Il Novecento
Ancora frazione di Modugno (1900-1927) L'emigrazione verso gli Stati Uniti d'America
Palese-Macchie diventa frazione di Bari Il ventennio fascista a Palese-Macchie Dal dopoguerra agli anni Ottanta
Ancora frazione di Modugno (1900-1927)
All'inizio del XX secolo Palese cominciò ad ingrandirsi; accanto alle paliare a forma di trullo sorsero
i primi villini eleganti e i palazzi signorili; nella zona si insediarono famiglie benestanti di artigiani e professionisti
che andarono ad affiancarsi a quelle dei contadini e dei pastori dell'entroterra e a quelle dei pescatori verso
il lido. La popolazione crebbe in misura consistente e raggiunse le 4.000 unità nel 1909. Di fronte a questa
crescita demografica, che faceva di Palese oramai una borgata degna di rilievo, il 20 maggio 1903 l'arcivescovo
di Bari Giulio Vaccaro decise di erigere la chiesa di S. Michele Arcangelo in parrocchia autonoma, nominando parroco
il sacerdote barese Demetrio Magrini (1869-1942)
che vi risiedeva dall'anno precedente in
qualità di vicario-curato. Anche Macchie,
dipendente da Bari, all'inizio del Novecento
era discretamente abitata, tanto che il Ministro
di Grazia e Giustizia con decreto datato
11 dicembre 1907 istituì in loco un
ufficio dello stato civile, distinto da quello
del capoluogo, che venne contraddistinto
con il numero 2 e fu autorizzato a ricevere
gli atti di nascita, di matrimonio e di morte.
Il 10 novembre 1901 veniva fondata la "Società
Operaia di Mutuo Soccorso Palese" da
un gruppo di 38 cittadini del luogo: operai,
contadini e piccoli artigiani, forma di associazionismo
(tipica dell'epoca) con funzioni assai importanti
nel campo del lavoro, della previdenza e
assistenza, dell'istruzione e della sanità,
settori nei quali l'intervento dello Stato
era ancora mancante o molto limitato. Il
21 ottobre dell'anno successivo veniva approvato
la statuto sociale costituito da 49 articoli
fondamentali. Anche a Macchie esisteva dal
1905 una Società operaia di Mutuo Soccorso
denominata "Società Operaia di Mutuo
Soccorso Diverse Condizioni". Nei primi
anni i rapporti tra i due sodalizi erano
estremamente cordiali, con inviti reciproci
a partecipare alle riunioni delle società
consorelle. Tuttavia con il passare del tempo
emersero profonde differenze di fondo: mentre
la Società palesina aveva un orientamento
decisamente monarchico, quella di Macchie
era di influsso repubblicano, con susseguenti
difficoltà a portare avanti un sano dialogo
anche nell'interesse delle rispettive comunità
locali. Un certo dissidio si ebbe a seguito
dell'ottenimentimento della fermata delle
Ferrovie dello Stato a Palese, con echi polemici
sulla stampa (apparvero articoli del corrispondente
de "Il Corriere delle Puglie" da
Macchie, cui rispose il corrispondente da
Palese de "Il Mattino" di Napoli)
anche in merito a presunti contrasti tra
le due borgate limitrofe. Il 12 febbraio
1913 la Società di Palese assunse la denominazione
attuale di "Società di Mutuo Soccorso
'Principe Umberto'", inutile dire che
la Società consorella di Macchie si astenne
dal partecipare alla cerimonia.
Una veduta di Corso Vittorio Emanuele negli anni Trenta
Il Comune di Modugno mostrò particolare interesse verso la sua Marina facendola dotare nel 1908 di un Ufficio
Telegrafico, di cui si assunse l'onere del canone annuo; sempre in quell'anno, quando si iniziò a parlare
del progetto di trasformazione della linea ferroviaria Bari-Barletta gestita da una Società Belga, il Comune
fece presente all'Amministrazione Provinciale l'inutilità della fermata in località "Quattrostrade"
in quanto distante dal centro abitato e che si doveva procedere a modificare " l'attuale tracciato della
linea in modo da toccare la frazione di Palese del Comune di Modugno, piccoli centri agricoli industriali, aventi
grandissimo traffico con il capoluogo di Bari; che specie in tempo di villeggiatura, per l'immenso concorso di
forestieri, risentirebbero grandi vantaggi quelle frazioni, e forse anche durante l'anno molti impiegati potrebbero
stabilire il loro domicilio colà per la massima economia che troverebbero per le abitazioni e per il vitto
".
Durante la Prima Guerra Mondiale Palese e
Macchie diedero il loro piccolo ma importante
contributo alla liberazione delle terre italiane
ancora irredente con 35 caduti, tra cui il
capitano aviatore Nicola Maiorano ricordato
da una lapide apposta in piazza Magrini:
NICOLA MAIORANO
NELLA GRANDE GUERRA 1915-1918
CAPITANO AVIATORE
EBBE LA MORTE DEI PRODI
IL DI 7 APRILE 1918
Una lapide posta sulla casa canonica ricorda gli abitanti di Macchie morti nel conflitto:
MACCHIE
AI FIGLI CADUTI PER LA PATRIA
30 APRILE 1922
SGARAMELLA GIUSEPPE FU DONATO
AMATO VITO DI GIUSEPPE
RANIERI FRANCESCO DI GIUSEPPE
TEDESCO GIOVANNI DI GIUSEPPE
RANIERI GIOVANNI DI LORENZO
ATTOLICO MICHELE DI LEONARDO
MAIORANO DONATO DI VINCENZO
SBLENDORIO GIUSEPPE DI FRANCESCO
RUTIGLIANO VITO DI PASQUALE
NOVIELLO FRANCESCO DI ANTONIO
VATINNO NICOLA DI GIUSEPPE
PORTOGHESI SAVERIO DI GIOVANNI
TARANTINO GIUSEPPE DI TOMMASO
VESSIO GAETANO DI GIUSEPPE
RANIERI PIETRO DI FRANCESCO
Mentre in via Macchie tra i civici 40 e 42 una lapide ricorda il sacrificio del soldato Francesco Campione:
ARMATA DEGLI STATI UNITI D'AMERICA
IN MEMORIA
DEL SOLDATO
CAMPIONE FRANCESCO DI GIUSEPPE
IA CAT. C.C. 311° FANTERIA
RIMASTO UCCISO IN BATTAGLIA
IL 20.10.1918
EGLI DETTE DA EROE LA SUA VITA
PER LA GRANDEZZA DELLA PATRIA
IL SUO NOME RIMARRA' SEMPRE VIVO
NEL CUORE
DEI GENITORI DEL FRATELLO E DEI COMPAGNI D'ARME
IL RICORDO DEL SUO BRILLANTE SERVIZIO
SARA' CONSERVATO CON GRATITUDINE
NEGLI ARCHIVI
DELLE FORZE DI SPEDIZIONE AMERICANA
IL COMANDANTE IN CAPO
JOHN PERSCHING
Ricordiamo anche un'orazione funebre tenuta dal parroco don Demetrio Magrini
per i soldati caduti per la patria che nel 1916 fu pubblicata dall'editore Laterza di Bari.
Il Consiglio Comunale di Modugno, dietro segnalazione del vice-sindaco di Palese Maiorano, nella seduta del 30
dicembre 1925 deliberò il prolungamento di via Vittorio Veneto dall S.S. 16 al mare. Una parte del suolo
era stata già concessa dalla famiglia Pontrelli, per la parte rimanente occorreva interpellare il Capitono
Metropolitano di Bari e un altro proprietario onde pervenire ad una bonaria cessione dei terreni.
Incoraggiati dalla politica del regime fascista, il quale per aumentare le dimensioni dei capoluoghi di provincia
favoriva l'aggregazione di paesi confinanti, i Palesini presentarono al Governo un'istanza con cui ottenere il
distaccamento dal borgo di Modugno per essere uniti a Bari. Il Prefetto di Bari inviò al Comune di Modugno
la relativa notifica per il parere del Consiglio Comunale. Durante la seduta del 15 aprile 1926 il Sindaco Alfredo
Crispo manifestò il suo dispiacere per alcune frasi poco lusinghiere pronunciate contro il Comune e riportate
nell'istanza dei Palesini, accuse - sosteneva il Sindaco - che potevano riguardare le precedenti amministrazioni
e non l'allora "amministrazione fascista che aveva sempre tenuto a cuore il benessere e lo sviluppo di
Palese". Il Consigliere Comunale Capitaneo espresse la sua netta opposizione al distacco di Palese da
Modugno per le secolari tradizioni che legavano tante famiglie modugnesi (tra cui i Capitaneo) alla Marina. Dato
che il parere richiesto dal Governo Fascista era solo una mera formalità, il Sindaco Crispo, suo malgrado,
dovette proporre ai consiglieri di esprimersi favorevolmente " come voto di massima, facendo però
nel contempo (egli soggiungeva) le più esplicite ed ampie riserve per quanto riflette la delimitazione del
territorio poiché non può accettarsi a priori quella indicata negli atti in esame; e non sarà
tollerata qualsiasi minima detrazione al territorio strettamente di spettanza di Modugno ". Alla deliberazione
favorevole del Consiglio Comunale di Modugno seguì il 21 maggio 1926 quella del Comune di Bari. Riportiamo
parte della "Lettera del Prefetto di Bari (18 giugno 1926) al Ministro dell'Interno": "
Ma se rapido e lodevole è stato lo sviluppo della borgata per quanto è attinente alla iniziativa
privata, deficiente e pressoché nullo è stato invece quello relativo ai servizi pubblici. Manca,
infatti, l'illuminazione elettrica dell'abitato, scarse e mai tenute sono le strade, inesistente un locale cimitero,
rudimentali i servizi di polizia, di sanità e di igiene. Il Comune di Modugno, il cui capoluogo è
a nove chilometri a sud nell'interno ed è unito alla borgata da una strada ordinaria mal tenuta, scarsa
attività ha finora svolto a favore di quella, sia per penuria di mezzi che per poca affinità spirituale
e di relazioni fra i rispettivi abitanti. Onde il disagio, già rilevante dei frazionisti di Palese, per
le condizioni arretrate dei servizi pubblici e per le difficoltà di un miglioramento, si è andato,
negli ultimi tempi acutizzando, a causa delle esigenze sempre più vive della numerosa colonia estiva e degli
intensificati rapporti spirituali e di affari con la città di Bari". Tale relazione assumeva, in
alcuni passi, toni alquanto aspri nei confronti del Comune di Modugno e metteva in luce la volontà di unirsi
a Bari espressa più volte da associazioni, notabili del luogo e dagli stessi abitanti di Palese. Terminava
così per la nostra borgata la ormai secolare dipendenza amministrativa da Modugno, che le diede i natali,
e iniziava una nuova esperienza nell'ambito dell'amministrazione comunale del capoluogo. Per quanto concerne Macchie,
con una deliberazione del 23 gennaio 1927 adottata dal Podestà, venne riconosciuta ufficialmente quale frazione
rurale di Bari.
Tra la fine degli anni Venti e l'inizio degli
anni Trenta a Palese fece la sua prima comparsa
il cinematografo. Nel 1926 Marco Manzari,
meglio noto con il soprannome dialettale
"Marchtidde", allestì una rudimentale sala cinematografica
in un locale ubicato in Corso Vittorio Emanuele
al civico 87: era uno stanzone dalla capienza
di circa 50 persone. Poiché all'epoca non
vi era ancora la rete elettrica, per far
funzionare la macchina di proiezione veniva
usato un gruppo elettrogeno alimentato a
nafta. Il sabato e la domenica si proiettavano
i film muti dell'epoca che vedevano come
protagonisti Ridolini e Tom Mix. Qualche
anno più tardi nel 1930 fu allestito un vero
e proprio cinematografo chiamato "Cinema
del Levante" in via Indipendenza anfolo
via Garibaldi. I promotori dell'iniziativa
furono Nicola Pantaleo ( detto "Piccinne", proprietario di un forno in via Modugno)
e Onofrio Zazari. La sala poteva ospitare
circa 200 spettatori. Si proiettavano ancora
film muti, ma le colonne sonore venivano
improvvisate da una piccola orchestrina.
Una veduta di Sopra a Palese negli Anni Venti
L'emigrazione verso gli Stati Uniti d'America
Negli anni immediatamente precedenti la Grande
Guerra l'Italia fu interessata da un consistente
movimento migratorio verso l'estero e soprattutto
verso gli Stati Uniti d'America. Tale fenomeno
interessò anche Palese: molti uomini, specie
i giovani, lasciarono la terra natale per
recarsi oltreoceano al fine di migliorare
le precarie condizioni economiche. Molti
si stabilirono definitivamente in quel paese,
altri, dopo aver accumulato con tanti sacrifici
e duro lavoro del denaro, tornarono a Palese
e con quei soldi acquistarono dei terreni
o costruivano la propria abitazione e mettevano
su famiglia.
Mulberry Street a New York: in questa strada
abitavano molti emigrati palesini
Grazie ad un sito Internet (Ellis Island
Records) - che ha reso consultabile on line
gli archivi dell'ufficio statunitense sito
nell'isola di Ellis Island a New York ove
sbarcavano gli emigrati e venivano censiti
- e alla collaborazione del signor Joe Ciciolla
(programmatore in pensione del New Jersey),
figlio di un emigrato palesino negli Stati
Uniti, sono riuscito a ricostruire un elenco
- sicuramente incompleto - di abitanti di
Palese emigrati negli USA. Per la maggior
parte sui documenti di imbarco è indicata
esplicitamente la residenza a Palese (anche
se la nostra borgata all'epoca dipendeva
amministrativamente da Modugno), per alcuni
a Modugno. Le prime emigrazioni risalgono
al 1906, tuttavia il numero più consistente
si concentra nel periodo 1910-1920. Si possono
riscontrare alcuni cognomi tipicamente palesini:
Cannati, Ciciolla, Garofalo, Maiorano, Prisciandaro
e Sgaramella. Sovente chi emigrava, come
emerge dai registri, si recava a trovare
parenti - più o meno stretti - o amici già
stabiliti negli USA. Dall'elenco che ho ricostruito
si nota come la quasi totalità fossero uomini,
poche le donne che quasi sempre andavano
a ricongiungersi con i loro mariti portando
al seguito anche i propri figlioletti. Per
quanto concerne l'età prevale la fascia tra
i 15-25 anni, seguita da quella tra i 25-35
anni, chiaramente la porzione della popolazione
interessata alla ricerca di un'occupazione
oltreoceano.
Sempre grazie al signor Joe Ciciolla, conosciuto
tramite posta elettronica dopo che ha visitato
il sito Internet di Palese-Macchie, sono
venuto a conoscenza della costituzione di
una Società di Mutuo Soccorso "San Michele"
fondata dalla comunità palesina, alquanto
numerosa e desiderosa di mantenere un legame
con il comune luogo di origine, a New York
nel luglio del 1936.Tale Società aveva anche
dei rapporti epistolari con la Società di
Mutuo Soccorso "Principe Umberto",
come testimoniato da alcune missive e cartoline
inviate da Oronzo Di Gioia. Ho potuto leggere
alcune pagine dello statuto e regolamento
della predetta Società, forma di solidarietà
e aiuto reciproco fra nostri compaesani in
America, da cui emergono alcuni particolari
interessanti.
(Cliccare sulle foto per ingrandirle) |
A special thank to Mr. Joe Ciciolla (N.J. - Usa) who supplied those photos |
Della Società potevano far parte sia uomini
che donne "di Palese di Bari delle Puglie"
residenti negli USA, nonché chi avesse sposato
una donna di Palese, oppure i discendenti
di concittadini nati all'estero. Ogni socio
era tenuto al pagamento (pena l'esclusione)
di una tassa di ammissione articolata in
base all'età (18-25 anni $ 2.00, 26-35 anni
$ 3.00, 36-50 anni $ 5.00) e di un mensile
necessari al finanziamento dei benefici dei
membri. Tali benefici risultavano essere:
a) Malattia del socio
b) Funerali del socio o della moglie
c) Morte del socio o della moglie
Per quanto riguarda il "Beneficio Mortuario"
la Società garantiva alla vedova o ai superstiti
una somma di $ 200 oppure di $ 50, nel caso
di morte della moglie di un socio, nonché
una corona di fiori e l'automobile. È interessante
notare come tutti i membri fossero "obbligati"
a partecipare alle esequie del consocio,
pena il pagamento di una multa (salvo i casi
giustificati), sintomo questo di un forte
legame tra i membri della comunità palesina.
Altro benefico era il "Sussidio di malattia",
erogato a favore di un socio incorso in un
incidente o impedito a lavorare per causa
di malattia comprovata da certificato medico.
Il sussidio era di $ 7 settimanali per le
prime 10 settimane e di $ 5 per le successive
10; ogni altra indennità oltre la ventesima
settimana era rimessa al "buon volere
dell'Assemblea della Società". Lo statuto
specifica che non potevano godere del beneficio
coloro che risultavano colpiti dalle malattie
veneree; inoltre da tale sussidio di malattia
erano escluse le donne, evidentemente perché
non partecipavano ad un'attività lavorativa
fuori casa.
Organi della Società di Mutuo Soccorso erano
l'Assemblea, il Consiglio direttivo, il Presidente
e 5 Comitati competenti per alcune materie.
L'Assemblea si riuniva annualmente in sessione
plenaria nella seconda domenica di marzo
per eleggere gli organi e gli ufficiali,
nonché una volta al mese in via ordinaria.
La mancata partecipazione a tre riunioni
consecutive comportava il pagamento di una
multa da parte del socio assente. La Società
dava una volta all'anno una festa a cui i
soci contribuivano secondo quanto stabilito
dall'Assemblea.
Il sodalizio continuò a sopravvivere sino
agli anni Cinquanta (sino al 1954 era ancora
in vita, come testimoniato da alcune lettere
inviate in quell'anno al Presidente della
Società di Mutuo Soccorso "Principe
Umberto"): i membri della Società erano
diventati tutti anziani e spostarsi attraverso
gli stati di New York e del New Jersey, ma
vi erano anche soci provenienti da Chicago,
dal Canada e dalla Virginia Occidentale,
era problematico. Molti ormai era andati
in pensione e si erano stabiliti altrove,
spesso in Florida per via del clima ameno.
Inoltre quando i vecchi soci venivano meno
non venivano sostituiti dai loro discendenti,
ormai cittadini statunitensi a pieno titolo
e integrati nella società americana, che
vedevano nella Società e nella provenienza
dall'Italia qualcosa di estremamente lontano
e superato dalla loro mentalità. Così, man
mano che i soci morivano, anche il sodalizio
finì per cessare.
Ho riportato questa testimonianza per dimostrare
come fosse particolarmente sentito il senso
di fraternità e quello della comune origine
della comunità di emigrati palesini negli
Stati Uniti, nonché un forte senso di attaccamento
alle proprie radici italiane.
Una foto della Società di Mutuo Soccoro "San Michele" in New Yorkdurante la Festa delle bandiere |
(foto fornita dal signor Joe Ciciolla, cliccare sulla foto per ingrandirla) |
Palese-Macchie diventa frazione di Bari
Con Regio Decreto n. 2133 del 6 settembre
1928 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
del Regno d'Italia del 1 ottobre
1928 Palese veniva sottratta a Modugno. A
questo Comune furono sottratti prima 384
ettari di terreno e successivamente
altri 58; il confine fu fissato sulla linea
della contrada Caffariello, lungo l'antica
via Minucia-Traiana. Parimenti
Santo Spirito venne staccata da Bitonto,
non senza l'opposizione del potestà
di quella città Lorenzo
Achille. Il tutto rientrava nel progetto
di una grande Bari di Arnaldo Di Crollalanza
il quale sosteneva: "la
indispensabilità di tale aggregazione
è stata sufficientemente dimostrata
nella relazione annessa
al progetto di ampliamento territoriale del
Comune di Bari. La frazione di Santo Spirito,
infatti, costituisce
con le frazioni di Macchie (Bari) e Palese
(Modugno) un tutto organico che conviene
porre sotto unica giurisdizione
amministrativa". Con successivo Regio Decreto 28 ottobre
1929 Palese venne unita a Macchie, che già
apparteneva a Bari, costituendo la così
la frazione di Palese-Macchie con superficie
di 16 kmq (4 Kmq Palese
e 12 Kmq Macchie). Questa era retta da un
delegato della civica amministrazione di
Bari, chiamato comunemente vice-podestà.
In tale veste ricordiamo la figura di Angelantonio
Maiorano (1880-1939), passato alla storia
palesina come "ù
sinnéche sparate" (il sindaco sparato, letteralmente) morto
suicida, e quella dell'avvocato Giuseppe
Lembo. Con il passaggio all'amministrazione
barese, la nostra frazione vide un miglioramento
della propria condizione
e fece notevoli progressi, poiché
Bari provvide a dotarla di nuove infrastrutture.
Nel 1929 ottenne la luce
elettrica, sino ad allora era usata l'illuminazione
a petrolio, e poté usufruire dell'allacciamento
all'Acquedotto
Pugliese; la zona del lido venne collegata
alla S.S. 16 con un'ampia via asfaltata e
fu dotata sia di un impianto
idrico che di uno elettrico. Tali opere contribuirono
allo sviluppo dell'area costiera. Nel 1930
a Macchie fu costruito
l'aeroporto civile e militare di Bari (allora
era un modesto campo di aviazione che sostituiva
l'impianto di Marisabella)
che venne inaugurato dal Ministro Renato
Ricci. Nel 1931 Palese-Macchie ebbe finalmente
un proprio cimitero per
la sepoltura in loco dei defunti. Nel 1933
venne costruito l'Edificio Scolastico per
dare una sede alla scuola
elementare. L'edificio, intitolato al duca
Amedeo d'Aosta, fu dallo stesso principe
inaugurato nel 1934 e nel 1939
poté essere orgogliosamente mostrato
al Ministro dell'Educazione Bottai. Nel 1936
a Macchie alla vecchia
chiesa di San Rocco venne aggiunta una nuova
e più ampia struttura dedicata al
Sacro Cuore. Nell'aprile del 1937, su iniziativa del
parroco don Demetrio Magrini e grazie all'interessamento
del vice-podestà Lembo, iniziarono
i lavori di ampliamento della parrocchia
San Michele Arcangelo, tuttavia sospesi nel
1940 a causa della guerra. Nel 1939 fu ottenuta
dalle Ferrovie dello Stato una vera e propria
stazione ferroviaria per Palese-Macchie in
sostituzione del vecchio casello km 639 grazie
all'interessamento del delegato del Podestà
Lembo. La fermata dei treni era stata ottenuta
nel febbraio 1913 grazie agli interventi
del deputato Abruzzese e soprattutto del
senatore Nicola Balenzano. Tale avvenimento
fu per Palese-Macchie così importante
da venire immortalato con due lapidi posta
nei pressi della stazione su un pilastro
di tufi. Oggi i due ricordi marmorei sono
conservati presso gli uffici comunali della
Circoscrizione.
L'edificio scolastico