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Idrogeno, la rivoluzione per una nuova era?

Jeremy Rifkin, famoso economista americano, il 1 dicembre 2007 ha pubblicato sul sito di Repubblica un articolo dal titolo Europa, passa all'idrogeno. Sarà la rivoluzione per una nuova era. Sono molti gli esperti che ripongono le loro speranze sull'idrogeno per cercare di trovare un rimedio al problema delle emissioni di gas serra derivante dall'utilizzo dei combustibili per i mezzi di trasporto. Tanto per quantificare il problema: una Fiat Punto 1.2 emette 136 grammi di anidride carbonica per ogni chilometro percorso!

Due dati mi sembrano particolarmente significativi in questo contesto: il rapido sviluppo economico di Paesi come la Cina e l'India fa sì che il numero attuale di veicoli che circolano sul nostro pianeta (750 milioni) è destinato a triplicarsi entro il 2050. Non solo, ma, al momento attuale, il 97 per cento di questi veicoli sfruttano come carburante un derivato del petrolio che, come abbiamo visto nelle precedenti sezioni, è destinato ad esaurirsi entro quella data.

Per limitare gli effetti sull'ambiente delle emissioni di gas serra nel lungo periodo non basterà cercare nuove tecnologie in grado di ridurre le emissioni inquinanti. Prima o poi sarà necessario passare all'elettricità o all'idrogeno. Purtroppo la prima soluzione, ossia quella dei veicoli elettrici, presenta il grosso svantaggio della limitata autonomia delle batterie, al punto che ormai i finanziamenti su queste tecnologie si stanno progressivamente riducendo.

I veicoli a celle di combustibile invece sono perfino più efficienti delle attuali automobili a benzina. Il principio di funzionamento è essenzialmente il processo opposto rispetto all'elettrolisi. Se nell'elettrolisi si usa elettricità per scindere l'idrogeno e l'ossigeno presenti nell'acqua, nelle celle a combustibile si combina l'idrogeno con l'ossigeno presente nell'aria per ottenere vapor acqueo. Se molti sono concordi nel sottolineare le grandi potenzialità dell'idrogeno (prima fra tutte, la produzione di vapore acqueo anziché anidride carbonica) è anche chiaro che si tratta di convincere le case automobilistiche a produrre nuovi veicoli, le società energetiche a migliorare le tecniche di produzione dell'idrogeno e di costruire una rete di infrastrutture per la distribuzione di questo possibile carburante del futuro. Tutto questo potrebbe richiedere tempi piuttosto lunghi. Ad ogni modo sono 17 i Paesi che hanno avviato negli ultimi dieci anni programmi di ricerca sull'idrogeno e tra il 2010 e il 2020 verranno immessi sul mercato i primi veicoli a celle a combustibile.

I problemi principali che devono essere ancora risolti sono: la durata ancora limitata (circa 2000 ore) delle membrane su cui si basa il funzionamento delle celle di combustibile e i costi ancora eccessivi. Ogni cella costa circa un milione di dollari. Questi costi sono comunque destinati a diminuire sensibilmente se le auto a idrogeno verranno prodotte in serie. Un altro problema che deve essere risolto è quello di immagazzinare su un veicolo idrogeno sufficiente per garantire al veicolo stesso un'autonomia di almeno 500 chilometri, equivalente a quella di un pieno di benzina. Questa difficoltà deriva dal fatto che allo stato gassoso l'idrogeno deve essere conservato ad alta pressione in bombole che risultano essere ingombranti, mentre invece allo stato liquido l'idrogeno deve essere mantenuto a temperature molto basse, inferiori a -250 gradi. Quando questi problemi verranno risolti riusciremo ad entrare, come dice Rifkin, in una nuova era.

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