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La lacuna nella teoria di Darwin
La mancanza di conoscenze sulla natura del meccanismo ereditario
era il più grave punto debole della teoria di Darwin. Egli infatti supponeva
che tra i piccoli di qualsiasi specie vi fossero continue variazioni casuali
e che alcune variazioni rendessero un animale più adatto all’ambiente
rispetto ai suoi compagni. Ma come si poteva essere sicuri che la variazione
favorevole sarebbe stato trasmesso ai discendenti? Tutte le esperienze fatte
da Darwin nell’allevamento degli animali lo inducevano a ritenere che negli
incroci i caratteri estremi si attenuassero, cosicché, per esempio, una
giraffa dal collo lungo avrebbe generato dei piccoli con il collo di
lunghezza soltanto media.
In altre parole, tutti i caratteri utili e adatti all’ambiente introdotti
dalle variazioni casuali si sarebbero attenuati in una gamma intermedia a
causa di accoppiamenti casuali e la selezione naturale non avrebbe avuto un
punto di partenza su cui fondare le trasformazioni evolutive.
Nägeli, seguace entusiasta delle teorie di
Darwin, ipotizzò che dovesse esistere qualche stimolo interiore che spingeva
le trasformazioni evolutive in una data direzione. Così, come risultava
dall’archivio dei fossili, il cavallo discendeva da un animale grande come
un cane che aveva quattro zoccoli per piede. Nel corso dei millenni i
discendenti erano diventati sempre più grandi e avevano perso uno zoccolo
dopo l’altro, finché si era sviluppato il cavallo moderno, grande e a
zoccolo unico. Nägeli era convinto che questa evoluzione del cavallo fosse
stata costantemente guidata da uno stimolo interno.
Questa teoria prende il nome di “ortogenesi” e non è accettata dai biologi
moderni.
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