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I cromosomi
Le leggi di Mendel avevano più importanza nel 1900 che nel 1866,
perché nel frattempo erano state fatte nuove scoperte sulla cellula, e in
particolare quella dei cromosomi.
La loro scoperta è dovuta al biologo tedesco Flemming: egli usò la
tecnica di colorare la cellula e notò che all’interno del nucleo erano
sparse delle chiazze di una sostanza che assorbiva vigorosamente il
colorante usato nell’esperimento, e che chiamò cromatina. Così egli scoprì
che, all’inizio del processo di divisione cellulare, la cromatina si
addensava in brevi oggetti filiformi – i cromosomi, come inseguito furono
chiamati. Dato che questi cromosomi filiformi erano un elemento
caratteristico della divisione cellulare, Flemming chiamò il processo
“mitosi” (da una parola greca che significa “filo”).
Al momento cruciale della divisione della cellula, ogni cromosoma produceva
una copia di se stesso; a questo punto le coppie di cromosomi si separavano,
poi la cellula si divideva e le due cellule-figlie possedevano una copia dei
cromosomi.
L’opera di Flemming fu continuata da van Beneden, il quale scoprì che nella
formazione delle cellule sessuali, durante una delle divisioni cellulari la
divisione dei cromosomi non era preceduta dallo sdoppiamento: quindi ogni
uovo e ogni spermatozoo ricevevano soltanto metà della quantità normale dei
cromosomi.
L’americano Sutton osservò nel 1902 che i cromosomi si comportavano come i
fattori ereditari di Mendel, ogni cellula ha un numero fisso di coppie di
cromosomi, ciascuno dei quali trasferisce la capacità di determinare
caratteri fisici da una cellula all’altra, perché in ogni divisione il
numero dei cromosomi si conserva accuratamente: ciascun cromosoma produce
una replica di se stesso che verrà utilizzata dalla nuova cellula.
Quando si forma una cellula uovo o uno spermatozoo ciascuno di essi riceve
soltanto metà del solito numero di cromosomi; quando dall’unione tra uovo e
spermatozoo si forma l’uovo fecondato, si ristabilisce il numero complessivo
esatto di cromosomi. Di ciascuna coppia di cromosomi del nuovo organismo,
tuttavia, un cromosoma proviene dalla madre attraverso l’uovo, mentre il
secondo cromosoma proviene dal padre attraverso lo spermatozoo. Questo
rimescolarsi dei cromosomi a ogni generazione tende a riportare alla luce i
caratteri recessivi precedentemente annullati da un carattere dominante. Le
combinazioni sempre nuove producono inoltre variazioni complessive di
caratteri che possono essere sfruttate dalla selezione naturale.
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