Masseria Maselli

E' situata lungo un tratturo che si collega alla strada provinciale Palese-Bitonto, affacciata sulla lama Balice. Nel Catasto Terreni viene indicata con la denominazione Gironda, poiché appartenuta all'antica famiglia francese venuta in Italia al seguito di Carlo I d'Angiò nel XIII secolo. Nel 1846 la masseria fu trasferita da don Girolamo Sagarriga Visconti Volpi a Nicola Petruzzelli, il quale, nel 1872, la cedette a Vito Luigi Alberotanza, come attestato da una lapide posta sull'arco del portale d'ingresso. Attualmente la costruzione rurale è di proprietà del signor Vasile che sta provvedendo al recupero della stessa per trasformarla in azienda agrituristica, una volta completamente ristrutturata con l'utilizzo dei materiali originari. L'edificio, articolato in diversi corpi di fabbrica collegati dal muro di cinta che delimita il complesso, è costituito da una torre a tre piani con feritoie e caditoie ubicate in corrispondenza delle aperture, da un fabbricato minore adibito a deposito e dalla cappella settecentesca intitolata a San Vito con il portale architravato e gocciolatoio rettilineo sottoposto ad un'apertura lobata. 

Corte interna

 

Interno di una stanza con scritte dei militari inglesi

 

Chiesetta di S. Vito

 

Portale di ingresso

 

 

La torre presenta una pianta quadrata ed organizzata su tre livelli raccordati al fabbricato prospiciente ed è interrotta da aperture con architrave che illuminano gli ambienti voltati a botte. La masseria presenta un buon numero di locali semipogei, presistenti al fabbricato, coperti con una volta a botte e utilizzati come frantoio, stalle e depositi. Durante il secondo conflitto mondiale la costruzione fu occupata dai militari americani che la usarono come loro base. All'interno dei locali si possono vedere ancora delle scritte lasciate dai soldati relative agli orari dei pasti e alla vita militare. Inoltre, nel pozzo, durante i recenti lavori di ristrutturazione, sono state trovate delle fiale in vetro contenenti una polverina bianca, che alle analisi è risultata essere un composto a base di cloro, usata probabilmente dai militari per disinfettare l'acqua prelevata dal posto  e adoperata per  usi alimentari. Qualche soldato un po' distratto le lasciò cadere nel pozzo, facendole giungere intatte sino ai nostri giorni.

 

Cappella di S. Vito

 

Particolare dell'arco con una epigrafe

 

Corte interna

 

Veduta della corte interna

 

Veduta del fronte principale

 

Veduta della torre a pianta quadrata