COMMENTO DELL'ISTITUTO CULTURALE DELLA COMUNITA'
ISLAMICA ITALIANA
Alcuni particolari saltano agli occhi:
1) Il decreto non contiene nemmeno un fugace ed indiretto accenno alla estrema
pericolosità dei tre soggetti, non menziona che si tratta di membri di
potenti organizzazioni terrorostiche internazionali, e non dice che essi
stessi sono stati in prima persona coinvolti in atti di terrorismo che hanno
comportato l'uccisione di inermi civili, uomini, donne e bambini. Si limita a
definirli, con un assurdo eufemismo, "stranieri richiedenti accoglienza
per ragioni umanitarie". Ora la formula "stranieri richiedenti
accoglienza per ragioni umanitarie" si può riferire a persone che siano
giunte in Italia a seguito di uno stato di guerra o di calamità naturale
presente nel loro paese, oppure di militanti di partiti e movimenti politici
che non propagandino la violenza e che siano perseguitati nel loro paese
d'origine a causa della natura totalitaria del regime ivi esistente. Nessuno
di questi tre casi corrisponde a quello dei tre terroristi. Non si tratta di
civili fuggiti da una guerra, da un cataclisma, o di attivisti politici
pacifici perseguitati da un regime dittatoriale. Si tratta persone che hanno
commesso atti di terrorismo contro civili in Israele, e che vengono accolti in
Italia al solo fine di sottrarli alla giustizia dello Stato democratico in cui
i loro crimini sono stati commessi.
2) Il mantenimento in Italia dei terroristi costerà 600.000 euro. In altre
parole, i cittadini italiani che onostamente lavorano debbono pagare le tasse
allo Stato, mentre quei tre criminali stranieri verranno pagati con i soldi
del contribuente italiano. Esponenti della maggioranza hanno avuto modo di
precisare che il loro status sarà "analogo a quello dei collaboratori di
giustizia", e questo ci sembra assolutamente improponibile. Un
"collaboratore" di giustizia, per essere ammesso al programma di
protezione, deve innanzitutto confessare i propri crimini, dichiararsene
pentito, e quindi fornire all'autorità giudiziaria le informazioni di cui
siano a conoscenza circa le responsabilità di altri membri
dell'organizzazione criminale di cui in precedenza facevano parte. I tre
terroristi palestinesi invece non hanno confessato alcuno dei loro crimini,
non hanno sottoscritto alcuna dichiarazione di pentimento, e non si sono
impegnati in alcun modo a fornire informazioni sulle organizzazioni criminali
cui a tutt'ora appartengono.
3) I tre terroristi non saranno né detenuti, né vigilati speciali; non
saranno soggetti a specifiche misure restrittive, e potranno persino (ex art.
2, comma 3) lasciare l'Italia "in qualunque momento". E' difficile
comprendere come si possa parlare di "sicurezza" in simili
condizioni.
4) Il governo italiano aveva a suo tempo dichiarato che "la guerra contro
il terrorismo è un'impresa che ci coinvolge tutti". Oggi invece il
decreto stabilisce che il Ministero dell'Interno "adotta... le misure
adeguate per la tutela della sicurezza personale degli stranieri
accolti." Si è in pratica creata una situazione in cui il governo
italiano (invece di "combatterli") deve tutelare l'incolumità
personale di tre pericolosi terroristi, liberi di muoversi in casa nostra. Il
decreto parla poi genericamente di "eventuali pericoli per l'ordine
pubblico e la sicurezza interna ed internazionale degli Stati membri
dell'Unione europea", senza però dire che questo "eventuali
pericoli" derivano proprio dal fatto che i tre saranno libersi di
muoversi e di avere contatti con i loro finacheggiatori già presenti in
Italia. In pratica, la sicurezza personale dei tre terroristi prevale sulla
sulla sicurezza di quei cittadini italiani e di quegli immigrati che sono
impegnati a contrastare la propaganda a favore del terrorismo in Italia. Siamo
oggi noi gli ostaggi, mentre i terroristi sono liberi in casa nostra e pagati
coi soldi del contribuente.
5) Il decreto non parla di alcuna restrizione; non spiega quali saranno i
luoghi e gli individui che ai terroristi sarà probito frequentare. Potranno
ad esempio incontrare i leader dell'UCOII? Potranno frequentare i "Centri
Islamici" controllati dall'UCOII? Potranno recarsi nel Centro di Viale
Jenner? Almeno uno dei tre terroristi è un dirigente di medio livello di
Hamas, il ramo mediorientale della setta dei "fratelli musulmani",
mentre l'UCOII è la copertura sotto cui questa stessa setta agisce in Italia.
Dal momento che i tre terroristi potranno inoltre ricongiungersi con le
famiglie ed essere visitati dai parenti e familiari che risiedono all'estero,
questo potrebbe facilitare enormemente i contatti fra il ramo italiano e
quello palestinese della setta che ha ripetutamente ribadito - anche in Italia
- di considerare il terrorismo suicida come legittimo. I membri dell'UCOII
potrebbero facilmente affidare a questi "visitatori" informazioni su
coloro che in Italia combattono il fondamentalismo militante, su coloro che
denunciano Hams e UCOII come due interfacce locali delle medesimo network, e
anche trasmettere vere e proprie schedature di quei musulmani immigrati,
italiani e italianizzati che si oppongono a quella dottrina giustificazionista
del terrorismo suicida propagandata in Italia dallo stesso segretario dell'UCOII,
Sig. Roberto Piccardo. Con la scelta di dare asilo a tre terroristi in Italia,
e di considerare questi stessi terroristi alla stregua di
"rifugiati", il governo italiano di fatto oggettivamente facilitato
il lavoro dei "fratelli musulmani" in Italia. E' logico attendersi
che - sapendo che quei tre pericolosissimi individui sono liberi di muoversi
in Italia come meglio piace loro - molti immigrati o italiani acquisiti -
specie quelli che hanno parenti e familiari nei paesi d'origine - avrenno un
giustificato timore nello schierarsi al fianco di chi condanna la sistematica
deformazione dei principi dell'Islam al fine di "legittimare il
terrorismo", di chi denuncia Hamas, l'OLP e i crimini che essi
commettono, di chi si oppone all'UCOII e alle dottrine di giustificazione del
terrorismo che essa propaganda in Italia.
Di fronte ad una situazione del genere, di fronte ad una scelta politica che
attribuisce priorità alla sicurezza di tre terroristi rispetto alla sicurezza
dei cittadini italiani, ci sentiamo in dovere di inviate tutti gli iscritti e
i simpatizzanti dell'Associazione Musulmani Italiani a firmare la petizione
del Centro Simon Wiesenthal:
Il Centro Simon Wiesenthal ha sporto la sua protesta ufficiale
ai capi di stato d'Italia, Spagna, Belgio, Irlanda, Gracia e Portogallo per
l'ospitalità offerta ai 13 militanti palestinesi coinvolti nel caso della
Chiesa della Natività. Questi terroristi hanno avuto il benvenuto nei paesi
d'accoglienza su base umanitaria ed hanno ricevuto privilegi destinati ai
rifugiati.
Fra i 13 palestinesi c'è un leader del gruppo Hamas ed altri appartenenti
alle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa. Questi gruppi terroristici sono
responsabili di aver compiuto nomerosi attacchi a civili e soldati israeliani.
Il Governo d'Israele ha affermato che questi hanno "le mani sporche
di sangue".
Col montare dell'antisemitismo in tutta Europa, il trattamento da
"rifugiati" riservato a questi terroristi internazionali sottoscrive
l'odio per gli Ebrei e rappresenta un ulteriore pericolo per le comunità già
sotto attacco.