5. LA GUERRA INFINITA

 
"Voi dite che non odiate gli ebrei e che siete solo antisionisti. E io rispondo: dite la verità! Quando la gente attacca i sionisti in realtà intende gli ebrei. Cos'è l'antisionismo? E' negare al popolo ebraico un diritto fondamentale che vogliamo veder riconosciuto ai popoli dell'Africa e di tutto il mondo".    (Martin Luther King)
 

Di fronte alla mia vecchia casa c'era una famiglia tunisina. Un giorno, mentre ero in garage a fare dei servizi, il piccolo Omar, con due vivaci occhi verdi e un'intelligenza altrettanto brillante, si avvicinò attratto dalle canzoni arabe della cassetta che stavo ascoltando: «Bella questa, ce l'ha anche mio padre!» Più che altro, cercava un pretesto per fare due chiacchiere con me. I suoi compagni andavano tutti al catechismo e lui viveva il disagio dei suoi primi problemi di fede. Mi parlò con passione di Gesù e del Profeta, sostenendo che in fondo dicevano la stessa cosa. Dopo vari ragionamenti, giunse a una conclusione di una semplicità e di una saggezza commoventi:

«Le religioni sono come tante lingue diverse, ma dicono tutte la stessa parola: pace».

 

Mi chiedo quanti siano gli adulti in grado di concepire un simile pensiero.

Pace, come salam e shalom, che, fra l'altro, hanno un suono molto simile. Salam come dicono gli Arabi, come diceva il Profeta. Shalom come dicono gli Israeliani, come dicevano Abramo e Mosè, come diceva l'Israeliano Gesù.

E' proprio su queste due parole che non sono affatto d'accordo con i noglobal. E mi dispiace molto: io trovo che siano delle persone intelligenti (tranne Casarini & Agnoletto, s'intende!), sensibili, pacifiche nella maggior parte dei casi, ma... qui c'è un "ma": leggere le notizie solo come ci piace sentirle (sul Manifesto, su Indimedia ecc.), ragionare e discutere solo con chi ci dà ragione, fidarsi ciecamente di ciò che dicono quelli "dalla nostra parte" sono comportamenti che rappresentano un limite enorme, una gabbia ideologica che, sarà pure calda e prottetiva, ma è pur sempre una gabbia!!

 

 

Ad esempio, sul Manifesto non troverete mai una foto come questa.

 

E' tratta dal giornale israeliano Ma'ariv del 2 maggio 2002: un soldato israeliano disseta un ragazzo palestinese appena catturato, mentre si accingeva a far saltare in aria un po' di gente.
 

 
Ai cortei noglobal è immancabile la bandiera palestinese.
 
Ma chiunque abbia un pizzico di cervello sarebbe sulle stesse posizioni dei noglobal, poiché è impossibile non essere dalla parte dei Palestinesi, se si prendono per buone le notizie dei media. Ma sono davvero buone le notizie dei nostri media? Ho qualche serio dubbio in proposito. Ricordate l'operazione "Una luce per Betlemme", lanciata da Maurizio Costanzo? Si sosteneva che a Betlemme gli Israeliani avessero tagliato la luce, proprio per il Natale. Poi fu tutto smentito: era solo una penosa bugia. Costanzo si scusò col pubblico e restituì i soldi che noi Italiani sempre generosi avevamo immediatamente inviato. E la storia della Basilica della Natività, dove si diceva morissero di fame, e alla fine si sono trovate derrate alimentari abbondanti per un intero reggimento e avanzi nei piatti e acqua ad libitum?(vedi articolo del Corriere della Sera) E quella di Jenin, in cui si diceva fossero morti migliaia di innocenti e, a quanto è stato appurato in seguito, i morti erano una cinquantina e i soli innocenti forse erano i 19 soldati israeliani saltati in aria in quella santabarbara... Ricordo un funerale palestinese ripreso dalla TV, in cui il morto a un certo punto è scappato via! Purtroppo non è un film comico.
 

Mi sto interessando di pace in Israele via-internet da quando Arafat non ha voluto firmare gli accordi nell'estate 2000 e ha preferito piuttosto mandare in giro i ragazzini carichi di tritolo a farsi scoppiare fra la folla, negli autobus, nei ristoranti e nelle discoteche; ha preferito sguinzagliare i suoi sicari in giro per Israele a mirare alle tempie dei bambini che giocano al parco; ha preferito far sbranare dalla folla quei soldati di leva israeliani, mentre uno dei loro carnefici aveva pure avuto lo "sfizio" di prendergli il telefonino per chiamare alla moglie e dire: «Senti questi urli? è tuo marito che viene squartato vivo dalla folla!»; ha pagato le famiglie più povere palestinesi affinché mandassero i loro bambini in mezzo alle sparatorie per poterli fotografare, e mandare in giro per il mondo le immagini del grosso carro-armato dei cattivi, di fronte ai poveri bambini palestinesi indifesi, tagliando la parte della foto dove c'è, più dietro, un terrorista armato che con un kalashnikov spara verso il carro-armato stesso; ha preferito eliminare il dissenso semplicemente con la fucilazione e l'esposizione a testa in giù nella pubblica piazza; stesso trattamento riservato a chi vuole convertirsi al cristianesimo;
 

 
Fino all'estate del 2000 a Betlemme i cristiani erano il 63%, adesso sono l'11%; stanno scappando tutti. Leggi un articolo sulla persecuzione dei cristiani nei territori dell'Autorità Palestinese.
 

 
Quando si parla di Palestina, viene in mente il bambino che lancia il sasso contro il carro-armato israeliano: un'immagine toccante che rievoca l'episodio biblico del re Davide contro il gigante Golia.
Ma chi è il vero gigante crudele? uno Stato piccolo quanto la Puglia, che ospita quattro milioni e mezzo di Ebrei, più un milione e mezzo di Arabi, musulmani, cristiani, drusi, circassi, ba'hai, tutti con uguali diritti e pari dignità? o è piuttosto il Nemico di questo Stato che spazia su 6 o 7 fusi orari, ha ridotto alla fuga gli Ebrei che ospitava, non conosce la democrazia e in molti casi non tollera altre religioni se non quella di Stato?
 
E chi ha incominciato la guerra? Forse Hitler, offrendo tutto il suo appoggio, politico, economico e ideologico al signor Amin al Husseini Gran Muftì di Gerusalemme, zio di Yasser Arafat (vedi allegato, per approfondire)
 

Israele è quella in blu raffigurata fra Sardegna e Sicilia.
Diamo un'occhiata a come rispondono gli Italiani, in un sondaggio.

QUANTO E' GRANDE ISRAELE?

quanto l'Egitto 10%
quanto la Francia 7,8%
quanto l'Italia 57,4%
quanto l'Algeria 15,6%
poco meno del Piemonte 9,2%

(da: Daniela Santus - Geografia, cultura e identità: lo Stato d'Israele - Tirrenia Stampatori, Torino 2002)

 
Una leggenda molto diffusa vuole che nel sottosuolo israeliano-palestinese ci siano importanti giacimenti di oro, petrolio, o diamanti. Invito tutti a dare un'occhiata a una cartina tematica della zona, per constatare coi propri occhi che nel sottosuolo non c'è un bel niente di tutto ciò. In Israele i diamanti vengono lavorati, è verissimo, ma quelli grezzi sono nella voce "importazione" e quelli lavorati sono nella voce "esportazione". Nel sottosuolo israeliano, come si potrà facilmente constatare, non c'è nemmeno molta acqua. Le falde principali (nemmeno troppo ricche) sono nella zona palestinese. La fonte principale di acqua per gli Israeliani è il mare (ci sono i dissalatori) e il Lago di Tiberiade. In quest'ultimo, da alcuni mesi il Libano, in violazione delle Convenzioni Internazionali, ha cominciato a riversare le sue fognature attraverso il Giordano, fiume immissario del suddetto lago. Bel pasticcio! 
 
Chi ha incominciato la guerra? Probabilmente gli Inglesi che, prima di lasciare il loro Mandato nel 1948, hanno fatto di tutto per mettere le due parti l'una contro l'altra.  Una cosa è certa: nell'estate del 2000, si era a un passo dalla pace che avrebbe messo fine a più di mezzo secolo di scontri e finalmente avrebbe visto nascere lo stato di Palestina al fianco di Israele. Ma Yasser Arafat rifiutò di firmare.
Perché? Perché nel frattempo aveva già firmato un altro tipo di accordo con altri paesi, per l'acquisto di armamenti (quelli provenienti dall'Iran sulla nave Karine A, tanto per fare un esempio).

Fu così che scoppiò l'Intifadah: una rivolta che tutt'oggi vede impegnati perfino i bambini, usati in prima linea come arma e come scudo umano. Quei bambini istruiti all'odio (vedi foto) nelle scuole dell'Autonomia Palestinese, su libri di testo finanziati dall'Unione Europea (vedi allegato), in cui la Palestina viene rappresentata non già come quella che realmente è, ma comprende nei suoi confini anche tutto l'attuale stato d'Israele; libri di testo in cui gli Israeliani sono descritti con odio, come il nemico da distruggere e scacciare a mare, a costo della vita.
 
Quei bambini istruiti all'odio razziale dalla televisione, che trasmette programmi per i più piccoli per istigarli al cosiddetto "martirio". Quei bambini istruiti all'odio nei campi militari in cui vengono mandati dai sette anni in su, per imparare come usare le armi e come tagliare la gola a un Israeliano. Così questi bambini, una volta cresciuti, fieri di diventare "martiri" si fanno esplodere fra la folla inerme, nei ristoranti, alle feste religiose, nei supermercati, sugli autobus.
 
I bambini. Di quelli israeliani uccisi dai terroristi non si parla mai ai nostri TG.
 
Questo perché i giornalisti stranieri per poter lavorare nei territori palestinesi sono stati costretti a firmare un documento in cui si impegnano a "non ledere l'immagine dell'Autorità Palestinese", pena l'espulsione. Caso esemplare quello del giornalista RAI Riccardo Cristiano che, avendo Mediaset mandato in onda un servizio in cui la folla palestinese linciava a morte dei riservisti israeliani, tenne a prendere le distanze dall'accaduto, precisando che lui non ne aveva colpa. Leggi la sua lettera all'Autorità Palestinese.
Altro caso esemplare: quello dell'inviato della televisione belga, che un bel giorno ha fatto le valigie, se n'è tornato a casa e ha informato i telespettatori che non avrebbero più visto i suoi servizi dal Medio Oriente in quanto, per restare, avrebbe dovuto scegliere tra dire ciò che volevano i Palestinesi e farsi ammazzare.
Questo spiega perché nel TG chi si imbottisce di tritolo e uccide un'infinità d'innocenti non fa scandalo, ma un carro-armato che abbatte delle case preventivamente svuotate fa orrore.
Il nostro Telegiornale non ci racconta dei piccini israeliani di un anno presi di mira con armi di precisione e freddati con un colpo alla tempia mentre giocavano al parco. Il nostro telegiornale parla vagamente di "coloni israeliani morti", ma non dice chi fossero quei "coloni". Non dice che fra di loro c'erano bambini sgozzati col coltello sotto gli occhi dei loro genitori, uccisi a loro volta a coltellate dopo aver visto la morte dei propri figli.
 
Le foto di due dei tanti bimbi uccisi intenzionalmente dai terroristi palestinesi.

Danielle Shefi

Gal Eizenmann
 
Il Telegiornale, inoltre, non ci ha mai illustrato la proporzione fra morti (bambini/adulti o uomini/donne) a causa del conflitto, nelle due parti in causa.
Se è vero che negli ultimi due anni sono morti più Palestinesi che Israeliani, è ugualmente vero che la maggior parte di quei morti erano terroristi o "militanti" in azione o alle prese con esplosivi. Inoltre, fra quelle cifre sono inclusi anche Palestinesi giustiziati da altri Palestinesi, in scontri fra bande avversarie, o perché "collaboratori del regime sionista" (termine che sta a indicare chiunque possa risultare scomodo ad Arafat).
 
dalla triste conta dei morti, si evince che le vittime israeliane sono in numero minore,
ma sono per la maggior parte donne e bambini
 

Secondo il Jerusalem Media & Communications Center, un'organizzazione palestinese di ricerca, fra settembre 2000 e maggio 2002 sono state uccise 37 donne palestinesi, il 2,8% dei palestinesi uccisi in questo periodo. Nello stesso periodo, secondo le cifre fornite dal Ministero degli Affari Esteri Israeliano, sono state uccise 126 donne israeliane, il 25% del totale. Il Palestinian Monitor, un altro gruppo di ricerca palestinese, registra che l' 11,7% delle vittime palesitnesi è costituito da bambini e ragazzi al di sotto dei 15 anni. La percentuale dei minori di 15 anni fra gli Israeliani uccisi dal fuoco palestinese ammonta invece al 57,7%.
In altre parole:

9 donne israeliane uccise per ogni donna palestinese: rapporto 9 a 1.
5 bambini israeliani uccisi per ogni bambino palestinese: rapporto 5 a 1.
La morte di ogni civile innocente, donna o bambino che sia, è sempre un episodio triste e doloroso, ma c'è una grande differenza nel valutare il modo in cui essi trovano morte. Non esistono casi di donne o ragazzini israeliani morti per essersi fatti esplodere con cinture esplosive. Né ci sono casi in cui essi sono morti trasportando bombe o altro materiale esplosivo. Né ci sono casi in cui donne o bambini israeliani siano stati usati come scudi umani da uomini armati o militanti israeliani.
Dai dati illustrati in tabella, è evidente che il vero bersaglio dell'offensiva palestinese siano proprio i bambini e le donne.

Ma a chi conviene questa guerra infinita? 

Di certo non agli Israeliani, costretti a vivere nel terrore, che vedono la loro economia colare a picco, che non sanno mai se i loro bambini torneranno dalla scuola sani e salvi, che vedono i loro figli adolescenti perdere il gusto di vivere (leggi la lettera per una ragazzina israeliana che si è suicidata non fra la folla come fanno i suoi coetanei palestinesi, ma nella solitudine dalla sua stanzetta)

Conviene ai Palestinesi questa guerra? Assolutamente no! La maggior parte della popolazione vive in condizioni subumane, in campi-profughi da tre-quattro generazioni.

Ma a chi conviene, allora? Conviene a chi della guerra ha fatto la sua ragion d'essere, il suo business. Conviene a chi traffica in armi, a chi si arricchisce coi soldi della Comunità Internazionale, con i soldi dell'Unione Europea; conviene all'egiziano Yasser Arafat. Perfino il suo paese lo scacciò! E ricordate quando suo quartier generale a Beirut, dove fece scoppiare quel putiferio per otto anni? E anche da lì andò via, per passare diversi anni in Tunisia, come il suo caro amico Craxi; finché non venne Clinton a riportarlo in Palestina... Adesso che gli Isareliani non lo vogliono più, temo che verrà a godersi la pensione qui in Italia dove, a spese nostre, ci sono già tre dei suoi terroristi, quelli che profanarono la Basilica della Natività (oltre il danno, la beffa: guarda quanto ci costano, leggendo il testo del decreto-legge che ce li ha rifilati "In   deroga   alla   vigente  legislazione"; e leggi il testo della protesta della Comunità Islamica Italiana)

Perché i media italiani stanno così spudoratamente con Arafat? Perché Paolo Longo si accanisce senza alcuna pietà contro gli Israeliani? Perché i noglobal e tutti i disobbedienti vari, che in genere non credono a una parola dell'informazione ufficiale, poi credono a tutte le bugie dei media sul Medioriente? Come se non bastasse, in Italia c'è anche chi raccoglie firme contro Israele: e non i neonazisti! un appello è stato sottoscritto dai docenti dell'Università di Bologna, un altro da quelli della Ca' Foscari (leggili con un click).

 

Se i Palestinesi deponessero le armi, senza dubbio ci sarebbe la pace.
Se le deponessero gli Israeliani, non ci sarebbe più Israele.

A questo, i noglobal ci hanno mai pensato?

C'è chi dice che i terroristi suicidi sono spinti dalla disperazione. Nulla di più oscenamente falso! Leggi una delle tante poesie e canzoni che ammaestrano le menti dei bambini sotto l'Autorità Palestinese.