Pero Palo 2010 ... A tempo di Record

Anche quest'anno ci siamo impegnati per far giungere agli organizzatori della fiesta una forte protesta internazionale accompa- gnata da una petizione popolare (al momento ci sono 7634 firme), promossa degli amici spagnoli de El Refugio del Burrito e con la nostra collaborazione, che invita il nuovo Governatore della Extremadura, ad emanare una legge per vietare l'uso dell'asino.

Un ringraziamento particolare al nostro Mauro Bertini, che ha scandagliato la rete per trovare decine di indirizzi di mail di associazioni animaliste in tutta Europa.

Le speranze di riuscita erano basate sul fatto che il nuovo Governatore si era mostrato sensibile alle problematiche animaliste, soprattutto per quanto riguarda il benessere degli asini; infatti, fino al giorno prima, non si sapeva se la Regione avrebbe autorizzato o meno l'utilizzo del “burrito”.

Il clima era molto surriscaldato dal momento che la giunta comunale di Villanueva de la Vera, aveva mostrato la netta volontà di disubbidire (avendo soprattutto il conforto della quasi intera cittadinanza locale), nel caso che, dal capoluogo (Caceres), veniva imposto il divieto.

Ma quali sarebbero state le conseguenze della disubbidienza? Sicuramente una gigantesca difficoltà nel gestire la questione e pertanto, ma forse anche per creare una certa suspense, la fiesta del Pero Palo poteva subire il taglio della Corrida de Elecciones, che per gli abitanti rappresenta probabilmente anche un motivo di lotta e di contrasto con la giunta regionale.

Non a caso, quando si è conclusa questa “corrida”, molti abitanti urlavano intorno all'asino “Villanueva, Villanueva, Villanueva”; sembrava quasi che avessero voluto inviare un messaggio chiaro: “l'asino, o meglio il burrito, non si tocca!”. Ma intanto la pressione sugli organizzatori si è fatta più forte. (leggi la relazione 2010)

16 Febbraio 2010 - per l'asinello torna il terrore

"La fiesta finisce quando finisce l'asino"...

da molti anni questo slogan, che rappresentava molto bene ciò che accadeva a Villanueva, non si avvera più grazie alle proteste e alla presenza internazionale degli animalisti.

Gli animalisti spagnoli hanno ottenuto una legge nel 2002 che riesce ad evitare, almeno in teoria, lo strazio dell'asino. Ma è necessaria sempre una mobilitazione internazionale in quanto le autorità locali, come abbiamo constatato, non si preoccupano di applicarla, per usare un eufemismo.

Nel 2009, grazie al vostro grande contributo per l'invio della lettera di protesta e la sottoscrizione della petizione, il rumore è stato grande.

Abbiamo denunciato alla "Guardia Civil" il dipendente (Jacinto) del Comune di Villanueva de la Vera per il trasporto dell'asinello su un veicolo non conforme alla normativa europea ed alla legge spagnola. Potete leggere la relazione dettagliata e visionare il video dove viene smentito il giudizio della stampa locale.

Anche nel 2010 saremo presenti a Villanueva de la Vera per controllare quanto accade e per sostenere l'associazione spagnola.

Ma anche quest'anno abbiamo bisogno del vostro contributo. Molto importante è la sottoscrizione della nuova petizione, promossa dai colleghi della associazione spagnola "El Refugio del Burruto", che da anni insieme a noi segue localmente lo svolgimento della Fiesta,  e l'invio di lettere che troverete al lato di questa pagina ("Aiutateci ad aiutare l'asinello" e "Petizione on line").

Un grazie di cuore.

Elvino Gasparotti

CEDA onlus - Comitato Europeo Difesa Animali - European Committee Defence Animals

Pero Palo - Simbolo dei maltrattamenti

Villanueva de La Vera è un paesino di poco più di 2000 abitanti in Extremadura.

E' teatro ogni anno della fiesta del cosiddetto "Pero Palo".

La presenza degli animalisti italiani è stata possibile grazie alla caparbietà ed alla determinazione di Clara Genero, fondatrice del Comitato Lida contro la corrida.

Alla sua scomparsa nel 2000, coloro che ne conoscevano lo spirito di sacrificio (rinunciava alle medicine pur di finanziare queste iniziative, con notevole pregiudizio per la sua salute) hanno voluto continuare questa sua iniziativa, cui teneva moltissimo. Questa festa era infatti un simbolo dei maltrattamenti efferati contro gli animali: in pratica la festa finiva quando ... finiva l'asino!

Dopo che nel 2003, assieme alla sezione di Bassano del Grappa della Lav ed alla Livda è stata organizzata la presenza di due osservatori italiani, Gabriella Scaperrotta e Michele Mastini, che - rispetto agli anni prima - avevano registrato un "miglioramento", per l'entrata in vigore della legge sui maltrattamenti degli animali (leggi la RELAZIONE 2003) nel 2004, 2005 e 2006 non sono andati animalisti italiani; siamo ritornati a Villanueva nel 2007 e nel 2008 grazie alla presenza di Elvino Gasparotti e Irmgard Haub della delegazione Toscana del Comitato Europeo Difesa Animali, che presenzieranno anche l'edizione del 2009.  Purtroppo, a seguito dell'archiviazione degli esposti fatti dagli animalisti, registriamo un vergognoso ritorno al passato.

Informazioni sulla "Fiesta"

Nel resto della provincia sono ancora moltissime le manifestazioni di crudeltà verso gli animali; abbiamo tradotto cosa apparve sul giornale locale, il Periodico de Extremadura, che l'anno scorso ha pubblicato un ampio servizio sul tema.

Dalla copia della lettera scritta da Cristina Leòn nel 1988

Rispondo alla tua richiesta, anche in quanto mi dici che ci sono ancora persone che negano il martirio dell'asinello di Villanueva de la Vera (Caceres), condannato a soffrire, anno dopo anno, per mantenere una barbara tradizione. Ti confermo che nel 1986 fui testimone del linciaggio dell'animale. Gli abitanti lo avevano comperato per celebrare, come fanno annualmente, il rito ispirato dalla morte di un ebreo condannato, in quella località, ad essere torturato ed arso sul rogo, al tempo dell'Inquisizione.

Un uomo grasso, dopo un'abbondante pasto, va in giro per il villaggio, montato sull'asino. Costui rappresenta il banditore che annunciava al popolo l'esecuzione, in modo che ognuno potesse assistervi. Con il trascorrere del tempo, l'asino cominciò a rappresentare il condannato; ed è per questo che viene percorso morte, specialmente da gente ubriaca.

Quando ci trovammo nel 1987, ricorderai certo di due anziane che erano infuriate contro gli "stranieri", i quali le avevano private dello spettacolo che erano abituate a contemplare, mentre Vicki Moore e i giornalisti della carta stampata e delle televisioni stavano, per la prima volta, investigando su questo caso.

Testimonio che la foto che prestai alla tua amica, perché fossi inviata alla stampa britannica, come prova di questo crimine, fu scattata proprio da me, nel 1986. Ero stata spinta via (con alcuni amici che mi avevano invitato ad assistere a queste cosiddette feste carnevale) proprio perché volevo prendere una foto ravvicinata dell'animale, benché nauseata da questa esibizione di crudeltà e gli abitanti del villaggio avevano capito che era un visitatore curioso e ostile. Fui terribilmente scossa dalla scena: questo fu notato e, per tale motivo, viene picchiato più spietatamente il povero animale fino alla morte. In quella foto, puoi vedere bene, a terra, uno degli arti dell'animale che sporge fuori dalla tasca delle gambe umane. Infatti esso era già caduto e coperto dalla gente che lo schiaccia. Due minuti prima di essere spinta via, avevo visto del sangue sgorgare dalle zampe anteriori che erano state appena spezzate. Una foto di questo linciaggio appare nel numero del gennaio 1988 della rivista "Lookout", pubblicata nella Costa del Sol, quale dimostrazione parziale, ma precisa, della mostruosa crudeltà delle cosiddette feste popolari spagnole. In questo particolare documento si può vedere la testa dell'asino brutalmente tirata indietro da alcuni teppisti, mentre altri lo percuotono con bastoni. Sono sicura che anche tu hai la copia della lettera che il sindaco di questo villaggio inviò, come risposta, al presidente di una delle associazioni spagnole di protezione animali che, in quei giorni, aveva pubblicato una protesta contro questi fatti. Quel sindaco afferma di avere ordinato la popolazione di comportarsi in modo civile. Egli si rammarica di questi avvenimenti, che rappresentano la degenerazione di tale festività, e lamenta la mancanza di forze repressive nelle piccole aree municipali. A tale proposito, vorrei osservare che Madrid non può essere considerata un piccolo comune di Spagna e, tuttavia, nelle sue vicinanze - precisamente a Fuenlabrada - ebbe luogo, per la strada, un pubblico linciaggio di tori, in presenza delle guardie municipali che aiutarono a sollevare (e deporre) i corpi sanguinanti massacrati su di un furgone a rimorchio. Quello fu considerato uno scandalo, persino secondo il metro spagnolo; allora, per la prima volta, la stampa di Madrid denunciò i fatti, invece di limitarsi ad esporli, ed il sindaco di Fuenlabrada e il "Governador civil" di Madrid si accusarono reciprocamente di essere responsabili di quella che si ritenne essersi trasformata in una vera orgia.

Questa costituisce, oggi, la vergogna della Spagna. Io spero che l'atteggiamento internazionale faccia sì che ciò non divenga la vergogna dell'Europa, il crimine di cui ogni essere umano che non intervenga dovrà ritenersi colpevole

 

Storia della "Fiesta"

Dalla relazione di Clara Genero, 1991

Ebbe particolare risalto, in Spagna, un articolo del filosofo Jesus Mosterin, apparso sul giornale "El Pais" del 8 novembre 1985, intitolato filosofia e tauromachia; vi era scritto fra l'altro: accettare ciecamente tutti componenti della tradizione significa negare la possibilità stessa del progresso della cultura. Quello della tradizione culturale e appunto l'argomento portato dei difensori della corrida. In un opuscolo intitolato La vergogna della Spagna (1986), del movimento spagnolo contro gli spettacoli crudeli, era scritto: la tauromachia è solo un affare di denaro, mascherato da tradizione culturale.

La scusa della tradizione culturale viene portata avanti anche per giustificare le altre feste sadiche, alcune delle quali, tuttavia, sono state inventate solo da pochi anni. Le feste e dette "padronali" o "popolari" che erano state abolite nel 1963; ma, nel 1982, vennero nuovamente legalizzate.

Nella "fiesta" di Villanueva de la Vera viene commemorato il supplizio (con un rogo o un linciaggio) cui fu sottoposto un eretico o un ebreo al tempo dell'Inquisizione, rappresentato da un fantoccio di stoffa che, ogni anno, è fatto a pezzi dalla popolazione. Solo la testa, di legno, viene conservata gelosamente e riutilizzata ogni anno.
 

 

Questa festa vede il giorno di carnevale un asinello protagonista: deve portare sulla groppa, per alcune ore, l'uomo più pesante del paese, fra maltrattamenti di ogni genere.

Dei protezionisti inglesi, invitati sul luogo dei loro colleghi di Madrid, avevano proposto gli abitanti del villaggio la sostituzione con un asino in cartone, procurando loro stessi un esempio, ma gli abitanti reagirono indignati, gridando in coro:

no queremos burro de cartòn, los ingleses al pilòn (non vogliamo l'asino di cartone, gli inglesi nella fontana) ed alle parole fecero seguire i fatti.

Come nelle altre feste del circondario, molto attivi sono i giovani chiamati alla leva militare, i cosiddetti "quintos".

Mentre i "quintos" si ubriacano nel municipio, altri provvedono a bagnare, nella fontana della piazza, una lunga grossa corda cui hanno praticato dei nodi, per poter tirare meglio. Questa era legata al collo dell'animale che, ubriacato e maltrattato, cadrà quasi subito e sarà trascinato violentemente dei giovani. Ad ogni caduta, la folla gli si getterà sopra, schiacciandolo e saltandogli sulle zampe per spezzarle.

Fino al 1986, l'asino veniva accoltellato; gli venivano cavati gli occhi spezzate le ossa.

Emblematica la frase con cui l'ispettore inviato sul luogo dall'associazione protezionistica spagnola ADDA concludeva il suo rapporto: la festa dura finché dura l'asino. Nel carnevale 1987, grazie all'intervento dei protezionisti spagnoli, fiancheggiati dei loro colleghi inglesi, l'asinello di turno fu risparmiato, comperato e trasportato in Inghilterra. Quella volta, probabilmente, giocò un effetto di sorpresa. Un giornalista spagnolo scrisse allora: è stato il primo animale salvato in una festa spagnola, e sarà anche l'ultimo. E effettivamente negli anni seguenti gli asini furono trattati molto crudelmente: non morirono durante una festa ma non si sa bene che fine fecero. Gli abitanti del villaggio, da quando la loro festa ha sollevato la deplorazione generale, hanno continuato a ripetere che all'asino "no le pasa nada" (non succede niente).

Smentiti da chi è stato presente, hanno ribattuto che si sono incattiviti per colpa degli inglesi tenuti a mettere il naso nelle loro faccende. Nel carnevale 1991, nessun arrivato alla festa dell'Inghilterra; ciò nonostante l'animale stato trattato in modo più crudele dell'anno precedente.