tempo l'afflusso d'acqua.

In montagna bisogna tener conto che il debito idrico delle cavita` durante il disgelo varia con il ciclo diurno, con un massimo nelle ore pomeridiane o serali.

Durante una piena improvvisa temporalesca l'acqua puo` salire improvvisamente, spingendo l'aria nelle gallerie e generando cosi` il rombo che preannuncia l'arrivo della piena. In tal caso l'unica cosa da fare e` raggiungere velocemente un punto alto per evitare di essere colti dall'onda d'acqua.

Quando si e` colti da una piena improvvisa, occorre valutare attentamente i rischi che si possono trovare uscendo:

Se ci sono pericoli e` meglio cercare riparo in un punto alto e aspettare. Solitamente la piena si esaurisce alcune ore dopo che ha smesso di piovere.

E` invece molto piu` pericoloso cercare di raggiungere l'uscita affrontando la piena, anche se questa puo` essere la reazione istintiva. Anche la risalita di pozzi sotto cascata puo` risultare pericolosa. Non sottostimare la forza dell'acqua in caduta in una cascata. Risalire contro la spinta dell'acqua e` piu` faticoso, oltre al fatto che ci si bagna (e quindi ci si raffredda molto di piu`) e c'e anche il rischio di soffocare a causa dell'acqua nebulizzata nella cascata.

Percio` bisogna cercare un riparo in una zona alta della grotta, lontano se possibile dai flussi d'acqua. Isolarsi dalla roccia, sedendosi su una corda, o un sacco, mangiare qualcosa ogni tanto, e bere ad intervalli regolari un sorso di qualcosa di caldo, o almeno dolcificato (tanto acqua non manca). Avendo di che bere, anche senza mangiare, ma potendo riposare (dormire) una persona puo` sopravvivere alcuni giorni in attesa che la piena scenda ed arrivino i soccorsi. Risparmiare l'illuminazione: una sola luca e` sufficiente. Se ci si rifugia in una galleria laterale secondaria, lasciare dei segni per eventuali soccorritori. Sicuramente si prendera` molto freddo, ma il pericolo e` limitato e ben presto la piena defluira` e si potra` uscire.


3.4.3 Frane

I pericoli di una frana sono il suo movimento per assestamento mentre ci si passa in mezzo, oppure mentre si smuovono massi e sassi e si scava nel tentativo di superarla.

Ci sono frane di massi, sassi, ghiaia, sabbia e argilla (questi ultimi tre si chiamano piu` spesso "riempimenti"). Tutti possono franare quando diventano instabili, e questo succede soprattutto in seguito alle sollecitazioni causate dal nostro passaggio o ancor piu` dagli scavi.

[FIXME : La stabilita` delle frane]

I rischi di una frana sono di restare intrappolato dalla caduta di materiale, e di restare sommerso da questa (come in una valanga). Se si resta intrappolati, i compagni (o il soccorso) possono venire a liberarci. Inoltre possiamo cercare di trovare un varco per uscire (se e` caduto poco materiale). Se si resta sommersi, e` molto peggio: ci si fa male; non ci si riesce a muovere, e c'e` da sperare di avere uno spazio per respirare. [FIXME ...]


3.4.4 Sfinimento

Lo sfiimento e` l'esaurimento delle riserve energetiche, accompagnato da una riduzione del tono nervoso. E` il risultato di un processo per cui alla fine l'individuo e` incapace di compiere alcuno sforzo. E` una situazione grave e i compagni devono prestare aiuto e attenzione allo speleologo sfinito.

Solitamente e` accompagnato da ipotermia che complica il problema. Questo e` naturale dato che vengono meno le riserve energetiche che permettono all'organismo di mantenere la temperatura corporea. Le cause dello sfinimento sono in parte attribuibili all'ambiente fisico e in parte allo speleologo:

E` importante saper distinguere fra una normale fatica dai sintomi di uno sfinimento:

Ai primi sintomi bisogna ricorrere ai ripari. Prestare cure allo speleologo sfinito e farlo riposare per recuperare le energie. Non cercare di convincerlo a continuare, o a tentare di uscire. Se e` il caso uno esce a chiamare il soccorso. Somministrare alimenti secchi e bevande calde in quantita` progressive. Fare una tenda con un telo termico e farlo sdraiare sotto con le gambe leggermente sollevate. Fornire aiuto psicologico (non e` questo il momento delle recriminazioni per la mancata esplorazione).


http://geocities.com/marco_corvi/caving/m_index.htm
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