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CHIESA S. MARGHERITA |
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ALTRE CHIESE
ESISTENTI E NON
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Un'antica tradizione, sulla cui attendibilità gli studiosi
non sono concordi, vuole che la chiesa sia stata edificata
sulle rovine di un tempio pagano dedicato ad Ercole, il cui
culto ad Agira nell'antichità era molto diffuso.
Quasi certo è, invece, che in questo luogo in epoca
bizantina sarebbe sorta una chiesa dedicata a S. Sofia, con
la cappella dedicata a S. Sebastiano.
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La
ricostruzione della chiesa, risale al 1215, al tempo di Federico
II, venne dedicata a San Sebastiano. In seguito, però, in
segno di riconoscenza verso la regina Margherita, moglie di
Martino II, che aveva elargito una cospicua somma per il suo
restauro, essa venne dedicata a Santa Margherita.
L'aspetto attuale è quello conseguente ai lavori di restauro
eseguiti dopo i gravi danni provocati dal terremoto dell' 11
gennaio 1693. Nel 1697 fu ultimata 1'attuale copertura a
volte, nel 1721 il campanile, e nel 1766, su progetto
dell'architetto Giovanni Battista Vaccarini, furono
completati il transetto e le absidi.
La cupola, rimasta purtroppo incompleta, venne progettata
nel 1799 da Stefano Ittar.
È la chiesa più grande di tutta la diocesi di Nicosia. |
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La pianta, a croce latina, è divisa in tre navate da due
ordini di colonne. con capitelli in stile corinzio.
La navata centrale e il presbiterio sono lunghi
complessivamente 73 metri, mentre le due navate
laterali, fino al transetto, misurano 30 metri. La volta
della navata centrale è alta 29 metri e la cupola 45. |
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Il
maestoso prospetto neoclassico fu realizzato alla fine
del XIX secolo. |
Tra le opere di maggior valore artistico si segnalano |
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L'altare maggiore, del XVII secolo, molto bello,
tutto rivestito da miniature in oro su vetro.
L'altare del Sacramento: le sei colonnine
reggenti la cupola del tempietto sono in marmo di
Sicilia, la croce della mensa di agata e il resto in
granito d'Egitto.
L'altare dell'Immacolata con la bellissima
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statua del napoletano Giuseppe Picano, sicuramente
una delle opere più belle che si possono ammirare in
questa chiesa. Commissionata alla fine del 1784 e
completata nel 1787, la statua fu consegnata ad
Agira quattro anni dopo, in quando la Commissione
Reale per le belle arti di Napoli aveva deciso che
la statua era un capolavoro e non volevano
autorizzarne la spedizione; l'intervento del re
Ferdinando I risolse la situazione autorizzando la
spedizione e provvedendo a saldare il conto. E'
conservata in una monumentale edicola di legno,
opera di Ignazio Leone (1810).
Notevoli alcuni quadri del seicento, tra i quali la
Misericordia di scuola siciliana della metà del
secolo, S. Maria Maddalena di scuola veneziana e
l'Addolorata e i quattro Evangelisti di Ovidio
Sozzi. |
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Interessanti il Coro ligneo in stile rinascimentale
di Giovan Battista Li Volsi e del figlio Stefano e
il pulpito, molto bello, in legno intagliato, con le
statue dei Santi Protettori delle Parrocchie di
Agira, realizzato nei primi del
novecento |
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Di pregevole fattura, infine, il bel portale
settecentesco di gusto barocco attraverso il quale si
accede alla sacrestia, dove si possono ammirare gli
splendidi armadi artisticamente scolpiti da Paolo
Guglielmazzi di Enna nella seconda metà del XVIII
secolo.
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Bello il pulpito in legno intagliato
con le statue dei protettori delle parrocchie di Agira e sul pannello
centrale quella di S. Filippo.
In questa chiesa ogni anno si celebrano con
particolare solennità le ricorrenze del Corpus
Domini, dell'Immacolata Concezione e di Santa Lucia. |
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