samaritano, siriaco, greco e
ebraico) che gli erano teoricamente utili per l'interpretazione esatta degli antichi
testi, ritornò ad Agira approfondendovi Teologia e Morale.
Quindi, sollecitato
da mons. Salvatore Ventimiglia dei principi di Belmonte che lo volle
insegnante di ebraico nel seminario di Catania ed Ispettore nelle Scuole pubbliche,
abbracciò lo stato ecclesiastico.
Alla morte del padre ritornò ad Agira con la nomina di Prevosto della collegiata di S. Antonio di Padova per poi raggiungere nuovamente Napoli e
frequentare Roma, città questa dove comprò molti libri rari.
Nel 1782 rientrò nuovamente e definitivamente ad Agira dove visse altri diciassette anni istruendo
moltitudini di giovani che raccoglieva intorno a sé ed alla sua libreria.
Ritiratesi in mediazione presso il locale convento di S. Agostino, il 18 maggio 1799 fece testamento di fronte al notaio Francesco Amato indicando
la sua volontà di rendere pubblica la propria libreria e di farvi affluire molti
suoi libri sparsi tra Palermo, Napoli e Messina, affidati al barone Sitizano e al
marchese Zaccone tesoriere generale delle truppe.
Dotò inoltre di una pensione annua la novella Biblioteca Comunale (che reca ancora il suo nome) affinchè si potesse continuarne l'aggiornamento.
Quindi nominò bibliotecario il prevosto Epifanie Cucchiara della
collegiata del SS. Salvatore e all'alba del 25 maggio 1799 spirò.
Egli, oltre che linguista, fu anche storico, archeologo, letterato, enologo e
mecenate. La sua raccolta di libri (la parte più importante dell'attuale Biblioteca
Comunale), comprendeva antichi manoscritti, celebri trattati, documenti
normanni e parecchi migliaia di volumi delle più svariate epoche; l'aveva
addirittura arricchita, poco prima che la donasse alla fruizione della cittadinanza,
acquistando, per la considerevole somma di cinquantamila franchi, i migliori
libri esistenti sul mercato in tutte le lingue.
Lo stesso Pietro Mineo fondò, oltre a quella di Agira, anche la Biblioteca
Ventimiliana di Catania (oggi assorbita dalla Biblioteca Universitaria della
stessa città).
Il Comune di Agira gli fece scolpire dal Bagnasco un mezzo busto poggiarne su colonnina che è custodito nella Biblioteca e ne rappresentò
l'immagine nella volta della grande sala della Cappella dei vecchi locali della Biblioteca. |