6 FISIOLOGIA E DIETETICA IPOGEA
In speleologia viene richiesto al corpo umano uno sforzo non eccessivamente intenso, ma prolungato per molto tempo (spesso ben oltre le dieci ore) e con intervalli di recupero. Il processo di produzione del lavoro necessario per sostenere uno sforzo di questo tipo e` aerobico cioe` consuma ossigeno, immesso mediante la respirazione. Questo processo utilizza anche le riserve energetiche accumuate nel corpo (glucidi e acidi grassi), che seppur non rimpiazzabili completamente nel corso dell'attività speleologica, possono tuttavia essere parzialmente reintegrate mediante una alimentazione adeguata. Adeguata, non vuol dire eccessiva, altrimenti si sovraccarica l'apparato digerente quando invece bisogna muoversi.
L'ambiente speleologico "basso alpino" è caratterizzato da una temperatura intorno ai 7 gradi (centigradi) e una alta umidità sia nell'aria che per la presenza di acqua e fango. Quindi è necessaria una adeguata protezione termica per il corpo. Però le due situazioni, di riposo e di sforzo, in cui si viene a trovare lo speleologo richiederebbero la prima una protezione termica che lo isoli dall'ambiente, e la seconda una protezione "meccanica" che lo ripari, ma che gli permetta di dissipare il calore in eccesso prodotto durante lo sforzo. La soluzione attuale, sottotuta (protezione termica) e tuta (protezione meccanica), rappresenta un compromesso fra queste due opposte esigenze, con il risultato che se si sforza troppo, si suda molto e si resta "bagnati". Quando si è "bagnati" si riduce drasticamente la capacita` di isolamento termico del sottotuta, per cui ci si raffredda più facilmente durante le soste, e, anche se non ce ne accorgiamo, il nostro corpo deve consumare più energie per mantenere la temperatura corporea.
L'aumento di sodurazione è la principale risposta dell'organismo umano alla produzione di calore in eccesso, in seguito ad uno sforzo fisico. La dissipazione di liquidi e la loro evaporazione sottraggono calore al corpo, riequilibrando cosi' la temperatura corporea. Inoltre l'aumento della attività fisica richiede un aumento del fabbisogno di ossigeno ai muscoli; questo viene fornito (nei limiti delle capacita`) incrementando il ritmo della respirazione e la frequenza cardiaca. L'aumento di attività fisica comporta anche un aumento delle tossine che passano nel sangue per essere eliminate dai reni, con le urine.
Il risultato e` la perdita di acqua e sali minerali, principalmente sodio e potassio, essenziali per le funzioni metaboliche. La perdita d'acqua (disidratazione) e sali riduce il rendimento fisico. Per sopperire a cio' bisogna sforzarsi di bere spesso durante le uscite speleologiche, anche se non c'e' lo stimolo della seta perche' attenuato dalle condizioni ipogee.
Questo capitolo e` dedicato all'analisi fisiologica della attivita` speleologica. Si vedra` che le energie consumate non sono completamente reintegrabili nel corso dello svolgimento dell'attività stessa. Percio` il consumo energetico deve essere controllato in modo da evitare che una uscita si trasformi in un penoso "ritorno fuori" o che la spossatezza conduca ad incidenti. I piu` esperti speleologi devono controllare sia il proprio andamento che quello dei compagni. Un problema ad un componente della squadra manda in crisi l'intera spedizione. Quando uno si sente troppo affaticato deve comunicarlo ai compagni, passare in testa e determinare l'andatura.
Questo capitolo ci deve servire per conoscere noi stessi, ma anche per capire i nostri compagni di esplorazione.
Contenuto
6.1 Il lavoro muscolare
6.2 La respirazione
6.3 Il sangue
6.4 La temperatura
6.5 L'alimentazione
6.6 L'allenamento
6.a L'energia metabolica
6.b Sostanze alimentari