Il Novecento

Il ventennio fascista a Palese-Macchie

Dopo la conclusione della Grande Guerra la miseria si aggravò e la condizione sociale ed economica divenne insostenibile; i lavoratori avvertirono quindi la necessità di migliorare in qualche modo la propria situazione. I tufaroli, ossia coloro che erano addetti a preparare i tufi per le costruzioni scavandoli con la zappa a 8 centesimi l'uno, con una paga giornaliera di appena 2 lire si unirono in una lega d'ispirazione socialista. Questa attività  era abbastanza diffusa nella nostra zona sin dalla fine dell’Ottocento ed era anche considerata piuttosto redditizia, anche se molto faticosa, rispetto all’agricoltura, alla pastorizia e alla pesca. Diverse cave di tufo si trovavano Sopra a Palese, a partire dalle spalle di
Palazzo Capitaneo, sino a giungere in Contrada Giannone e alla zona ove si trovava villa Castelluccia a ridosso della S.S. 16. Il tufo estratto nel territorio di Palese prendeva il nome di “tufo di zeppigne” ed era considerato di buona qualità. Tale tufo era più duro di quello di “Meddiche” ricavato nella contrada “Abbàsce a Prevete”, zona nei pressi della masseria Prete, verso l’attuale quartiere San Paolo di Bari, ed era più morbido e più lavorabile rispetto al tufo “Carparo” estratto nella zona marina che si affaccia sull’attuale lungomare del quartiere “Fesca” verso Bari. Dall'amico Domenico Lomazzo ho appreso dell'esistenza di uno stendardo di tale lega - datato 1922 - che si trova a Torino presso Palazzo Carignano, nella sala delle bandiere del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano. I padroni, le famiglie nobili (come i Capitaneo) o comunque altolocate che avevano sempre tenuto in mano le redini politico-amministrative della frazione (i Maiorano, i Lovergine), invece, con l'avvento del fascismo si schierarono con il nuovo regime.

Il locale Fascio fu inaugurato ufficialmente il 31 dicembre 1922. Anche Palese ebbe i suoi gerarchi in camicia nera, spesso ricordati per il loro esagerato autoritarismo, tuttavia molto rispettati dai braccianti, dai contadini e dagli operai che ne ricordavano le origini familiari come figli degli antichi padroni. I gerarchi, quasi tutti quarantenni, apparivano tutti pieni di sé e del ruolo che svolgevano, assolto del resto con impegno e serietà. Nella borgata si potevano vedere squadre di Balilla, Avanguardisti, Figli della Lupa e Giovani Fascisti; avevano luogo adunanze e cortei, i saggi ginnici del sabato pomeriggio con istruttori molto severi ed esami sempre più faticosi; manganelli e olio di ricino in abbondanza per gli oppositori del regime. Tra i gerarchi più in auge ricordiamo il medico e letterato Leonardo Del Turco (1890-1978) che fu vice-segretario politico di Palese e seniore della Milizia Fascista; il cavaliere Angelantonio Maiorano (1880-1939), il primo segretario politico del Fascio, uomo esigente ed energico, a lungo vice-podestà e difensore dei diritti della nostra borgata per la quale si prodigò assicurandole diversi servizi essenziali; don Leonardo Lovergine, uomo aitante, dai baffi vistosi e ben curati e dall'aspetto imponente e autoritario, dominò la scena nel corso degli anni Trenta e fu anche segretario politico di Palese; era molto temuto e poteva vantare l'amicizia di cime del Fascio barese come Michele Viterbo e Giovanni Costantino; l'avvocato Giuseppe Lembo che fu delegato del Podestà per Palese e Santo Spirito dal 1935 al 1941; Leonardo Ranieri; Nicola Massaro; Michele Volpicella che fu l'ultimo segretario del Fascio negli anni precedenti la guerra.


Angelantonio Maiorano

Leonardo Lovergine


Nella borgata comunque vi erano anche gli oppositori del regime (ricordiamo un tufarolo Vatinno comunista convinto) e si parlava di un gruppo di repubblicani annidato a Palese che mal sopportava il connubio monarchico-fascista, e per costoro l'olio di ricino non mancava mai. L'atteggiamento della Chiesa locale, nelle figure dei sacerdoti don Demetrio Magrini e don Domenico Maiorano Lovergine (nipote del gerarca don Leonardo), appariva di tolleranza nei confronti del regime; tuttavia, ad un certo punto, i fascisti cominciarono ad accanirsi contro le associazioni della nascente Azione Cattolica e qualcuno rammenta che don Demetrio raccomandava ai giovani di non andare in giro con il distintivo fascista ("la cimice") sul bavero della giacca.
Nel 1940 scoppiò la Seconda Guerra Mondiale e cominciò un periodo travagliato anche per la nostra borgata. Palese ebbe i suoi morti (27) per la Patria sui vari fronti (ricordiamo i Tenenti Nicola Massaro, Leonardo Ranieri e Saverio Noviello a cui sono intitolate alcune strade del quartiere). Spesso avevano luogo i bombardamenti anglo-americani sull'aeroporto e al suono dell'allarme la popolazione fuggiva negli aggrottamenti della Lama per trovare riparo. Memorabile resta l'episodio del lunedì di Pasqua del 1943: un massiccio bombardamento sul campo di aviazione con notevoli perdite italo-tedesche. I più anziani ricordano quel giorno: tutti si preparavano per la consueta gita in campagna, quando si udì il rumore dei potenti aerei americani, i quadrimotori "liberators" e lo scoppio di centinaia di bombe, e corsero all'impazzata a ripararsi nei rifugi. Dopo il 25 luglio 1943 il Fascio di Palese cominciò a ribellarsi, insulti furono lanciati contro i pochi fascisti rimasti fedeli ai loro ideali e , in particolare, al segretario politico e al vice-podestà. In pochi giorni a Palese, come del resto in altre parti d'Italia, i fascisti non esistevano più, le "cimici" che fino ad ieri erano portate con fierezza, furono tutte gettate via: un voltagabbana difficile da dimenticare. La situazione migliorò in qualche misura dopo l'armistizio del 8 settembre, quando l'Italia passò dalla parte degli Alleati. L'aeroporto fu occupato dai militari americani che portarono un po' di benessere. Distribuivano pane bianco, biscotti, cioccolata, scatolame e sigarette ai Palesini oramai stremati dalla miseria causata dalla guerra. Molti trovarono un'occupazione lavorando per la base americana, alcuni si arricchirono illecitamente con il mercato nero alimentato dai prodotti degli americani. Gli Inglesi occuparono
Palazzo Capitaneo e la masseria Maselli, i soldati italiani trovano sistemazione presso la masseria Cazzolla, mentre l'aviazione russa si stabilì nell'Edificio Scolastico "Duca d'Aosta". Quest'ultima si rese protagonista di un episodio increscioso distruggendo il sacrario dei caduti, ove erano custoditi i ritratti e i ricordi dei 35 Palesini morti per la Patria.

Dal dopoguerra agli anni Ottanta

Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale Palese-Macchie vide un ulteriore momento di sviluppo urbano e demografico e di profonde trasformazioni socio-economiche come, del resto, tutto il Paese. Cominciarono a sorgere in maniera sistematica nuove abitazioni che sostituirono del tutto le antiche
paliare ancora usate. La vita sociale della borgata andò lentamente riprendendosi tra le sciàle, i ristoranti in riva al mare, le sale da ballo come "Il Cavallino Rosso", il Cinema "Impero" e i circoli sportivi come la "Polisportiva Palese". Per quanto attiene la vita politica determinante fu il contributo dell'Azione Cattolica della parrocchia di San Michele Arcangelo alle campagne elettorali della Democrazia Cristiana. Il rapporto tra A.C. e D.C. ("collateralismo") era quasi naturale e nei programmi parrocchiali era previsto l'impegno dei soci allo scopo di raggiungere tutte le famiglie palesine in vista delle tornate elettorali. Tale impegno fu condotto egregiamente tanto che l'A.C. parrocchiale ricevette nel 1959 "un particolare encomio da S.E. l'Arcivescovo" per "aver riportato il 55% dei voti della D.C.", cui contribuì la costituzione del comitato civico. Dall'altra parte ricordiamo le figure di Francesco Maiorano detto "Ciccille la Barelle" che negli anni '50 e '60 fu l'indiscusso portabandiera del PCI a Palese. Comunista convinto e appassionato, animò i momenti elettorali della nostra frazione con impegno, grinta e grande onestà morale. Altra figura del comunismo palesino tra gli anni '60 e '70 fu Vittorio Giammaria, da tutti soprannominato "Vittorie ù Comuniste". Comunista viscerale e personaggio inimitabile, fu il protagonista di tante campagne elettorali con i suoi comizi infuocati. Lo si poteva vedere per strada, sino a qualche decennio fa quando è scomparso, sempre elegante e raffinato, con la camicia rossa e la cravatta sotto l'inappuntabile vestito bianco.

 

Il cinema Impero


Negli anni '50 fu aperta via Gino Priolo che collega corso Vittorio Emanuele II a via Vittorio Veneto. Nel 1952 fu approvato il Piano Regolatore Generale (P.R.G.) Calzabini-Piacentini che prevedeva la costruzione del nuovo aeroporto in zona Macchie. Lo sviluppo urbanistico della frazione a partire da tale P.R.G. e con la variante di Quaroni (1965) è risultato spesso caotico e causa di gravi squilibri territoriali, anche per l'inerzia delle Amministrazioni Comunali, determinando un vero e proprio mancato rinnovamento urbano della nostra zona. È da sottolineare come Palese è la sola tra le ex-frazioni di Bari per la quale non sono state previste dal P.R.G. zone di rispetto ambientale A2. Tra gli anni ' 50 e '60 l'esodo delle forze di lavoro verso la città e le fabbriche causò un forte squilibrio nella programmazione del territorio e una disgregazione del tradizionale mondo rurale, tipico della borgata, con una perdita di ogni significato economico e produttivo dell'attività delle aziende agricole.
Tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta fu abbattuta la chiesa ottocentesca in stile neoclassico, oramai troppo angusta, per lasciare il posto ad una
nuova costruzione in stile moderno inaugurata dall'arcivescovo di Bari monsignor Enrico Nicodemo il 7 gennaio 1962. Lo stesso arcivescovo, per le esigenze religiose dell'accresciuta popolazione del lido che sino ad allora si serviva della cappella Moschetti, eresse la parrocchia di Stella Maris. La struttura architettonica della nuova parrocchia fu inaugurata il 25 marzo 1969.

Foto del lungomare


Nel 1965 fu inaugurata la nuova linea ferroviaria Bari-Barletta (Ferrovia Bari Nord), passata in gestione alla società romana Ferrotramviaria S.p.A., alla presenza dell'on. Aldo Moro allora Presidente del Consiglio dei Ministri. Al posto delle vecchie fermate lontane dall'abitato ("Quattrostrade" e "Torre d'Inferno") furono realizzate le nuove in via Macchie e all'Aeroporto.
Nel 1970 fu costruita la nuova pista dell'aeroporto espropriando diverse terreni che ospitavano reperti d'interesse storico ( sepolcri dell'Età del Ferro - andati distrutti - , un
cippo del Cinquecento e tre torri secentesche: Torre di Brencola - abbattuta negli anni '90 - Torre d'Inferno e Torre Campanale). Sempre in tale anno, in occasione del riordino nell'ambito del territorio del Comune di Bari in vista dell'istituzione degli organismi di decentramento amministrativo, Palese-Macchie cessò di essere frazione e venne riconosciuta come quartiere del capoluogo. I suoi confini vennero, nella circostanza, così determinati: a nord, la costa marittima (dal punto d incontro con via Titolo a quello con la strada vicinale Cola Di Cagno) e la ferrovia Bari-Foggia (dal punto d'incontro con la strada vicinale Cola Di Cagno a quello con la strada vicinale della Cava); ad est, tale ultima strada (dal punto d incontro con la ferrovia Bari-Foggia a quello della strada vicinale dell'Annunziata), con esclusione della strada dell'Annunziata (dal confine dei territorio comunale al punto d'incontro con la strada vicinale della Cava); a sud, il confine comunale (dal punto d incontro con la strada vicinale dell'Annunziata a quello con la strada vicinale Pasculli); ad ovest, la via Titolo inclusa, la via Capitaneo e suo prolungamento, la strada vicinale Pasculli. L'estensione dei tale territorio è di 987 ettari.
Nel 1980 fu inaugurato il nuovo Ufficio Postale con l'intervento del sotto-segretario alle Poste e Telecomunicazioni on. Natale Pisicchio. Dal 1981, a seguito della riforma degli Enti Locali, Palese-Macchie e Santo Spirito costituiscono la I Circoscrizione del Comune di Bari.


I nostri giorni

La
popolazione palesina ha subito un cospicuo aumento, soprattutto per il noto fenomeno demografico della deurbanizzazione che porta le famiglie ad abbandonare i centri urbani (Bari) per spostarsi nelle località limitrofe che dovrebbero essere più vivibili. Nei grandi centri si assiste ad un certo spopolamento: gli abitanti preferiscono abbandonare il centro cittadino per andare ad abitare in nuove zone residenziali alle porte della città perché ritenute più vivibili e in grado di garantire una migliore qualità della vita. In quest'ottica nel corso degli anni '90, e la tendenza dura tuttora, la popolazione di Palese-Macchie, ma anche quella di Santo Spirito, si è accresciuta notevolmente soprattutto per il sopraggiungere di nuovi abitanti provenienti da Bari e dintorni. Sono sorti un po' ovunque moderni ed efficienti complessi residenziali ed è stata creata sopra a Palese, in territorio amministrativo di Santo Spirito, ma parte integrante di Palese-Macchie, la zona 167.
A volte, la nascita di complessi residenziali ha comportato conseguenze positive, ad esempio la costruzione di un nuovo edificio scolastico nella "Zona 167", altre volte ha determinato l'abbattimento di palazzine di un certo rilievo storico, come nel caso di "Villa Aurelia" in via Duca d'Aosta, la "Palazzina Maiorano-Lovergine" in via Lovergine, "Villa Maria" in via Modugno e
"Villa Castelluccia" in via Capitaneo.
Nel 1990, in occasione dei Campionati Mondiali di Calcio, si è provveduto ad allungare la pista dell'aeroporto con l'abbattimento di
Torre di Brencola. Nel 1992 è stato istituito il Parco Regionale Lama Balice con una superficie di 125 ha per preservare il tipico paesaggio carsico pugliese della lama. Nel 1994 è stato sospeso il Premio Nazionale di poesia inedita "Città di Bari - Marina di Palese" che si teneva a Palese-Macchie a partire dal 1973 a cura della locale Proloco; ciò ha causato una notevole perdita dal punto di vista culturale, visto che il Premio di poesia era una delle maggiori iniziative della Marina. Sempre pronte a riemergere sono le tendenze all'autonomia di Palese-Macchie e Santo Spirito dal Comune di Bari: nel giugno 1994 è stato fondato un "Comitato per l'autonomia comunale di Palese-S.Spirito" presieduto dal dr. Piccinnini. Nel 1995 alle elezioni amministrative si è presentata una lista civica "Autonomia per Palese e S.Spirito" che ottenne un rappresentante nel Consiglio Circoscrizionale. Tuttavia tali iniziative hanno avuto un mero carattere velleitario, non riuscendo a concludere nulla sul piano concreto. Il 15 giugno 1995 sono iniziati i lavori per la costruzione della rete di distribuzione del gas metano (di cui le ex-frazioni erano sfornite) a Palese e Santo Spirito dopo un'attesa di diversi anni e delle lungaggini burocratiche avviate dal 1989. Un contributo determinante alla metanizzazione è venuto dalla nascita di un Comitato Cittadino "Gas Metano" I Circoscrizione presieduto da Giuseppe Milella. Sempre nel corso degli anni '90 Palese-Macchie, dopo altre battaglie, ha ottenuto l'allacciamento alla rete fognaria di Bari.
All'inizio del 2000 sono partiti finalmente i lavori all'interno della zona aeroportuale che porteranno alla costruzione di una moderna aerostazione passeggeri cui si affiancheranno nuove infrastrutture, di volo e non, che consentiranno all
'aeroporto di Palese-Macchie di far fronte al crescente flusso di traffico e di diventare uno strumento per lo sviluppo economico e sociale della zona.
Altra questione in sospeso è quella relativa ai passaggi a livello delle F.S. che tagliano in due Palese-Macchie. È stata fatta la proposta di chiuderli definitivamente e al loro posto costruire dei passaggi sopraelevati. Tuttavia ci sono state diverse manifestazioni contrarie. Avvenimenti tradizionali e tipici di Palese, come le processioni religiose (
Misteri, Addolorata, Corpus Domini, San Michele), non potrebbero più attraversare l'intero quartiere.

 

L'aeroporto

Mappa dell'aeroporto