Le strade
Parole
chiave: Immagini, rural landscape
history, transumanza, Magna Grecia, Medioevo, villaggi, casali, strade,
tratturi, viabilità storica, paesaggio, storia, Taranto, Puglia, Italia Meridionale, gravine,
edilizia rurale
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La
forma allungata della regione pugliese ha condizionato
le caratteristiche strutturali ed organizzative delle sue infrastrutture
viarie.
Esse possono essere comprese in tre diversi sistemi: le vie di collegamento
locale, le
vie istmiche e le vie di lunga percorrenza.
A ciascuno di questi la Storia ha
assegnato una funzione affatto differente: di collegamento locale i
primi due, di integrazione con ambiti extraregionali il terzo.
La struttura della rete viaria dipende in larga misura dalla natura del suolo e
dall'architettura insediativa, sia residenziale che produttiva.Per questo
motivo le aree litoranee del Tarantino, per lo più spopolate ed impaludate per gran parte
dell'anno, sono state a lungo scarsamente servite: quella occidentale
in particolare era percorsa dalla
strada che conduceva in Calabria, mentre quella orientale ha dovuto attendere la
seconda metà del XX secolo per essere dotata di una vera e
propria strada litoranea .
Nelle aree interne della Murgia, stabilmente colonizzata solo in Età Moderna, ha
invece a
lungo costituito una semplice area di attraversamento.
All' interno della fascia intermedia era invece la successione delle gravine a condizionare
la struttura della rete viaria: mentre infatti le vie di lunga percorrenza
correvano tenendosi a valle o a monte di queste, superandoli talvolta con ponti
o ridiscendendone sul fondo, quelle istmiche decorrevano per lo più
parallele
a queste,tenendosi spesso proprio sul loro ciglio.
Segnaliamo, per la sua unicità,
la monumentale strada che per superare la gravina di
Triglie incide profondamente il bancone tufaceo, con parete alte diversi
metri.
La
presenza del sistema delle gravine ha
condizionato la struttura della rete viaria del Tarantino. Il loro
superamento ha comportato spesso l'esecuzione di opere grandiose.
Fra queste primeggia la monumentale strada incassata nel bancone tufaceo dei
fianchi della gravina di Triglie, presso Statte; con un più
modesto ma pur sempre suggestivo ponte viene superata invece la gravina di Santo
Stefano, presso Castellaneta ( a sinistra).
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Le vie di lunga percorrenza attraversavano
per lungo la Puglia,con linee parallele alla costa. Grazie a queste il
Tarantino poté stabilire sin dalla Preistoria stabili collegamenti con più
vasti ambiti regionali ed extraregionali, ed in particolare con l’entroterra
appenninico, alma mater di quella cultura pastorale che per il tramite
dell’eterno rituale della transumanza connotò, a
partire dalla prima civiltà
propriamente italiana (la Civiltà Appennica),
molte delle successive vicende territoriali.
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La Masseria
Misicuro (Grottaglie) sorge in corrispondenza del sito di Mesochoron,
indicato nelle carte antiche come una statio dislocata lungo il
percorso della Via Appia. |
Le principali di queste vie furono la Via Appia e il Tratturo
Martinese, con una fitta rete di varianti interposte, ora confluenti,
ora divergenti.
In particolare la Via Appia, l'unica probabilmente ad essere stata precocemente
e per intero
percorribile con carri (le altre erano spesso e per ampi tratti poco più di semplici mulattiere) acquisì in Età Romana l'appellativo di regina viarum per
l'importanza rivestita nei collegamenti con il Mediterraneo orientale, all'epoca l'area
più sviluppata e ricca del mondo
noto.
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Le vie istmiche svolgevano l'importante funzione di collegare le opposte sponde
marine della Puglia. I terminali marittimi di queste strade
costituivano per lo
più importanti empori commerciali.
Sul
versante jonico la scarsezza degli approdi fece sì che Taranto accogliesse
percorsi provenienti da un ampio ventaglio di terminali adriatici,
da Brindisi a Bari.
Il più impegnativo problema incontrato da questi itinerari era quello di
superare i dislivelli dei terrazzamenti
del versante jonico verso Taranto. I minori di questi venivano
affrontati mediante tagli incisi nella roccia
(e venivano perciò chiamate incasciate), mentre i salti di quota maggiori
erano superati percorrendo il fondo
delle lame e delle gravine, che
discendono dalla sommità della Murgia con pendenza molto più graduale. |
Fra
le molte strade istmiche che collegavano lo Jonio con l'Adriatico la
più importante per Taranto era quella che passava ad Est della gravina di
Leucaspide e dell'antico insediamento dell'Amastuola. Nell'immagine un
tratto della relativa carrareccia mentre attraversa la necropoli di questo
importante sito archeologico.
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Lo sviluppo economico che
accompagnò la
Rivoluzione Agricola Medievale si tradusse anche nella realizzazione di un
sistema di vie di comunicazione a maglie molto fitte basato sul sistema
dei moduli stellari multipli. La denominazione deriva dal fatto
La
fitta distribuzione degli
insediamenti abitati
spiega l'intricato avvilupparsi della rete viaria medievali. Le tracce di
quello che doveva essere un intensissimo traffico
sono nei solchi dei carri scavati nel bancone tufaceo.
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che le
strade irradiavano in tutte le direzioni a partire da ogni insediamento
attivo. Tale sistema svolgeva, naturalmente, la parte più importante del suo compito
nell'assicurare il collegamento locale fra i molti casali che nel Medioevo
costituivano l'ossatura insediativa dell’hinterland di Taranto.
Nonostante apparentemente inesplicabili tortuosità ed indecisioni direzionali, questo sistema
manteneva una sua efficienza funzionale.
Era soprattutto la presenza di queste vie, che
da ogni sperduto angolo del territorio conducevano a Taranto, a dare un senso
compiuto ed intelligibile all'organizzazione territoriale medievale: il contado
organizzato in funzione della città, unico vero riferimento
territoriale,
in quanto sede di fiere, di mercati e di attività economiche differenziate.
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Nel passaggio fra Medioevo e
Età Moderna la rete
viaria divenne molto più semplificata e definita.
Una delle antiche
strade che collegavano
Taranto con Martina Franca, capitale della Murgia. |
Lo spopolamento della fascia pedemurgiana,
l'individuazione di una nuova struttura insediativa,con pochi
grossi centri abitati, l’appadronamento di gran parte
delle terre pubbliche ed il successivo sviluppo delle masserie
cerealicolo-pastorali
ispirarono una nuova struttura viaria.
La privatizzazione delle terre pubbliche costrinse, in particolare, i percorsi
medievali, che per lo più si servivano di ampie carrarecce, all'interno di strade ben individuate.
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Carrarecce nelle
campagne del Tarantino |
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La nascita e lo sviluppo delle masserie comportò il
ridimensionamento della
transumanza e di conseguenza dei collegamenti con le grandi vie ad essa
riservate.
A partire dalla prima metà dell'800 la rete stradale andò incontro ad una
vera e propria rivoluzione, con la creazione di una gerarchia (e
l'individuazione quindi di strade di rilevanza comunale, provinciale e
nazionale) e la previsione di collegamenti diretti e lineari fra i centri
maggiori. Veniva così condannata alla obsolescenza
l'antica interminabile sequenza di meandri che caratterizzava le antiche strade.
I tracciati della viabilità antica sono tuttavia leggibili, in alcuni tratti
inglobati nella viabilità moderna, più spesso sostituiti da semplici sentieri appena accennati, o da
tratturi
vicinali; talvolta non resta che un semplice allineamento di muretti a
secco.
Riferimenti
bibliografici
Adamasteanu
D.: Topografia e viabilità, in Megale Hellas, Milano, 1983,
pp. 173-206
Dalena
P.: Strade e percorsi nel
Mezzogiorno d’Italia (secc. VI-XIII), Cosenza, 1995, pp. 47-54.
Fedele B.: Gli
insediamenti preclassici lungo la via Appia antica in Puglia, in Archivio
Storico Pugliese XIX (1966), pp. 29-89.
Lugli G.: La
via Appia attraverso l’Apulia e un singolare gruppo di strade orientate
, in Archivio Storico Pugliese VIII (1955), pp. 12-16.
Massafra
A.: Storia e natura nella formazione della rete viaria pugliese nella prima
metà dell’Ottocento, in Riflessioni
Umanesimo della Pietra, Martina Franca, 1985, pp. 45-58.
Uggeri G.: Sistema viario e insediamento rupestre tra antichità e
Medioevo, in C. D. Fonseca ( a cura di): Habitat-Strutture-Territorio,
Galatina, 1978, pp. 115-136.
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17 dicembre 2001 00:07
I tratturi
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