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L’esperimento di Reamur sulla digestione
Lo scontro tra vitalisti e meccanicisti si ripresentò a proposito di alcuni
problemi legati ai processi fisiologici degli esseri viventi. Il primo tra
questi fu quello della digestione.
La digestione non si svolge all’interno dei tessuti del corpo ma nel tubo
digerente che comunica con l’esterno ed è accessibile per mezzo della bocca.
Nel XVII secolo si era discusso vivacemente se la digestione fosse un
processo fisico basato sull’azione di macinamento dello stomaco – come
sostenevano i meccanicisti – o un fenomeno in cui era necessario
l’intervento degli spiriti vitali – come sostenevano i vitalisti.
Un medico francese Réaumur (1683-1757) escogitò un modo per risolvere il
dilemma: nel 1752 mise della carne in alcuni tubetti di metallo aperti alle
due estremità (che erano coperte con delle reticelle di metallo) e persuase
un falco a inghiottirli. Il cilindro di metallo proteggeva la carne da
qualsiasi azione di macinamento, mentre le reticelle metalliche permettevano
ai succhi gastrici di entrare, senza lasciare uscire la carne. Quando il
falco rigurgitò il cilindro si scoprì che la carne contenuta all’interno si
era parzialmente disciolta.
Réaumur fece un esperimento di controllo, inducendo il falco a inghiottire e
a rigurgitare una spugna. Quindi i succhi gastrici che impregnavano la
spugna furono strizzati fuori e mescolati alla carne; la carne si dissolse
lentamente e il problema fu risolto.
Sia i vitalisti che i meccanicisti avevano torto: la digestione era un
processo chimico e la funzione della chimica nella vita veniva efficacemente
messa in luce.
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