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dai bizantini all'avvento dei normanni

Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476 d.C.), la Puglia e l'intero territorio  del Tavoliere e dell’Appennino Dauno divennero teatri di devastazioni infinite, contese e conflitti tra vari popoli.
Dai longobardi agli arabi, fino al definitivo insediamento  bizantino  tra il IX e l'XI secolo, questo periodo storico descrive una situazione incerta, in cui dominazioni e dominatori si succedono senza che sia mai possibile trovare un equilibrio definitivo.
E' in questo inquieto scenario storico che
Arpi,  la più brillante e fiorente delle colonie romane di Puglia, conosceva la sua fine.
Stesso destino toccò ad altri importanti centri della Capitanata quali
Herdonia (l'odierna Ordona), Sipontum e Salapia.
Sarà sul finire del VII secolo che i Longobardi subentreranno ai Goti conquistando praticamente l’intero territorio pugliese e alternandosi a più riprese nel dominio sul territorio ai Bizantini.



icona bizantina

E' in questo contesto di tensioni e conflitti quasi permanenti tra Longobardi e Bizantini, nel quale non intravedeva nessun timido segnale di distensione, che si profilò una svolta nello scenario storico-politico del momento.
Nel 1009 Bari si ribellò ai bizantini, ma la rivolta venne perentoriamente sedata.
Il capo carismatico dei moti baresi,
Melo, fu costretto a fuggire dalla città e a trovare riparo nel Gargano dove incontrò un gruppo di normanni, venuti in pellegrinaggio a Monte S.Angelo per onorare l’Arcangelo Michele.
Tra loro si sviluppò un'alleanza che pose le basi per l'avvento normanno in Capitanata, decretando di fatto l'inizio del definitivo declino della dominazione bizantina.

I Normanni iniziarono in questo periodo un’opera di penetrazione non solo militare, ma anche politica, convincendo molte città a divenire loro alleate promettendo loro una certa autonomia ed indipendenza.
Fra i Normanni impegnati nella lotta contro i Bizantini in Puglia emersero ben presto i fratelli Altavilla: prima
Guglielmo Braccio di Ferro e Unfredo, e poi Roberto, detto il Guiscardo (cioè l’Astuto) il quale fu il vero artefice delle fortune normanne in Italia meridionale, la cui minaccia – siamo ormai verso la metà dell’XI secolo – cominciava a diventare evidente a tutti.



Roberto il Guiscardo investito del titolo di duca da Papa Nicolò II

In questi anni Foggia registrò un consistente incremento demografico derivante dall'afflusso di profughi dell'antica città di Arpi, ma anche di Sipontum e Salapia, anch'esse vessate dalle lotte tra longobardi e bizantini.
L'intenso sviluppo della città è sicuramente uno degli elementi catalizzatori che porteranno i vari esponenti della dinastia degli Altavilla a conferire alla città privilegi e benefici mai concessi nella sua pur breve storia.
 
Guglielmo Braccio di Ferro fu il primo sovrano ad acquisire la signoria di Foggia, così come Roberto il Guiscardo, il quale oltre a concedere il beneficio di un ministro reale (camerario) inviato dalla Sicilia, volle erigere un tempio in onore di Santa Maria de Fovea, in quel luogo chiamato Soccorpo, ovvero la cripta sulla quale, cento anni dopo, Guglielmo II il Buono fece erigere  oggi la Chiesa Madre.
La Capitanata assistette poi alle complesse vicende dinastiche dei Normanni che si conclusero con il matrimonio tra Enrico VI di Svevia e Costanza d’Altavilla, figlia di  Ruggero II.
Sarà da questo matrimonio che nascerà
Federico Ruggero, più noto alla storia con il nome di Federico II
, lo Stupor Mundi
L'ascesa al potere dell'imperatore svevo definì un segno di svolta per il prestigio della città di Foggia e della sua provincia.

 
 
 
 
 
       

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