Perieghesis

Conoscere la terra. Per pensare, progettare, educare

Viaggio nella storia del paesaggio agrario del Tarantino

Mappa del sito    What's New    Cerca!

La Rivoluzione Agricola Medievale

Parole chiave: immagini, rural landscape history, storia paesaggio agrario, Medioevo, feudalesimo, demani, paludi, saline, giardini, cotone, villaggi, casali, strade, chiese, Taranto, Puglia, Italia meridionale, gravine, edilizia rurale

Anche se le avvisaglie di una generalizzata ripresa esordirono molto prima della fatidica data dell'anno Mille, è negli anni successivi a questo che si parla più propriamente di Rivoluzione Agricola Medievale, fenomeno riferito a quel vasto moto di crescita dell'economia agricola che coinvolse,in misura molto variabile,tutta l’Europa.
Sullo sfondo erano una nuova rinascita dello spirito urbano e la riconquista da parte della città delle direttive di sviluppo delle campagne, organizzate in un contado,  legato alla città da vincoli di dipendenza e funzionali. 
Gli elementi essenziali di questa Rivoluzione possono essere riassunti dalla ripresa dei moti di colonizzazione, nel miglioramento delle tecniche agronomiche e nell'ampliamento delle colture specializzate.
Il potente slancio raggiunse il suo acme probabilmente nel corso del XII secolo, si esaurì progressivamente nel secolo successivo e fu poi seguito dalla grande crisi del ‘300
Le cause della involuzione del sistema furono la sempre più capillare diffusione di una feudalità avara e spoliatrice, l'onnipresenza di uno Stato fiscalmente efficientissimo e mai rimosse contraddizioni macroeconomiche, politiche e sociali la cui portata venne amplificata dalla ricorrenza periodica di eventi calamitosi.

 

Sommario:

Gli elementi

I limiti

Insediamenti e Rivoluzione Agricola

Strade e Rivoluzione Agricola

Riferimenti bibliografici

  La gravina di Palagianello conserva in maniera pressoché intatta, e scenograficamente eclatanti, le forme della Rivoluzione Agricola Medievale: intensificazione delle colture legnose ed orticole, generale ristrutturazione dell'assetto agronomico del suburbio,  rafforzamento della rete insediativa e  stradale.

wpe48103.gif (94454 bytes)

Gli elementi

 

Data la natura del suolo pugliese lo spietramento era, subito dopo il diboscamento,  l'attività preliminare alla messa in coltura delle terre. Come risultato di tale attività troviamo uno degli elementi più caratteristici del paesaggio del Tarantino, le specchie (o campostelle), disposte per lo più in serie specie lungo i confini delle proprietà, fungendo anche da marcatore di confine
In alto una di tali specchie, nei pressi della gravina di Leucaspide

Le novità apportate dalla ripresa medievale nelle campagne pugliesi riguardarono nuove iniziative di bonifica, alcuni miglioramenti tecnici, come una (probabile) messa a punto dell’aratro, e l'adozione di nuove rotazioni agrarie, con la più ampia diffusione dei cereali primaverili, come l’avena, e delle leguminose (come ceci e fave)
In quest'epoca avvenne, inoltre, l’introduzione di alcune piante tessili (lino e cotone), ma soprattutto si assistette alla progressiva espansione della oleo-viticoltura e del settore ortofrutticolo.
La cellula fondamentale dello sviluppo economico medievale fu il piccolo possesso contadino, derivante per lo più dalla  concessione migliorativa (enfiteusi) di terre di proprietà signorile (baroni, nobili, ecclesiastici), effettuata in cambio di canoni in natura o monetari fissi; elemento essenziale fu però  l'integrazione di questo con le attività connesse con l'economia dell'incolto. 
 

I limiti della Rivoluzione Agricola Medievale

Molti furono i fattori che limitarono le prospettive offerte dalla Rivoluzione Agricola Medievale. 
In primo luogo ataviche resistenze culturali ritardarono la piena realizzazione delle innovazioni cui si è fatto cenno: basti citare il caso della piena utilizzazione dell'avena, condotta a termine solo nel corso dell'Età Moderna.
Non pare si siano verificati, del resto, nel Tarantino vasti processi di dissodamento: la persistenza di una struttura insediativa dominata dal popolamento sparso aveva gia definito, sin dall'Alto Medioevo, i centri di neocolonizzazione.
Anche le modalità con le quali la produzione agricola veniva commercializzata denotavano la debolezza intrinseca del sistema, la sua perifericità, rispetto non solo alle realtà urbane del Centro e Nord Italia, ma anche alle città pugliesi adriatiche, come Bari, Barletta, Trani, Monopoli e Brindisi. 
E’ significativo che al moto di rinascita urbana che contraddistingue questo periodo, incluse le espressioni delle istanze autonomiste, la città di Taranto partecipò in maniera molto limitata.
Nonostante ciò le testimonianze della Taranto normanna sono unanimemente positive, e parlano tutte di una città ricca e  commercialmente molto attiva. 

Insediamenti e Rivoluzione Agricola

wpe32263.gif (79703 bytes)

Il Medioevo visse del diffuso popolamento delle campagne, sia nella forma di insediamenti accentrati (casali) sia in quella diffusa. Il sistema insediativo conservava un elevato livello di integrazione proprio grazie allo sviluppo di una fittissima rete viaria. 
In alto a sinistra l'imboccatura di una cisterna ed una vasca di pietra (pila) nei pressi di Casalpiccolo (Grottaglie). Come pure le case-grotte nell'insediamento rupestre della gravina di Triglie (Statte-Crispiano), a destra, queste strutture sono state largamente  riutilizzate in Età Moderna.
 

Il paesaggio medievale all'apice del suo sviluppo ha suo cardine nel  sistema dei casali, insediamenti accentrati aperti distribuiti capillarmente all'interno di un territorio organizzato e concepito come contado, funzionale allo sviluppo della città.
Ognuno di questi centri costituiva un baricentro di forze organizzatrici dello spazio, il necessario riferimento per la definizione di zone La loro distribuzione  non ripeteva tuttavia lo schema degli anelli concentrici descritto nei centri abitati del centro- e Nord-Italia. Questo prevedeva una prima fascia, prossima al centro abitato, occupato dalle colture intensive (orti, giardini, vigneti), una intermedia dominata dai seminativi, alternati o non con l'oliveto, ed una terza esterna, dominata dai pascoli e dalle terre comuni.
Nel Tarantino
fu invece la natura del terreno ad indirizzare le scelte colturali dei contadini: così le Paludi a Nord-Ovest della città, relativamente distanti dall'abitato ma con buona disponibilità idrica, vennero coltivate a vite ed a giardini, ma le aree interposte fra queste e la città, con terreni molto più superficiali e leggeri, vennero per lo più destinate alla olivicoltura
Lungo la costa sud-orientale,all'interno delle forre ricche di sorgenti di acqua perenne e ben riparati ai  freddi venti del Nord, si osserva, parimenti,l'affermazione di celebrati giardini (verzieri) irrigui di Gandoli, San Tomai, Saturo, Tramontone, Credenzano (attuale San Francesco degli Aranci).  

Strade e Rivoluzione Agricola

Lo sviluppo del sistema economico medievale fu sostenuto e come innervato da un complesso sistema stradale, organizzato secondo il modulo stellare multiplo. Questo prevedeva che da ogni centro abitato si irradiasse una miriade di strade che raggiungeva, dopo percorsi tortuosi, ogni più recondito angolo del territorio
La caratteristica più evidente dei percorsi medievali è nella assenza di tracciati ben marcati, tanto che più che di strade vere e proprie è più corretto parlare di direttrici, ampie anche diverse centinaia di metri.
Nonostante le geometrie apparentemente assurde disegnate dalle carrarecce sul bancone tufaceo, resta sempre ben rimarcata una precisa gerarchia direzionale,che riconosce la centralità della città nell'organizzazione del Paesaggio medievale. 
Non è quindi un caso che ogni recondito angolo del territorio fosse dotato di una strada che, a mo' di cordone ombelicale, lo collegasse  con la città, residenza della grande proprietà e sede di fiere e mercati.

Riferimenti bibliografici

Atti delle giornate normanno-sveve, Roma/Bari, 1975-. 

La Puglia fra Bisanzio e l’Occidente, Milano, 1980.

Il passaggio dal dominio bizantino allo Stato normanno nell'Italia Meridionale, Taranto, 1977.

Habitat-Strutture-Territorio, Galatina, 1978.

La civiltà rupestre medievale nel Mezzogiorno d'Italia. Ricerche e problemi, Genova, 1975.  

Jones P. J.: La società agraria medievale all’apice del suo sviluppo II: L’ Italia, in Storia Economica Cambridge: L'agricoltura e la società rurale nel Medioevo, I, Torino 1976, pp. 412-526.

Martin J. M.: Città e campagna: economia e società (secc VII-XIII), in Storia del Mezzogiorno, III: L'Alto Medioevo, Roma 994, pp. 257-382.

Martin J. M.: La Pouille du VI au XII siècle, Roma, 1993.

Ugolini P.: Tecnologia ed economia agraria, in Storia d’Italia Annali I: Dal Feudalesimo al Capitalismo, Torino, 1978, pp. 375-452.

idem: Il podere nell’economia rurale italiana, ibidem, pp. 715-745.

17 dicembre 2001 00:07

Ricerca in questo sito       Ricerca nel Web
 
  
Mappa di Perieghesis
                                                                        ricerca in questo sito ricerca nel Web                                       ( powered by FreeFind)

Inserisci nella stringa argomenti o località particolari che ti interessano. Il nostro motore di ricerca interno provvederà a trovare le pagine Web contenenti le notizie relative

Sei soddisfatto della visita da te effettuata nel nostro sito? Hai bisogno di ulteriori informazioni?Vuoi lasciare un ricordo del tuo passaggio in Perieghesis
Read my Dreambook!
Sign my Dreambook!
Dreambook