1957-1974: Gli anni della ripresa economica e del Concilio Vaticano II. Don Ignazio Fraccalvieri
Il
9 giugno del 1957 a don Filippo subentrò don Ignazio Fraccalvieri, giovane sacerdote santermano come il
suo predecessore, altro parroco particolarmente ricordato per l’attività svolta a favore della parrocchia.
Con don Ignazio cominciò un periodo particolarmente felice e prospero per la vita ecclesiale e parrocchiale
che durò sino alla fine degli anni Sessanta. Si ebbe un consistente approfondimento della fede attraverso
l’attività catechetica: è da ricordare come la nostra parrocchia all’epoca primeggiava nella Diocesi
per la preparazione dei catechisti, tanto da vincere il primo gagliardetto catechetico diocesano; al contempo l’Azione
Cattolica andò sempre più configurandosi come un “centro di elaborazione culturale” aperto al dialogo
con tutte le realtà sociali e politiche del tempo a Palese. In parrocchia esistevano quattro segretariati
(per la moralità, per la stampa, per l’educazione e per lo spettacolo) che avevano lo scopo di esaminare
la situazione sociale della comunità palesina, in profonda trasformazione, ciascuna nel proprio campo d’indagine.
Don Ignazio, coadiuvato dai suoi giovani collaboratori, fu “promotore” di diverse iniziative:
·
il
periodico “L’Erta”, che ebbe una certa influenza in quel momento storico, e riuscì a pubblicare anche delle
edizioni proprie tra cui una “Storia di Palese” di Leonardo Del Turco nel 1969; accanto a “L’Erta”, vi era la rivista
dedicata ai bambini delle scuole elementari “Il Bivio” e quella per i ragazzi di scuola media “Il Banditore”;
·
il
carnevale dei bambini con la sfilata dei carri allegorici;
·
la
crociata della bontà nella quaresima del 1965;
·
l’istituzione
di una Schola Cantorum in cui erano impegnati ragazzi, giovani e adulti;
·
la
ripresa dell’attività teatrale già avviata da don Filippo; con l’aiuto del fratello Raffaele, “Ninì”,
la filodrammatica parrocchiale mise in scesa l’opera a carattere religioso “Ponzio Pilato” e altre “pièces”
leggere tra cui l’operetta “Ma chi è?”;
La facciata non ancora rifinita della nuova chiesa di San Michele Arcangelo appena realizzata nel 1962.
Approfittando delle disposizioni governative vigenti che favorivano la realizzazione di nuove chiese parrocchiali e prevedevano un finanziamento limitato alla costruzione del rustico, don Ignazio poté riproporre la questione di dotare la comunità palesina di una chiesa nuova. La Curia, nel 1960, fece eseguire un progetto in stile moderno, che, tuttavia, comportò la totale demolizione della struttura ottocentesca e la costruzione ex novo delle fondamenta del tempio. Dopo che fu eseguito il rustico, la chiesa venne completata con le offerte della popolazione (furono raccolti Lit. 2.500.000 dell'epoca) e grazie a iniziative e al contributo personale del parroco. La nuova chiesa fu dotata di un salone parrocchiale intitolato a don Demetrio Magrini con un piccolo teatrino. Il 7 gennaio 1962 la nuova chiesa fu inaugurata con la benedizione dell’Arcivescovo di Bari monsignor Enrico Nicodemo. Due anni dopo, nel 1964, fu consacrato l’altare che, per mancanza di fondi, non poté essere acquistato precedentemente. Dal punto di vista architettonico la chiesa presenta una facciata, in conci di pietra squadrati e levigati, a uno spiovente forato in alto a sinistra da una fornice rettangolare per la collocazione delle campane. Il sagrato è coperto per 2/3 da una pensilina a spiovente. La chiesa ha una navata principale ed una laterale a destra, divisa da alcune colonne di cemento rivestite; la volta è piana, il presbiterio a forma di ferro di cavallo. La parrocchia in questi anni si arricchì di una piccola biblioteca a disposizione di tutti che successivamente fu intitolata alla memoria di papa Giovanni XXIII.
L'interno della nuova chiesa di San Michele Arcangelo appena realizzata
In
questi anni cominciarono a manifestarsi i primi segnali della modernizzazione e della secolarizzazione che investivano
la comunità palesina. Da un documento dell’epoca emerge la preoccupazione per la notevole frequentazione
del cinematografo, delle sale da ballo (famoso in quegli anni era " Il Cavallino Rosso") e delle cosiddette
“sciale” ossia i ristoranti sul lungomare di Palese e Santo Spirito. La risposta della comunità parrocchiale
non tardò: si diede vita a un cinema parrocchiale, si ampliò la sala dell’oratorio, venne acquistato
il Parco della Rimembranza.
Tra la fine degli anni Sessanta
e la metà degli anni Settanta (fino al 1975), don Ignazio ebbe come collaboratore e sostituto, in alcuni
momenti di malattia, suo zio don Francesco Fraccalvieri, da tutti chiamato don “Ciccio”. Pur restando nella nostra
parrocchia per un periodo di tempo non molto lungo, don “Ciccio” fu molto amato e adorato per la sua cordialità
da tutti i palesini: bambini, giovani e adulti. Persona non molto loquace ma infaticabile predicatore, colto ma
mai pedante, serio ma sempre pronto ad elargire un sorriso, dedito al sacrificio e all’obbedienza, senza mai scendere
a biechi compromessi, don “Ciccio” fu punto di riferimento soprattutto dei giovani palesini, i giovani del Sessantotto.
Il salone parrocchiale fu in quell’intenso e difficile periodo luogo di dibattiti e, a volte, anche di scontri
sui fatti e le vicende dell’epoca ed è da ascrivere a questo sacerdote il merito di aver impedito, con la
sua attività ecclesiale, a molti giovani di prendere le cattive strade della contestazione e della rivoluzione
culturale di quegli anni.
Nell’estate del 1969 si
ebbe lo scioglimento di Azione Cattolica nella nostra parrocchia, cause determinanti furono problemi interni, tra
l’altro già manifestatisi in passato anche se con minore intensità: l’assenteismo dei giovani e il
disimpegno degli uomini. Per circa sette anni, dal 1969 al 1976, nella nostra parrocchia si ebbe un periodo di
inattività dell’Azione Cattolica e delle associazioni ad essa connesse.