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Roberto d'Altavilla detto il Guiscardo


Roberto d'Altavilla, detto "il Guiscardo", ovvero "l'astuto", nasce in Normandia nel 1015. Figlio di Tancredi accrebbe la sua importanza dopo la morte del fratello Guglielmo Braccio di Ferro.
Artefice primario del tentativo di unificazione dei domini bizantini, longobardi e normanni dell'Italia meridionale, Roberto, per questo suo ambizioso progetto era inviso al Papa Leone IX, il quale gli scatenò contro  una coalizione di Greci e Pugliesi. Il tentativo del Pontefice tuttavia fallì clamorosamente: a seguito della battaglia di Civitate del Fortore del 1053 le truppe della coalizione furono sconfitte e lo stesso Papa venne fatto prigioniero.
La sua successiva liberazione costò a Leone IX, il riconoscimento del Guiscardo quale vassallo della Chiesa e la legittimazione del dominio dello stesso su tutti i territori conquistati. Un riconoscimento che trovò la sua completa consacrazione e legalità con l'accordo di Melfi del 1059 tra Roberto ed il nuovo papa Niccolò II.
La fortuna politica del Guiscardo da questo momento in avanti fu sempre in ascesa. Le sue ambizioni non si limitavano ai risultati sin lì ottenuti. Forte dell'alleanza stretta con la Santa Sede, Roberto diede l'avvio ad una serie  di campagne militari contro i Bizantini di Puglia  riuscendo a conquistare Bari nel 1071 dove vi insediò la sua capitale, mentre il fratello minore Ruggero si impadroniva della Sicilia.
La minaccia rappresentata dall'alleanza ordita ai suoi danni fra Impero d'Oriente e Impero d'Occidente lo portò a concentrare i suoi sforzi bellici nei Balcani, da dove tuttavia dovette rientrare a causa della discesa dell'Imperatore Enrico IV in Italia. Tornato a Roma Roberto libera il papa Gregorio VII, assediato nella Capitale dalle truppe imperiali e, dopo aver saccheggiato la città, tornò nei suoi domini portando con sé il pontefice. Ritornato in Grecia per riprendere la guerra contro i bizantini, trovò la morte mentre assediava Cefalonia nel 1085. Il suo regno, che con impareggiabile abilità militare e il sottile senso politico con cui aveva saputo inserirsi nelle lotte fra i grandi potentati del suo tempo, passò al nipote Ruggero II, padre di Costanza e nonno di Federico II

A Roberto il Guiscardo si deve la costruzione negli anni ottanta del XI secolo della cripta  dedicata a S. Maria de Fovea e costruita per custodire la Sacra Icona della Madonna.

 
 
 
 
 
       

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