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I delfini possono raggiungere una velocità massima di circa 45 km/h e navigare per lunghi periodi ad una velocità di 18-20km/h.

Gli strati d’acqua vicini al loro corpo scorrono paralleli ad esso in un flusso laminare privo di turbolenze, riducendo così al minimo l'attrito con l'acqua. Il segreto di tutto ciò sta nella loro pelle dotata di una struttura esattamente identica a quella degli altri mammiferi, ma con la presenza, al suo interno, di speciali creste cutanee che contrasterebbero la formazione di vortici così come particolari secrezioni oleose che eliminerebbero la turbolenza ed agevolerebbero lo scivolamento dell’acqua.

Decisivo è inoltre il ruolo della pinna caudale. Priva di struttura ossea ma provvista di una robusta muscolatura e resistenti fasci fibrosi, imprime eccezionale propulsione al nuoto grazie alle potenti battute verticali dei suoi lobi. I muscoli della loro coda sono dieci volte più potenti di quanto non lo siano quelli degli altri mammiferi. Il movimento verso l’alto genera il moto, il ritorno passivo verso il basso riconduce alla posizione iniziale. Questa dinamica sembra consentire al flusso laminare di separarsi alla fine del corpo dell’animale senza provocare attriti che la muscolatura di un Cetaceo non sarebbe in grado di vincere. Senza utilizzare la forza muscolare i delfini sono abilissimi a cavalcare le onde sfruttando i flussi prodotti dal vento o dalla prua delle navi, ma è pinneggiando con vigore e girandosi su un fianco che riescono a raggiungere le loro incomparabili velocità.

Importante è anche il ruolo delle pinne natatorie che servono soprattutto per modificare la direzione e della pinna dorsale che contribuisce a mantenere la stabilità.

Autrice: Stefania Martini