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Drammaturgo e commediografo tra i più
veristi del teatro siciliano. Nato ad Agira il 24/2/1866, ancora giovanissimo
pubblico " Versi" e "20 settembre 1870", a soli ventiquattro
anni, scrisse "Muschigghiunazzu niuru" e qualche anno dopo "Falgaris
di Spagna". Nel 1896, allineatosi alla vita del verismo di Verga, di
Capuana, di Martoglio, pubblico " La Zolfara" Opera ambientata
nella miniera zolfifera "Zimbalio" di Assoro dove lavoravano moltissimi agirini,
egli aveva trovato
spunto per questo tema allorchè,
avendo ottenuto |
l'insegnamento in una
scuola elementare della vicina Nissoria, percorreva ogni mattina a piedi la
strada Orselluzzo - Piano della Corte - S. Giorgio per raggiungere il posto di
lavoro assieme ai minatori che da agira si recavano alla vicina miniera.
Venne presentata al pubblico italiano ed
estero da Giovanni Grasso, Angelo Musco, Rosina Anselmi, Giovanni Emanuel,
Achille Vitti, Carolina Balistrieri, ecc, e divenne il cavallo di battaglia
della "Compagnia Drammatica Dialettale Siciliana Nino Martoglio"
Altri suoi lavori ricordiamo "Calanniredda",
"Signor Mastru Sinnacu", nel 1900 venne fuori "il fondo della
coppa" in seconda ristampa intitolato "il casto Giuseppe",
recatosi a Roma nei primi anni del 900 scrisse, in lingua italiana " il
liberatore", un dramma sul processo a Gesù.
Opere comprese nel periodo 1903 ed il 1911 sono "Finale di
commedia", "Popolo mio" e ancora inedito, "La
Samaritana", lavori questi dove affiora l'amarezza per le immeritate
difficoltà finanziare in cui versava negli ultimi anni della sua vita. Morì a
Roma, il 10/7/1923, povero e malato in una stanzetta di via Mecenate.
Il 14/7/1923 sull'Epoca di Roma apparve un articolo di encomio
firmato dallo scrittore Francesco Bernardini, che lo mise alla pari solo del
Verga e del Capuana.
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