L'economia dell'incolto
Parole
chiave: immagini,
rural landscape history, storia paesaggio agrario, economia
dell'incolto, macchia mediterranea, vegetazione, flora, cave,
feudalesimo, demani, paludi, saline, caccia, fiumi, usi civici, Taranto,
Puglia, Italia Meridionale, gravine, masserie, civiltà rupestre,
edilizia rurale
Sino all'affermazione di quell’assetto della
struttura produttiva noto come
Rivoluzione Industriale la nozione di terreno improduttivo,
scevro cioè da una qualche forma di sfruttamento economico,era del tutto ignota. Anche
le aree che per giacitura, caratteristiche idrogeologiche e composizione
pedologica non erano suscettibili di idoneo sfruttamento agricolo riuscivano in
qualche maniera a fornire un indispensabile contributo alla vita delle comunità
umane.
Con il temine di economia dell’incolto si indica quell’insieme
di attività economicamente rilevanti che attingono allo stock costituito dalle
risorse naturali.
Date queste caratteristiche ogni membro della
comunità ammesso al godimento dei diritti di uso
sul territorio
da essa dipendente era in grado, almeno in teoria, di esercitarla, purché possedesse i capitali di investimento necessari.
All’interno di una società dominata dall’economia primaria, poter
fruire liberamente delle risorse naturali garantiva agli strati più umili delle popolazioni locali il
minimo vitale.
Se inoltre da una parte tali attività costituivano un complemento necessario per l’economia centrata sul microfondo
contadino,
per alcune categorie
sociali essa costituiva addirittura la principale fonte di reddito. Ne sono un
esempio i macchiaruli, che vivevano tagliando e raccogliendo la legna nelle
macchie e la rivendevano rifornendo i forni e le famiglie della città. Per
lungo tempo il diritto allo sfruttamento delle risorse naturali è
stato considerato un diritto naturale,
connaturato con lo status di membro appartenente ad una
comunità organizzata. A partire dal Basso Medio Evo tuttavia,
e più ancora nel corso del ‘500, i signori della terra
provvidero a restringere, sino ad
annichilire, i diritti del pubblico di accedere a
queste risorse.
La crescente privatizzazione della terra si accompagnò al proliferare
di tasse e di balzelli imposti in cambio della loro fruizione.
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