“Lettera di uno Shahid alla sua mamma”
di Abdul Badi Iraq

“Mia cara madre,
... ho avvolto il mio corpo con determinazione, con speranza e bombe.
Ho chiesto di raggiungere Allah e la patria combattente.
La cintura esplosiva mi fa volare, mi incoraggia a fare presto.
Io la calmo, dobbiamo stare fermi, non siamo ancora arrivati.
Comincio a liberarmi; comincio a liberarmi, mi faccio esplodere come la lava che brucia vecchie leggende e vanità,
Comincio a liberare il mio corpo, da tutte le pene e l'oppressione, verso cumuli di bestie...
Comincio a liberarmi, oh madre, libero le catene e i ceppi.

E tu mi hai trovato risorgere e risorgere come una candela illuminata da prezioso olio d'oliva.
E tu mi hai visto mandare un bacio sulle moschee e le chiese, le case e le strade.

Stormi di piccioni volavano sui portici
Al-Aqsa sorrideva e mi dava un segno che noi non dormiremo.

L'alba è vicina, oh madre, e sorgerà dalle armi, dalle rilucenti lance
Sarà illuminata da una ferita sanguinante...
Le nozze sono le nozze della nostra terra.
Risuona un grido di gioia, oh madre, io sono lo sposo..."

[Al Hayat Al Jadida, official Palestinian Daily,  Feb. 27, 2003]

(www.pmw.org.il)