Di
fronte alla mia vecchia casa c'era una famiglia tunisina. Un giorno,
mentre ero in garage a fare dei servizi, il piccolo Omar, con due
vivaci occhi verdi e un'intelligenza altrettanto brillante, si avvicinò
attratto dalle canzoni arabe della cassetta che stavo ascoltando: «Bella
questa, ce l'ha anche mio padre!» Più che altro, cercava un pretesto
per fare due chiacchiere con me. I suoi compagni andavano tutti al
catechismo e lui viveva il disagio dei suoi primi problemi di fede. Mi
parlò con passione di Gesù e del Profeta, sostenendo che in fondo
dicevano la stessa cosa. Dopo vari ragionamenti, giunse a una
conclusione di una semplicità e di una saggezza commoventi:
«Le
religioni sono come tante lingue diverse, ma dicono tutte la stessa
parola: pace».
Mi
chiedo quanti siano gli adulti in grado di concepire un simile
pensiero.
Pace,
come salam e shalom, che, fra l'altro, hanno un suono molto simile.
Salam come dicono gli Arabi, come diceva il Profeta. Shalom come
dicono gli Israeliani, come dicevano Abramo e Mosè, come diceva
l'Israeliano Gesù.
E'
proprio su queste due parole che non sono affatto d'accordo con i
noglobal. E mi dispiace molto: io trovo che siano delle persone
intelligenti (tranne Casarini & Agnoletto, s'intende!), sensibili,
pacifiche nella maggior parte dei casi, ma... qui c'è un
"ma": leggere le notizie solo come ci piace sentirle (sul
Manifesto, su Indimedia ecc.), ragionare e discutere solo con chi ci dà
ragione, fidarsi ciecamente di ciò che dicono quelli "dalla
nostra parte" sono comportamenti che rappresentano un limite
enorme, una gabbia ideologica che, sarà pure calda e prottetiva,
ma è pur sempre una gabbia!!
Ad
esempio, sul Manifesto non troverete mai una foto come questa.
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E' tratta dal giornale israeliano Ma'ariv del 2 maggio 2002: un
soldato israeliano disseta un ragazzo palestinese appena catturato,
mentre si accingeva a far saltare in aria un po' di gente.
Ai cortei noglobal è
immancabile la bandiera palestinese.
Ma chiunque abbia un pizzico di
cervello sarebbe sulle stesse posizioni dei noglobal, poiché è
impossibile non essere dalla parte dei Palestinesi, se si prendono
per buone le notizie dei media. Ma sono davvero buone le notizie
dei nostri media? Ho qualche serio dubbio in proposito. Ricordate
l'operazione "Una luce per Betlemme", lanciata da
Maurizio Costanzo? Si sosteneva che a Betlemme gli Israeliani
avessero tagliato la luce, proprio per il Natale. Poi fu tutto
smentito: era solo una penosa bugia. Costanzo si scusò col
pubblico e restituì i soldi che noi Italiani sempre generosi
avevamo immediatamente inviato. E la storia della Basilica della
Natività, dove si diceva morissero di fame, e alla fine si sono
trovate derrate alimentari abbondanti per un intero reggimento e
avanzi nei piatti e acqua ad libitum?(vedi
articolo del Corriere della Sera) E quella di Jenin, in cui
si diceva fossero morti migliaia di innocenti e, a quanto è
stato appurato in seguito, i morti erano una cinquantina e i soli
innocenti forse erano i 19 soldati israeliani saltati in aria in
quella santabarbara... Ricordo un funerale palestinese ripreso dalla
TV, in cui il morto a un certo punto è scappato via! Purtroppo
non è un film comico.
Mi sto interessando di pace in Israele
via-internet da quando Arafat non ha voluto firmare gli accordi
nell'estate 2000 e ha preferito piuttosto mandare in giro i
ragazzini carichi di tritolo a farsi scoppiare fra la folla, negli
autobus, nei ristoranti e nelle discoteche; ha preferito
sguinzagliare i suoi sicari in giro per Israele a mirare alle tempie dei
bambini che giocano al parco; ha preferito far sbranare dalla
folla quei soldati di leva israeliani, mentre uno dei loro carnefici
aveva pure avuto lo "sfizio" di prendergli il telefonino
per chiamare alla moglie e dire: «Senti questi urli? è tuo marito
che viene squartato vivo dalla folla!»; ha pagato le famiglie più
povere palestinesi affinché mandassero i loro bambini in mezzo alle
sparatorie per poterli fotografare, e mandare in giro per il
mondo le immagini del grosso carro-armato dei cattivi, di fronte ai
poveri bambini palestinesi indifesi, tagliando la parte della foto
dove c'è, più dietro, un terrorista armato che con un kalashnikov
spara verso il carro-armato stesso; ha preferito eliminare il
dissenso semplicemente con la fucilazione e l'esposizione a testa in
giù nella pubblica piazza; stesso trattamento riservato a chi vuole
convertirsi al cristianesimo;
Fino all'estate del 2000 a Betlemme i
cristiani erano il 63%, adesso sono l'11%; stanno scappando tutti. Leggi
un articolo sulla persecuzione dei cristiani nei territori
dell'Autorità Palestinese.
Quando si parla di Palestina, viene in
mente il bambino che lancia il sasso contro il carro-armato
israeliano: un'immagine toccante che rievoca l'episodio biblico del
re Davide contro il gigante Golia.
Ma chi è il vero gigante
crudele? uno Stato piccolo
quanto la Puglia, che ospita quattro milioni e mezzo di Ebrei,
più un milione e mezzo di Arabi, musulmani, cristiani,
drusi, circassi, ba'hai, tutti con uguali diritti e pari dignità? o è
piuttosto il Nemico di questo Stato che spazia su 6 o 7
fusi orari, ha ridotto alla fuga gli Ebrei che ospitava,
non conosce la democrazia e in molti casi non tollera
altre religioni se non quella di Stato?
E chi ha incominciato la guerra?
Forse Hitler, offrendo tutto il suo appoggio, politico, economico e
ideologico al signor Amin al Husseini Gran Muftì di Gerusalemme,
zio di Yasser Arafat (vedi
allegato, per approfondire)
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Israele è
quella in blu raffigurata fra Sardegna e Sicilia.
Diamo un'occhiata a come rispondono gli Italiani,
in un sondaggio.
QUANTO E'
GRANDE ISRAELE?
quanto
l'Egitto |
10% |
quanto
la Francia |
7,8% |
quanto
l'Italia |
57,4% |
quanto
l'Algeria |
15,6% |
poco
meno del Piemonte |
9,2% |
(da: Daniela
Santus - Geografia, cultura e identità: lo
Stato d'Israele - Tirrenia Stampatori, Torino
2002)
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Una
leggenda molto diffusa vuole che nel sottosuolo
israeliano-palestinese ci siano importanti giacimenti di
oro, petrolio, o diamanti. Invito tutti a dare un'occhiata
a una cartina tematica della zona, per constatare coi
propri occhi che nel sottosuolo non c'è un bel niente di
tutto ciò. In Israele i diamanti vengono lavorati, è
verissimo, ma quelli grezzi sono nella voce
"importazione" e quelli lavorati sono nella voce
"esportazione". Nel sottosuolo
israeliano, come si potrà facilmente constatare, non c'è
nemmeno molta acqua. Le falde principali (nemmeno
troppo ricche) sono nella zona palestinese. La fonte
principale di acqua per gli Israeliani è il mare (ci sono
i dissalatori) e il Lago di Tiberiade. In
quest'ultimo, da alcuni mesi il Libano, in violazione
delle Convenzioni Internazionali, ha cominciato a
riversare le sue fognature attraverso il Giordano,
fiume immissario del suddetto lago. Bel pasticcio!
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Chi ha incominciato la
guerra? Probabilmente gli Inglesi che, prima di
lasciare il loro Mandato nel 1948, hanno fatto di tutto
per mettere le due parti l'una contro l'altra. Una
cosa è certa: nell'estate del 2000, si era a un passo
dalla pace che avrebbe messo fine a più di mezzo
secolo di scontri e finalmente avrebbe visto nascere lo
stato di Palestina al fianco di Israele. Ma Yasser
Arafat rifiutò di firmare.
Perché? Perché nel
frattempo aveva già firmato un altro tipo di accordo
con altri paesi, per l'acquisto di armamenti (quelli
provenienti dall'Iran sulla nave Karine A, tanto per fare
un esempio).
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Fu così che scoppiò
l'Intifadah: una rivolta che tutt'oggi vede impegnati perfino
i bambini, usati in prima linea come arma e come scudo
umano. Quei bambini istruiti all'odio (vedi
foto) nelle scuole dell'Autonomia Palestinese, su
libri di testo finanziati dall'Unione Europea (vedi
allegato), in cui la Palestina viene
rappresentata non già come quella che realmente è, ma
comprende nei suoi confini anche tutto l'attuale stato
d'Israele; libri di testo in cui gli Israeliani sono
descritti con odio, come il nemico da distruggere e
scacciare a mare, a costo della vita.
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Quei bambini istruiti
all'odio razziale dalla televisione, che trasmette
programmi per i più piccoli per istigarli al cosiddetto
"martirio". Quei bambini istruiti all'odio nei
campi militari in cui vengono mandati dai sette anni in
su, per imparare come usare le armi e come tagliare
la gola a un Israeliano. Così questi bambini,
una volta cresciuti, fieri di diventare
"martiri" si fanno esplodere fra la
folla inerme, nei ristoranti, alle feste religiose, nei
supermercati, sugli autobus.
I bambini. Di quelli
israeliani uccisi dai terroristi non si parla mai ai
nostri TG.
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Questo perché i giornalisti
stranieri per poter lavorare nei territori palestinesi sono
stati costretti a firmare un documento in cui si impegnano a
"non ledere l'immagine dell'Autorità Palestinese", pena
l'espulsione. Caso esemplare quello del giornalista RAI Riccardo
Cristiano che, avendo Mediaset mandato in onda un servizio in cui la
folla palestinese linciava a morte dei riservisti israeliani, tenne
a prendere le distanze dall'accaduto, precisando che lui non ne
aveva colpa. Leggi
la sua lettera all'Autorità Palestinese.
Altro caso esemplare: quello
dell'inviato della televisione belga, che un bel giorno ha fatto le
valigie, se n'è tornato a casa e ha informato i telespettatori che
non avrebbero più visto i suoi servizi dal Medio Oriente in quanto,
per restare, avrebbe dovuto scegliere tra dire ciò che volevano
i Palestinesi e farsi ammazzare.
Questo spiega perché nel TG chi si
imbottisce di tritolo e uccide un'infinità d'innocenti non fa
scandalo, ma un carro-armato che abbatte delle case preventivamente
svuotate fa orrore.
Il nostro Telegiornale non ci racconta
dei piccini israeliani di un anno presi di mira con armi di
precisione e freddati con un colpo alla tempia mentre giocavano al
parco. Il nostro telegiornale parla vagamente di
"coloni israeliani morti", ma non dice chi fossero quei
"coloni". Non dice che fra di loro c'erano bambini
sgozzati col coltello sotto gli occhi dei loro genitori, uccisi a
loro volta a coltellate dopo aver visto la morte dei propri figli.
Le foto di due dei
tanti bimbi uccisi intenzionalmente dai terroristi
palestinesi. |
Danielle Shefi |
Gal Eizenmann |
Il Telegiornale, inoltre, non ci ha
mai illustrato la proporzione fra morti (bambini/adulti o
uomini/donne) a causa del conflitto, nelle due parti in
causa.
Se è vero che negli ultimi due
anni sono morti più Palestinesi che Israeliani, è
ugualmente vero che la maggior parte di quei morti erano
terroristi o "militanti" in azione o alle prese con
esplosivi. Inoltre, fra quelle cifre sono inclusi anche
Palestinesi giustiziati da altri Palestinesi, in scontri fra bande
avversarie, o perché "collaboratori del regime
sionista" (termine che sta a indicare chiunque possa
risultare scomodo ad Arafat).
dalla triste conta dei morti, si
evince che le vittime israeliane sono in numero minore,
ma sono per la maggior parte donne
e bambini
Secondo il Jerusalem Media
& Communications Center, un'organizzazione palestinese di
ricerca, fra settembre 2000 e maggio 2002 sono state uccise 37
donne palestinesi, il 2,8% dei palestinesi uccisi in questo
periodo. Nello stesso periodo, secondo le cifre fornite dal
Ministero degli Affari Esteri Israeliano, sono state uccise 126
donne israeliane, il 25% del totale. Il Palestinian Monitor, un
altro gruppo di ricerca palestinese, registra che l' 11,7% delle
vittime palesitnesi è costituito da bambini e ragazzi al di
sotto dei 15 anni. La percentuale dei minori di 15 anni fra gli
Israeliani uccisi dal fuoco palestinese ammonta invece al 57,7%.
In altre parole:
9 donne israeliane uccise
per ogni donna palestinese: rapporto 9 a 1.
5 bambini israeliani uccisi
per ogni bambino palestinese: rapporto 5 a 1.
La morte di ogni civile innocente, donna o bambino che sia, è
sempre un episodio triste e doloroso, ma c'è una grande
differenza nel valutare il modo in cui essi trovano morte. Non
esistono casi di donne o ragazzini israeliani morti per essersi
fatti esplodere con cinture esplosive. Né ci sono casi in cui
essi sono morti trasportando bombe o altro materiale esplosivo. Né
ci sono casi in cui donne o bambini israeliani siano stati usati
come scudi umani da uomini armati o militanti israeliani.
Dai dati illustrati in tabella, è
evidente che il vero bersaglio dell'offensiva palestinese siano
proprio i bambini e le donne.
Ma a chi conviene questa
guerra infinita?
Di certo non agli Israeliani,
costretti a vivere nel terrore, che vedono la loro economia colare
a picco, che non sanno mai se i loro bambini torneranno dalla
scuola sani e salvi, che vedono i loro figli adolescenti perdere
il gusto di vivere (leggi
la lettera per una ragazzina israeliana che si è
suicidata non fra la folla come fanno i suoi coetanei palestinesi,
ma nella solitudine dalla sua stanzetta)
Conviene ai Palestinesi questa
guerra? Assolutamente no! La maggior parte della popolazione vive
in condizioni subumane, in campi-profughi da tre-quattro
generazioni.
Ma a chi conviene, allora? Conviene
a chi della guerra ha fatto la sua ragion d'essere, il suo
business. Conviene a chi traffica in armi, a chi si
arricchisce coi soldi della Comunità Internazionale, con i soldi
dell'Unione Europea; conviene all'egiziano Yasser Arafat.
Perfino il suo paese lo scacciò! E ricordate quando suo quartier
generale a Beirut, dove fece scoppiare quel putiferio per otto
anni? E anche da lì andò via, per passare diversi anni in
Tunisia, come il suo caro amico Craxi; finché non venne
Clinton a riportarlo in Palestina... Adesso che gli Isareliani non
lo vogliono più, temo che verrà a godersi la pensione
qui in Italia dove, a spese nostre, ci sono già tre dei suoi
terroristi, quelli che profanarono la Basilica della Natività
(oltre il danno, la beffa: guarda quanto ci costano, leggendo il
testo del decreto-legge
che ce li ha rifilati "In deroga
alla vigente legislazione"; e leggi il
testo della protesta
della Comunità Islamica Italiana)
Perché i media italiani stanno
così spudoratamente con Arafat? Perché Paolo Longo si accanisce
senza alcuna pietà contro gli Israeliani? Perché i noglobal e
tutti i disobbedienti vari, che in genere non credono a una parola
dell'informazione ufficiale, poi credono a tutte le bugie dei
media sul Medioriente? Come se non bastasse, in Italia c'è anche
chi raccoglie firme contro Israele: e non i neonazisti! un appello
è stato sottoscritto dai docenti dell'Università di Bologna,
un altro da quelli della Ca'
Foscari (leggili con un click).
Se i
Palestinesi deponessero le armi, senza dubbio ci sarebbe la pace.
Se le deponessero gli Israeliani, non ci sarebbe più Israele.
A
questo, i noglobal ci hanno mai pensato?
C'è chi
dice che i terroristi suicidi sono spinti dalla disperazione.
Nulla di più oscenamente falso! Leggi
una delle tante poesie e canzoni che ammaestrano le menti dei
bambini sotto l'Autorità Palestinese.