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Amnesty International Italia
Gruppo 208 Fidenza e Fiorenzuola

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“Terra d’asilo” Una mano tesa verso i rifugiati

28 giugno: Giornata Mondiale del Rifugiato a Casa Cervi (volantino in formato .pdf)

"Una giornata per conoscerci, per condividere le nostre storie di resistenza e quelle dei rifugiati per cantare e suonare insieme ai Me Pek e Barba il nostro desiderio per un mondo di Uguali, seppur Diversi".
Appuntamento a Casa Cervi, il 28 giugno alle 10,30: sono online le foto della stupenda giornata.

Progetto “Emilia-Romagna terra d'asilo”: monitoraggio 2008 (in formato .doc)

Giornata Mondiale del Rifugiato 2008

“Hanno fatto viaggi lunghi, pericolosi con la speranza di un futuro migliore.
Hanno lasciato tutto, sono partiti dall'Eritrea, dall'Etiopia, dalla Nigeria, dalla Turchia … e arrivati in Italia.
Hanno vissuti di guerra, di oppressione,…di torture, di discriminazione.”

Chi siamo noi richiedenti asilo?

Cari amici,
è ora di spiegare chi siamo, perché altrimenti facciamo lo stesso gioco di chi confonde le carte.
Scriviamo quindi per presentarci e per dire cosa chiediamo concretamente.
Chi è un richiedente asilo? Abbiamo letto la Convenzione di Ginevra per rispondervi meglio, ma decidiamo di prendere le parole da quello che abbiamo vissuto sulla nostra pelle.
Richiedente asilo significa rischiare la vita a casa tua, significa scappare senza poter tornare dove sei sempre vissuto. Per andare ovunque, ma non più a casa. Scappiamo per molti motivi – richiedente asilo è il nome di molte storie, difficili e diverse. Come la categoria di stranieri, anche quella di richiedente asilo ha tutta la sua complessità. Non siamo tutti uguali, né necessariamente fratelli.
Ho lasciato il mio paese perché il popolo Oromo soffre l’Apartheid in Etiopia, non può parlare la sua lingua, praticare la sua cultura, fare attività politica democratica.
Ho lasciato il mio paese perché sono cattolico e dopo aver dichiarato la mia fede sono stato internato e torturato in Togo.
Ho lasciato il mio paese perché il Governo della Costa d’Avorio è ostile alla mia etnia. Mi hanno licenziato, mi hanno preso, mi hanno messo in carcere e torturato.
Ho lasciato il mio paese perché l’Eritrea è sempre in guerra. I giovani sono costretti a fare il militare a vita, perché senza tessera del Governo che certifica che fai il militare ti prendono per strada e ti mettono sotto terra nei Trak.
Siamo in Italia per vivere. Non per vivere meglio. Meglio era poter restare. Ma questo significa morire ammazzati, noi e le nostre famiglie. Casa è impossibile se vogliamo continuare a vivere in qualche modo. Siamo scappati per proteggere la nostra vita. Non per cercare lavoro, per soldi, per una vita da ricchi.
Ero tecnico informatico.
Ero diplomato in assistenza sociale.
Ero tecnico audio-visivo.
Ero carpentiere e rasatore.
Ero fornaio.
Ero insegnante.
Ero studente alla scuola superiore.
Ero infermiere.
In Italia ho buttato via il mio diploma perché, con la mia protezione umanitaria, non esiste nessuno che convalida qui il mio titolo. Ero infermiere e ora faccio il badante a nero, mentre l’Italia ha bisogno di infermieri e io sono costretto a rimanere in un centro di accoglienza. Così è uno spreco per tutti.
Immagina: arrivi in un posto e ti dicono che è l’Inghilterra, dove ti aspettano i tuoi amici. Invece è Lampedusa, Crotone, Foggia, Udine, Roma. Hai pagato tutto quello che avevi per il viaggio. Se conservi ancora qualche soldo lo vai a cambiare e ti accorgi che sono solo cinque euro. Cinque euro in tasca e non sai dove sei nel mondo.


Inaugurazione della mostra fotografica "Sotto lo stesso cielo (i rifugiati nella nostra città)"
a seguire
Spettacolo teatrale "Le scimmie verdi",
di Daniele Barbieri e Hamid Barole Abdu

Sabato 21 Giugno 2008, ore 18.00 Cortile interno del Comune in Piazza Garibaldi, Fidenza (PR)

E' scaricabile la locandina in formato .pdf dell'evento.


da Gazzetta di Parma del 14 giugno 2004

 

L’assessore ai Servizi Sociali: “L’ANCI finanzierà il progetto con 150 mila euro per la copertura di 25 posti letto”

Accogliere e ospitare i rifugiati, i richiedenti asilo e i beneficiari di protezione umanitaria è l’obiettivo di «Terra d’asilo», un progetto, illustrato in Provincia, presentato dai Comuni di Fidenza e dei distretti Sud Est, con l’appoggio della Provincia, ente promotore e coordinatore, l’aiuto di CIAC onlus, della Regione, di Amnesty International, del Consorzio italiano di solidarietà e della Caritas.
L’assessore provinciale ai Servizi Sociali, Tiziana Mozzoni, ha spiegato che “il progetto è risultato il primo in graduatoria, tra più di 60 sottoposti alla commissione di valutazione, dell’Anci; ha ottenuto un finanziamento di 150 mila euro per la copertura di 25 posti letto. I Comuni di Fidenza. San Secondo, Sala Baganza, Montechiarugolo e Langhirano si dividono gli ospiti, ma sono coinvolti oltre 26 Comuni in una rete di rapporti collaborativi che permettono di agevolare e integrare i profughi.”
I rifugiati sono seguiti in un percorso di orientamento, di formazione professionale, oltre che assistiti dai servizi sanitari, e il distretto di San Secondo è quello più toccato dall’esperienza, come ha sottolineato Davide Conti, assessore ai Servizi Sociali del Comune della Bassa: «Noi ospitiamo tredici rifugiati, in una casa messa a disposizione dalla famiglia Bocchi; offriamo le cure mediche, vista la presenza di un ospedale nel paese, la disponibilità lavorativa e faremo anche il possibile per sensibilizzare i nostri cittadini verso i problemi di questa particolare categoria di immigrati». Romualdo Borreri, assessore ai Servizi sociali di Fidenza, ha aggiunto: «Come Comune capofila del progetto, abbiamo cercato di creare una rete di collaborazione tra enti, servizi e cittadini per favorire l’integrazione dei richiedenti asilo».
Il progetto accoglie i rifugiati nei paesi perché qui è più facile l’integrazione, come ha chiarito Emilio Rossi, presidente del Ciac: «Nelle piccole realtà, come già è successo a Sala Baganza, la popolazione accoglie volentieri queste persone facendole sentire ben volute».
La rappresentante di Amnesty, Nelli Bocchi, ha spiegato la partecipazione dell’associazione in questo progetto: «Amnesty non interviene mai in esperienze che riguardano il nostro Paese, per mantenere l’imparzialità degli aiuti, tranne quando i progetti riguardano i rifugiati e le vittime di tortura. Siamo felici di dare il nostro contributo a uno dei pochi impegni reali che si sono compiuti a favore di questo tipo di profughi».
Alla presentazione di «Terra d’asilo» hanno, anche partecipato: Giorgio Palamidesi, funzionario della Regione e Italo Gaibazzi, della Caritas di Fidenza.
Durante l’incontro è anche stato evidenziato che i richiedenti asilo sono figure giuridicamente diverse dagli immigrati stranieri che arrivano in Italia per motivi di lavoro, studio e ricongiungimento famigliare. I rifugiati, una volta fuggiti dai loro Paese, non possono farvi ritorno se non a rischio della propria incolumità.
Il Consorzio italiano di solidarietà e Medici senza frontiere, in collaborazione con Amnesty International, hanno ricordato che i «rifugiati» sono coloro che, temendo a ragione di essere perseguitati per motivi di razza, religione, nazionalità, si trovano fuori dal Paese di cui sono cittadini. I «richiedenti asilo» sono coloro che, lasciato il proprio Paese e avendo presentato la domanda d’asilo, sono in attesa di una risposta da parte delle autorità dello Stato ospitante per il riconoscimento dello status di rifugiato.

[ mercoledì 16 giugno 2004 ]

 

Reportage dall'Eritrea

Storia di un richiedente asilo sudanese

"Chiedevo democrazia mi hanno torturato" video da Parma.Repubblica.it

Testimonianza di un richiedente asilo kurdo

Il mondo visto da GianLuca Foglia


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ultimo aggiornamento 05 Dic. 2010