Storia
dei MIPs
Le
tecniche bioanalitiche utilizzate comunemente impiegano anticorpi,
enzimi e recettori per il riconoscimento di molecole presenti
anche in piccole concentrazioni all'interno di matrici complesse.
L'uso di queste sostanze va però incontro a diversi
problemi: sono molecole poco stabili, la densità dei
siti di legame disponibili è molto bassa, è
molto difficile rigenerare l’affinità una volta
ottenuto il riconoscimento molecolare e spesso è difficile
produrre una specificità verso determinati analiti
o impedire l’accesso ai siti di legame ad altre sostanze.
Da qui l’idea di produrre sinteticamente molecole a
basso peso molecolare in grado di realizzere un riconoscimento
molecolare selettivo.
I primi studi sui meccanismi di stampo molecolare furono compiuti
da Dickey, Wulff, Shea, Mosbach e altri a partire dai primi
anni '70.
L’intuizione
di Dickey fu quella di produrre un adsorbente con una struttura
solida da sviluppare in presenza di un determinato composto
in modo che, una volta rimosso, fosse in grado di rilegare
selettivamente la stessa molecola utilizzata come stampo.
Venne studiato il comportamento di una soluzione di silicati
acidificati in presenza di un colorante (methylorange). Dopo
aver lasciato asciugare il gel e aver eluito con lo stesso
colorante verificarono che il riconoscimento era più
del doppio di quello ottenuto con un altro colorante simile
(ethylorange) utilizzato come riferimento.

Nel 1977 Wulff e i suoi collaboratori misero a punto la prima
tecnica per lo stampo molecolare covalente: produssero un
complesso covalente di p-vinylbenzeneboronic/acido 4-nitrophenyl-a-mannopyranoside
(2:1) da usare come stampo e utilizzarono metil metacrilato
ed etilene dimetacrilato come crosslinkers. Dopo la polimerizzazione
il polimero venne rotto e l’acido 4-nitrophenyl-a-mannopyranoside
rimosso. Il polimero risultante era in grado di legare selettivamente
lo zucchero. Il complesso coniugato, imprigionato nel polimero,
aveva prodotto uno stampo in grado di riconoscere selettivamente
la molecola templante.
Nel 1981 Mosbach e i suoi collaboratori dimostrarono che il
legame covalente tra gruppo funzionale e templante non era
strettamente necessario nel processo di sintesi del polimero,
ma che era sufficiente l’istaurarsi di interazioni non
covalenti. In questo modo, mescolando i reagenti nella miscela
di reazione, si venivano a formare spontaneamente delle interazioni
non-covalenti. La polimerizzazione avveniva lo stesso con
risultati soddisfacenti, più velocemente e in modo
più semplice.
I vantaggi dello stampo covalente (la sua estrema precisione)
e dello stampo non-covalente (la velocità nel formare
e rompere i legami con lo stampo) vennero in seguito combinati
da Whitcombe e dai suoi collaboratori (1995) per la sintesi
di polimeri per il colesterolo. Utilizzarono lo stampo covalente
per la sintesi del polimero e lo stampo non-covalente per
il meccanismo di riconoscimento, in modo da superare uno dei
principali difetti della tecnica dello stampo covalente, la
lentezza della formazione del legame e del rilascio del molecola
stampo.
Uno dei primi a descrivere l'impiego dei MIPs come adsorbenti
nelle tecniche di Estrazione in Fase Solida (SPE) fu Sellergren
che utilizzò questi polimeri per la determinazione
delle pentamidine nelle urine.
Le prime applicazioni dei MIPs nelle tecniche di estrazione
in fase solida in campo ambientale sono invece opera di Matsui
che ha utilizzato i polimeri a stampo molecolare per il riconoscimento
selettivo di atrazina e simazina nei campioni di acqua.
Oggi i MIPs sono una valida alternativa all'uso di anticorpi
nelle tecniche di analisi basate sull’ immunoaffinità,
possono sostituire gli immunoadsorbenti nella cromatografia
per affinità o possono essere utilizzati anche solo
per aumentare la selettività dell’SPE.
Fonti
-
Non Covalent molecular imprinting: antibody-like molecular
recognition in polimeric network materials
di Borje Sellergren - Trends in Analytical Chemistry, vol.16,
n°6, 1997 -
- Molecular Imprinting. From fondumentals to applications
di M.Komiyama, T.Takeuchi, T.Mukawa e H.Asanuma - ed. Wiley
VCH -
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