Relazione sul Pero Palo 1991
Ecco quanto ci hanno riferito
L'ultimo di carnevale, giorno della festa tradizionale, è
stato il 12 febbraio 1991. Il giorno precedente, lunedì 11,
nel municipio del paesino, ebbe luogo una conferenza stampa,
presenti, oltre all'autorità locale e al pubblico, una
trentina di animalisti provenienti da vari paesi d'Europa i
due parlamentari del Belgio.
Prese la parola il sindaco. Non gli chiedemmo se l'asino
sarebbe stato picchiato anche quest'anno e ci assicurò,
ripetendolo più volte, che non sarebbe stato toccato
"nemmeno con un dito". Aggiunse che era felice di vedere
tante persone che avrebbero potuto testimoniare, nel loro
paesi, sulla bellezza di Villanueva e sulla bontà dei suoi
abitanti. Parlarono poi i parlamentari belgi e il
rappresentante della fondazione Bardot.
Infine intervenne uno spagnolo il quale, con molta arroganza, affermò che le feste in questione rappresentato un bellissimo costume spagnolo, con il quale gli stranieri non avevano nulla da spartire, per cui potevano tornarsene subito a casa loro. Rispondemmo che la crudeltà non ha frontiere.
Ecco cosa successe
Alle nove del mattino, appuntamento nella piazza del paese.
Portano un asinello, di color grigio chiaro, che
all'ispettore dell'associazione nazionale difesa animali
sembrava lo stesso dell'anno scorso. Subito la folla è
addosso al piccolo animale, colpendolo con calci, pugni e
bastoni. Poi l'animale è introdotto, per il portoncino, nel
municipio, dove i "quintos" lo costringono a ingerire
un'enorme quantità di alcol e gli legano al collo un capo
della corda. Gli uomini i ragazzi attendono, pregustando il
divertimento.
Quasi un centinaio di persone tirano furiosamente la corda,
per far uscire l'asino. Quelli di dentro aprono la porta,
fanno finta di consegnare la vittima, poi richiudono di
colpo: l'asino batte la testa rimane quasi strozzato. Lo si
sente ragliare forte dal dolore. Questo dura una mezz'ora.
Tirano la corda, un po' verso destra, un po' sinistra per
aumentare la sofferenza. Finalmente l'animale viene fatto
uscire.
L'ispettore dell'ANDA riferisce: l'asino cade subito. Il
tragitto è quello degli altri anni. L'animale cade ogni
pochi metri. Allora i giovani gli si gettano sopra, gli
pestano le zampe, per cui esso ebbe ben presto le estremità
ferite e sanguinanti.
La rappresentante francese della società protezione degli
animali lo vede, a un certo punto, vomitare sangue.
Era estremamente difficile fotografare l'asino, specie
mentre veniva maltrattato, perché i paesani le impedivano in
ogni modo.
Scrive un inviato italiano: già al primo apparire
dell'asino, avevo cercato di fotografarlo e, ma avevo
ricevuto spintoni e pugni nei fianchi. Non per questo
rinunciai a tentare nuovamente: l'asinello fu condotto per
il paese con il grosso cavaliere sul dorso. Io conoscevo il
percorso perché l'avevo fatto il giorno prima; così mi recai
là dove l'animale avrebbe dovuto voltare. Arrivò, con tutta
la gente intorno che lo picchiava. Vidi un uomo che lo
batteva con particolare violenza, con un grosso e corto
bastone. Tentai di fotografarlo; ma alcuni fecero per
prendermi la macchina fotografica. Mi gettai a terra sopra
di essa per difenderla, e questi mi furono addosso,
tempestandomi di calci e pugni.
Appena potei, mi gettai tra le gambe che mi stavano intorno
sfondando come si fa nel rugby e, dopo un percorso
interminabile, giunsi al centro della piazza. Là mi voltai e
vidi quattro persone che mi rincorrevano. Mi rifugiai sotto
i portici ed un altro paesano mi fece uno sgambetto, per cui
caddi. In pochi secondi, i miei inseguitori mi raggiunse e
picchiarono con molta violenza; poi mi tirarono su ed uno di
loro mi sparò un pugno nello stomaco. Feci per scappare e un
altro mi colpì all'occhio destro. I protezionisti mi vennero
in soccorso e mi spinsero dentro una porta aperta. Tirai il
fiato un attimo, ma la padrona di casa mi buttò fuori. Così
avevo perso quasi tutto il giro dell'asino.
Infine arrivò l'asino, sempre circondato dai suoi aguzzini,
e io notai che sanguinava vicino all'orecchio. L'animale,
così piccolo, faceva capolino fra tanti energumeni. La
crudeltà si accompagna sempre alla vigliaccheria.
Terminata la "storica" rievocazione, l'asinello fu
ricondotto alla fattoria, senza permettere veterinari
presenti di visitarlo e nemmeno di somministrargli un
analgesico.