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i fasti dell'età federiciana

In età normanna  Foggia era stata elevata alla dignità di civitas (1187) acquisendo al contempo svariati privilegi e benefici.
Se, tuttavia, i vari esponenti della dinastia degli Altavilla erano stati prodighi nei confronti della città del Tavoliere,  è con l'avvento al potere della casata sveva che Foggia si elevava ad un prestigio mai conosciuto fino ad allora, tanto da essere consacrata tra le più importanti città dell'intera Italia meridionale.
Il matrimonio tra la normanna
Costanza e Enrico VI, celebrato dopo la morte di Guglielmo II (1189), chiuse di fatto il capitolo della dominazione degli Altavilla sancendo il definitivo il passaggio  del Regno di Sicilia alla casata sveva.
Un'unione dalla quale nascerà il futuro imperatore di Svevia,
 Federico II, il quale, pur nelle contraddizioni che caratterizzarono  il suo regno, rappresentò per la dinastia degli Hoenstaufen  un fulgido esempio di sovrano illuminato.

Lo Stupor Mundi

Federico II amò la Puglia come nessuna altra terra del suo impero. In questa regione egli preferì stabilire le sue abituali residenze, per confermando Palermo quale capitale del Regno. 
Il Tavoliere e Foggia in particolare, che amava definire "la splendida, populosa, commerciante regina della Capitanata" divennero i luoghi preferiti della sua permanenza in quanto centro di grande interesse strategico per la sua posizione geografica, centrale nello scacchiere dell'Italia Meridionale, dalla quale avevano origine una serie di arterie stradali che li  collegavano  agli altri importanti centri del Regno ovvero Napoli, Ancona, Roma, Bari e Brindisi.
 


il matrimonio tra Costanza d'Altavilla ed Enrico VI di Svevia

Tuttavia non furono solo le motivazioni politico-militari a condurlo a tale scelta.
La vicinanza del mare (il paesaggio del Gargano  rappresentava la tanto desiderata praecipua amoenitas loci)  e la possibilità di praticare la caccia - suo amatissimo passatempo - nei boschi e nelle distese della Piana del Tavoliere (tra Borgo Tressanti e Apricena e tra Foggia e Lucera) costituivano per Federico II un valido motivo per stabilire a Foggia - da lui definita per questo motivo "la gemma del Tavoliere") una delle sue residenze preferite.
In questo periodo la città venne elevata a sede imperiale - ut urbis sit Fogia regalis sede inclita imperialis, divenendone di fatto la capitale dell'età adulta, così come Palermo era stata la capitale della sua gioventù.

A Foggia Federico II fece erigere una della più sontuose residenze costruite in tutto il territorio pugliese: il Palazzo Imperiale, meno conosciuta con la denominazione di Magna Curia di Foggia.
In questo maestoso palazzo, i cui lavori di costruzione ebbero inizio nel giugno del 1223, il sovrano, oltre a tenere le sue riunioni politico-militari con i suoi uomini più fedeli (
Pier delle Vigne fra tutti), amava attorniarsi dei vari componenti della sua corte (letterati, scienziati).
E' qui che trascorse l'inverno tra il 1227 e 1228, reduce dalla prima scomunica inflittagli da papa
Gregorio IX. Durante questo periodo, che potrebbe definirsi di "riflessione", Federico II coltivò i suoi interessi scientifici e letterari frequentando alcuni illustri studiosi dell'epoca accorsi alla sua corte, primo fra tutti Michele Scoto.
Il 28 febbraio del 1228
Federico II riceveva a Foggia l'ambasciatore del sultano orientale Malik al-Kamil, Fahr ad-Din. I due discussero i preparativi per l'imminente spedizione in Terra Santa del sovrano svevo.
L'accordo successivo del 18 febbraio 1229 che avrebbe consentito la restituzione "pacifica"  dei Luoghi Santi (la VI crociata) alla Cristianità venne considerato sacrilego dal Papa Gregorio IX, in quanto conseguito da uno scomunicato e senza particolari spargimenti di sangue degli infedeli.

Come detto, la scelta di
Federico II di stabilire a Foggia il suo quartier generale nel Sud Italia rappresentò una scelta privilegiata alla quale tuttavia non sempre fece riscontro una reciproca fedeltàall'imperatore da  parte della popolazione foggiana, la quale addirittura si ribellò al sovrano nell'agosto del 1229.
Il ritorno in Italia dalla città santa di
Federico II fu precipitoso. Durante la sua assenza Papa Gregorio IX aveva tramato contro di lui e molte delle città pugliesi e campane si erano schierate con la Santa Sede, disconoscendo di fatto il potere imperiale.
Foggia era tra queste. In conseguenza di questo tradimento
Federico ordinò di prendere in ostaggio un certo numero di nobili, condotti successivamente nel castello di Canosa, e condizionò la loro liberazione al pagamento di un pesante riscatto  che si aggirava intorno alle 3.600 once d'oro.
Quando poi
Federico giunse alle porte di Foggia, la popolazione si rifiutò di farlo entrare. In un messaggio alla città il sovrano la definì: malavipera, Doleo si cogor te ledere, si vis ledi, culpa erit et lesio tua; quindi ne ordinò la distruzione delle mura che lui stesso aveva fatto erigere.
Stessa sorte toccò ad altre città della Capitanata che avevano osato ribellarsi in sua assenza: S.Severo, Troia, Casalnuovo e Civitate.
Ristabilito il potere
Federico II potè dedicarsi a tempo pieno alla sua attività politica approfittando di questi anni di tregua con la Santa Sede per operare iun riordinamento delle istituzioni normanne, attraverso una serie di promulgazioni di codici che comprendevano la legislazione feudale, ecclesiastica, civile, politica ed amministrativa.
In tal senso rientra la decisione di fare della
Capitanata
una provincia distinta dalla Terra di Bari e di Otranto.
Fra i vari diritti sovrani riaffermò quello della percezione della fida sulle terre del Tavoliere.
Furono gli anni delle
Constitutiones Melphitanae (1231): il primo codice medievale composto da circa 200 leggi che avrebbero ridisegnato l'intero apparato del Regno
L'8 aprile 1240
Federico II convocò a Foggia il Colloquium generale. Nell'assemblea, alla quale parteciparono tutti i funzionari imperiali (i nunzii) dell'intero Regno vennero presentate le Novae Constitutiones
In merito a questa nuova delibera costituzionale si è molto dibattuto: in particolare sull'effettiva concretezza del nuovo corso.
Alcuni storici sono portati ad affermare che le
Novae Constitutiones  rappresentarono soltanto un atto di democrazia formale e che, nella pratica, l'assise foggiana servì a Federico II  per denunciare i soprusi dei suoi funzionarie  ribadire il suo potere assoluto nei loro confronti
Dall'altro lato c'è chi ritiene che Le Constitutiones di Foggia decretarono l'inizio di un nuovo modo di governare: un compromesso tra assolutismo e autonomismo dei governi locali che costituì il modello per le democrazie postume.


Il 1250 fu l'ultimo anno di vita dell'imperatore, durante il quale si soffermò quasi interamente nella sua amata Puglia.
Da Foggia - siamo nella primavera -
Federico II dirige con Manfredi le ultime operazioni militari per la campagna d'Italia che costituiranno gli ultimi atti rilevanti della sua reggenza.
Il 13 dicembre dello stesso anno lo
Stupor Mundi chiude definitivamente la sua parabola a Castel del Monte.
Con la sua morte ha inizio il lento ma inesorabile declino degli
Hoenstaufen nella dominazione di Foggia, della Capitanata e dell'Italia meridionale.



una veduta di Castel del Monte

 
 
 
 
 
       

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