La città
di Diomede: Arpi
Arpi è la città che per varie connotazioni
storico_geografiche può
essere considerata quale tappa fondamentale del percorso sulle
origini di Foggia.
Fondata nell' anno 1182 a.c. per opera del Re dell'Etolia
Diomede, Arpi
rappresentava uno dei tre principali centri, insieme a
Lucera e
Sipontum,
del territorio dauno e sicuramente tra le città più
estese
dell'Italia preromana.
Il nome
originario della città
Argos
Hippium,
secondo Plinio deriva dal
suo fondatore in quanto originario di
Argos
Hippia,
una metropoli del Peloponneso.
Il
nome della città si trasformo in
Argyrippa,
come la definì Strabone VI (283-284)
ed infine
Arpi dal greco "arpe" che vuol dire falce.
Altra possibile derivazione del nome di Arpi potrebbe
essere il termine
arpane, come venivano chiamati gli armenti
dei buoi allevati nella zona . Una versione,
quest'ultima, che appare come la la più plausibile visto
che
Arpi ha avuto, presumibilmente, tra i vari simboli
che la rappresentavano anche un bue.
Gli studi
sin qui sedimentati non consentono di tracciare un
quadro completo
riguardo alle varie tappe della sua storia.
Resta tuttavia acclarato che
Arpi fu uno dei centri più popolati dell'antica Daunia.
La sua posizione geografica ed il suo clima le
garantirono lunghi periodi di prosperità economica in
ragione di una ricca attività nell'agricoltura e nel
commercio con le città vicine.
Un dato storico certo è
Arpi
nel 524
a.c. fu artefice, insieme all'altra popolazione che
abitava quelle terre, i Dauni, di un'alleanza con gli
Etruschi per scacciare i Greci dai territori
dell'attuale Campania.
Nel 326 a.c. la città di
Diomede
strinse un alleanza con
Roma contro i Sanniti
e successivamente negli anni tra il 282 e 275 a.c. nella
guerra contro Taranto
La fedeltà a Roma le costò l'ingresso in guerra
contro Annibale al quale dovette arrendersi
dopo la battaglia di Canne (216 a.c).
La pesante sconfitta e la frustrazione che pervadeva gli
Arpani causata dai continui conflitti e dalle
concomitanti vessazioni da parte di Roma provocò un
rovesciamento di fronte
Arpi
strinse alleanza con il vecchio nemico, Annibale, il
quale insediò nei territori della città una colonia
cartaginese.
Dopo
essersi consumato il tradimento, Fabio Massimo meditò la
vendetta. Due anni dopo i Romani strinsero l'assedio su
Arpi che dovette capitolare subito dopo, per
ritornare alleata di Annibale ed essere definitivamente
rioccupata dall'esercito romano nel 210 a.C.
Roma non fece mancare la sua atroce vendetta su tutte le
città infedeli, ordinando la distruzione delle mura e
privando le popolazioni di ogni privilegio e libertà.
Ristabilito lo status quo (nonostante alcuni tentativi
successivi di ribellione),
iniziava
il periodo di "romanizzazione" della Daunia che portò
questa regione ad assumere posizioni di rilevo nello
scacchiere economico dell'Italia romana mediterranea.
L'organizzazione estensiva delle
colture cerealicole determinò la formazione di una ricca
aristocrazia fondiaria (i cosiddetti
principes)
la quale, non solo regolava gli aspetti produttivi della
città, ma disponeva di un vero e proprio potere
politico.
L'estinzione di Arpi
La mancanza di riscontri certi sull'esatta collocazione
cronologica della estinzione di
Arpi
ha finito per accreditare ipotesi
differenti anche sulle cause della
fine della città di Diomede.
A tal proposito due illustri storiografi locali,
Carlo Villani e
Gerolamo Calvanese,
hanno dissertato su varie teorie,
alcune di queste coincidenti pur essendo state esposte
in periodi storici differenti (Villani
nelle sue opere dell'inizio del '900 "Cronistoria di
Foggia" e "Foggia nella storia" e
Calvanese nel suo
manoscritto del 1720 "Memorie per la città di Foggia".
Secondo entrambi gli storici una
delle ipotesi attendibili sarebbe quella secondo cui
Arpi potrebbe essere stata distrutta
Totila, re dei
Goti, il quale, dopo aver raso al suolo Benevento nell'anno 545 d.C.
continuò le sue devastazioni anche in territorio dauno.
L'altra
ipotesi concordante è quella delle devastazioni operate da Silla nel
674 d.c. o dai
Saraceni (o dai
longobardi) nell'VIII secolo.
Il Calvanese fa
inoltre riferimento ad una possibile lotta tra gli
abitanti di
Sipontum e gli
Arpani.
Secondo lo storico, Arpi
aveva acquisito con il suo porto commerciale un ruolo di
primo piano nel panorama mercantile dell'intera regione. Ciò
rese la città di
Diomede
invisa a Sipontum
tanto da provocare cruenti atti di vendetta, culminati in
devastazioni reciproche ad opera dei rispettivi
eserciti
Altre ipotesi storiche
attribuiscono la fine "fisica" di Arpi
a fenomeni naturali quali un terremoto o un impaludamento provocato dalle inondazioni del
vicino fiume Celone, che aveva indotto gli
Arpani ad
abbandonare quei luoghi al VII d.C.
Viceversa non attendibile sarebbe la tesi di Strabone secondo cui
Arpi sarebbe addirittura stata distrutta molto prima
della sua morte avvenuta pochi anni della nascita di
Cristo.
Tale congettura sarebbe smentita, secondo il Calvanese,
da elementi inoppugnabili quali il ritrovamento
tra le rovine della città di "effigie e segni di
cattolica religione", testimonianze concrete che
peraltro attesterebbero una conversione di
Diomede
alla fede
cattolica.
un'immagine dei ruderi di Arpi
Secondo fonti medioevali sarebbero stati gli stessi profughi di
Arpi
a dare origine all'insediamento della vicina Foggia che allora era
un piccolo centro chiamato Nuova Arpi, distante qualche miglia da essa e dove veniva raccolto e conservato il
grano (nelle fosse da
cui il nome di Foggia).
Rispetto a questa teoria, confermata dal
Calvanese si è dibattuto
a lungo. Tuttavia la complessità della metamorfosi degli insediamenti presenti in questo territorio
renderebbe
plausibili anche altre ipotesi di forme di occupazione
intermedie, anche di altri siti vicini prima della nascita di Foggia. |